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Lavandula L. 1753 è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, dall'aspetto di piccole erbacee annuali o perenni dalla tipica infiorescenza a spiga. È l'unico genere della tribù Lavanduleae Caruel, 1884.[1]

Disambiguazione – "Lavanda" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Lavanda (disambigua).
Come leggere il tassobox
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Lavanda
Lavandula angustifolia
(Lavanda spica)
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Lamiaceae
Sottofamiglia Nepetoideae
Tribù Lavanduleae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Lamiales
Famiglia Lamiaceae
Tribù Lavanduleae
Caruel, 1884
Genere Lavandula
L., 1753
Specie
(Vedi testo)

Etimologia


Il nome comune "lavanda" con il quale siamo abituati a chiamare queste piante (ma anche quello scientifico Lavandula) è stato recepito nella lingua italiana dal gerundio latino del verbo "lavare" (lavandus, lavanda, lavandum = "che deve essere lavato") per alludere al fatto che queste specie erano molto utilizzate nell'antichità (soprattutto nel Medioevo) per detergere il corpo.[2]

Il nome scientifico del genere è stato proposto per la prima volta dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708)[3] e fissato definitivamente da Linneo (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 572. 1753"[4] del 1753.[5] Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico italiano, di origine franco-inglese Théodore (italianizzato in Teodoro) Caruel (Chandernagor, 27 giugno 1830 – Firenze, 4 dicembre 1898) nella pubblicazione "Flora Italiana. Firenze - 6: 53. Sep 1884." del 1884.[6][7]


Descrizione


Il portamentoLavandula latifolia
Il portamento
Lavandula latifolia
Le foglieLavandula angustifolia
Le foglie
Lavandula angustifolia
InfiorescenzaLavandula dentata
Infiorescenza
Lavandula dentata
I fioriLavandula stoechas
I fiori
Lavandula stoechas

Le specie di questo genere hanno un portamento arbustivo o subarbustivo o cespitoso-arbustivo oppure raramente erbaceo di breve durata. Queste piante sono fortemente aromatiche. L'indumento può essere glabro o variamente pubescente talvolta con peli stellati. La forma biologica prevalente (almeno per le specie della flora spontanea italiana) è nano-fanerofite (NP), ossia sono piante perenni e legnose, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 30 cm e i 2 metri.[3][8][9][10][11][12][13]


Radici


Le radici sono perlopiù legnose.


Fusto


I fusti in genere sono eretti e ramificati oppure semplici; non sono rigidi con cortecce bruno-rossastre oppure sempreverdi.


Foglie


Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto; spesso si trovano fascicolate alla base della pianta. Le foglie sono colorate di verde cinereo. La lamina può essere intera lineare, lanceolata o pennatifida/pennatosetta.


Infiorescenza


Le infiorescenze sono terminali con i fiori raggruppati in sottili spighe tirsoidi alla fine di lunghi scapi. Nell'infiorescenza sono presenti delle brattee persistenti a volte anche colorate e disposte in modo opposto o a spirale; mentre le bratteole sono minute o assenti. Il numero dei fiori disposti a verticilli varia da 2 a 10 oppure uno solo ma in questo caso senza bratteole. I fiori sono sessili o pedicellati.


Fiori


I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla - androceo – gineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice sono a 5 parti).

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2] G (2), (supero), drupa, 4 nucule[9][11]

Frutti


Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 nucule glabre e lisce. Le nucule sono provviste di areole ed hanno delle varie forme, dimensioni e colori. La deiscenza è basale o laterale.


Riproduzione



Distribuzione e habitat


Le specie del genere Lavandula sono diffuse nel bacino del Mediterraneo (anche nell'areale della Macaronesia), nell'Africa del Nord e nell'Asia dalla Penisola Arabica fino all'India.[8] L'habitat è quello tipico da temperato a subtropicale.


Specie della zona alpina


Delle 5 specie spontanee della flora italiana 2 vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[17].

SpecieComunità
vegetali
Piani
vegetazionali
SubstratopHLivello troficoH2OAmbienteZona alpina
Lavandula angustifolia9montano
collinare
Ca-SineutrobassoaridoB9 C2 F2 G3IM CN
Lavandula latifolia12collinareCa-Ca/SibasicobassoaridoG3IM CO
Legenda e note alla tabella.

Substrato con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali: 9 = comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche; 12 = comunità delle lande di arbusti nani e delle torbiere;
Ambienti: B9 = coltivi umani; C2 = rupi; F2 = praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare al subalpino; G3 = macchie basse;


Tassonomia


La famiglia di appartenenza del genere (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie[11], ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie; il genere Lavandula è descritto nella tribù Lavanduleae (di cui è l'unico genere) che appartiene alla sottofamiglia Nepetoideae.[1]

In passato questo genere era incluso nella sottotribù Lavandulinae Endl., 1838 a sua volta descritta nella tribù Ocimae Dumort., 1829. Il genere composto da una quarantina di specie viene suddiviso in sette sezioni.[8] Di queste solamente tre (con 5 specie) interessano la flora spontanea italiana (vedere il paragrafo "Specie spontanee italiane"). All'interno della sottofamiglia, in base a ricerche filogenetiche di tipo molecolare, il genere risulta in posizione basale e quindi "gruppo fratello" del resto della sottofamiglia.[18]

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è 2n = 18, 24, 30, 36, 42 e 54.[8]


Specie spontanee italiane


Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l'elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra):[10]

  • Gruppo 1A: l'infiorescenza è sormontata da un ciuffo di brattee sterili violette (sect. Stoechas);
  • Gruppo 2A: la lamina della foglia ha il contorno intero;
  • Lavandula stoechas L. - Lavanda selvatica: l'altezza delle piante varia da 3 a 12 dm; il ciclo biologico e perenne; la forma biologica è nano-fanerofite (NP); il tipo corologico è Steno-Mediterraneo; l'habitat tipico sono le macchie basse e le garighe a cisti; la distribuzione sul territorio italiano va da Nord a Sud ma sempre sulle coste tirreniche fino ad un'altitudine di 600 m s.l.m..
  • Gruppo 2B: la lamina della foglie varia da dentata a pennatosetta;
  • Lavandula dentata L. - Lavanda dentata: l'altezza delle piante varia da 3 a 10 dm; il ciclo biologico e perenne; la forma biologica è nano-fanerofite (NP); il tipo corologico è Paleosubtropicale (Arabico-Macarones); si tratta di una pianta coltivata per la profumeria e raramente inselvatichita.
  • Gruppo 1B: l'infiorescenza è priva del ciuffo di brattee;
  • Gruppo 3A: la lamina delle foglie è intera; l'infiorescenza è formata da diversi fiori all'ascella di ciascuna brattea (sect. Spica);
  • Gruppo 4A: la forma delle brattee è rombico-acuminata e alla base sono presenti 5 - 7 nervature;
  • Lavandula angustifolia Miller - Lavanda vera: l'altezza delle piante varia da 3 a 12 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è nano-fanerofite (NP); il tipo corologico è Steno-Mediterraneo - Occidentale; l'habitat tipico sono le macchie basse e le garighe; la distribuzione sul territorio italiano è discontinua dal Nord a Sud ma sempre sulle coste tirreniche fino ad un'altitudine di 1800 m s.l.m..
  • Gruppo 4B: la forma delle brattee è strettamente lineare-lanceolata;
  • Lavandula latifolia Medicus - Lavanda latifoglia: l'altezza delle piante varia da 3 a 8 dm; il ciclo biologico e perenne; la forma biologica è nano-fanerofite (NP); il tipo corologico è Steno-Mediterraneo - Occidentale; l'habitat tipico sono i pendii aridi e cespugliosi; la distribuzione sul territorio italiano è relativa Nord-Ovest fino ad un'altitudine di 1000 m s.l.m..
  • Gruppo 3B: le foglie sono di tipo 1-2-pennatosette; i fiori sono solitari all'ascella di ciascuna brattea (sect. Pterostoechas);
  • Lavandula multifida L. - Lavanda dell'Egitto: l'altezza delle piante varia da 3 a 10 dm; il ciclo biologico e perenne; la forma biologica è camefita fruticosa (Ch frut); il tipo corologico è Steno-Mediterraneo - Occidentale; l'habitat tipico sono le garighe e l'incolti aridi; la distribuzione sul territorio italiano è relativa Sud-Ovest (Sicilia compresa) fino ad un'altitudine di 600 m s.l.m..

Specie Euro-mediterranee


In Europa e nell'areale del Mediterraneo sono presenti le seguenti specie:[19]


Elenco completo delle specie


Il genere Lavandula comprende le seguenti specie:[20]


Ibridi


Sono noti i seguenti ibridi naturali:[20]


Sinonimi


L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[8][19]


Proprietà terapeutiche e cosmetiche


Avvertenza
Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Un campo di lavanda
Un campo di lavanda

La lavanda è conosciuta fin dai tempi più antichi per le sue proprietà antiemetiche, antisettiche, analgesiche, battericide, vasodilatatorie, antinevralgiche, per i dolori muscolari ed è considerata un blando sedativo. L'olio essenziale di lavanda è l'olio eterico più utilizzato in profumeria.

In aromaterapia, viene utilizzata come antidepressivo, tranquillizzante, equilibrante del sistema nervoso, come decongestionante contro i raffreddori e l'influenza. Inoltre viene ritenuta efficace per abbassare la pressione arteriosa, per ridurre i problemi digestivi ed è miscelata con altre sostanza omeopatiche per curare il mal di schiena e il mal d'orecchie.[21]

Qualche goccia di olio essenziale, aggiunta nell'acqua del bagno, aiuta a rilassare. Per uso cosmetico, se utilizzata nell'ultimo risciacquo, quando si lavano i capelli, oltre che dare un profumo delizioso, aiuta a combattere i capelli grassi.

I fiori di lavanda, contrariamente a tante altre specie, conservano a lungo il loro aroma anche se secchi. È infatti consuetudine mettere dei sacchetti di tela nei cassetti per profumare la biancheria. La pianta, che era già nota agli antichi, veniva usata anche per la preparazione di talismani e portafortuna, legati a pratiche magiche ed esoteriche.


Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della lavanda.

Alcune specie



Note


  1. Olmstead 2012.
  2. David Gledhill 2008, pag. 232.
  3. Motta 1960, Vol. 2 - pag. 636.
  4. BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 29 dicembre 2015.
  5. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 29 dicembre 2015.
  6. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 29 dicembre 2015.
  7. Crescent Bloom Database, su crescentbloom.com. URL consultato il 29 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  8. Kadereit 2004, pag. 225.
  9. dipbot.unict.it, https://web.archive.org/web/20160304200501/http://www.dipbot.unict.it/sistematica/Lami_fam.html (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  10. Pignatti, vol. 2 - pag. 500.
  11. Judd, pag. 504.
  12. Strasburger, pag. 850.
  13. eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 30 dicembre 2015.
  14. Musmarra 1996.
  15. Pignatti, vol. 2 - pag. 437.
  16. Strasburger, pag. 776.
  17. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 160.
  18. Kaufmann et al. 1994.
  19. EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 30 dicembre 2015.
  20. Lavandula, su The Plant List. URL consultato il 27 febbraio 2012.
  21. "Aromaterapia", di Sheila Lavery, Gruppo Editoriale Armenia, Milano, 1997, pag.22-23

Bibliografia



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Collegamenti esterni


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На других языках


[es] Lavandula

Lavandula es un género de plantas de la familia de las lamiáceas, que contiene unas sesenta especies y taxones infra-específicos aceptados de los algo más de doscientos descritos;[2] se las conoce como lavanda, alhucema, espliego o cantueso, entre otros muchos nombres comunes.

[fr] Lavande

Lavandula (les lavandes) est un genre de plantes de la famille des Lamiaceae[1],[2], anciennement nommées Labiées.
- [it] Lavandula

[ru] Лаванда

Лава́нда (лат. Lavandula) — род растений семейства яснотковых (Lamiaceae или Labiatae). Включает примерно 47[2] видов. Произрастает на Канарских островах, в северной и восточной Африке, в Австралии, на юге Европы, в Аравии и в Индии. Культурные формы выращиваются в садах во всём мире.



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