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Il Senecio crespo (nome scientifico Tephroseris crispa (Jacq.) Rchb., 1842) è una pianta erbacea, perenne a fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.

Come leggere il tassobox
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Senecio crespo
Tephroseris crispa
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi II
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Senecioneae
Sottotribù Tussilagininae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Senecioneae
Genere Tephroseris
Specie T. crispa
Nomenclatura binomiale
Tephroseris crispa
(Jacq.) Rchb., 1842

Etimologia


Il nome generico potrebbe derivare dal termine greco ”tephros” (= color della cenere) in riferimento alle foglie un po' tomentose e un po' ragnatelose e spesso grigiastre.[1] Il termine specifico (”crispa”) deriva dal latino e significa "arricciato o ondulato" in riferimento ai bordi delle foglie (anche questa è una caratteristica tipica delle specie di questa voce).[2]
Il binomio scientifico è stato proposto inizialmente dal medico, chimico e botanico olandese Nikolaus Joseph von Jacquin (1727 -1817) e perfezionato inseguito dal botanico, ornitologo e illustratore tedesco Ludwig Reichenbach (1793 – 1879) nella pubblicazione ”Flora Sassone” del 1842.[3]


Descrizione


Portamento
Portamento

L'altezza di queste piante varia da 2 a 6 dm (massimo 10 dm). La forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve; hanno inoltre le foglie disposte a formare una rosetta basale. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e alcaloidi pirrolizidinici[4] Alla fioritura sono glabre (o con pochi peli sparsi di tipo ragnateloso). Prima delle fioritura sono provviste di peli con sferza di circa 5 – 8 cellule; alla caduta della sferza i peli si riducono a 2 – 4 cellule.[5]


Radici


Le radici sono secondarie.


Fusto


La parte aerea del fusto è eretta con superficie striato-angolosa. La ramosità di tipo corimboso è verso l'alto.


Foglie


Le foglie sono di due tipi: basali e caulinari. Quelle basali formano una rosetta. La lamina è ovata (o largamente lanceolata) e generalmente crenata. Sono picciolate (il picciolo è lungo 0,7 – 2 volte la lunghezza della lamina). Le foglie caulinari hanno una lamina di tipo lanceolato allungata (o lineare) con base cordata. Le nervature sono pennate. Il margine è intero o dentato o seghettato. Le superiori sono semiamplessicauli. Il picciolo di quelle inferiori non è alato. Dimensioni delle foglie basali: larghezza 2 –3 cm; lunghezza 3 – 6 cm. Dimensioni delle foglie caulinari: larghezza 2 –3 cm; lunghezza 6 – 10 cm.


Infiorescenza


Infiorescenza
Infiorescenza

L'infiorescenza è formata da alcuni capolini in formazione corimbosa che normalmente sovrastano l'apparato fogliare. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae : un peduncolo sorregge un involucro a coppa composto da circa 21 squame lineari disposte su un unico rango e tutte uguali fra loro, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano e nudo (senza pagliette)[6] sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati gialli e quelli interni tubulosi di colore giallo aranciato. Diametro dei capolini: 2 – 3,5 cm. Diametro dell'involucro: 6 – 8 mm. Lunghezza delle squame: 8 – 12 mm. Il colore delle squame, normalmente verde, può essere arrossato all'apice.


Fiore


I fiori sono zigomorfi e tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.

* K 0, C (5), A (5), G 2 (infero)[7]

Frutti


I frutti sono degli acheni cilindrici e glabri (o con singoli peli). Sono inoltre provvisti di un pappo biancastro.


Biologia



Distribuzione e habitat



Fitosociologia


Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[8]:

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Molinio-Arrhenatheretea
Ordine: Molinietalia caeruleae
Alleanza: Calthion palustris

Sistematica


La famiglia di appartenenza della Tephroseris crispa (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[11] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[12]). Il genere Tephroseris (Rchb.) Rchb. contiene 30 - 40 specie distribuite in tutto il mondo (Europa – Asia – America del nord) ma con habitat in preferenza situati in zone temperate. La quasi totalità delle specie di queste genere derivano dal genere Senecio (Sandro Pignatti nella ”Flora d'Italia” le considera ancora come Gruppo di Senecio gaudinii all'interno del genere Senecio). Si distinguono soprattutto per le squame dell'involucro: sono presenti solamente le squame interne, allungate e disposte su una sola serie (sono assenti quindi le squame esterne); anche l'infiorescenza è abbastanza caratteristica: è di tipo corimboso-ombrelliforme con una ramosità breve e posizionata molto in alto.
Il basionimo per questa specie è: Cinerario crispa Jacq., 1774.[9] Altre checklist indicano un Autore diverso: Tephroseris crispa Schur pubblicato in ”Enumeratio Plantarum Transsilvaniae” nel 1866.[13][14]
Il numero cromosomico di T. crispa è: 2n =48.[14]


Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[9]


Altre notizie


Il Senecio crespo in altre lingue viene chiamato nei seguenti modi:


Note


  1. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 2 ottobre 2011.
  2. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 2 ottobre 2011.
  3. EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 2 ottobre 2011.
  4. Judd 2007, pag. 523.
  5. Pignatti 1982, Vol.3 - pag. 120.
  6. Motta 1960, Vol. 3 – pag 694.
  7. Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 22 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  8. Flora Alpina, Vol. 2 - p. 554.
  9. Global Compositae Checklist, su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 3 ottobre 2011.
  10. Conti et al. 2005, pag. 173.
  11. Judd 2007, pag. 520.
  12. Strasburger 2007, pag. 858.
  13. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 3 ottobre 2011.
  14. Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 3 ottobre 2011.

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


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