Settembrino
Astro americano
Astro del Nuovo Belgio
(DE) Neubelgien-Aster
(FR) Aster de la Nouvelle-Belgique
(EN) Michaelmas-daisy
Etimologia
L'etimologia del termine generico (symphyotrichum) deriva da due parole grechesinfisi (= tenere insieme, crescere insieme) e trichos o trichinos (= capelli, un solo capello)[1]. L'epiteto specifico (novi-belgii) indica la zona d'origine del fiore (Nord America).
Il binomio scientifico attualmente accettato (Symphyotrichum novi-belgii) è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, e definito ulteriormente dal botanico L. Guy Nesom (1945 -) nella pubblicazione “Phytologia” nel 1994[2].
Descrizione
Il portamento
Queste piante sono alte da 5 a 15 dm. L'aspetto a volte può essere cespitoso con diversi gambi. La forma biologica è definita come emicriptofita scaposa (H scap): ossia sono piante perennanti per mezzo di gemme al livello del terreno e con asse fiorale non troppo foglioso. Non è una pianta vischiosa (come invece lo è la simile Symphyotrichum novae-angliae).
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in un sottile rizoma stolonifero di colore rosso bruno.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è dritta, da robusta a sottile, arrossata, ramificata con diversi capolini terminali; la parte bassa spesso è legnosa e sub-glabra, mentre quella alta è pubescente (ma non con peli ghiandolari).
Foglie
Foglie basali: il colore delle foglie è verde scuro a consistenza membranosa, quasi carnosa un po' rigida; i margini sono sottili, interi (o debolmente crenulati); l'apice è mucronato; la superficie è più o meno pubescente (o sub-glabra) con tre nervi; la forma è da lanceolata (4 – 10 volte più lunghe che larghe) a ovata e sono disposte in modo patente e sub-sessile (quelle più basali sono picciolate con picciolo alato).
Foglie cauline: le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno, sono simili a quelle inferiori ma più ridotte (le foglie dei rami sono ancora più piccole) e con base allargata (cuoriforme); sono sessili e inoltre sono amplessicauli.
L'infiorescenza è composta da diversi capolini (da 10 a 20 e più) peduncolati, con la forma di una margherita. La disposizione dei capolini è su più rami divaricati con diverse brattee (1 - 3) a forma lanceolata. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: il peduncolo sorregge un involucro conico (o campanulato o emisferico) composto da diverse squame che fanno da protezione al ricettacolo nudo e piano nella parte terminale sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: i fiori esterni ligulati, e i fiori centrali tubulosi. In particolare quelli periferici sono femminili e sono disposti su un'unica circonferenza[3] (da 15 a 35) ed hanno una corolla ligulata con la ligula molto allargata, sono fertili e lo stimma è molto evidente; quelli interni, tubulosi, sono altrettanto numerosi (da 28 a 68) e sono ermafroditi. Le squame dell'involucro, a disposizione embricata su più serie (da 3 a 4), sono tutte molto simili tra di loro (a forma oblungo-lanceolata), differiscono solamente per la dimensione (quelle esterne sono lunghe la metà di quelle interne). Lunghezza dei peduncoli: 4 – 41mm. Diametro dei capolini: 2,5 – 3cm. Diametro degli involucri: 6 – 9mm.
Fiore
I fiori sono zigomorfi (quelli periferici ligulati) e attinomorfi(quelli centrali tubolosi). Entrambi sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi)[4].
Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame quasi inesistenti.
Corolla: i petali della corolla sono 5; i fiori di tipo tubuloso sono saldati a tubo e terminano in cinque dentelli (o lacinie) appena visibili (1 – 1,5mm), quelli ligulati sono saldati a tubo nella parte basale e si prolungano in una ligula nastriforme lanceolata o quasi lineare. I fiori periferici (ligulati) sono colorati di violetto-porpora quasi scolorito; quelli centrali (tubulosi) sono giallo-arancio. Dimensione delle ligule: larghezza 0,9 – 2,1mm; lunghezza 10 – 19mm. Lunghezza dei fiori tubulosi: 4 – 7,5mm.
Androceo: gli stami (5) hanno delle antere arrotondate alla base; sono saldate e formano una specie di manicotto avvolgente lo stilo.
Gineceo: i carpelli sono due e formano un ovario bicarpellare infero uniloculare. Lo stilo è unico, appiattito e terminante in uno stigma bifido con appendici sterili e brevi peli[6].
Fioritura: da agosto a novembre.
Frutti
Il frutto è un achenio sormontato da un pappo setoloso e di colore biancastro-giallo con 4 – 6 nervi longitudinali. La forma è oblunga. Dimensione dell'achenio: 2 – 4mm. Lunghezza del pappo: 4 – 6mm.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione
regionale[7] – Distribuzione alpina[8])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Nordamericano.
Distribuzione: in Italia questa specie è distribuita al nord, ma nella maggior parte è coltivata per ornamento[9] e se si trova spontanea viene considerata esotica naturalizzata[7]. Nelle Alpi è ovunque presente sia a nord dei confini italiani che a sud (a parte alcune zone occidentali come Valle d'Aosta e Piemonte). Sui rilievi europei è presente a occidente, ma non a oriente (manca nelle Alpi Dinariche, Monti Balcani e Carpazi)[8]. È comune nel Nord America.
Habitat: l'habitat tipico di queste piante sono le zone umide (pozze, rive, stagni e paludi), ambienti ruderali, bordi dei sentieri, strade sterrate, scarpate, megaforbieti collinari, popolamenti a felci e zone boschive (pioppeti, ontaneti e frassineti ) e naturalmente coltivi ornamentali. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 800 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[8]:
Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Filipendulo-Convolvuletea
Ordine: Convolvuletalia
Alleanza: Convolvulion sepium
Sistematica
La famiglia di appartenenza del Symphyotrichum novi-belgii (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[10] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[11]). Il genere Symphyotrichum Nees comprende circa 90 specie distribuite soprattutto nel Nord America delle quali 8 sono spontanee della flora italiana.
La posizione tassonomica di questo fiore è in via di sistemazione. Dopo gli studi filogenetici di questi ultimi anni fatti sul genere Aster (genere cui questo fiore apparteneva precedentemente) è stato spostato nell'attuale genere (Symphyotrichum). Non tutte le checklist sono state aggiornate e alcune mantengono ancora la vecchia denominazione (Aster novi-belgii).
Il basionimo per questa specie è: Aster novi-belgii L. (1753)[12]
Il numero cromosomico di S. novi-belgii è: 2n = 48[13].
Varietà e forme
Symphyotrichum novi-belgii è considerata una specie variabile morfologicamente; la variabilità sembra avere all'origine delle cause sia ambientali che genetiche. Le principali varietà sono state individuate soprattutto nell'America del Nord; l'elenco seguente descrive alcune di queste varietà (non presenti in Italia)[13]:
var. villicaule (A. Gray) Labrecque & Brouillet (1997): i gambi sono densamente e uniformemente irsuti;
le seguenti varietà si presentano con i gambi sub-glabri:
var. crenifolium (Fernald) Labrecque & Brouillet (1997) : le piante sono più robuste e di aspetto compatto:
var. novi-belgii: è la stirpe più comune;
var. elodes (Torrey & A. Gray) GL Nesom (1995): le foglie sono lineari-lanceolate (più di 10 vole più lunghe che larghe).
Ibridi
Sandro Pignatti nella sua “Flora d'Italia” segnala un ibrido sub-spontaneo sfuggito alla coltivazione:
Aster x versicolor Willd. - Ibrido tra Aster laevis L. (ora Symphyotrichum laeve (L.) A. Löve & D. Löve) e Aster novi-belgii: può raggiungere altezze di 2 metri; le foglie mediane sono più larghe (2,5 – 5 volte più lunghe che larghe); il colore dei fiori ligulati è blu-violetto. Attualmente alcune checklist botaniche includono questa entità tra i sinonimi della specie di questa voce[14].
In America, nella parte occidentale di Terranova è stato osservato un altro ibrido[13]:
Symphyotrichum × subgeminatum (Fernald) GL Nesom - Ibrido con S. ciliolatum.
Altri ibridi sono possibili (sempre in America del Nord) con la specie S. anticostense (L. e J. Brouillet Labrecque (1987).
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. La tabella seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Aster brumalis Nees
Aster crenifolius (Fernald) Cronquist var. arcuans (Fernald) Cronquist (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Aster floribundus Willd.
Aster foliaceus Lindley var. arcuans Fernald (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Aster foliaceus var. sublinearis Griscom & R. J. Eaton (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Aster johannensis Fernald (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Aster laevigatus Lam.
Aster lanceolatus
Aster longifolius Lamarck (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Aster mutabilis Ait.
Aster novi-belgii L.
Aster novi-belgii subsp. floribundus
Aster novi-belgii Linnaeus subsp. johannensis (Fernald) A. G. Jones (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Aster novi-belgii var. johannensis (Fernald) A. G. Jones (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Aster novi-belgii subsp. laevigatus (Lam.) Thell.
Aster novi-belgii var. rosaceus J. Rousseau (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Aster rolandii Shinners (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Aster salignus
Aster simplex
Aster tradescantii
Aster vaurealis J. Rousseau (sinonimo di Symphyotrichum novi-belgii var. novi-belgii)
Symphyotrichum unctuosum Nees (1832)
Specie simili
L'elenco seguente indica alcuni fiori simili all'Astro settembrino (a fianco sono indicate alcune caratteristiche utili a distinguerli da quelli di questa voce).
Symphyotrichum novae-angliae (L.) GL Nesom - Astro della Nuova Inghilterra: i capolini hanno un diametro maggiore e sono presenti dei peli ghiandolari.
Aster amellus L. - Astro di Virgilio: la foglie basali sono picciolate, l'infiorescenza è più raccolta nella parte terminale del fusto e i capolini sono più grandi.
Aster alpinus L. - Astro alpino: è simile solamente nell'infiorescenza, altrimenti è una pianta molto più piccola.
Usi
L'impiego maggiore di questa pianta è nel giardinaggio e nel relativo commercio. Diversi cultivar sono stati ottenuti da varietà (o forme) particolarmente interessanti da un punto di vista ornamentale, come ad esempio[13]:
forma novibelgii
forma albiflorus (Victorin) J. Rousseau
forma roseus EL Rand & Redfield
L'Astro settembrino necessita di abbondanti innaffiature; è un fiore ornamentali che abbellisce aiuole e giardini, anche in periodi come il finire dell'estate. Vive tranquillamente a mezz'ombra e alcune varietà necessitano di sostegno.
È pianta molto visitata dalle api per il polline ed è importante per la sua fioritura autunnale, quando non vi sono più molti fiori.
Note
Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 5 gennaio 2011.
Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 5 gennaio 2011.
Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009. URL consultato il 2 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.172, ISBN88-7621-458-5.
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