Il senecione dei fossi (nome scientifico Jacobaea erratica (Bertol.) Fourr., 1868) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).[1][2]
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Senecioneae |
Sottotribù | Senecioninae |
Genere | Jacobaea |
Specie | J. erratica |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Senecioneae |
Genere | Jacobaea |
Specie | J. erratica |
Nomenclatura binomiale | |
Jacobaea erratica (Bertol.) Fourr., 1868 | |
Il nome del genere (Jacobaea) potrebbe derivare da due fonti possibili: (1) da San Giacomo (o Jacobus); oppure (2) in riferimento all'isola di S. Jago (Capo Verde).[3] L'epiteto specifico ( erratica) deriva dal termine "erraticus" il cui significato è: errante, di nessun habitat fisso.[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Antonio Bertoloni (1775-1869) e Jules Pierre Fourreau (1844-1871) nella pubblicazione " Annales de la Société Linnéenne de Lyon. Lyons" ( Ann. Soc. Linn. Lyon sér. 2, 16: 404 ) del 1868.[5]
Habitus. L'altezza di queste piante varia al massimo tra 4 - 8 dm. La forma biologica è emicriptofita bienne (H bienn), ossia in generale sono piante erbacee con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e si distinguono dalle altre per il ciclo vitale biennale. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e alcaloidi pirrolizidinici.[6][7][8][9][10][11][12]
Radici. Le radici in genere sono secondarie da rizoma e possono essere fibrose.
Fusto.
Foglie. La lamina delle foglie basali è intera 1 - 2 paia di lacinie divergenti; il lobo apicale è molto più grande dei laterali. Le foglie cauline sono pennatifide con segmenti interi e divergenti in modo obliquo. La superficie delle foglie è ricoperta sparsamente di peli crespi di 0,2 - 0,5 mm.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono composte da più capolini organizzati in brevi formazioni corimbose (il corimbo inizia a metà fusto). Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato. Alla base dell'involucro (la struttura principale del capolino) è presente un calice formato da 1 - 3 brattee fogliacee (chiamate brattee esterne). I capolini sono formati da un involucro, con forme da cilindriche a campanulate o emisferiche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni del raggio e quelli più interni del disco. Le brattee interne, 13 con forme oblunghe e 2 nervature longitudinali, sono disposte in modo embricato di solito su una sola serie e possono essere connate alla base; sono inoltre ricoperte di peli contorti di 0,5 - 1,5 mm, sono presenti anche ghiandole. Il ricettacolo è nudo (senza pagliette a protezione della base dei fiori); la forma è convessa e a volte è alveolato. Diametro dei capolini: 30 mm. Dimensione delle brattee interne: 0,6 x 4 mm.
Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati e zigomorfi) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi e actinomorfi) sono bisessuali o a volte funzionalmente maschili.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. La forma degli acheni è ellittico-oblunga oppure strettamente oblunga; la superficie è percorsa da diverse coste longitudinali e può essere glabra (specialmente gli acheni dei fiori tubulosi) o con brevi setole. Possono essere presenti delle ali o degli ispessimenti marginali. Non sempre il carpoforo è distinguibile. Il pappo è formato da numerose setole snelle, bianche disposte in serie multiple. Lunghezza degli acheni: 1,5 mm.
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Centro-Europeo / Submediterraneo.
Distribuzione: in Italia questa specie si trova comunemente su tutto il territorio. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei e Carpazi.[16] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo si trova in dalla Penisola Iberica all'Anatolia (compreso il Magreb).
Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono i luoghi umidi e ombrosi. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 1,500 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte quello montano (oltre a quello planiziale).
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[17], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[18] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[19]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][11][10]
Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Senecioninae della tribù Senecioneae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). La struttura della sottotribù è molto complessa e articolata (è la più numerosa della tribù con oltre 1.200 specie distribuite su un centinaio di generi) e al suo interno sono raccolti molti sottogruppi caratteristici le cui analisi sono ancora da completare. Il genere di questa voce, insieme al genere Bethencourtia, forma un un "gruppo fratello" e si trova, da un punto di vista filogenetico, in una posizione abbastanza centrale della sottotribù.[11]
I caratteri distintivi per le specie del genere Jacobaea sono:[12]
La specie di questa voce (J. erratica) secondo alcuni studi fatti all'inizio di questo nuovo millennio[20] fu assegnata alla sezione Jacobaea (Mill.) Dumort. del genere Senecio; in seguito fu trasferita definitivamente al genere Jacobaea.[2]
All'interno del genere Jacobaea la specie di questa voce appartiene al "Complesso Jacobeae erucifolia" composto dalle seguenti specie:
Caratteristiche principali del gruppo: il portamento è erbaceo, generalmente pubescente, perenne o bienne (ma anche suffruticoso) con altezze di 2 - 12 dm; le foglie sono pennatifide con superfici verdi o tomentoso-biancastro; i capolini sono organizzati in ampi corimbi; l'involucro ha 1 - 12 brattee esterne e 10 e più brattee interne; i fiori ligulati sono 10 - 12 e colorati di giallo.
La specie Jacobaea erratica è individuata dai seguenti caratteri specifici:[12]
Il numero cromosomico della specie è 2n = 40.[12]
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
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