bio.wikisort.org - Plantae

Search / Calendar

Il cardo campestre (Cirsium arvense (L.) Scop., 1771) è una pianta angiosperma dicotiledone appartenente alla famiglia delle Asteraceae, nativa dell'area mediterranea.[1][2]

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Cardo campestre
Infiorescenza di Cirsium arvense
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Carduoideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Carduinae
Genere Cirsium
Specie C. arvense
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Carduinae
Genere Cirsium
Specie C. arvense
Nomenclatura binomiale
Cirsium arvense
(L.) Scop., 1771
Nomi comuni

Stoppione minore
Scardaccione
Spione
Cirsio
Stombello


Etimologia


Il nome del genere (cirsium) deriva dalla parola greca kirsos = varice; da questa radice deriva poi la denominazione Kirsion, un vocabolo che sembra servisse ad identificare una pianta usata per curare questo tipo di malattia. Da kirsion in tempi moderni il botanico francese Tournefort (1656 - 708) derivò il nome Cirsium dell'attuale genere.[3][4]
Il nome italiano “cardo” è abbastanza generico in quanto nel linguaggio comune si riferisce a diversi generi e specie di piante. Tra i generi che vengono chiamati direttamente “cardo”, oppure hanno una o più specie che comunemente si chiamano con questo nome citiamo: Carduus, Carduncellus, Carlina, Centaurea, Cnicus, Cynara, Echinops, Galactites, Jurinea, Onopordum, Scolymus, Silybum, Tyrimnus, tutti della famiglia delle Asteraceae. Ma anche in altre famiglie abbiamo dei generi con delle specie che volgarmente vengono chiamate “cardi” : il genere Eryngium della famiglia delle Apiaceae o il genere Dipsacus della famiglia delle Dipsacaceae.
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, perfezionato successivamente dal medico e naturalista italiano Giovanni Antonio Scopoli (Cavalese, 3 giugno 1723 – Pavia, 8 maggio 1788) nella pubblicazione ”Flora Carniolica Exhibens Plantas Carniolae Indigenas et Distributas in Classes Naturales cum Differentiis Specificis, Synonymis Recentiorum, Locis Natalibus, Nominibus Incolarum, Observationibus Selectis, Viribus Medicis. Editio Secunda Aucta et Reformata. Viennae” del 1771.[5]
L'epiteto specifico (arvense = campestre) e quello comune deriva dall'origine ecologica della pianta.[6]


Descrizione


Le specie di questa voce è una pianta perenne con portamento erbacei. Nelle radici sono sempre presenti dei condotti resinosi, meno frequenti nelle parti aeree; mentre solamente nelle parti aeree sono presenti delle cellule latticifere. La forma biologica è geofita radicigemmate (G rad), sono piante perenni con organi sotterranei portanti gemme, dalle quali annualmente si sviluppano le parti aeree.[7][8][9][10][11][12]

Il fusto, eretto, solcato longitudinalmente (strie purpuree), pubescente o tomentoso nella parte apicale, può raggiungere 1-1,5 m di altezza. Nella parte ipogea è presente un rizoma. La ramosità si presenta solamente nella metà superiore.

Le foglie, pennato-lobate (ossia pennatopartite con 5 - 7 coppie di lacinie per lato), pubescenti, sono lunghe sino a 8 – 15 cm e larghe 2 – 3 cm e presentano un margine dentato-spinoso. Alla base le foglie sono cuneate e non sono decorrenti. Lungo il caule sono disposte in modo alterno.

Le infiorescenze (composte da capolini più o meno peduncolati) sono scapose. I capolini, discoidi e omogami e privi di foglie bratteali, sono formati da un involucro piriforme arrossato composto da brattee (o squame) disposte su più serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori solamente femminili ovvero maschili. Le squame dell'involucro, di tipo fogliaceo o membranoso, sono disposte in modo embricato e scalato; in genere all'apice sono spinose con punte rivolte all'infuori. Il ricettacolo, provvisto di pagliette a protezione della base dei fiori, può essere rivestito di pula (come il chicco del grano o del riso), oppure può essere setoloso, raramente è nudo (senza pagliette). Diametro dei capolini: minore di 2 cm. Dimensione dell'involucro: larghezza 8 mm; lunghezza 12 mm.

I fiori in genere sono tubulosi (del tipo actinomorfi)[13], e sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono unisessuali.

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]

Il frutto è un achenio con un pappo. Le forme dell'achenio possono essere obovoidi-fusiformi, compresse lateralmente, con areole a inserzione diritta o laterale-abassiale. Il pericarpo dell'achenio possiede delle sclerificazioni radiali spesso provviste di protuberanze. Il pappo è inserito su una piastra apicale all'interno di una anello di tessuto parenchimatico. Le setole del pappo sono disposte su una o più serie e sono decidue come un pezzo unico e si presentano piumose e colorate di bianco-sporco. Lunghezza dell'achenio: 2 mm. Lunghezza del pappo: 10 mm.


Biologia



Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[16] – Distribuzione alpina[17])
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[16] – Distribuzione alpina[17])

Fitosociologia



Areale alpino

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]

Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae

Areale italiano

Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]

Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale e megaforbieti
Classe: Artemisietea-vulgaris Lohmeyer, Preising & Tüxen ex Von Rochow, 1951
Ordine: Onopordetalia-acanthii Br.-Bl. & Tüxen ex Klika in Klika & Hadač, 1944
Alleanza: Dauco carotae-Melilotion albi Gors, 1966

Descrizione. L'alleanza Dauco carotae-Melilotion albi è relativa alle comunità ruderali nitrofile di specie erbacee con cicli biologici bienni e perenni su suoli aridi e poveri di nutrienti con elevato contenuto di ghiaia e detriti. Questa alleanza è distribuita nell’Europa centrale da cui si è in seguito diffusa tramite mezzi antropogenici (strade, ferrovie e spostamenti umani).

Specie presenti nell'associazione: Oenothera biennis, Reseda lutea, Cichorium intybus, Cirsium arvense, Verbascum densiflorum, Verbascum nigrum, Achillea millefolium, Artemisia vulgaris, Elytrigia repens, Pastinaca sativa subsp. urens, Reseda lutea, Melilotus albus, Melilotus officinalis, Linaria vulgaris, Medicago sativa, Erigeron annuus, Erysimum hieracifolium, Saponaria officinalis, Solidago canadensis, Crepis rhoeadifolia e Crepis setosa.


Ecologia


Un cardellino (Carduelis carduelis) su C. arvense
Un cardellino (Carduelis carduelis) su C. arvense
Pieride del navone su C. arvense
Pieride del navone su C. arvense

I semi del C. arvense sono un'importante fonte di cibo per cardellini, fanelli ed altre specie di fringillidi[19].

Le foglie fungono da nutrimento per le larve di oltre 20 specie di farfalle, tra cui Vanessa cardui e Ectropis crepuscularia, e per numerose specie di afidi[20][21][22].

C. arvense, così come altri rappresentanti delle Asteraceae (Centaurea spp., Carduus spp., Galactites spp., Jurinea spp., Pallenis spp., ecc.) fiorisce durante l'estate, in gruppi di più individui, entrando a far parte di biocenosi di tipo mesofilo, (ad esempio i prati alpini), in cui assume una notevole rilevanza ecologica; le infiorescenze nettarifere delle specie sopra citate, che presentano tutte tonalità solitamente comprese tra il rosa e il viola carico, risultano fortemente attrattive per gli adulti di varie specie di farfalle, tra cui Nymphalidae (p.e. Vanessa spp.), Papilionidae (p.e. Iphiclides spp.) e diverse specie della famiglia Pieridae.

Ad esempio si è notata una predilezione per le infiorescenze di Cirsium arvense da parte degli adulti di Pieris napi, oltre che Pieris brassicae e Pieris mannii. Questa capacità attrattiva (che però non è da ritenersi specie-specifica) può essere spiegata sia con la produzione, da parte della pianta, di oli ed essenze particolarmente appetibili per la farfalla, sia con la peculiare gamma cromatica, che orienta l'insetto durante la ricerca del nettare.


Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[23], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[24] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[25]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][26]

Cardueae è una delle 4 tribù della sottofamiglia. La tribù Cardueae a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Carduinae è una di queste). Il genere Cirsium elenca 435 specie con una distribuzione cosmopolita, 35 delle quali sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.[2][27][28][29][30][31]


Filogenesi


Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico della sottotribù Carduinae.[31] In precedenza provvisoriamente era inserito nel gruppo tassonomico informale "Carduus-Cirsium Group".[10] La posizione filogenetica di questo gruppo nell'ambito della sottotribù è abbastanza vicina al "core" della sottotribù (con il genere Carduus forma un "gruppo fratello") e dalle analisi molecolari è stato calcolato in 7,2 milioni di anni fa la separazione di questo genere dal resto del gruppo (è stato l'ultimo a separarsi).[29][30]

Il numero cromosomico di Cirsium arvense è 2n=34 e 68.[12][32]

I caratteri distintivi di questa specie nell'ambito del genere sono:[12][33]

Questi caratteri sono più o meno condivisi con le seguenti specie (tra parentesi sono indicati alcuni caratteri distintivi della specie):[33]


Variabilità


La specie di questa voce è variabile nei seguenti caratteri:[12]

Per questa specie sono indicate le seguenti varietà:[2]


Sinonimi


Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]


Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 6 febbraio 2021.
  3. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 febbraio 2012.
  4. Motta 1960, Vol. 1 - pag. 617.
  5. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 2 luglio 2021.
  6. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 2 luglio 2021.
  7. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  8. Strasburger 2007, pag. 860.
  9. Judd 2007, pag.517.
  10. Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 146.
  11. Funk & Susanna 2009, pag. 309.
  12. Pignatti 2018, Vol.3 pag.955.
  13. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 9.
  14. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  15. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  16. Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 78.
  17. Flora Alpina, Vol. 2 - p. 590.
  18. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 2 luglio 2021.
  19. Cramp, S., & Perrins, C. M. (1994). The Birds of the Western Palearctic. Vol. VIII: Crows to Finches. Oxford University Press, Oxford.
  20. Finnish Lepidoptera Cirsium arvense
  21. The Ecology of Commanster: Cirsium arvense Archiviato il 26 agosto 2007 in Internet Archive.
  22. Ecological Flora of the British Isles: Phytophagous Insects for Cirsium arvense
  23. Judd 2007, pag. 520.
  24. Strasburger 2007, pag. 858.
  25. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  26. Funk & Susanna 2009, pag. 293.
  27. Funk & Susanna 2009, pag. 300.
  28. Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 132.
  29. Barres et al. 2013.
  30. Ackerfield et al. 2020.
  31. Herrando et al. 2019.
  32. Bureš P. et al, Pollen viability and natural hybridization of Central European species of Cirsium (PDF), in Preslia 2010; 82: 391–422.
  33. Pignatti 2018, Vol. 4 pag. 881.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica

На других языках


[en] Cirsium arvense

Cirsium arvense is a perennial species of flowering plant in the family Asteraceae, native throughout Europe and western Asia, northern Africa and widely introduced elsewhere.[2][3][4][5] The standard English name in its native area is creeping thistle.[6] It is also commonly known as Canada thistle and field thistle.[7][8]

[es] Cirsium arvense

Cirsium arvense (cardo cundidor) es una planta de la familia de las asteráceas.

[fr] Cirsium arvense

Chardon des champs, Cirse des champs
- [it] Cirsium arvense

[ru] Бодяк полевой

Бодя́к полево́й[2], или Ро́зовый осо́т (лат. Cirsium arvense) — вид многолетних травянистых растений из рода Бодяк семейства Астровые, или Сложноцветные (Asteraceae).



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2025
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии