Il nome generico deriva da un vocabolo latino (senex) che significa “vecchio uomo” in riferimento al caratteristico pappo formato da esili e sottili peli biancastri tutti della stessa lunghezza. La prima volta questo nome apparve in uno scritto di Plinio.[1] L'epiteto specifico (germanicus) deriva dalle zone dei primi ritrovamenti. Il nome comune (silvano) deriva dall'habitat tipico di queste piante (dei boschi).
Il nome scientifico di questa specie (Senecio germanicus) è stato proposto per primo dal botanico tedesco Karl Friedrich Wallroth (1792-1857) nella pubblicazione ”Schedulae Criticae de Plantis Florae Halensis Selectis” del 1822.[2]
Descrizione
L'altezza di queste piante varia da 6 a 12 dm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e gli alcaloidi pirrolizidinici.[3]
Radici
Le radici sono fascicolate e secondarie da rizoma; sono inoltre prive di stoloni.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma.[4]
Parte epigea: la parte aerea del fusto è erbacea, eretta (a portamento un po' zigzagante), striata e ramificata nella parte superiore. La parte basale del fusto può essere arrossata e glabra (mentre può essere pubescente in alto). La colorazione è glaucescente.
Foglie
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno con lamina a forma lanceolato-lineare (mediamente 3 volte più lunga che larga) con la larghezza massima nel primo terzo della lunghezza, con base acuminata e con bordi dentati (i denti sono profondi fino da 1 a 2mm) e a sezione trasversale lievemente carenata. La consistenza della foglie è tenue; il colore è verde (più chiaro di sotto) e sono più o meno pubescenti (specialmente le superiori). La lamina a volte è sub-sessile. Dimensione delle foglie: larghezza 25 – 50mm; lunghezza 130 – 150mm.
Infiorescenza
Infiorescenza
L'infiorescenza è formata da numerosi capolini in formazione corimbosa ampia. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro cilindrico composto da squame disposte su un unico rango e tutte uguali fra loro, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano e nudo (senza pagliette)[5] sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi, e i fiori periferici (ligulati) che generalmente sono pochi (4 – 8) ma sempre presenti. Alla base dell'involucro sono presenti alcune squame lunghe quanto quelle interne. Dimensione dell'involucro: larghezza 2,5mm; lunghezza 6 – 7mm. Lunghezza delle squame: 9 – 10mm. Diametro dei capolini: 15 – 28mm.
Fiore
I fiori in genere sono zigomorfi (actinomorfi quelli tubulosi) e tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: la parte inferiore dei petali è saldata insieme e forma un tubo. In particolare quelli del disco centrale (tubulosi) hanno delle fauci dilatate a cinque lobi, mentre nei fiori periferici (ligulati) il tubo termina con un prolungamento nastriforme terminante più o meno con cinque dentelli. Il colore dei fiori è giallo chiaro. Lunghezza dei fiori tubulosi: 8mm.
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido. Le branche stilari sono sub-cilindriche, troncate e con un ciuffo di peli alla sommità.[5] Le ramificazione (dello stilo) consistono in linee stigmatiche marginali (i recettori del polline).[3] L'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concrescenti e contenente un solo ovulo.
Fioritura: da luglio a agosto (settembre).
Frutti
I frutti sono degli acheni a forma più o meno cilindrica. Sono inoltre provvisti di un pappo biancastro formato da esili e sottili peli tutti della stessa lunghezza.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[7] – Distribuzione alpina[8])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Centro-Europeo / Caucasico
Distribuzione: in Italia la distribuzione è più o meno continua su tutto il territorio montano.
Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono i boschi umidi e le forre. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 800 fino a 2200 ms.l.m..
Sistematica
La famiglia di appartenenza del Senecio germanicus (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[9] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[10]). Il genere Senecio Mill. contiene oltre 1000 specie distribuite in tutto il mondo.
Secondo Pignatti questa specie è a capo del ”Gruppo di Senecio germanicus” (ex. “Gruppo di S. nemorensis”). Le altre due specie che completano il gruppo sono: Senecio cacaliaster e Senecio ovatus. La morfologia del gruppo è poco differenziata (spesso le specie sono confuse tra di loro). Si distinguono per le foglie più o meno allungate e per la quasi assenza dei fiori ligulati (nel paragrafo “Specie simili” sono indicate nel dettaglio le varie differenze).[11]
Non tutte le checklist sono concordi sul nome scientifico di questa pianta; per alcune Senecio germanicus è sinonimo di Senecio nemorensis subsp. jacquinianus Čelak.[12][13]
Variabilità
Sul territorio italiano ultimamente sono state riconosciute due sottospecie qui sotto brevemente descritte.[7][8]
Subsp. germanicus
Nome scientifico: Senecio germanicusWallr., 1822 subsp. germanicus.
Nome comune: Senecio germanico.
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Est Europeo
Distribuzione: dal nord dell'Italia fino alla Toscana. Oltreconfine, sempre nelle Alpi, questa entità è presente anche in Austria. Nel resto dell'Europa si trova nei monti Carpazi.
Habitat: l'habitat tipico per questa sottospecie sono le schiarite forestali e zone incendiate, i bordi dei ruscelli, i margini erbacei e i boschi a faggete.
Distribuzione altitudinale: frequentano i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte quello montano.
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico la sottospecie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:
Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Epilobietea angustifolii
Subsp. glabratus
Nome scientifico: Senecio germanicusWallr., 1822 subsp. glabratus Herborg (1987).
Nome comune: Senecio glabro.
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Est Alpico / Illyrico.
Distribuzione: in Italia questa sottospecie occupa la parte centro-orientale delle Alpi. All'estero si trova nell'Austria meridionale e nelle Alpi Dinariche.
Habitat: l'habitat tipico per questa sottospecie sono i riposi del bestiame, le schiarite forestali e zone incendiate, i bordi dei ruscelli, i margini erbacei e i boschi a peccete, abetine e lariceti.
Distribuzione altitudinale: frequentano i seguenti piani vegetazionali: montano e in parte quello collinare e quello subalpino.
Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico la sottospecie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:
Formazione: comunità delle macro- e delle megaforbie terrestri;
Classe: Mulgedio-Aconitetea;
Ordine: Calamgrostietalia villosae;
Alleanza: Adenostylion.
Ibridi
Nell'elenco seguente sono indicati alcuni ibridi interspecifici:[2]
La caratteristica più evidente della specie di questa voce è la quasi assenza dei fiori ligulati nel capolino. Altre specie di Senecio si presentano con questa caratteristica più o meno marcata come il Senecio sylvaticus (si differenzia per le foglie ridotte ad una lamina di 3– 4mm attorno alla nervatura centrale) o il Senecio vulgaris (anche questa specie si presenta con foglie fortemente lobate e strette). Le differenze morfologiche sono invece meno marcate tra le specie appartenenti al ”Gruppo di Senecio germanicus”:
Senecio germanicus: le foglie sono circa 3 volte più lunghe che larghe; i fiori ligulati sono da 4 a 8;
Senecio ovatus: le foglie sono circa 5 volte più lunghe che larghe; i fiori ligulati sono da 4 a 8;
Senecio cacaliaster: le foglie sono circa 5 volte più lunghe che larghe; i fiori ligulati sono da 0 a 3.
Altre notizie
Il Senecione silvano in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp.171-189. URL consultato il 29 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.164, ISBN88-7621-458-5.
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