Si tratta di piccole falene diurne, piuttosto primitive, con nervatura alare di tipo eteroneuro e apparato riproduttore femminile provvisto di un'unica apertura per l'accoppiamento e per l'ovodeposizione.[4][5][6][7][8][9][10]
Capo
Il capo è ricoperto di fitte scaglie piliformi, che appaiono addossate alla capsula cefalica particolarmente in prossimità del vertice.[4][11]
Gli occhi sono glabri. Gli ocelli sono assenti, come pure i chaetosemata. I palpi mascellari sono ben sviluppati, con quattro o cinque articoli e spesso dotati di invaginazioni a funzione sensoriale; quelli labiali sono essi pure ben sviluppati, ascendenti e trisegmentati; la spirotromba è molto ridotta, priva di scaglie o con scaglie solo in prossimità della base.[4][11][12][13][14]
Le antenne non sono molto lunghe, raggiungendo al massimo i tre quarti della lunghezza della costa dell'ala anteriore: possono essere pettinate, come in I. pectinea o I. masculella, oppure moniliformi, come in I. oehlmanniella o I. praelatella, ma mai clavate; lo scapo non è conformato a formare una "visiera".[4][11]
Larva di Incurvaria koerneriella
Torace
Le ali sono aculeate, lanceolate (con lunghezza circa tripla rispetto alla larghezza), spesso grigio-brunastre, talvolta con macchie argentate su parte dell'ala anteriore, nella quale il tornus non è individuabile. Il termen è convesso e manca una macchia discale. L'ala posteriore presenta apice arrotondato, è più corta dell'anteriore e provvista di una lunga peluria. Sono assenti le nervature trasversali, mentre quelle longitudinali sono ridotte e poco ramificate. Le nervature anali sono due nell'ala anteriore e tre in quella posteriore.[4][13]
L'accoppiamento alare è di tipo frenato (con frenulum più robusto nei maschi), mentre è presente l'apparato di connessione tra ala anteriore e metatorace (spinarea); si può inoltre riscontrare un ponte precoxale.[4][12][13][15][16][17][18]
Nelle zampe, l'epifisi è presente, mentre gli speroni tibiali hanno formula 0-2-4.[4][11][12][13]
Addome
In questo taxon è presente il processo tergosternale sul primo segmento addominale, tipico della maggior parte degli Adeloidea.[4][6][12][19]
Nell'apparato genitale maschile non si nota, su ogni valva, la struttura a pettine definita pectinifer, ma sono invece osservabili piccole spine appiattite di forma simile a delle scaglie.[4][12][13]
Nel genitale femminile, l'ovopositore è ben sviluppato e di tipo perforante, tipico degli Adeloidea, tale da consentire l'inserimento delle uova all'interno dei tessuti fogliari della pianta ospite.[4][6][12][13]
Le uova, lisce o lievemente punteggiate, vengono inserite singolarmente nei tessuti della pianta ospite, cosicché assumono la forma della "tasca" che le ospita.[4][11]
Larva
I bruchi sono simili per struttura e comportamento a quelli degli Adelidae; possiedono solitamente un capo prognato.[4][12][20] Le zampe toraciche sono ridotte e poco funzionali; le pseudozampe sono assenti o vestigiali, con uncini (se presenti) disposti su singole file nei segmenti addominali da III a VI.[4][11][12][20]
Pupa
La pupa è exarata e relativamente mobile, con appendici libere e ben distinte (pupa dectica).[4][12][20][21]
Biologia
Ciclo biologico
Le uova vengono deposte una per volta, solitamente al di sotto dell'epidermide di un ramoscello della pianta ospite, ma in alcuni casi anche direttamente nel picciolo di una foglia. La larva, che è una minatrice fogliare, si fa strada verso il picciolo e poi verso la lamina della foglia, producendo mine di forma caratteristica.[22]
Al termine della fase di accrescimento all'interno delle mine, la larva si ritaglia un involucro ovale a partire dai lembi della mina stessa, e si rinchiude all'interno di questo fodero, che lascia come ultimo risultato una sorta di foro ovoidale nella pagina della foglia; quando la larva ha raggiunto l'ultimo stadio di maturazione, il fodero si stacca e cade sul terreno, e inizia l'impupamento.[23]
Alimentazione
Le larve di Incurvaria sono spiccatamente polifaghe, e benché prediligano di solito essenze appartenenti alla famiglia Fagaceae, la gamma delle possibili piante nutrici è molto ampia; tra queste citiamo:[4][20][24][25]
Sono noti fenomeni di parassitoidismo ai danni delle larve di Incurvaria, da parte di diverse specie di imenotteri appartenenti alla famiglia Ichneumonidae; tra queste citiamo:[26]
Campoplex rothii (Holmgren, 1860)
Gelis proximus (Forster, 1850)
Mastrus deminuens (Hartig, 1838)
Orthizema subannulatum (Bridgman, 1883)
Theroscopus esenbeckii (Gravenhorst, 1815)
Distribuzione e habitat
L'Eurasia
Il genere è diffuso esclusivamente in Eurasia. Le specie neartiche un tempo assegnate a questo taxon, oltre ad altre specie paleartiche, sono state trasferite ad altri generi della famiglia Incurvariidae oppure agli Adelidae, ma soprattutto al genere Lampronia dei Prodoxidae, famiglia in passato inclusa negli Incurvariidae.[2][3][4]
L'habitat è rappresentato da boschi e foreste a latifoglie.[4]
La designazione della specie tipo fu effettuata da Curtis, 1836, Br. Ent.6: 607.[29] Haworth citò la prima specie inclusa come Incurvaria muscula, riportando "Tinea muscalella Fab." e "Tinea Masculella Hub." come sinonimi. Incurvaria musculaHaworth e Tinea muscalellaFabricius sono entrambi emendamenti ingiustificati. Tinea masculellaHübner è un errore di attribuzione.[28]
Il genere monotipico ExcurvariaKuprijanov, 1994 fu istituito appositamente per la specie Incurvaria praelatella; nell'attesa di una revisione filogenetica degli Incurvariidae, in questa sede si ritiene opportuno considerare Excurvaria un sinonimo di Incurvaria.[3]
Specie
Il genere comprende 12 specie, tra cui due endemismi giapponesi e un endemismo indiano; una sola specie è ben distribuita in differenti zone dell'Eurasia, mentre le altre 8 sono esclusivamente europee; in Italia si contano 8 specie, tutte assenti da Sardegna e Sicilia. È ritenuta possibile, sebbene non del tutto accertata, la presenza di I. vetulella nell'Italia settentrionale.[3][30]
Nessuna specie appartenente a questo genere è stata inserita nella Lista rossa IUCN.[33]
Note
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Bibliografia
Pubblicazioni
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