Il nome Arctium, come tanti altri, fu introdotto nella sistematica da Linneo, ma sicuramente l'origine è più antica. "Arctium" (in greco"arction") vuol dire orso (= "arctos"). Probabilmente si fa riferimento alla villosità e all'aspetto ispido della pianta.[3] L'epiteto specifico minus (dal latino"minusculus"[4]) fa riferimento alle dimensioni della pianta rispetto ad altre specie dello stesso genere.
Il binomio scientifico attualmente accettato è stato proposto inizialmente dal botanico inglese John Hill (c. 1716 – 1775) e perfezionato successivamente dal botanico germanico Johann Jakob Bernhardi (1774-1850) nella pubblicazione "Systematisches Verzeichnis" del 1800.[5]
Descrizione
Descrizione delle parti della piantaIl portamento. Località: Cortina (BL), 1400 m s.l.m. - luglio 2008
La bardana minore è alta da 5 a 15 dm. La forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn): si tratta quindi di una pianta a ciclo di sviluppo biennale (nel primo anno si formano solamente le foglie; i fiori si sviluppano nel secondo), mentre la riproduzione avviene tramite gemme poste a livello del terreno. Tutta la pianta è densamente pelosa. L'altezza varia da 5 a 15 dm.[6]
Radici
La radice è di tipo fittonante profonda fino a 30cm.
Fusto
Il fusto. Località: Cortina (BL), 1400 m s.l.m. - luglio 2008
Parte ipogea: la parte sotterranea è un fittone (e quindi il fusto ipogeo è praticamente inesistente).[7]
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, pubescente (un tomento fitto), ramificata e spesso è arrossata e striata. I rami sono eretto-patenti alla base, ma penduli all'apice.
Foglie
Le foglie
Le foglie sono in genere intere, a lamina allargata e ruvide con bordi grossolanamente dentati e ondulati. Il picciolo è cavo (a volte solo alla base).[8] Sono glabre e verdi nella parte superiore; biancastre e ragnatelose o grigio-tomentose inferiormente.
Foglie basali: picciolate a lamina ovata o cuoriforme.
Foglie cauline: alterne, sessili e lanceolate.
Dimensione delle foglie: larghezza 1,5 - 3,5 dm; lunghezza 3 - 6 dm. Lunghezza dei piccioli: 15 – 50cm.
Infiorescenza
I capolini. Località: Cortina (BL), 1400 m s.l.m. - luglio 2008
L'infiorescenza è costituita da diversi capolino sferici riuniti in corimbi. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo (o pedicello) sorregge un involucro composto da diverse brattee (o squame) lesiniformi, verdi e ragnatelose disposte su più serie e formanti un riccio di aculei uncinati all'apice rossastri, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano con squame aristate sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi (da 30 o più). Le squame sono di dimensioni diverse (ma comunque minori dei fiori), i bordi sono finemente seghettati e sono inoltre persistenti; sono rosse all'apice. Dopo la fioritura i capolini si staccano facilmente. Diametro dei capolini: 1 - 2,5cm. Lunghezza del pedicello: 0 - 9,5cm. Diametro dell'involucro: 15 – 40mm.
Fiore
I fiori tubulosi. Località: Cortina (BL), 1400 m s.l.m. - luglio 2008
I fiori sono tutti del tipo tubuloso (il tipo ligulato, i fiori del raggio, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono ermafroditi, attinoformi, tetra-ciclici (con quattro verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ossia sia il calice che la corolla sono composti da cinque elementi). Lunghezza del fiore: 7,5 – 15mm.
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: la corolla ha una forma cilindrica terminante con 5 denti; il colore è violetto.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, distinti e glabri; le antere sono saldate fra di loro e formano un manicotto circondante lo stilo.
Gineceo: l'ovario è infero e uniloculare formato da 2 carpelli; lo stilo è unico con uno stimma terminale bifido e glabro (è presente solamente un ciuffo di peli all'apice dello stilo).
Fioritura: da luglio a settembre.
Frutti
Il frutto è un achenio di pochi millimetri (5 – 7mm) di colore grigio-bruno con chiazze più scure ondulate. Il pappo presenta delle brevi setole. Lunghezza delle setole: 1 - 3,5mm
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo (Euri-mediterraneo).
Distribuzione: è comune su tutto il territorio italiano. È inoltre presente in Europa, Africa mediterranea occidentale, Asia minore, Asia settentrionale e Americhe (in quest'ultima zona è considerata specie naturalizzata).[8][10]
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono gli incolti, le siepi, i bordi delle strade e le sponde dei ruscelli; ma anche gli ambienti ruderali, le schiarite, le strade forestali e arbusteti meso-termofili. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e collinare e in parte quello subalpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[11])
Formazione: delle comunità perenni nitrofile
Classe: Artemisietea vulgaris
Ordine: Onopordetalia acanthii
Alleanza: Arction lappae
Sistematica
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][15][16]
Filogenesi
Il genere Arctium (con 44 specie, 4 delle quali nella flora spontanea italiana) appartiene alla sottotribù Arctiinae (in precedenza era descritto nel gruppo tassonomico informale Arctium-Cousinia Group)[17] (tribù Cardueae, sottofamiglia Carduoideae).[16][18][19][20] In natura esistono inoltre molti ibridi in quanto le singole specie sono interfertili.
Il numero cromosomico di A.minus è: 2n = 36[6][8].
Il basionimo per questa specie è: Lappa minor Hill
Variabilità
Arctium minus è una specie complessa con molte varianti, soprattutto nelle dimensioni delle varie parti del capolino come il diametro dell'involucro o lunghezza delle squame.[8] Per questa specie in Italia sono riconosciute due sottospecie qui di seguito brevemente descritte (non sempre tutte le sottospecie sono riconosciute dalle varie checklist).[21]
Subsp. minus
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[22] – Distribuzione alpina[11])
nome scientifico: Arctium lappa Bernh. subsp. minus;
nome comune: Bardana minore;
ciclo biologico: annuale o bienne;
capolino: il capolino è più schiacciato ai lati e le corolle dei fiori tubulosi sporgono per circa metà capolino;
habitat: rispetto all'altra sottospecie la minus predilige zone lievemente più umide;
distribuzione: in particolare nelle Alpi questa sottospecie è presente solamente in alcune province (CN, CO e BZ); oltreconfine (sempre nella zona alpina) si trova in Francia (dipartimenti di Alpi dell'Alta Provenza, Hautes-Alpes, Alpi Marittime, Drôme e Alta Savoia), in Svizzera (cantoni Vallese e Ticino), in Austria (Länder del Vorarlberg, Tirolo Settentrionale, Tirolo Orientale e Carinzia). Sugli altri rilievi europei si trova nel Massiccio del Giura e nel Massiccio Centrale.[11]
Arctium pubens Bab. - Sinonimo della sottospecie pubens
Arctium pubens var. pubens
Arctium tomentosum subsp. pubens (Bab.) Nyman
Bardana minor Hill
Lappa chabertii
Lappa minor Hill
Lappa minor var. minor
Lappa pubens (Bab.) Boreau - Sinonimo della sottospecie pubens
Lappa vulgaris Hill var. minor (Bernh.) Neilr., 1846
Specie simili
Arctium lappa L. - Bardana maggiore: è più grande e più vigorosa della Bardana minore (i capolini hanno dimensione di 3 - 4 cm); inoltre le foglie sono più larghe e i rami superiori si presentano con una configurazione corimbosa.
Arctium nemorosum Lej. et Court. - Bardana selvatica: si differenzia per la diversa ramificazione che conferisce alla pianta un aspetto piramidale e per le squame involucrali colorate diversamente (arrossate e giallastre sugli uncini); i capolini hanno dimensione di 3 - 4 cm.
Arctium tomentosum Miller - Bardana lanuta: la caratteristica più rilevante è nell'involucro: le squame esterne sono uncinate, mentre quelle interne sono con punte diritte.
Usi
Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà curative:[25]
antibatterica (blocca la generazione dei batteri);
antifungina (blocca la crescita degli organismi fungini);
lassativa (ha proprietà purgative);
purificatrice del sangue;
carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali);
colagoga (facilita la secrezione biliare verso l'intestino);
diaforetica (agevola la traspirazione cutanea);
diuretica (facilita il rilascio dell'urina);
ipoglicemica (diminuisce il glucosio nel sangue).
Cucina
Di questa pianta per scopi alimentari vengono usate varie parti quali i semi, le radici e le foglie. Le radici migliori si ottengono da piante giovani e normalmente vengono sbucciate; se arrostite possono essere un buon surrogato del caffè. Le foglie, sempre giovanili, sono usate sia cotte che crude. I fusti vengono usati dopo aver tolto la scorza esterna.[25]
Giardinaggio
Questa pianta può essere coltivata in terreni umidi, ma in posizioni soleggiate. La semina ha più successo se fatta in autunno.
Altri usi
Dalla corteccia interna del fusto si ottiene una fibra usata per produrre della carta artigianale di colore marrone chiaro.[25]
Altre notizie
La Bardana minore in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.55, ISBN88-7621-458-5.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
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