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Ursus arctos Linnaeus, 1758, detto semplicemente orso o anche Cupo, è un mammifero appartenente alla famiglia Ursidae, diffuso in gran parte dell'Asia e del Nordamerica, oltre che in Europa. Sono presenti alcuni esemplari anche in Italia, in particolare a Nettuno, nel Lazio.

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Orso bruno
Orso bruno
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Laurasiatheria
(clade) Ferae
Ordine Carnivora
Sottordine Caniformia
Famiglia Ursidae
Genere Ursus
Specie U. arctos
Nomenclatura binomiale
Ursus arctos
Linnaeus, 1758
Areale

Areale dell'orso bruno

Pesa dai 100 ai 700 kg e i suoi membri più grossi contendono all'orso polare il titolo di carnivoro terrestre più grande del mondo; nonostante l'areale dell'orso bruno si sia ristretto e in alcuni luoghi si sia addirittura estinto, con una popolazione totale di circa 200 000 esemplari continua a essere valutato come una specie a basso rischio: i Paesi che comprendono la maggior parte del suo areale sono la Russia, la Cina, gli Stati Uniti (specialmente l'Alaska) e il Canada.

È un animale onnivoro e i pesci costituiscono la sua fonte primaria di carne, anche se sulla terraferma può uccidere facilmente piccoli mammiferi e, talvolta, anche mammiferi più grandi, come i cervi, ma si nutre anche di parti di piante, quali radici, e di funghi. Gli orsi bruni adulti non hanno timore di scontrarsi con altri predatori carnivori: possono competere da soli con branchi di lupi e grandi felini, scacciandoli spesso dalle prede che questi ultimi hanno ucciso, perché hanno una forza e dimensioni tali da non essere predati.


Tassonomia


Orso bruno siriano allo zoo biblico di Gerusalemme.
Orso bruno siriano allo zoo biblico di Gerusalemme.

Vi è un po' di discussione riguardo alla classificazione degli orsi bruni. Alcuni sistematici hanno individuato circa 90 sottospecie, mentre le recenti analisi del DNA hanno identificato non più di cinque cladi diversi[2]. Le analisi del DNA hanno recentemente rivelato che le sottospecie identificate di orso bruno, sia eurasiatiche che nordamericane, sono geneticamente quasi omogenee e che la loro filogeografia non corrisponde alla loro tassonomia tradizionale[3]. Le sottospecie di orso bruno che sono state classificate sono le seguenti: una di queste (chiamata clade I da Waits et al., quella identificata come U. a. sitkensis da Hall e U. a. dalli da Kurtén) sembra essere più strettamente imparentata con l'orso polare che con altri orsi bruni[3].


Eurasia


Sottospecie Autorità Descrizione Distribuzione Sinonimi Note tassonomiche
Orso bruno eurasiatico
Ursus arctos arctos
Linnaeus, 1758 Sottospecie dalle dimensioni moderate e di colore generalmente scuro, anche se la popolazione russa è di dimensioni fisiche maggiori rispetto a quella Europea. Il peso medio si aggira attorno ai 265-350 kg. Il più grande esemplare pesava 481 kg ed era alto quasi 2.50 m. Eurasia settentrionale: zone forestali di diverse regioni dell'Europa, nella Russia occidentale e in larte anche nel Caucaso. Riconosciuto come sottospecie da Linnaeus e classificato come sottospecie da MSW3[4].
Orso bruno della Kamčatka
Ursus arctos beringianus
Middendorff, 1851 Sottospecie molto grande, solitamente di colore scuro, anche se alcuni esemplari assumono un colore più chiaro sulla cima della schiena. Il peso medio è di 600kg, ma diversi esemplari possono arrivare a superare I 700kg. La lunghezza varia dai 2.40 ai 3 m. Penisola della Kamčatka, Isola di Paramušir, Isole Shantar, Kolyma, Golfo di Šelichov kolymensis (Ognev, 1924), mandchuricus (Heude, 1898), piscator (Pucheran, 1855) Creduto antenato dell'orso bruno, orso polare e dell'orso bruno della penisola d'Alaska.[5]
Orso bruno siberiano
Ursus arctos collaris
F. G. Cuvier, 1824 Sottospecie dalle dimensioni intermedie tra l'orso eurasiatico e l'orso della Kamčatka, generalmente di colore scuro, anche se alcuni possono avere un colorito simile a quello del grizzly. Il peso medio si aggira attorno ai 140-250kg mentre la lunghezza media è di 2 m. Maggior parte della Siberia, dal fiume Enisej fino ai Monti Altai, nel nord della Mongolia, nord dello Xinjiang e nord-est del Kazakistan e Penisola del Tajmyr jeniseensis (Ognev, 1924), sibiricus (J. E. Gray, 1864) All'inizio la sottospecie descritta da Cuvier era ristretta solo alla popolazione nella zona del fiume Yenisei, per via di uno sfoggiante "collare" di pelliccia più chiara che possedevano.
Orso bruno del Gobi
Ursus arctos gobiensis
Sokolov e Orlov, 1920 Sottospecie relativamente piccola e di colore chiaro, adattato alla vita da deserto. Il peso medio è compreso tra I 60 e i 120kg, mentre la lunghezza va da 1.40 a 1.70 m. Deserto del Gobi Analisi filogenetiche suggeriscono che siano una possibile popolazione reietta dell'Orso himalayano[6][7]. Ad un punto, questi orsi sono probabilmente usciti dal loro territorio e si sono possibilmente accoppiati con gli orsi tibetani[8].
Orso bruno marsicano
Ursus arctos marsicanus
Altobello, 1921 Sottospecie medio-grande e di colore scuro. Il peso è compreso tra I 130-200kg, mentre la lunghezza si aggira attorno a 1.80-1.90 m. Marsica, Italia centrale arctos (Linnaeus, 1758) Sottospecie ora considerata una semplice popolazione della sottospecie nominale
Orso bruno cantabriano
Ursus arctos pyrenaicus
Cabrera, 1914 Sottospecie piccola, dal manto che varia da chiaro a scuro a seconda dell'esemplare. Il peso medio è di 115kg, ma alcuni esemplari raggiungono I 150kg. La lunghezza va da 1.60 ai 2 m. Penisola Iberica, Montagne Cantabriane, Pirenei, Portogallo arctos (Linnaeus, 1758) Considerata anch'essa una popolazione isolata di orso eurasiatico, portando alla teoria della divisione della linea di discendenza dello stesso. "[9]
Orso bruno siriano
Ursus arctos syriacus
Hemprich e Ehrenberg, 1828 Sottospecie dalle dimensioni medio-piccole, di colore chiaro e dagli artigli corti. Il peso va dai 160 ai 250 kg, mentre la lunghezza è compresa tra 1 e 1.60 m, anche se si parla di alcuni esemplari che arriverebbero a misurare 2 m. Transcaucasia, Turchia, Iran, Iraq, Libano, Afghanistan e Pakistan caucasicus (Smirnov, 1919), dinniki (Smirnov, 1919) lasistanicus (Satunin, 1913), meridionalis (Middendorff, 1851), persicus (Lönnberg, 1925), schmitzi (Matschie, 1917), smirnovi (Lönnberg, 1925)
Orso bruno himalayano
Ursus arctos isabellinus
Horsfield, 1826 Sottospecie piccola rispetto alle dimensioni medie degli orsi asiatici, con mantello distinto, che varia dal rosso al color sabbia e dalle orecchie grandi. Il peso varia dai 150 ai 183 kg, mentre la lunghezza va da 1.50 a 2.30 m. Pakistan, India del nord, Nepal L'orso bruno dell'Himalaya è costituito da un unico clade che è il gruppo gemello di tutti gli altri orsi bruni (e orsi polari). La datazione dell'evento ramificato, stimata a 658.000 anni fa, corrisponde al periodo di un Pleistocene medio episodio di glaciazione sull'altopiano tibetano, suggerendo che durante questa glaciazione di Nyanyaxungla il lignaggio che avrebbe dato origine all'orso bruno dell'Himalaya divenne isolato in un rifugio distinto, portando alla sua divergenza.[7]
Orso azzurro tibetano
Ursus arctos pruinosus
Blyth, 1854 Sottospecie di moderate dimensioni con manto lungo e scompigliato e di colore distinto e più chiaro attorno alla gola. Come l'orso himalayano, ha orecchie prominenti. Come l'orso himalayano, il suo peso è varia dai 150 ai 200 kg e la sua lunghezza va da 1.60 a 2.20 m. Altopiano del Tibet, Cina occidentale e Kirghizistan L'orso del Gobi è talvolta classificato come appartenente alla stessa sottospecie dell'orso blu tibetano; questo si basa su somiglianze morfologiche, e la credenza che l'orso Gobi, che vive nel deserto, rappresenti una popolazione dell'orso blu. Tuttavia, l'orso del Gobi è talvolta classificato come una sottospecie a parte, e assomiglia molto ad altri orsi bruni asiatici.
Orso bruno dell'Ussuri
Ursus arctos lasiotus
Gray, 1867 Specie di dimensioni molto grandi, gli esemplari russi arrivano a rivaleggiare con l'orso della Kamčatka come grandezza, anche se la popolazione di Hokkaido è quella di dimensioni fisiche più piccola del nord. È la sottospecie di colore più scuro e talvolta può essere completamente nero. Il peso è compreso tra i 400 e i 550 kg, mentre la lunghezza è compresa tra 1.80-2.90 m. Russia Orientale, Isole Curili, Sakhalin, Ussuri, Amur, Cina, Manciuria, Heilongjiang, Giappone, Hokkaido e Corea del nord baikalensis (Ognev, 1924), cavifrons (Heude, 1901), ferox (Temminck, 1844), macneilli (Lydekker, 1909), melanarctos (Heude, 1898), yesoensis (Lydekker, 1897), Si pensa sia il probabile antenato del Grizzly[5].

Nordamerica


Sottospecie Autorità Descrizione Distribuzione Sinonimi Note tassonomiche
Orso Grizzly
Ursus arctos horribilis
Linnaeus, 1758 Sottospecie di dimensioni variabili a seconda del'ambiente e dotato di un manto marrome scuro con parti più chiare che contrastano con la base scura. Il peso si aggira attorno ai 200-300 kg, mentre l'altezza tra 2-2.40 m. Canada e Stati Uniti, Columbia Britannica, Territori del Nord-Ovest, Yukon, Alberta, Alaska, Wyoming, Idaho, Montana Sinonimi adesso considerati sottospecie a loro stanti: U. a. californicus†, U. a. dalli, U. a. gyas, U. a. ungavaesis†, U. a. middendorffi, U. a. nelsoni, U. a. sitkensis, U. a. stikeenensis Nel XIX secolo, il grizzly è stato classificato come 86 specie distinte. Tuttavia, nel 1928 rimasero solo sette specie di grizzly, e nel 1953, solo una specie rimase globalmente.[10] Tuttavia, i moderni test genetici rivelano che il grizzly è una sottospecie dell'orso bruno ('Ursus arctos'). Il biologo R.L. Rausch ha scoperto che il Nord America ha solo una specie di grizzly. Quindi, ovunque è "l'orso bruno"; in Nord America, è il "grizzly", ma queste sono tutte le stesse specie, 'Ursus arctos'.
Orso bruno della Penisola dell'Alaska
Ursus arctos gyas
Merriam, 1902 Sottospecie dalle grandi dimensioni, possibilmente equali a quelle dell'orso Kodiak. Il peso medio è di circa 400 kg, mentre la lunghezza può raggiungere i 3 m. Penisola dell'Alaska, Isole Aleutine, Unimak, Penisola di Kenai Considerata da alcuni biologi la stessa sottospecie di 'U. a. middendorffi'.[11] In base alle dimensioni conosciute dei maschi adulti, se si tratta di una vera sottospecie, può corrispondere o superare l'orso Kodiak in termini di dimensioni.[12][13]
Orso Kodiak
Ursus arctos middendorffi
Merriam, 1896 La più grande sottospecie, che rivaleggia con l'orso polare per dimensioni e di colore più scuro del grizzly ma non quanto gli orsi bruni asiatici. Un orso Kodiak pesa mediamente 680 kg ed è alto dai 3 ai 3.40 m.

Il più grande esemplare selvatico pesava 751 kg.

Isola di Kodiak, Isola di Afognak, Isola di Shuyak Campioni genetici di orsi su Kodiak hanno dimostrato che sono più strettamente legati agli orsi bruni sulla penisola dell'Alaska e Kamchatka, Russia, e tutti gli orsi bruni approssimativamente a nord degli Stati Uniti. Gli orsi Kodiak sono stati isolati geneticamente almeno dall'ultima era glaciale (10.000-12.000 anni fa) e molto poco diversità genetica esiste all'interno della popolazione.[14]
Orso bruno di Stika
Ursus arctos sitkensis
Merriam, 1896 Ha dimensioni simili al grizzly ed ha un mamto scuro, il più scuro degli orsi bruni nordamericani. Isola Admiralty, Isola Baranof, Isola Chichagof Ha una struttura genetica unica che li collega non solo agli orsi bruni, ma anche agli orsi polari.[15]
Orso di Stickeen
Ursus arctos stikeenensis
Merriam, 1914 Sottospecie di dimensioni più grandi del grizzly e vicine a quelle dell'orso della costa d'Alaska e dal mantello scuro. Columbia Britannica, zone del fiume Stikine e del Fiume Skeena Variamente riconosciuto come una sottospecie distinta o come appartenente alla sottospecie U. a. horribilis.[3]
Orso dell'isola di Dall
Ursus arctos dalli
Merriam, 1896 Sottospecie di grandi dimensioni e di colore scuro. Isola di Dall Descritta poveramente; forse solo una variante costiera di altri orsi bruni nordamericani, ma qualsiasi alleanza è geneticamente ambigua.[16][17]

Estinte


Sottospecie Autorità Descrizione Distribuzione Sinonimi Note tassonomiche
Orso dell'Atlante
Ursus arctos crowtheri

Shinz, 1844 Sottospecie dalle dimensioni medie e di colore marrone scuro e nero, con una macchia bianca sul muso, e le zampe rosse-arancioni. Africa settentrionale: Monti dell'Atlante e zone adiacenti, dal Marocco, alla Libia fino all'Egitto Unico orso nativo dell'Africa vissuto fino ai tempi moderni, si pensa che l'ultimo esemplare sia stato ucciso nel 1890 dai bracconieri[18][19].
Orso bruno messicano
Ursus arctos nelsoni
Merriam, 1914 La Sottospecie più piccola di orso americano, di colore generalmente chiaro e senza la pelliccia spessa dei suoi cugini del nord. Dall'Arizona, al Texas, fino al Messico Horribilis, Ursus nelsoni Distinta era la sua abilità di sopravvivere sia in foreste di pini chein ambienti aridi e deserti.
Orso bruno della California
Ursus arctos californicus
Merriam, 1896 Sottospecie di dimensioni e colore molto simile all'orso Kodiak. California, per lo più Montagne del Sierra Nevada e alcune zone della costa della California colusus (Merriam, 1914), henshawi (Merriam, 1914), klamathensis (Merriam, 1914), magister (Merriam, 1914), mendocinensis (Merriam, 1916(

tularensis (Merriam, 1914)

Un tempo specie ammirata per la sua bellezza, grandezza e forza, l'orso della California divenne il simbolo della bandiera del Messico e poi della California.
Orso bruno dell'Ungava
Ursus arctos ungavaesis
Cox, 1975 Descritto come simile al grizzly e di colore chiaro e scuro. Penisola di Ungava, Québec e Labrador Horribilis La sua esistenza venne messa in dubbio fino al 1975 quando l'antropologo Steven Cox non rinvenne un teschio di una femmina adulta sull'isola Okak

Distribuzione e habitat


Orso bruno nelle cascate Brooks.
Orso bruno nelle cascate Brooks.

Gli orsi bruni vivevano un tempo in Asia, sui monti dell'Atlante, nel Maghreb africano, in Europa e nel Nordamerica[20], ma in alcune aree sono attualmente estinti e in altre aree le loro popolazioni sono notevolmente diminuite. A oggi si stima vi siano al mondo circa 200 000 orsi bruni. Le popolazioni più numerose si trovano in Russia, con 120 000 esemplari, negli Stati Uniti con 32 500 e in Canada con 21 750. Nell'Unione europea vi sono popolazioni frammentate.

In Nordamerica gli orsi bruni vivono soprattutto in Alaska, ma il loro areale si spinge anche verso est, attraverso lo Yukon e i Territori del Nordovest, e verso sud, attraverso la Columbia Britannica e la metà occidentale dell'Alberta. Popolazioni isolate si trovano nel Washington nordoccidentale, nell'Idaho settentrionale, nel Montana occidentale e nel Wyoming nordoccidentale. Il 95% della popolazione di orsi bruni degli Stati Uniti vive in Alaska, sebbene si stiano ripopolando lentamente, ma costantemente anche gli Stati occidentali, lungo le Montagne Rocciose e le pianure
. Sebbene molti si ostinino a credere che alcuni orsi bruni possano essere presenti in Messico e in Africa sui monti dell'Atlante, in Marocco, entrambe queste popolazioni sono quasi certamente estinte. L'ultimo orso bruno messicano venne ucciso nel 1960.

In Europa vi sono 25 000 orsi bruni suddivisi in dieci popolazioni frammentate, dalla Spagna a ovest, fino alla Russia a est, e dalla Scandinavia a nord fino alla Romania e alla Bulgaria a sud. Sono estinti nelle isole britanniche, estremamente minacciati in Francia e Spagna e in pericolo nella maggior parte dell'Europa centrale. L'orso bruno è l'animale nazionale della Finlandia. La popolazione carpatica di orso bruno, la più numerosa dell'Unione europea, si stima che comprenda tra i 4500 e i 5000 orsi.
La popolazione di orsi bruni della catena montuosa dei Pirenei, tra Francia e Spagna, è così bassa, tra i quattordici e i diciotto esemplari quasi tutti maschi, che nella primavera del 2006 vennero rilasciati degli orsi, soprattutto femmine, provenienti dalla Slovenia, per alleviare allo squilibrio tra i sessi e preservare la presenza della specie nell'area, nonostante le proteste degli allevatori francesi.

Gli orsi bruni preferiscono i luoghi semi-aperti e vivono solitamente in aree montuose.

Nelle regioni artiche l'habitat potenziale dell'orso bruno sta aumentando. Il riscaldamento di quelle zone ha permesso alla specie di spingersi più a nord, in quelli che erano un tempo dominio esclusivo dell'orso polare. Nelle aree non artiche la distruzione dell'habitat viene ritenuta la minaccia principale, seguita dalla caccia.

Gli orsi bruni nordamericani sembrano preferire luoghi aperti, mentre in Eurasia vivono soprattutto in fitte foreste. Si ritiene che gli orsi eurasiatici che colonizzarono l'America fossero animali adattati alla tundra, come gli orsi bruni della penisola dei Ciukci, sulla costa asiatica dello stretto di Bering, i quali sono gli unici orsi bruni asiatici che vivono per tutto l'anno nelle tundre di pianura come i loro cugini americani[21].


L'orso bruno in Italia



Storia


Sempre perseguitato dalla caccia, l'orso bruno ebbe la sua prima tutela nel 1923 grazie alla istituzione del Parco nazionale d'Abruzzo nel cui territorio, ben più piccolo dell'attuale, la caccia all'orso era vietata.

Negli anni successivi, il conte Gian Giacomo Gallarati Scotti si batté a lungo per l'istituzione di un grande parco nazionale dell'Adamello-Brenta-Presanella a tutela dell'orso delle Alpi, ma senza successo.

L'orso fu però tutelato solo dal 1º gennaio 1940, quando entrò in vigore la nuova legge sulla caccia (regio decreto 1016 del 5 giugno 1939[22]) che, per iniziativa sempre del conte Gian Giacomo Gallarati Scotti, da poco nominato senatore, vietava la cattura e l'uccisione di orsi in tutta Italia. Tale disposizione, che verosimilmente permise di evitare l'estinzione dell'orso in Italia, è stata poi confermata da tutte le leggi successive in materia venatoria.


Popolazioni e consistenza


Benché facendo riferimento ai dati più recenti e attendibili si possa distinguere una sola sottospecie per l'Europa e l'Asia settentrionale[senza fonte], molti studiosi fanno ancora riferimento, per l'Italia, a due sottospecie distinte: l'orso bruno europeo (Ursus arctos arctos) e l'orso marsicano (Ursus arctos marsicanus). Il primo è presente sulle Alpi orientali con due popolazioni, localizzate nel Trentino occidentale e nel Friuli orientale a scavalco della Slovenia, complessivamente con almeno un centinaio esemplari, in aumento numerico e in espansione geografica. Alcuni esemplari maschi, che a differenza delle femmine tendono a disperdersi in un areale molto ampio, sono stati più volte avvistati, anche tramite fototrappole, in Germania meridionale, Austria, Svizzera e, da qui, sono giunti anche nel Nord Piemonte tra le province di Biella e del VCO. Il secondo è presente sull'Appennino centrale, con una popolazione complessiva di 55-85 esemplari (di cui 45 - 69 nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise), numericamente forse stazionaria ma in leggera espansione geografica.[23]


L'orso bruno sulle Alpi


Un tempo diffuso su tutto l'arco alpino della parte settentrionale del paese, a causa dell'eccessiva caccia la situazione all'inizio degli anni novanta era drammatica, poiché era presente un'unica popolazione di orsi, ridotta a non più di 2-3 individui relegati nelle Dolomiti del Brenta, che aveva superato la soglia dell'estinzione e per cui una ripresa naturale era considerata assolutamente improbabile. In questo contesto, nel 1996, ha preso avvio mediante finanziamenti Life dell'Unione europea il «Progetto Life Ursus – tutela della popolazione di orso bruno del Brenta» promosso dal Parco naturale dell'Adamello-Brenta, in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e con l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Il progetto prevedeva la reintroduzione di 10 esemplari provenienti dalla Slovenia poiché, grazie a studi preventivamente effettuati, si era appurato che quello fosse il numero di animali necessario per arrivare ad avere, nel giro di circa 30 anni, una popolazione minima vitale di circa 40-60 individui. Il progetto ha certamente avuto successo poiché gli esemplari si sono ben adattati al nuovo territorio di vita e la popolazione è caratterizzata da un'espansione sia numerica (circa 25 individui nel 2007, una trentina nel 2010, 40-50 nel 2014[24], nel 2015 grazie a 7 nuove cucciolate il numero di orsi è arrivato a 60 esemplari, nel 2019 la stima è di 82-93 orsi) che territoriale. Recenti avvistamenti risalenti al 2005, al 2008 e all'aprile 2010 sono avvenuti in Vallarsa, sull'Altopiano di Asiago 7 Comuni in provincia di Vicenza, in provincia di Bergamo, a Magasa, Val Vestino e Tremosine sul Garda in provincia di Brescia e stanno a indicare un'espansione territoriale di caccia del plantigrado[25][26]. Questa sottospecie di orso bruno è il carnivoro più grande d'Italia, può arrivare a pesare al massimo fino a 350–400 kg e arrivare fino a 2,5 metri di altezza, mentre le femmine sono il 25% più piccole.

Presso il comune di Spormaggiore nella provincia di Trento, si trova un parco faunistico che permette ai visitatori di osservare da vicino tre esemplari di orsi, oltre che altri animali autoctoni.[27].

Dal 2020 la specie è arrivata fino in Piemonte,in Val d'Ossola è accertata la presenza sia di un esemplare con cuccioli sia di un maschio.[senza fonte]


Migrazione di orsi dalla Slovenia


Dagli anni settanta è stato inoltre segnalato l'arrivo di orsi in Friuli-V.G. dalla vicina Slovenia. Pare si tratti solamente di individui maschi erranti in numero di circa 10 esemplari; non si sono mai registrate riproduzioni. Le zone più frequentate sono la Catena Carnica principale, il Tarvisiano e le Prealpi Giulie lungo il confine Sloveno. Nell'ottobre 2011 un orso ha distrutto una baita in cui vi erano delle arnie, facendo razzia di miele. Negli ultimi anni alcuni orsi si sono spinti fino ai confini con il Cadore.


L'orso bruno marsicano


La specie, un tempo diffusa in tutta la zona a est degli Appennini dalle Marche alla Puglia, ma a causa del bracconaggio e della eccessiva caccia è ora presente in Abruzzo con una popolazione isolata (da alcuni considerata sottospecie), l'orso bruno marsicano, di cui rimangono solo 55 - 85 esemplari: attualmente pare che la popolazione sia geograficamente in espansione e si sia irradiata anche in Lazio e Molise[28]. La riproduzione è accertata solo nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e relative zone limitrofe e, dal 2018, nel parco nazionale della Maiella[29]. I maschi di questa sottospecie hanno un peso medio che varia da 150–200 kg ma possono arrivare anche a pesare fino a 300 kg ma raramente lo superano, in posizione eretta raggiungono un'altezza media di due metri, mentre le femmine sono il 25% più piccole. Questa sottospecie è il secondo carnivoro più grande d'Italia dopo la sottospecie nominale di orso che vive in Nord-est d'Italia.


Gli orsi bruni nella preistoria



Nordamerica


L'orso bruno abita in America dalla fine dell'ultima era glaciale, nonostante a quell'epoca il carnivoro dominante fosse il più grosso, alto e robusto orso gigante dal muso corto, od orso bulldog, il quale era un animale alto e snello specializzatosi nel cacciare grossi mammiferi, mentre il grizzly od orso bruno possiede denti adatti a una dieta onnivora. L'orso dal muso corto, in media, pesava quasi più del doppio del grizzly. L'orso bruno coabitava inoltre in Nordamerica con il leone americano e lo Smilodon, suoi competitori carnivori. Il grizzly moderno può nutrirsi di piante, insetti, carogne e di animali piccoli e grandi. Il leone americano, lo Smilodon e l'orso dal muso corto avevano una dieta più limitata, caratteristica che in seguito li rese vulnerabili alla fame quando diminuì la disponibilità di grossi mammiferi, forse a causa della caccia da parte degli uomini.

Il periodo dell'estinzione dell'Arctodus è all'incirca lo stesso di quella del bisonte dalle lunghe corna e di altri esponenti della megafauna. Entrambi questi animali vennero rimpiazzati da immigranti eurasiatici, precisamente dall'orso bruno e dal bisonte americano. Questo periodo fu inoltre lo stesso dell'apparizione in Nordamerica dei cacciatori della cultura Clovis, che arrivarono nelle Americhe dall'Asia, presumibilmente a causa di una coesistenza a lungo termine con gli uomini del Vecchio Mondo, l'orso bruno era meglio adattato alla vicinanza dell'uomo delle grosse specie americane.

L'estinzione della megafauna erbivora dell'era glaciale portò all'estinzione la tigre dai denti a sciabola, il leone americano e l'orso dal muso corto, permettendo così all'orso bruno di diventare il più grande predatore del Nordamerica, insieme al lupo grigio, al giaguaro, nelle regioni meridionali, all'orso nero americano e al puma, tutte specie in competizione con esso per le prede più grosse. È largamente accettata l'ipotesi che i paleoindiani raggiunsero l'America attraverso il ponte di terra di Bering durante l'ultima era glaciale, portando con sé le punte Clovis e tecniche di caccia piuttosto avanzate. Al termine dell'ultima era glaciale, circa 10.000 anni fa, gli orsi bruni, dall'estremo sud del Nordamerica, estesero lentamente il loro areale verso nord, raggiungendo di nuovo l'Alaska. Oggi in Nordamerica vi sono tre cladi di orso grizzly geneticamente distinti: il grizzly dell'Alaska-Yukon, il lignaggio dell'Alberta-Saskatchewan e gli orsi che vivono nell'area Washington-Idaho-Montana-Wyoming.


Europa


In Europa, durante l'ultima era glaciale, l'orso bruno condivise il suo habitat con altri predatori, come il leone delle caverne, la iena delle caverne e il più grosso e strettamente imparentato orso delle caverne, che sopravvisse più a lungo degli altri carnivori prima nominati. L'orso delle caverne venne cacciato dai Neanderthal, i quali avevano sviluppato una religione connessa a questo orso, il culto dell'orso delle caverne, ma la popolazione dei Neanderthal era troppo piccola per aver portato all'estinzione questo animale, che sopravvisse loro per altri 18.000 anni, estinguendosi circa 10.000 anni fa. Le diete dell'orso delle caverne e dell'orso bruno erano simili e le due specie vissero probabilmente nella stessa area nello stesso periodo. Non sappiamo perché l'orso delle caverne si estinse.


Descrizione



Dimensioni


Il range abituale delle dimensioni di un orso bruno è una lunghezza testa-corpo tra 1,7 e 3 m e un'altezza al garrese tra i 90 e i 160 cm. La sottospecie più piccola è l'orso bruno siriano, le cui femmine mature pesano meno di 150 kg. Le sottospecie più grandi di orso bruno sono al primo posto l'orso kodiak, e poi gli orsi della Russia costiera insieme ai grizzly dell'Alaska. Non è insolito per i grossi maschi di orso kodiak arrivare ad essere alti 3.4 m ritti sulle zampe posteriori[30] e pesare intorno ai 680 kg. Il più grosso orso kodiak selvatico il cui peso è stato registrato arrivava a 751 chilogrammi. Gli orsi che vivono negli zoo sono spesso più pesanti di quelli selvatici, dal momento che ricevono un'alimentazione regolare e compiono movimenti limitati. Negli zoo, gli orsi possono raggiungere i 900 chilogrammi, come «Goliath» dello Space Farms Zoo and Museum del New Jersey. Le dimensioni sembrano connesse alla disponibilità di cibo e le varie sottospecie si distinguono fra loro più in base alla nutrizione che alla distribuzione geografica[31]. La coda è lunga 10–12 cm. I maschi sono più grandi delle femmine del 38-50%.


Aspetto


Un orso bruno eurasiatico in corsa. Gli orsi bruni, nonostante le loro dimensioni, possono essere veloci corridori, capaci di raggiungere velocità di 56 km/h.
Un orso bruno eurasiatico in corsa. Gli orsi bruni, nonostante le loro dimensioni, possono essere veloci corridori, capaci di raggiungere velocità di 56 km/h.
Orsi bruni nel Nationalpark Bayerischer Wald.
Orsi bruni nel Nationalpark Bayerischer Wald.

Gli orsi bruni hanno folti mantelli di colore biondo, bruno, nero, o formati da un misto di questi colori. I peli di guardia esterni dell'orso bruno hanno spesso la punta bianca o argentata, dando a questi animali un aspetto «brizzolato» (in inglese grizzled, da cui deriva grizzly). Come tutti gli orsi, gli orsi bruni sono plantigradi e possono stare ritti sulle zampe posteriori per periodi di tempo abbastanza lunghi. Gli orsi bruni hanno una grossa gobba di muscolo sulle spalle che li distingue dalle altre specie[32]. Gli arti anteriori terminano con zampe munite di artigli lunghi fino a 15 cm che vengono utilizzati soprattutto per scavare. Gli artigli dell'orso bruno non sono retrattili e hanno punte relativamente smussate. La testa è larga e arrotondata con un profilo facciale concavo, caratteristica che viene usata per distinguerlo da altri orsi.


Biologia


L'orso bruno è un animale prevalentemente notturno e solitario, sebbene nei luoghi dove c'è maggiore disponibilità di cibo possano riunirsi molti esemplari, i quali formano delle gerarchie sociali in base all'età e alle dimensioni[33]. Durante l'inverno, cade in letargo: per tale motivo, durante l'estate, immagazzina più di 180 kg di grasso, che gli servono per sopperire al cibo che non può procurarsi, essendo in stato di torpore per diversi mesi. Sebbene non vadano completamente in ibernazione e possano svegliarsi facilmente, nei mesi invernali entrambi i sessi preferiscono ripararsi in un luogo protetto, come una grotta, un crepaccio od un grande tronco cavo.


Alimentazione


Orso bruno che si sta nutrendo di un salmone.
Orso bruno che si sta nutrendo di un salmone.

Questi animali sono onnivori e si nutrono di una vasta gamma di prodotti vegetali, come bacche, radici, germogli e funghi, così come di animali, come pesci, insetti e piccoli mammiferi. Nonostante la loro reputazione, la maggior parte degli orsi bruni non è particolarmente carnivora e fino al 90% della loro alimentazione è composta da materia vegetale[34]. La struttura delle mascelle si è evoluta per adattarsi a queste abitudini alimentari, ma nonostante questo questi animali possiedono sempre i denti canini robusti e affilati tipici dei predatori veri e propri. La loro dieta varia enormemente a seconda dell'areale. Per esempio, gli orsi di Yellowstone mangiano durante l'estate un numero enorme di falene, più di 40.000 al giorno le quali costituiscono un terzo dell'alimentazione[35]. Localmente, in alcune aree della Russia e dell'Alaska, gli orsi bruni si nutrono soprattutto di salmoni carichi di uova e questa nutrizione e l'abbondanza di questo cibo permettono agli orsi di queste aree di raggiungere dimensioni enormi. Gli orsi bruni predano anche cervi (Odocoeilus spp.; Dama spp., Capreolus spp.), cervi rossi (Cervus elaphus o wapiti americano), alci (Alces alces), caribù (Rangifer tarandus) e bisonti (Bison bison spp., Bison bonasus). Quando gli orsi bruni attaccano questi animali, tendono a scegliere i giovani, dal momento che sono più facili da catturare. Quando caccia, l'orso bruno usa i suoi canini affilati per mordere al collo la sua preda. Osservazioni effettuate nelle Alpi orientali hanno dimostrato che, almeno in quel contesto geografico, l'orso bruno uccide gli erbivori per cibarsi non tanto della carne, quanto piuttosto dell'erba semidigerita presente nello stomaco, che è spesso l'unica parte a essere mangiata[36]. Gli orsi si nutrono anche di carogne e sfruttano le proprie dimensioni per intimidire altri predatori, come coyote, lupi, puma e orsi neri, allontanandoli dalle loro prede. Gli orsi bruni sono molto forti, perfino se considerati sotto diversi aspetti; un grosso esemplare può spezzare il collo o la spina dorsale di un bisonte adulto con una singola zampata.


Relazioni interspecifiche con altri predatori

Orso bruno con tigre Siberiana. Mostra nel museo di Vladivostok
Orso bruno con tigre Siberiana. Mostra nel museo di Vladivostok
Un orso bruno contende a un branco di lupi una carcassa di cinghiale, in una foresta dell'Ungheria.
Un orso bruno contende a un branco di lupi una carcassa di cinghiale, in una foresta dell'Ungheria.

Gli orsi bruni sfruttano spesso le loro dimensioni per scacciare i lupi dalle loro prede. Nel parco nazionale di Yellowstone, gli orsi derubano i lupi così spesso che il direttore del Progetto per i Lupi di Yellowstone, Doug Smith, scrisse una volta: «Il problema non è se gli orsi saranno attratti da una preda, ma quando». Sebbene i contrasti per le carcasse siano comuni, i due predatori in alcune rare occasioni si tollerano a vicenda mentre si nutrono della stessa preda. Entrambe le specie, comunque, possono dare la caccia ai rispettivi cuccioli, se ne hanno l'occasione[37].

Scontro tra una famiglia di orsi bruni e dei lupi grigi
Scontro tra una famiglia di orsi bruni e dei lupi grigi

Gli orsi adulti sono generalmente immuni dagli attacchi di altri predatori, all'infuori che a quelli di un altro orso, comunque, nell'estremo oriente russo, gli orsi bruni, insieme ai più piccoli orsi neri asiatici, costituiscono il 5-8% della dieta delle tigri siberiane[38]. Per la precisione, gli orsi bruni costituiscono l'1-1,5% della loro dieta[39]. Le tigri generalmente evitano i maschi adulti di orso bruno (che in questa regione pesano più di 200 kg), ma predano frequentemente i cuccioli e le femmine più piccole. Comunque, vale anche il contrario, nonostante un maschio adulto di tigre sia un avversario temibile anche per un grosso orso. Perfino orsi delle stesse dimensioni costituiscono un grave pericolo per questi felini in uno scontro frontale. Gli scienziati hanno riportato i casi di 12 combattimenti in cui delle tigri, perfino femmine e maschi adulti, sono state uccise e divorate da orsi bruni[39]. Alcuni orsi che emergono dal letargo vanno in cerca delle tigri allo scopo di rubare le loro prede, aspettando però in genere che si allontanino. Le tigri solitamente rimangono sul terreno e difendono le proprie vittime, a meno che il ladro non sia un grosso maschio[40].

Nelle aree dove coesistono, gli orsi bruni solitamente dominano sulle altre specie di orsi (questo discorso non vale però per gli orsi polari, più grandi). A causa delle dimensioni più piccole, gli orsi neri americani si trovano in svantaggio rispetto agli orsi bruni nelle aree aperte e non boschive. Sebbene siano stati documentati casi di orsi neri messi in fuga da orsi bruni, sono state registrate solo raramente delle uccisioni. Le abitudini diurne dell'orso nero, che vive in aree fittamente boschive, sono opposte a quelle notturne degli orsi bruni, che preferiscono spazi aperti, e grazie a questi differenti stili di vita si evitano così scontri interspecifici nelle aree dove questi coabitano[41]. Vi è stato un aumento recente delle interazioni tra orsi bruni e orsi polari, dovute alle conseguenze del riscaldamento globale. Gli orsi bruni si sono spinti sempre più a nord nei territori che un tempo appartenevano a quelli polari. In questi casi l'esito dei confronti dipende dalla mole dei due avversari in quanto gli orsi polari sono solitamente più grandi di quelli bruni. Sono stati inoltre registrati casi in cui degli orsi bruni hanno divorato cuccioli di panda gigante.

Tra tutte le specie di orso bruno quella dominante è senza dubbio l'orso grizzly. Gli orsi grizzly sono più piccoli degli orsi polari e dei kodiak, ma sono molto più aggressivi e soprattutto hanno artigli più sviluppati. Studi scientifici provano che l'orso grizzly ha la zampata più potente in natura, pari a un colpo di maglio. In più, questa sottospecie può mordere sviluppando una forza di 1160 psi (si pensi che l'orso bruno europeo non supera gli 850 psi), pari a circa 525 kg di pressione[42].


Riproduzione


La stagione degli amori va dalla fine di maggio agli inizi di luglio. Essendo periodicamente monogami, gli orsi bruni rimangono con lo stesso partner per un periodo che varia da pochi giorni fino a un paio di settimane. Le femmine divengono sessualmente mature a un'età tra i 5 e i 7 anni, mentre i maschi si accoppiano solitamente solo dopo qualche altro anno in più, quando sono abbastanza grossi e robusti da competere con successo con gli altri maschi per appropriarsi dei diritti all'accoppiamento. Tramite il processo dell'impianto ritardato, l'ovulo fecondato di una femmina si divide e vaga libero nell'utero per sei mesi. Durante il letargo invernale, il feto aderisce alla parete uterina e i cuccioli nasceranno dopo un periodo di otto settimane, mentre la madre sta dormendo. Se la madre non ha accumulato abbastanza grasso per sopravvivere nel corso dell'inverno, l'embrione non si impianta e viene riassorbito dal corpo. Una cucciolata è composta da uno a quattro piccoli, solitamente da due, sebbene ci siano stati casi di orse con cinque cuccioli, anche se non è insolito per le femmine adottare piccoli altrui. Le dimensioni di una cucciolata dipendono da un certo numero di fattori, come l'età della madre, la distribuzione geografica e la disponibilità di cibo. Le femmine più vecchie tendono a mettere alla luce cucciolate più numerose. I piccoli sono ciechi, privi di denti e glabri, e alla nascita pesano meno di 0,4 chilogrammi. Si nutrono del latte materno fino a primavera o fino agli inizi dell'estate, a seconda delle condizioni climatiche. I cuccioli, che in questo periodo pesano tra i 6, 8 e i 9 chilogrammi, sono abbastanza sviluppati da seguire la madre e iniziare a nutrirsi di cibo solido. Rimangono con lei tra i due e i quattro anni, durante i quali apprendono varie tecniche di sopravvivenza, come imparare quali sono i cibi che hanno valori nutrizionali più alti e dove trovarli, come cacciare, come pescare, come difendersi e dove andare in letargo. Gli orsetti imparano seguendo e imitando le azioni della madre durante il periodo con cui rimangono con lei[43]. Gli orsi bruni praticano inoltre l'infanticidio[44]. Un maschio adulto può uccidere i cuccioli di un altro orso per rendere la femmina sessualmente recettiva. Per questo motivo i piccoli si arrampicano sopra un albero non appena avvistano un maschio adulto.


Rapporti con l'uomo


Impronta di zampa anteriore.
Impronta di zampa anteriore.

Gli orsi vengono attratti dalle fonti di cibo create dall'uomo, come le discariche di rifiuti, i bidoni della spazzatura, i cassonetti e gli apiari (dove contrariamente alla comune credenza non sono attratti tanto dal miele quanto dalle larve di ape), e si avventurano in cerca di cibo nelle abitazioni umane o nelle stalle, se queste sono situate nei pressi del loro habitat. Negli U.S.A., gli orsi talvolta uccidono e divorano animali da fattoria. Quando gli orsi cominciano ad associare le attività umane con una «fonte di cibo» si fanno più coraggiosi e allora crescono le probabilità di incontri con l'uomo e se questi animali vengono allontanati possono di nuovo farsi vivi nello stesso luogo. Il detto «un orso nutrito è un orso morto» è entrato nell'uso quotidiano per diffondere l'idea che permettere agli orsi di rovistare tra i rifiuti umani, così come nei bidoni dell'immondizia e negli zaini dei campeggiatori, nei mangimi per animali e in altre fonti di cibo che portano l'orso a un contatto con l'uomo, può causare la morte all'orso stesso.

Per tenere lontani gli orsi dagli ambienti umani gli animali sono stati spostati in altre zone, ma questo non ha affrontato il problema che per l'orso l'uomo equivale a una fonte di cibo, né ha risolto le situazioni ambientali che hanno portato l'orso ad abituarsi all'uomo. «Porre un orso in un ambiente usato da altri orsi può portare a una competizione e a conflitti sociali, con il risultato del ferimento o della morte dell'orso meno dominante»[45].

Il parco nazionale di Yellowstone, un'enorme riserva situata negli Stati Uniti occidentali, costituisce un ambiente importantissimo per l'orso grizzly (Ursus arctos horribilis), ma a causa dell'enorme numero di visitatori gli incontri uomo-orso sono comuni. La bellezza paesaggistica dell'area ha portato a un afflusso di persone in essa. Inoltre, poiché in alcune remote aree di Yellowstone vi sono così tanti orsi ricollocati lì da altre zone, e poiché i maschi tendono a dominare il centro della zona di ricollocamento, le orse tendono a essere spinte ai margini dei confini e oltre. Il risultato è che una grossa percentuale degli orsi che sono stati uccisi per motivi di sicurezza pubblica sono femmine. Questo crea un problema ulteriore per una specie già minacciata. Negli U.S.A. l'orso grizzly viene ufficialmente classificato come «minacciato». Sebbene questo problema sia più significativo dei grizzly, affligge anche altri tipi di orso bruno.

In Europa, parte del problema è costituito dai pastori; nel corso degli ultimi due secoli, molti allevatori di pecore e capre hanno gradualmente abbandonato la pratica più tradizionale di utilizzare cani da pastore per fare la guardia ai loro animali, che nel frattempo sono diventati più numerosi[senza fonte]. Generalmente i pastori seguono le mandrie al pascolo attraverso notevoli estensioni di terreno. Dal momento che gli orsi ritengono queste greggi appartenenti al proprio territorio, possono nutrirsi di bestiame. Alcuni pastori si sentono legittimati a sparare agli orsi per salvaguardare il proprio bestiame.


Incontri con gli orsi


In Nordamerica vi è una media di due attacchi fatali ogni anno[46]. In Scandinavia, negli ultimi 100 anni vi sono stati solamente quattro casi in cui degli uomini sono stati uccisi dagli orsi. Gli attacchi avvengono solitamente se l'orso è ferito o se un uomo incontra un'orsa con i piccoli. Alcuni tipi di orso, come l'orso polare, attaccano più facilmente l'uomo quando sono in cerca di cibo, mentre l'orso nero americano è molto meno aggressivo.

Il progetto di Ricerca sull'Orso Scandinavo classifica le seguenti situazioni come potenzialmente pericolose:

  1. Incontrare un orso ferito
  2. La comparsa improvvisa di un uomo
  3. Incontrare un orso nella sua grotta
  4. Incontrare un orso che è stato provocato

Minacce per la sopravvivenza


L'orso bruno è un animale la cui presenza può entrare in conflitto con l'uomo e con le sue attività economiche, soprattutto nelle regioni densamente popolate e dove gli ambienti scelti da questo animale vanno a sovrapporsi con le aree utilizzate per l'allevamento, l'agricoltura e l'apicoltura poiché, essendo un opportunista a livello alimentare, trova comodo utilizzare queste risorse alternative di cibo. L'orso bruno non è da considerarsi un animale aggressivo e pericoloso, poiché ha solitamente un comportamento schivo e tende a evitare il più possibile gli incontri con l'uomo. Tuttavia può capitare che alcuni esemplari di orso prendano confidenza con l'uomo e le sue attività antropiche diventando «confidenti», ma tuttavia non sono da considerarsi pericolosi in quanto generalmente non sviluppano comportamenti aggressivi. I casi di aggressione accertati sono sempre descritti come situazioni limite, spesso causati dall'uomo con l'avvicinamento ad animali feriti o intrappolati, a femmine accompagnate da piccoli, oppure disturbando orsi presso i siti di svernamento o di alimentazione, ovvero circostanze in cui l'orso vede nell'uomo un pericolo o un competitore all'accesso a una fonte di cibo. Generalmente il comportamento scelto in caso di incontro accidentale con l'uomo è la fuga.


Status legale



Ibridazione


Ibrido orso bruno/polare, museo Rothschild, Tring.
Ibrido orso bruno/polare, museo Rothschild, Tring.

Un ibrido grizzly-orso polare è un raro urside ibrido risultante dall'unione di un orso bruno con un orso polare. Esso prende generalmente il nome di pizzly nel caso in cui la madre sia un orso bruno e il padre un orso polare, mentre viceversa viene chiamato orso grolare[47].
Nel 2006, la presenza di questi ibridi in natura è stata confermata dall'analisi del DNA di un orso dall'aspetto strano che era stato ucciso nell'Artico canadese[48]. In precedenza, quest'ibrido era stato unicamente prodotto negli zoo ed era considerato un «criptide» (un animale ipotetico della cui esistenza in natura non ci sono prove scientifiche).


Bibliografia



Note


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  2. U.S. Fish and Wildlife Service, Endangered and Threatened Wildlife and Plants; Designating the Greater Yellowstone Ecosystem Population of Grizzly Bears as a Distinct Population Segment; Removing the Yellowstone Distinct Population Segment of Grizzly Bears From the Federal List of Endangered and Threatened Wildlife (PDF), su bearinfo.org, Federal Register / Vol. 70, No. 221, 17 novembre 2006, pp. 69854-69884. URL consultato il August 1 2006 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2006).
  3. Lisette P. Waits, Sandra L. Talbot, R.H. Ward and G. F. Shields, Mitochondrial DNA Phylogeography of the North American Brown Bear and Implications for Conservation, su cnrhome.uidaho.edu, Conservation Biology, aprile 1998, pp. 408-417. URL consultato il August 1 2006 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2011).
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  5. Bruce McLellan e David C. Reiner, A Review of bear evolution (PDF), in Bears: Their Biology and Management, 9 (Part 1), International Association for Bear Research and Management, 1994, pp. 85–96, DOI:10.2307/3872687, JSTOR 3872687.
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  7. Lan T., Gill S., Bellemain E., Bischof R., Zawaz M.A., Lindqvist C., Evolutionary history of enigmatic bears in the Tibetan Plateau–Himalaya region and the identity of the yeti, in Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, vol. 284, #1,868, 2017, p. 20171804, DOI:10.1098/rspb.2017.1804, PMC 5740279, PMID 29187630.
  8. McCarthy T. M., Waits L. P., and Mijiddorj B., Status of the Gobi bear in Mongolia as determined by noninvasive genetic methods, in Ursus, vol. 20, #1, 2009, pp. 30–38, DOI:10.2192/07gr013r.1.
  9. C. E. Valdiosera, N. García, C. Anderung, L. Dalén, E. Crégut-Bonnoure, R. D. Kahlke, M. Stiller, M. Brandström e M. G. Thomas, Staying out in the cold: Glacial refugia and mitochondrial DNA phylogeography in ancient European brown bears (PDF), in Molecular Ecology, vol. 16, #24, 2007, pp. 5140–5148, DOI:10.1111/j.1365-294X.2007.03590.x, PMID 18031475.
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  21. Russian bear hunting with Sergei Shushunov, su russianbearhunt.com. URL consultato il 4 luglio 2022.
  22. Regio decreto 5 giugno 1939, n. 1016
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  26. Articolo del quotidiano il "Giornale di Brescia", su giornaledibrescia.it (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2010).
  27. Belpark Parco Faunistico Spormaggiore, su belpark.it, 20 ottobre 2020. URL consultato il 4 luglio 2022.
  28. Spagnesi M., De Marinis A.M. (a cura di), Mammiferi d'Italia - Quad. Cons. Natura n.14 (PDF), Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2011).
  29. Rapporto Orso 2018 (PDF), su parcoabruzzo.it, http://www.parcoabruzzo.it/. URL consultato il 22 novembre 2019.
  30. Brown bear (Ursus arctos), su dinoanimals.com, 1º gennaio 2022. URL consultato il 1º agosto 2022.
  31. Macdonald, David, The Encyclopedia of Mammals: 1, 1984, p. 446, ISBN 0-87196-871-1.
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  36. Cfr. a questo proposito G. Ferron, La zampata dell'orso, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, 2010
  37. Copia archiviata (PDF), su wolf.org. URL consultato il 4 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2011).
  38. Vratislav Mazak: Der Tiger. Nachdruck der 3. Auflage von 1983. Westarp Wissenschaften Hohenwarsleben, 2004 ISBN 3-89432-759-6
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  42. https://animalsinblack.it/i-20-morsi-piu-potenti-del-regno-animale/&ved=2ahUKEwiz1uexsN_uAhWjzIUKHXR2B94QFjACegQIBBAE&usg=AOvVaw2PdBqaBc4eKvv-NlOstiCX
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[es] Ursus arctos

El oso pardo (Ursus arctos) es una especie de mamífero carnívoro de la familia Ursidae propio de Eurasia y Norteamérica.

[fr] Ours brun

Ursus arctos
- [it] Ursus arctos

[ru] Бурый медведь

Бу́рый медве́дь, или обыкнове́нный медве́дь[1] (лат. Ursus arctos), — млекопитающее семейства медвежьих; один из самых крупных наземных хищников.



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