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La carlina bianca (nome scientifico Carlina acaulis L. 1753) è una pianta erbacea perenne con grandi infiorescenze bianche, che vive al livello del suolo, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Come leggere il tassobox
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Carlina bianca
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Carduoideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Carlininae
Genere Carlina
Specie C. acaulis
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Carduinae
Genere Carlina
Specie C. acaulis
Nomenclatura binomiale
Carlina acaulis
L., 1753

Etimologia


Il nome del genere (proposto nel XIV secolo dal botanico aretino Andrea Cesalpino) sembra derivare da Carlo Magno che, dice una leggenda, la usò durante una pestilenza per curare i suoi soldati nei pressi di Roma su suggerimento di un angelo. In altri testi si fa l'ipotesi che il nome derivi dalla parola carduncolos (diminutivo di cardo = “cardina” o “piccolo cardo”) per la somiglianza con le piante del genere “Cardo” (Asteraceae)[3].
L'epiteto specifico acaule deriva dalla morfologia della pianta: priva di caule (= fusto).
In inglese questo fiore viene chiamato: Stemless Caroline oppure Carline Thistle; mentre i francesi a volte lo chiamano Hygrometre e a volte Baromètre.


Descrizione


Descrizione delle parti della pianta
Descrizione delle parti della pianta

(La seguente descrizione è relativa alla specie Carlina acaulis s.l.; per i dettagli delle varie sottospecie vedere più avanti.)
L'aspetto di questa pianta è erbaceo – cespitoso e spinoso. La forma biologica della specie è emicriptofita rosulata ("H ros"): è una pianta perennante tramite gemme posizionate al livello del terreno mentre le foglie sono disposte a rosetta basale.[4][5][6][7][8][9]


Radici


La radice è secondaria a partire dal rizoma (radice fittonante).


Fusto



Foglie


La maggior parte delle foglie sono disposte a rosetta basale. Il contorno della lamina, più o meno piana, è spatolato; la consistenza è coriacea. La forma è pennatopartita o pennatifida con 6 - 8 lobi (o segmenti) sub - opposti per lato; i segmenti sono spinosi e terminanti in aculei rigidi derivati dal proseguimento delle nervature centrali del lobo. I segmenti possono essere suddivisi a loro volta. Le foglie inferiori (quelle della rosetta basale) sono picciolate, mentre quelle superiori (cauline) sono sessili e nella parte finale (vicino all'infiorescenza) si trasformano in brattee spinose. La superficie fogliare è leggermente pelosa. Dimensione delle foglie: lunghezza 10 – 20 cm (massimo 30 cm); larghezza 3 – 5 cm.


Infiorescenza


L'infiorescenza è composta da un unico grande capolino (tipica struttura delle Asteraceae) formato esternamente da un involucro di brattee (o squame) e un ricettacolo interno (la base dei fiori). L'involucro è cilindrico o alla base lievemente piriforme ed è formato da tre tipi di brattee:

È quest'ultimo l'aspetto morfologico più appariscente della pianta con la funzione di attirare gli insetti pronubi (funzione vessillare che nelle Asteraceae svolgono normalmente i fiori del raggio esterno). Il ricettacolo (la parte più interna dell'involucro) sostiene i fiori veri e propri; è colorato di giallastro, ed è piatto ma profondamente alveolato (butterato) e i vari fiorellini (tutti tubulosi) sono inseriti in tali alveoli e sono circondati da scaglie bratteolari simili a setole.
Il capolino, che generalmente si apre quasi raso terra, è di colore chiaro quasi rossastro o violaceo (colore determinato dai fiori tubulosi). Dimensione dell'infiorescenza : 5 – 10 cm (comprese le squame); dimensioni delle squame esterne (quelle fogliari più basse): 30 – 34 cm; dimensioni delle squame raggianti (quelle più interne e biancastre): larghezza 3 mm, lunghezza 25 – 33 mm.


Fiori


Capolino con fiori tubulosi Località: Melere, Trichiana (BL),  843 m s.l.m. - Agosto 2008
Capolino con fiori tubulosi
Località: Melere, Trichiana (BL), 843 m s.l.m. - Agosto 2008

I fiori sono tutti del tipo tubuloso (il tipo ligulato, i fiori del raggio, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono inoltre ermafroditi, tetra-ciclici (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri.

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]

Frutti


I frutti sono degli oblunghi acheni (a sezione circolare) ricoperti da lunghi peli sericei con alla sommità un pappo piumoso-pennato. Il pappo è composto da un'unica o doppia serie di setole piumose.


Biologia



Distribuzione e habitat



Fitosociologia


Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]

Macrotipologia: vegetazione sopraforestale criofila e dei suoli crioturbati.
Classe: Caricetea curvulae Br.-Bl. 1948 nom. cons. propos. Rivas-Martínez, Diaz, Ferná ndez- González, Izco, Loidi, Lousa & Penas, 2002
Ordine: Caricetalia curvulae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny, 1926
Alleanza: Nardion strictae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny, 1926

Descrizione. L'alleanza Nardion strictae è relativa alle praterie acidofile e mesofile che si sviluppano in stazioni pianeggianti o poco pendenti presenti sui rilievi montuosi più elevati dell’Europa meridionale. Spesso queste aree sono legate a siti caratterizzati da innevamento prolungato. La distribuzione dell'alleanza è situata nella fascia dell’Europa media, andando dai Pirenei ai Carpazi. In Italia è presente sulle Alpi e, localizzata, sull'Appennino settentrionale.[12]

Alcune specie presenti nell'associazione: Ajuga pyramidalis, Alopecurus gerardii, Gnaphalium sylvaticum, Hieracium aurantiacum, Plantago alpina, Pseudorchis albida, Ranunculus villarsii, Trifolium alpinum e Viola ferrarinii.


Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]

La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Carlininae è una di queste).[7][8][16][17]


Filogenesi


Su questa sottotribù non sono state fatte finora delle specifiche analisi filogenetiche sul DNA, ma solo ristrette ricostruzioni su alcune specie. La sottotribù sembra aver avuto un'origine africana in quanto Carlininae è probabilmente il gruppo basale della tribù Cardueae e formano un “gruppo fratello” con altre due sottotribù (Oldenburgieae e Tarchonantheae entrambe della sottofamiglia Tarchonanthoideae) che in base alle ultime ricerche risultano di origine africana (altre precedenti ipotesi di origine di questo gruppo, come specie endemiche insulari di Creta e della Macaronesia, sono da eliminare).[8]

Il genere Carlina L. contiene circa 30 specie distribuite soprattutto nell'emisfero boreale, di cui una decina sono proprie della flora italiana, con habitat in preferenza situati in zone temperate.

Il numero cromosomico di C. acaulis è: 2n = 20 (22 per alcune sottospecie).[9]


Variabilità


La variabilità di questa specie è soprattutto concentrata nella presenza di un fusto non nullo (piante che si sono sviluppate alla fine della stagione o in condizioni e siti particolari come ai margini dei boschi). Queste varietà comunque non vengono considerate significative dal punto di vista tassonomico in quanto la caulescenza non è un carattere ereditario (questo secondo le ultime conoscenze provenienti dalla genetica).

Per questa specie vengono riconosciute due varietà:[2]

  • Carlina acaulis subsp. acaulis
  • Carlina acaulis subsp. caulescens (Lam.) Schübl. & G.Martens

Sottospecie acaulis

Distribuzione della subsp. acaulis (Distribuzione regionale[18] – Distribuzione alpina[19])
Distribuzione della subsp. acaulis
(Distribuzione regionale[18] – Distribuzione alpina[19])
Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
Classe: Festuco-Brometea
Ordine: Brometalia erecti
Alleanza: Mesobromion

Sottospecie caulescens

Distribuzione della subsp. caulescens  (Distribuzione regionale[18] – Distribuzione alpina[19])
Distribuzione della subsp. caulescens
(Distribuzione regionale[18] – Distribuzione alpina[19])
Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite.
Classe: Elyno-Seslerietea variae
Ordine: Seslerietalia variae
Alleanza: Seslerion variae
Associazione: Seslerienion variae

Ibridi


La “Carlina bianca” forma il seguente ibrido intraspecifico:


Sinonimi


La specie Carlina acaulis, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]


Nomi comuni


In Italia la “Carlina bianca” può essere chiamata con nomi diversi a seconda delle varie regioni (sono trascurate le dizioni dialettali):


Specie simili


Cirsium acaule (L.) Scop. - Cardo nano : in Italia è facile trovare le due piante (“Cardo nano” e “Carlina bianca”) negli stessi habitat. Si possono comunque distinguere in quanto il “Cardo nano” ha i lobi delle foglie disposti sullo stesso piano del nervo centrale; inoltre, contrariamente alla Carlina bianca, lo stesso nervo centrale della pagina inferiore possiede delle grosse setole riflesse mentre sulla pagina superiore il nervo è verde (o eventualmente arrossato solo alla base).


Usi


Avvertenza
Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia



Cucina


La parte più usata sono le radici, il cui centro, molto carnoso, è commestibile ed ha il sapore del cardo. Si consiglia un uso moderato in quanto agisce da energico emetico (può provocare il vomito). Vanno essiccate al sole e preparate in un certo modo sono simili alla mostarda oppure addirittura ai canditi se confezionate con sostanze dolci.
Un'altra parte usata in cucina è il ricettacolo ( involucro) del capolino (raccolto prima della fioritura); possono essere usati come i carciofi (lessati con olio e limone o fritti). In certe zone questi ricettacoli vengono chiamati “pane dei cacciatori”. Il sapore di questa parte della pianta è simile alle mandorle o nocciole.
Grazie alle proprietà digestive e amaricanti le radici vengono usate anche nella produzione di amari; mentre le foglie essiccate possono cagliare il latte.


Giardinaggio


Queste piante vengono utilizzate nei giardini rocciosi per decorare scarpate e zone simili. Per la riproduzione le piante nate da seme (moltiplicazione in primavera) generalmente si pongono a dimora in aprile – maggio in zone ben soleggiate e su un terreno roccioso – sassoso lievemente calcareo. Si deve far attenzione al drenaggio che deve essere sempre buono (l'acqua non deve mai ristagnare).
La Carlina viene molto sfruttata nelle composizioni floreali secche in quanto si mantiene inalterata nel tempo.


Altre notizie



Galleria d'immagini



Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  3. camaleone - Erboristeria - fitoterapia
  4. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  5. Strasburger 2007, pag. 860.
  6. Judd 2007, pag.517.
  7. Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 126.
  8. Funk & Susanna 2009, pag. 296.
  9. Pignatti 2018, vol.3 pag.1030.
  10. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  12. Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 47.1.2 ALL. NARDION STRICTAE BR.-BL. IN BR.-BL. & JENNY 1926. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  13. Judd 2007, pag. 520.
  14. Strasburger 2007, pag. 858.
  15. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  16. Barres et al. 2013.
  17. Herrando et al. 2019.
  18. Conti et al. 2005, pag. 71.
  19. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 560.
  20. Carlina (Carlina acaulis L.), su altavaltrebbia.net. URL consultato il 27 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2012).

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni



На других языках


[en] Carlina acaulis

Carlina acaulis, the stemless carline thistle, dwarf carline thistle, or silver thistle, is a perennial dicotyledonous flowering plant in the family Asteraceae, native to alpine regions of central and southern Europe.[1] The specific name acaulis (New Latin for "without a stem," from Latin caulis "stem" or "stalk") and common names are descriptive of the manner in which its flower head rests directly upon a basal leaf rosette. The plant is named after Charlemagne who searched for a treatment against the plague.[2] He dreamed of an angel who told him to shoot an arrow in the sky and see on what plant the arrow would hit. This plant would bring relieve to the plague. The plant the arrow hit was the Carlina acaulis, the roots of the plant were distributed among the population following which the plague diminished.[2]

[es] Carlina acaulis

Carlina acaulis, la carlina o carlina angélica, es una especie de planta del género Carlina en la familia Asteraceae.

[fr] Carline acaule

Carlina acaulis
- [it] Carlina acaulis

[ru] Колючник бесстебельный

Колючник бесстебельный (лат. Carlina acaulis) — вид травянистых цветковых растений семейства Астровые, или Сложноцветные (Asteraceae).



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