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Superasteridi nella classificazione filogenetica indica un clade, ovvero un gruppo monofiletico, di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla divisione botanica delle Angiosperme; è uno dei due cladi principali in cui viene suddiviso il raggruppamento delle angiosperme eudicotiledoni (il secondo clade è quello definito Superrosidi).[1]

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Superasteridi
Torenia fournieri
(Linderniaceae)
Classificazione APG IV
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Sinonimi

Superasteridae
Superasterids

Cladi sottostanti

Etimologia


Il nome del clade deriva da un genere della famiglia Asteraceae (Aster) la cui etimologia deriva dal greco e significa (in senso ampio) "fiore a stella". Fu introdotto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, ma sicuramente tale denominazione era conosciuta fin dall'antichità. Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, ad esempio fa riferimento ad un Astro attico (un fiore probabilmente dello stesso genere).[2]

Il nome "Superasteridi" è stato definito nell'ambito del Angiosperm Phylogeny Group, un gruppo di botanici sistematici che operano per stabilire una visione consensuale sulla tassonomia delle piante con fiori (angiosperme), avvalendosi dei recenti progressi della sistematica molecolare.


Descrizione


Il portamentoAextoxicon punctatum (Berberidopsidales)
Il portamento
Aextoxicon punctatum (Berberidopsidales)
Le foglieSaponaria officinalis (Caryophyllales)
Le foglie
Saponaria officinalis (Caryophyllales)
InfiorescenzaSantalum album (Santalales)
Infiorescenza
Santalum album (Santalales)
I fioriAster amellus (Asteridi)
I fiori
Aster amellus (Asteridi)
  • Alcune formule fiorali di questo gruppo:
  • Formula fiorale generale valida per la maggior parte delle famiglie dell'ordine delle Lamiales:
X, K (3/4/5), [C (4/5 o 2+3), A (2+2 o 2 o 2+2+1)] G (2), (supero/infero), drupa, capsula/bacca[3]
X/*, K (involucro), [C (5), A (5)], G (2), (supero), achenio[3]
X/*, K (calicetto), [C (5/6), A (5/6)], G (3-4), (supero), bacca/samara[3]
*, K (4/5), C 4/5, A (4/10), G (2-5), (infero), capsula/utricolo[3]
  • Calice: il calice, gamosepalo e più o meno attinomorfo (a volte debolmente zigomorfo), è normalmente formato da 3 - 5 lobi. Se il calice si presenta debolmente bilabiato i lobi possono essere raggruppati variamente. In alcune specie il calice è ridotto ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla, gamopetala e normalmente zigomorfa, ha la forma di un tubo (a volte dilatato nella parte distale) terminante con due più o meno evidenti labbra con 5 lobi. In genere la struttura della corolla è 2/3; ma sono possibili anche altre distribuzioni dei lobi. Altrimenti i petali della corolla sono liberi.
  • Androceo: l'androceo normalmente è isomero con il calice e la corolla, e gli stami sono disposti in modo alternato ai petali su un solo ciclo. I filamenti sono adnati alla corolla e liberi nella parte alta. Le antere possono essere ravvicinate a coppie. Sono tetrasporangiate, basifisse e normalmente introrse. Le teche in genere sono 2 (biloculari) e poco o ben distinte; la deiscenza è longitudinale (raramente è a valve). Il polline è per lo più tricolporato, ma sono presenti pollini colpati o porati con diverse numeri di aperture.
  • Gineceo: l'ovario in genere è supero (o infero o semi-infero) formato da due (o raramente tre) carpelli saldati. La placentazione è assile (centrale libera o basale). Gli ovuli sono numerosi, hanno un solo (o due) tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[5]. Lo stilo, inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico), è del tipo filiforme. Lo stigma è bifido con lobi uguali o leggermente ineguali.

Biologia



Tassonomia


La tassonomia del clade Superasteridi si è potuta concretizzare solamente in questi ultimi decenni per merito delle analisi di tipo filogenetico del DNA (soprattutto quello del plastidio).[1]

In precedenti classificazioni, come quella del Cronquist (1980), le specie di questo clade erano descritte all'interno di varie sottoclassi (tutte appartenenti alla classe Magnoliopsida - dicotiledoni): sottoclasse Asteridae per il clade Lamiidi e Campanulidi; sottoclasse Rosidae per l'ordine Cornales e Santalales; sottoclasse Dilleniidae per l'ordine Cornales; sottoclasse Caryophyllidae per l'ordine Caryophyllales; (Prima ancora (1900) nella classificazione di Wettstein erano inserite nella sottoclasse Sympetalae e alcune nella sottoclasse Choripetalae (ordine Cornales), tutte della classe Dicotyledones.


Filogenesi


Il clade Superasteridi, sulla base delle analisi di tipo filogenetico del DNA del plastidio, è monofiletico.[1] I caratteri principali di questo gruppo sono: la presenza di ovuli con un solo tegumento e di un megasporangio tenuinucellato; il polline tricolpato (o colpato), la simpetalia e un solo ciclo di stami.

I cladi in dettaglio:[1][3]

Il seguente cladogramma mostra l'attuale conoscenza filogenetica del clade Superasteridi.[1]

Berberidopsidales

Santalales

Caryophyllales

Asteridi


Composizione del clade


Il clade Superasteridi si compone di un sottoclade, 20 ordini, 146 famiglie, 5 905 generi e 100 338 specie (le quantità sono indicative):[1][3][4][10]

CladeSottocladiOrdine/iFamiglieGeneriSpecieFoto
Asteridi217995 16388 894
Berberidopsidales Doweld, 2001234
Caryophyllales Juss. ex Bercht. & J.Presl, 1820385849 680
Santalales R.Br. ex Bercht. & J.Presl, 182071551 760

Famiglie


Elenco delle famiglie per ordine.[1]

Berberidopsidales

  • Aextoxicaceae Engl. & Gilg, 1920
  • Berberidopsidaceae Takht., 1985

Caryophyllales

  • Achatocarpaceae Heimerl, 1934
  • Aizoaceae Martinov, 1820
  • Amaranthaceae Juss., 1789
  • Anacampserotaceae Eggli & Nyffeler, 2010
  • Ancistrocladaceae Planch. ex Walp., 1851
  • Asteropeiaceae Takht. ex Reveal & Hoogland, 1990
  • Barbeuiaceae Nakai, 1942
  • Basellaceae Raf., 1837
  • Cactaceae Juss., 1789
  • Caryophyllaceae Juss., 1789
  • Didiereaceae Radlk., 1896
  • Dioncophyllaceae Airy Shaw, 1952
  • Droseraceae Salisb., 1808
  • Drosophyllaceae Chrtek et al., 1989
  • Frankeniaceae Desv., 1817
  • Gisekiaceae Nakai, 1942
  • Halophytaceae S.Soriano, 1984
  • Kewaceae Christenh., 2014
  • Limeaceae Shipunov ex Reveal, 2005
  • Lophiocarpaceae Doweld & Reveal, 2008
  • Macarthuriaceae Christenh., 2014
  • Microteaceae Schaferhoff & Borsch, 2010
  • Molluginaceae Bartl., 1825
  • Montiaceae Raf., 1820
  • Nepenthaceae Dumort, 1829
  • Nyctaginaceae Juss., 1798
  • Petiveriaceae C.Agardh, 1824
  • Physenaceae Takht., 1985
  • Phytolaccaceae R.Br., 1818
  • Plumbaginaceae Juss., 1789
  • Polygonaceae Juss., 1789
  • Portulacaceae Juss., 1789
  • Rhabdodendraceae Prance,1968
  • Sarcobataceae Behnke, 1997
  • Simmondsiaceae Tiegh., 1900
  • Stegnospermataceae Nakai,1942
  • Talinaceae Doweld, 2001
  • Tamaricaceae Link, 1921

Santalales

  • Balanophoraceae Rich., 1822
  • Loranthaceae Juss., 1808
  • Misodendraceae J.Agardh, 1858
  • Olacaceae R.Br., 1818
  • Opiliaceae Valeton, 1886
  • Santalaceae R.Br., 1810
  • Schoepfiaceae Blume, 1850

Per le famiglie dei cladi inferiori vedere le singole voci.


Flora spontanea italiana


Nella flora spontanea italiana del clade Superasteridi sono presenti i seguenti ordini (i numeri sono indicativi):[11][12]

  • ordine Boraginales (una famiglia con 31 generi);
  • ordine Gentianales (3 famiglie con 26 generi);
  • ordine Lamiales (11 famiglie con 88 generi);
  • ordine Solanales (2 famiglie con 22 generi).
  • ordine Apiales (3 famiglie con 84 generi);
  • ordine Aquifoliales (una famiglia con un genere);
  • ordine Asterales (3 famiglie con 134 generi);
  • ordine Dipsacales (2 famiglie con 18 generi).
  • Ordine Cornales (2 famiglia con 3 generi).
  • Ordine Ericales (4 famiglie con 38 generi).

Note


  1. APG IV 2016.
  2. Motta, Vol. 1 - p. 219.
  3. Judd, pag. 352.
  4. Strasburger, pag. 824.
  5. Musmarra 1996.
  6. Judd et al 2007, pag. 489.
  7. Kadereit 2004, pag. 81.
  8. Kadereit 2004, pag. 181.
  9. Strasburger, pag. 776.
  10. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 4 gennaio 2021.
  11. Pignatti.
  12. Conti et al. 2005.

Bibliografia



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