Il nome generico deriva da un vocabolo latino (senex) che significa “vecchio uomo” in riferimento al caratteristico pappo formato da esili e sottili peli biancastri tutti della stessa lunghezza. La prima volta questo nome apparve in uno scritto di Plinio.[1] L'epiteto specifico (cacaliaster) deriva dal genere Cacalia L. ora non più utilizzato nella nomenclatura botanica.[2] Il nome comune (biancastro) deriva dal colore dei fiori.
Descrizione
L'altezza di queste piante varia da 5 a 15 dm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e gli alcaloidi pirrolizidinici.[3]
Radici
Le radici sono secondarie.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea è strisciante e stolonifera.[4]
Parte epigea: la parte aerea del fusto è erbacea, eretta (a portamento un po' zigzagante), striata e ramificata nella parte superiore. La parte basale del fusto può essere arrossata e glabra (mentre può essere pubescente in alto).
Foglie
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno con lamina a forma lanceolata stretta (mediamente 5 volte più lunga che larga), con base acuminata e con bordi dentati (i denti sono profondi fino a 2mm) e a sezione trasversale lievemente carenata. La consistenza della foglie è tenue, il colore è verde e sono più o meno pubescenti. La lamina a volte è decorrente lungo il fusto (sono sub-sessili).
Infiorescenza
L'infiorescenza è formata da numerosi capolini in formazione corimbosa. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro cilindrico composto da squame disposte su un unico rango e tutte uguali fra loro, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano e nudo (senza pagliette)[2] sul quale s'inseriscono solo fiori tubulosi. I fiori periferici (ligulati) generalmente sono assenti oppure pochi (1 – 3). Alla base dell'involucro sono presenti alcune squame lunghe quanto quelle interne. Diametro dell'infiorescenza: 4– 7mm.
Fiore
I fiori sono attinomorfi e tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi.
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: la parte inferiore dei petali è saldata insieme e forma un tubo; mentre nella parte superiore hanno delle fauci dilatate a cinque lobi. Il colore dei fiori è giallo-biancastro.
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido. Le branche stilari sono sub-cilindriche, troncate e con un ciuffo di peli alla sommità.[2] Le ramificazione (dello stilo) consistono in linee stigmatiche marginali (i recettori del polline).[3] L'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concrescenti e contenente un solo ovulo.
Fioritura: da giugno a agosto.
Frutti
I frutti sono degli acheni a forma più o meno cilindrica. Sono inoltre provvisti di un pappo biancastro formato da esili e sottili peli tutti della stessa lunghezza.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[6] – Distribuzione alpina[7])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita Sud Europeo
Distribuzione: le piante di questa specie in Italia sono distribuite soprattutto nelle Alpi orientali; mentre oltreconfine, sempre nelle Alpi, si trovano in Austria (Länder del Tirolo Orientale, Salisburgo, Carinzia e Stiria) e in Slovenia. Sugli altri rilievi europei sono presenti nella Foresta Nera e nel Massiccio Centrale.[7] Nel resto dell'Europa si trovano nelle seguenti regioni: Croazia, Montenegro e Francia.[8]
Habitat: l'habitat tipico sono i boschi, le radure e le zone presso le malghe alpine; ma anche i tagli forestali, le zone incendiate, i margini erbacei, i megaforbieti, i popolamenti a felci, arbusteti meso-termofili, ontaneti, saliceti sub-alpini, peccete, abetine e faggete. Il substrato preferito è calcareo/siliceo ma anche solo siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 800 fino a 2000 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e montano.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:
Formazione: comunità delle macro- e delle megaforbie terrestri;
Classe: Mulgedio-Aconitetea.
Sistematica
La famiglia di appartenenza del Senecio cacaliaster (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[9] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[10]). Il genere Senecio Mill. contiene oltre 1000 specie distribuite in tutto il mondo.
Secondo Pignatti la specie S. cacaliaster fa parte del ”Gruppo di Senecio germanicus” (ex. “Gruppo di S. nemorensis”); ed è proprio questa specie che secondo il botanico italiano è alla base del gruppo; mentre le altre due specie che completano il gruppo (Senecio ovatus e Senecio germanicus) sono più recenti in quanto diffuse in epoca post-glaciale. La morfologia del gruppo è poco differenziata (spesso le specie sono confuse tra di loro). Si distinguono per le foglie più o meno allungate e per la mancanza dei fiori ligulati (nel paragrafo “Specie simili” sono indicate nel dettaglio le varie differenze).[11]
Il numero cromosomico di S. cacaliaster è: 2n = 40.[12]
Ibridi
Nell'elenco seguente sono indicati alcuni ibridi interspecifici:[13]
Senecio × lamottei Rouy (1903) - Ibrido con Senecio ovatus
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[8][13][14]
Cineraria saracenica L.
Cacalia sarracenica L.
Senecio croaticus Waldst. & Kit. (1803)
Senecio montanus (L.) Druce
Senecio obliquus Dulac (1867)
Senecio sarracenicus L. (1753) var. flosculosus DC. (1838)
Specie simili
La caratteristica più evidente della specie di questa voce è la mancanza (o quasi assenza) dei fiori ligulati nel capolino. Altre specie di Senecio si presentano con questa caratteristica più o meno marcata come il Senecio sylvaticus (si differenzia per le foglie ridotte ad una lamina di 3 – 4mm attorno alla nervatura centrale) o il Senecio vulgaris (anche questa specie si presenta con foglie fortemente lobate e strette). Le differenze morfologiche sono invece meno marcate tra le specie appartenenti al ”Gruppo di Senecio germanicus”:
Senecio germanicus: le foglie sono circa 3 volte più lunghe che larghe; i fiori ligulati sono da 4 a 8;
Senecio ovatus: le foglie sono circa 5 volte più lunghe che larghe; i fiori ligulati sono da 4 a 8;
Senecio cacaliaster: le foglie sono circa 5 volte più lunghe che larghe; i fiori ligulati sono da 0 a 3.
Altre notizie
Il Senecione biancastro in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp.171-189. URL consultato il 25 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.163, ISBN88-7621-458-5.
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