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Erinnyis lassauxii (Boisduval, 1859)[1] è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in America Settentrionale, Centrale e Meridionale.

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Erinnyis lassauxii
Erinnyis lassauxii
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Ditrysia
Superfamiglia Bombycoidea
Famiglia Sphingidae
Sottofamiglia Macroglossinae
Tribù Dilophonotini
Sottotribù Dilophonotina
Genere Erinnyis
Specie E. lassauxii
Nomenclatura binomiale
Erinnyis lassauxii
(Boisduval, 1859)
Sinonimi

Anceryx janiphae
Boisduval, 1875
Anceryx lassauxii
Boisduval, 1859
Anceryx omphaleae
Boisduval, 1870
Anceryx piperis
Schaufuss, 1870
Dilophonota cercyon
Burmeister, 1878
Erinnyis merianae
Grote, 1865


Descrizione



Adulto


La cresta toracica risulta almeno altrettanto alta che in E. alope. I tergiti addominali appaiono neri, fatta eccezione per una serie di strette e ben definite bande grigie apicali, che si interrompono dorsalmente.[2][3]
La pagina superiore dell'ala anteriore ricorda quella di E. crameri, avendo una colorazione scura, e rivelando una grossa macchia triangolare più chiara, a livello dell'apice.[1][2][3]
L'ala posteriore mostra superiormente un colore arancio molto più intenso che nelle altre specie di Erinnyis, tanto che talvolta raggiunge tonalità quasi brunastre, con un margine esterno scuro di ampiezza variabile.[1][2][3] Vengono comunemente riconosciute tre forme: 1) lassauxii, nella quale il colore arancione è pressoché sostituito dal marroncino; 2) merrianae, in cui il bordo interno della banda marginale marrone è nettamente definito; 3) omphaleae, ove il marrone della banda marginale risale verso l'interno lungo le nervature.[3]
Le antenne sono biancastre, filiformi, lievemente uncinate alle estremità, ed hanno una lunghezza pari a circa la metà della costa. Il capo appare brunastro.[2][4]
Nel genitale maschile, i lobi dell'uncus appaiono più corti e larghi rispetto a quelli delle specie congeneri, lievemente acuminati, con processi non più lunghi dell'uncus stesso, curvati in avanti e lievemente all'esterno.[3]
L'apertura alare va da 92 a 105 mm.[4]


Larva


Il bruco è verdastro e cilindrico, con due vistose escrescenze trasversali bianche poste subito a ridosso del capo. A livello dorsale si nota una fascia argentata lungitudinale. Il cornetto caudale è grigio-bluastro, sviluppato soprattutto nei primi stadi di sviluppo. Le pseudozampe hanno una colorazione biancastra.[4]


Pupa


La crisalide è anoica, lucida e nerastra, con disegni arancioni, ed un cremaster poco sviluppato. Si può rinvenire entro un bozzolo posto a scarsa profondità nella lettiera del sottobosco.[4]

Localizzazione geografica della capitale argentina Buenos Aires, indicata da Boisduval quale locus typicus della specie[1]
Localizzazione geografica della capitale argentina Buenos Aires, indicata da Boisduval quale locus typicus della specie[1]

Distribuzione e habitat


L'areale di questa specie si estende in parte sull'ecozona neartica, e in parte su quella neotropicale, comprendendo l'Argentina (Buenos Aires - locus typicus, Chaco, Córdoba, Jujuy, Salta, Tucumán), il Belize (Cayo, Corozal, Orange Walk), la Bolivia (La Paz, Santa Cruz), il Brasile orientale, la Costa Rica, Cuba, l'Ecuador, la Giamaica, la Guadalupa, il Guatemala, Haiti, la Martinica, il Messico, il Nicaragua, la Repubblica Dominicana, gli Stati Uniti meridionali (Arizona, California, Florida, Texas) e il Venezuela.[1][2][3][4][5]

L'habitat è rappresentato da foreste tropicali, dal livello del mare fino a zone collinari.[4]


Biologia


Il medico, entomologo e botanico francese Jean-Baptiste Alphonse Dechauffour de Boisduval (1799-1879), che per primo descrisse la specie nel 1859[1]
Il medico, entomologo e botanico francese Jean-Baptiste Alphonse Dechauffour de Boisduval (1799-1879), che per primo descrisse la specie nel 1859[1]

Durante l'accoppiamento, le femmine richiamano i maschi grazie ad un feromone rilasciato da una ghiandola, posta all'estremità dell'addome.[4]


Periodo di volo


Gli adulti sono rinvenibili tutto l'anno nella fascia tropicale dell'areale.[4]


Alimentazione


Gli adulti si nutrono durante la notte del nettare di varie specie floreali tra cui:[4]

I bruchi parassitano le foglie di membri di diverse famiglie, tra cui:[4][5]

Infiorescenza di Saponaria officinalis
Infiorescenza di Saponaria officinalis
Carica papaya
Carica papaya
Manihot esculenta
Manihot esculenta

Parassitismo


Le larve vengono parassitate dall'Imenottero Thyreodon apricus (Ichneumonidae).[4]


Tassonomia



Sottospecie


Non sono state descritte sottospecie.[2][3][4][5]


Sinonimi


Sono stati riportati sei sinonimi:[3][5]


Note


  1. Jean-Baptiste Alphonse Dechauffour de Boisduval, Bulletin de la Société Entomologique de France, (3) 7, Paris, Félix Malteste et C., 1859, 157-158.
  2. Bernard D'Abrera, Sphingidae Mundi. Hawk Moths of the World. Based on a Checklist by Alan Hayes and the collection he curated in the British Museum (Natural History), 1ª ed., Faringdon, Oxon., SN7 7DR United Kingdom, E.W. Classey Ltd., 1986, pp. 98-99, ISBN 0860960226.
  3. CATE Creating a Taxonomic e-science, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 12 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  4. Silkmoths, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 12 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2015).
  5. Funet, su ftp.ipv6.funet.fi. URL consultato il 12 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2014).
  6. Jean Baptiste Alphonse Dechauffour de Boisduval, Histoire Naturelle des Insectes. Species Général des Lépidoptéres Hétérocéres. Tome Premier. Sphingides, Sésiides, Castnides 1 : 1-568, pl. 1-11, Paris, Librairie Encyclopédique de Roret, 1875.
  7. Jean Baptiste Alphonse Dechauffour de Boisduval, Considerations sur des Lépidoptères envoyés du Guatemala à M. de l'Orza Considérations Lépid. Guatemala: 100pp, 1870.
  8. Schaufuss, Nunquam otiosus : zoologische Mitteilungen, Dresda, 1870.
  9. Karl Hermann Konrad Burmeister, Description physique de la République Argentine d'après des observations personelles et étrangeres. 5. Lépidoptères. Première partie. Contenant les diurnes, crépusculaires et bombycoïdes 5: vi, 526pp., 1878.
  10. Augustus Radcliffe Grote, Notes on Cuban Sphingidae - Proceedings of Entomological Society of Philadelphia 5 : 33-84, Philadelphia, Entomological Society Press, 1865.

Bibliografia



Voci correlate



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