Il Senecione a foglie lunghe (nome scientifico Tephroseris longifolia (Jacq.) Griseb. & Schenk, 1852) è una pianta erbacea, perenne a fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
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Senecione a foglie lunghe
Tephroseris longifolia subsp gaudinii (Senecione di Gaudin)
Il nome generico potrebbe derivare dal termine greco”tephros” (= color della cenere) in riferimento alle foglie un po' tomentose e un po' ragnatelose e spesso grigiastre.[1] Il termine specifico (”longifolia”) fa riferimento alle sue lunghe foglie (anche questa è una caratteristica tipica delle specie di questa voce).
Il binomio scientifico è stato proposto inizialmente dal medico, chimico e botanico olandese Nikolaus Joseph von Jacquin (1727 -1817) e perfezionato inseguito dai botanici tedeschi August Heinrich Grisebach (1814 – 1879) e Joseph August Schenk (1815 – 1891) in una pubblicazione del 1852.
Descrizione
Il portamento (subsp. gaudinii) Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 18/06/2008
(La seguente descrizione è relativa alla specie Tephroseris longifolia s.l.; per i dettagli delle varie sottospecie vedere più avanti.)
L'altezza di queste piante varia da 2 a 9 dm. La forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve; hanno inoltre le foglie disposte a formare una rosetta basale. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e alcaloidi pirrolizidinici[2]
Radici
Le radici sono secondarie.
Fusto
La parte aerea del fusto è eretta con superficie striato-angolosa. La ramosità di tipo corimboso è verso l'alto.
Foglie
Le foglie
Le foglie sono di due tipi: basali e caulinari. Quelle basali formano una rosetta. La lamina è ovata (o largamente lanceolata) e generalmente crenata. Le foglie sono picciolate. Quelle caulinari hanno una lamina di tipo lanceolato allungata ma anche ovata con base cordata. Le nervature sono pennate. Il margine è intero o dentato o seghettato. Le superiori sono semiamplessicauli. Il picciolo di quelle inferiori non è alato. Dimensioni delle foglie basali: larghezza 2 –3cm; lunghezza 3 – 6cm. Dimensioni delle foglie caulinari: larghezza 2 –3cm; lunghezza 6 – 10cm.
Infiorescenza
Infiorescenza (subsp. gaudinii) Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni", Pian Cansiglio, Tambre d'Alpago (BL), 1000 m s.l.m. - 16/06/2010
L'infiorescenza è formata da alcuni capolini in formazione corimbosa che normalmente sovrastano l'apparato fogliare. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a coppa composto da circa 13-21 squame lineari disposte su un unico rango e tutte uguali fra loro, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano e nudo (senza pagliette)[3] sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati gialli e quelli interni tubulosi di colore giallo aranciato. Diametro dei capolini: 2 – 4cm. Diametro dell'involucro: 6 – 8mm. Lunghezza delle squame: 8 – 12mm.
Fiore
I fiori sono zigomorfi e tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: la parte inferiore dei petali è saldata insieme e forma un tubo; in particolare quelli del disco centrale (tubulosi) hanno delle fauci dilatate a cinque lobi, mentre nei fiori periferici (ligulati) il tubo termina con un prolungamento nastriforme terminante più o meno con cinque dentelli. Lunghezza dei fiori ligulati: 10 – 13mm.
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido. Le branche stilari sono sub-cilindriche, troncate e con un ciuffo di peli alla sommità.[3] Le ramificazione (dello stilo) consistono in linee stigmatiche marginali (i recettori del polline).[2] L'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concrescenti e contenente un solo ovulo.
Fioritura: da (maggio) giugno a luglio (agosto).
Frutti
I frutti sono degli acheni cilindrici e glabri (o con singoli peli). Sono inoltre provvisti di un pappo biancastro.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Sistematica
La famiglia di appartenenza della Tephroseris longifolia (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[5] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[6]). Il genere Tephroseris (Rchb.) Rchb. contiene 30 - 40 specie distribuite in tutto il mondo (Europa – Asia – America del nord) ma con habitat in preferenza situati in zone temperate. La quasi totalità delle specie di queste genere derivano dal genere Senecio (Sandro Pignatti nella ”Flora d'Italia” le considera ancora come Gruppo di Senecio gaudinii all'interno del genere Senecio). Si distinguono soprattutto per le squame dell'involucro: sono presenti solamente le squame interne, allungate e disposte su una sola serie (sono assenti quindi le squame esterne); anche l'infiorescenza è abbastanza caratteristica: è di tipo corimboso-ombrelliforme con una ramosità breve e posizionata molto in alto.
Il numero cromosomico di T. longifolia è: 2n = 48.[7]
Variabilità
Per questa specie sono riconosciute 4 sottospecie presenti in Italia qui sotto descritte:[8][9][10]
Altra sottospecie riconosciuta ma non presente in Italia:[11]
Tephroseris longifolia subsp. moravica Holub, 1979 (si trova nella Repubblica Ceca e nella Repubblica Slovacca).
Sottospecie brachychaeta
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[9])
nome comune: Senecione toscano;
altezza media delle piante: 3–6 dm;
questa piante alla fioritura sono densamente lanose per peli con uno stilo di 5-8 cellule che si riducono a 2-4 dopo la perdita apicale (sferza) dello stilo;[10]
foglie: le due facce si presentano discolori: la pagina inferiore alla fioritura si presenta con una lanosità persistente (sono glabrescenti nella parte superiore); il bordo è dentato con una dentatura profonda ma regolare; le foglie radicali sono più o meno erette; la lamina è ovata con base troncata; dimensione della lamina: larghezza 4–6cm; lunghezza 8–10cm; il picciolo è maggiore della lunghezza della lamina della foglia;
capolino: il peduncolo del capolino è poco lanoso, quasi subglabro;
involucro: per ogni involucro il numero delle squame è più o meno 21 e sono colorate di verde;
fiori: i fiori ligulati sono gialli;
frutti: gli acheni sono densamente irsuti con pappo breve;
geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico;
habitat: l'habitat tipico di questa sottospecie sono le selve e i prati; si trova anche nei margini boschivi (ma raramente penetra nel bosco vero e proprio);
distribuzione: in Italia si trova nella parte settentrionale degli Appennini (è esclusa completamente dalle Alpi[10]); è considerata una sottospecie rara;
distribuzione altitudinale: queste piante si trovano da 700 a 1800 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e in parte quello montano;
Sottospecie gaudinii
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[9] – Distribuzione alpina[12])
basionimo: Cineraria tenuifolia Gaudin, 1829
nome comune: Senecione di Gaudin, Senecio a foglie sottili, (DE) Schweizer Greiskraut, (FR) Tephroséris à feuilles minces;
altezza media delle piante: 3 – 8 dm;
questa piante alla fioritura sono ispide per setole pluricellulari (ossia peli con stilo formato da 8-10 cellule sovrapposte – dopo la caduta dell'apice rimangono 6-8 cellule che formano una breve setola[10]);
foglie: le due facce delle foglie si presentano con una lanosità più o meno densa; quelle basali sono erette e profondamente crenate (o dentate) con lamina ottusa alla base; quelle cauline sono invece dentate; il picciolo delle foglie radicali in genere è più lungo della lamina della foglia stessa;
capolino: il peduncolo del capolino alla fioritura è bianco-lanoso; diametro del capolino: 20 – 30mm;
involucro: le squame sono grigio-tomentose e non sono arrossate all'apice; per ogni involucro il numero delle squame è più o meno 13;
fiori: i fiori ligulati sono gialli (sono aranciati prima dell'antesi); normalmente per ogni capolino sono presenti fino a 20 fiori ligulati;
frutti: gli acheni sono pelosi;
geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico – Est Alpico o anche Orofita - Sud Est Europeo;
habitat: l'habitat tipico di questa sottospecie sono i pendii aridi e le boscaglie; ma anche i riposi del bestiame, prati e pascoli mesofili, megaforbieti e popolamenti a felci; il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
distribuzione: in Italia si trova solamente al nord nelle Alpi (comune a oriente, più raro a occidente); fuori dall'Italia (sempre nelle Alpi) si trova in Svizzera (cantone dei Grigioni) e Austria (Länder del Tirolo Orientale, Salisburgo, Carinzia e Austria Superiore); sugli altri rilievi europei si trova nei Pirenei, Alpi Dinariche e Carpazi;[12]
distribuzione altitudinale: queste piante si trovano da 1000 a 2300 ms.l.m. (raramente scendono fino ai 200 ms.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e in parte quello montano;
dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale[12]:
Formazione: comunità delle macro- e megaforbie terrestri.
Classe: Molinio-Arrhenatheretea.
Ordine: Arrhenatheretalia elatioris.
Alleanza: Triseto-Polygonion bistortae.
Sottospecie longifolia
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[9] – Distribuzione alpina[12])
basionimo: Cineraria longifolia Jacq, 1774
nome comune: Senecione dell'Ovir, Senecio a foglie lunghe, (DE) Langblättriges Greiskraut, (FR) Tephroséris à longues feuilles;
altezza media delle piante: 2 – 6 dm;
queste piante alla fioritura sono ispide per setole pluricellulari (ossia peli con stilo formato da 8-10 cellule sovrapposte – dopo la caduta dell'apice rimangono 6-8 cellule che formano una breve setola[10]);
foglie: le due facce delle foglie si presentano con una lanosità più o meno densa; quelle basali sono erette e profondamente crenate (o dentate) con lamina ottusa alla base; quelle cauline sono invece dentate; il picciolo delle foglie radicali in genere è più lungo della lamina della foglia stessa;
capolino: il peduncolo del capolino è verde e sparsamente peloso; diametro del capolino: 30 – 40mm;
involucro: le squame sono grigio-tomentose e non sono arrossate all'apice; per ogni involucro il numero delle squame è più o meno 21;
fiori: i fiori ligulati sono gialli;
frutti: gli acheni sono completamente glabri;
geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico - Est Alpino - Dinarico;
habitat: l'habitat tipico di questa sottospecie sono i prati aridi montani; ma anche le vallette nivali, le zone ad arbusteti meso-termofili, megaforbieti e popolamenti a felci; il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
distribuzione: in Italia si trova ma raramente solamente nella parte orientale (provincia di Gorizia e di Trieste); fuori dall'Italia (sempre nelle Alpi) si trova in Austria (Länder del Salisburgo, Carinzia, Stiria, Austria Superiore, Austria Inferiore) e in Slovenia; sugli altri rilievi europei si trova nelle Alpi Dinariche;[12]
distribuzione altitudinale: queste piante si trovano da 200 a 1800 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino, montano e in parte quello collinare;
dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]
Formazione: comunità delle macro- e megaforbie terrestri.
Classe: Trifolio-Geranietea sanguinei.
Ordine: Origanetalia vulgaris.
Sottospecie pseudocrispa
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[9] – Distribuzione alpina[12])
basionimo: Senecio alpestris var. pseudocrispus Fiori, 1903
nome comune: Senecione di Cividale, (DE) Cividale-Greiskraut, (FR) Tephroséris de Cividale;
altezza media delle piante: 3 – 9 dm;
questa piante sono subglabre con sparsi peli ragnatelosi (i peli sono del tipo con stilo formato da 8-10 cellule sovrapposte – dopo la caduta dell'apice rimangono 6-8 cellule che formano una breve setola[10]);
foglie: la superficie delle foglie è in genere subglabra; quelle basali sono erette con lamina da ovato-cordata a cordata e bordi dentati, alla base la lamina è ottusa quasi troncata; quelle cauline sono invece dentato-seghettate;
capolino: i peduncoli dei capolini sono allungatissimi (6 – 15cm); diametro del capolino: 25– 35mm;
involucro: le squame sono completamente verdi e subglabre alla fioritura; per ogni involucro il numero delle squame è più o meno 21;
fiori: i fiori ligulati sono gialli;
frutti: gli acheni sono più o meno ispidi (o pelosi);
geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Subendemico;
habitat: l'habitat tipico di questa sottospecie sono i prati aridi e le boscaglie; ma anche presso le sorgenti e le cadute d'acqua, bordi dei ruscelli, prati e pascoli igrofili, megaforbieti e popolamenti a felci; il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
distribuzione: in Italia si trova solamente nella parte orientale (Friuli orientali); fuori dall'Italia (sempre nelle Alpi) si trova in Austria (Länder della Carinzia e Stiria) e in Slovenia; sugli altri rilievi europei si trova nelle Alpi Dinariche;[12]
distribuzione altitudinale: queste piante si trovano da 100 a 1000 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e montano;
dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]
Formazione: comunità delle macro- e delle megaforbie terrestri.
Classe: Mulgedio-Aconitetea.
Ordine: Calamagrostietalia villosae.
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[10][12][13][14]
Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp.171-189. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.173, ISBN88-7621-458-5.
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