Il nome generico deriva da un vocabolo latino (senex) che significa “vecchio uomo” in riferimento al caratteristico pappo formato da esili e sottili peli biancastri tutti della stessa lunghezza. La prima volta questo nome apparve in uno scritto di Plinio.[1] L'epiteto specifico (vulgaris = comune) fa riferimento alla sua diffusa distribuzione.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Senecio vulgaris) è stato proposto da Carl von Linné nella pubblicazione ”Species Plantarum” del 1753[2].
Descrizione
Descrizione delle parti della piantaIl portamento
L'altezza di questa pianta varia da 1 a 4 dm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme, sono inoltre munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e gli alcaloidi pirrolizidinici.[3] Da giovani possono presentarsi irregolarmente o scarsamente tomentose.[4]
Radici
Le radici sono radichette secondarie da fittone.[5]
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea è un fittonante.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente e ramoso-corimbosa in alto. Può essere fragile. Di solito ogni pianta produce un solo stelo.
Foglie
Rosetta basaleLe foglie
Le foglie si dividono in due tipi: basali e cauline. Quelle basali sono poco picciolate con lamina spatolata e sono del tipo lobato o pennatopartita. Dimensione: larghezza 2cm; lunghezza 7cm. Le foglie lungo il fusto (quelle cauline) sono disposte in modo alterno e sono semi-amplessicauli. La lamina è a contorno lanceolato-lineare. Il tipo di foglia è pennatopartita con segmenti ottusi oppure dentati. Lungo i nervi sono ragnatelose.
Infiorescenza
I capolini Villa Prima, Limana (BL), 350 m s.l.m. - 19/04/2008
L'infiorescenza è formata da numerosi piccoli capolini (da 8 a 20) in formazione più o meno corimbosa. I capolini a volte sono penduli prima della fioritura. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro cilindrico-piriforme composto da squame disposte su due ranghi (quelle esterne triangolari da 8 a 12 con apice nero o completamente nere; circa 21 quelle interne allungate che dopo la fioritura sono ribattute o pendenti), che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano e nudo (senza pagliette)[6] sul quale s'inseriscono i fiori del disco tubulosi (quelli periferici (ligulati) sono assenti). Dimensioni dell'involucro: larghezza 3 – 6mm; lunghezza 6 – 7mm. Dimensione del capolino: 5 – 8mm. Dimensione delle squame interne: 4 – 6mm (quelle esterne son circa ¼ di quelle interne).
Fiore
II fiori in genere sono actinomorfi e tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi.
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: la parte inferiore dei petali è saldata insieme e forma un tubo con delle fauci dilatate a cinque lobi e appena sporgenti dall'involucro. Il colore dei fiori è giallo. Lunghezza dei fiori: 7mm.
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido. Le branche stilari sono sub-cilindriche, troncate e con un ciuffo di peli alla sommità.[6] Le ramificazione (dello stilo) consistono in linee stigmatiche marginali (i recettori del polline).[3] L'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concrescenti e contenente un solo ovulo.
Fioritura: tutto l'anno.
Frutti
Il pappo
I frutti sono degli acheni caduchi, pelosi a forma più o meno cilindrica. Sono inoltre provvisti di un pappo biancastro formato da esili e sottili peli (o setole) tutti della stessa lunghezza. Lunghezza degli acheni: 1 – 2mm. Lunghezza del pappo: 5mm.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra). Il ciclo di questa pianta è comunque breve (2 o 3 mesi) per cui nell'anno sono presenti diverse generazioni.[8] Questa pianta ha un buon successo di germinazione: 100% appena il seme cade a terra, e 87% dopo 3 anni di quiescenza.[9]
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). Da test di laboratorio si è constatato che i semi possono disperdersi fino a 2– 3 metri dalla pianta madre[10]
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[11] – Distribuzione alpina[12])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Euri-Mediterraneo ma in seguito considerato cosmopolita.
Distribuzione: è una pianta comunissima in tutto il territorio italiano; ma anche nel resto dell'Europa (a parte la zona delle Alpi Dinariche). Si trova anche nel Nord America e Sud America (non equatoriale), Africa (Macaronesia e zone mediterranee del nord) e Asia temperata.[13]
Habitat: l'habitat tipico di questa specie sono gli incolti presso le abitazioni e le colture come orti, vigneti, oliveti, mais e patate (è considerata specie infestante); ma anche ambienti ruderali, strade dimesse, scarpate, vicinanze dei corsi d'acqua, schiarite e strade forestali, parchi e viali. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1800 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e collinare oltre a quello planiziale (a livello del mare) e in parte anche quello subalpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico questa sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]
Formazione: delle comunità terofitiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae
Sistematica
La famiglia di appartenenza del Senecio vulgaris (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[14] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[15]). Il genere Senecio Mill. contiene oltre 1000 specie distribuite in tutto il mondo.
Il numero cromosomico di S. vulgaris è: 2n = 40.[2][4]
Variabilità
Questa è una specie variabile soprattutto nei seguenti caratteri:[8]
ciclo biologico: nelle zone fredde tende ad essere bienne;
altezza: si possono trovare individui di pochi centimetri tanto da essere confusi con la specie Senecio pygmaeus DC. (ma solo in Sicilia);
ramificazione: più o meno densa;
foglie: nelle stazioni aride le foglie tendono ad essere più carnose e glabre;
fiori ligulati: normalmente sono assenti, ma in alcuni casi sono presenti;
indumento: in Sardegna sono stati trovati individui molto pelosi (var. tyrrhenus Fiori - non riconosciuta nelle checklist più recenti)
squame esterne: possono essere ridotte come nelle specie siciliane (var. siculus Guss. - non riconosciuta nelle checklist più recenti)
Per questa specie è riconosciuta la seguente varietà presente nel nord dell'Europa (e forse in Sicilia):
Senecio vulgaris L. subsp. denticulatus (O.F.Müll.) P.D.Sell (1967)[16][17]
Ibridi
Nell'elenco seguente sono indicati alcuni ibridi interspecifici:
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Senecio denticulatus O.F. Müller (1780)
Senecio dunensis Dumort.
Senecio motelayi (Rouy) A.W. Hill (1926)
Senecio radiatus W.D.J.Koch
Senecio semperflorens Stokes (1812)
Specie simili
La specie di questa voce può facilmente essere confusa con la specie Senecio sylvaticus. La tabella seguente ne evidenzia le diversità.
Carattere
Senecio sylvaticus
Senecio vulgaris
ligule
presenti ma poco osservabili
assenti (qualche volta possono essere presenti)
presenza ghiandole nelle squame
si
no
colorazione delle squame esterne
verdi o scure all'apice
più o meno tutte scure
Usi
Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Tutte le parti di questa pianta sono tossiche (la tossina colpisce in particolare il fegato). Alcuni mammiferi come i conigli non sembrano esserne danneggiati, mentre alcuni uccelli mangiano le foglie e i semi.[20]
Farmacia
Sostanze presenti: senecionina, resine varie, inulina, glucosio e sali di potassio.[5]
Royal Botanic Gardens, Kew, Search Results Senecio vulgaris, su Seed Information Database, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 1º febbraio 2008.
Henry Doubleday Research Association, Groundsel, su Organic Weed Management, Garden Organic, ottobre 2007. URL consultato il 5 febbraio 2008.
Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp.171-189. URL consultato il 25 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.164, ISBN88-7621-458-5.
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2025 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии