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Il fiordaliso maggiore (nome scientifico Rhaponticoides alpina (L.) M.V. Agab. & Greuter, 2003) è una pianta erbacea, angiosperma dicotiledone, perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Come leggere il tassobox
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Fiordaliso maggiore
Rhaponticoides alpina
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Carduoideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Centaureinae
Infratribù Plectocephalus Group
Genere Rhaponticoides
Specie R. alpina
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cardueae
Sottotribù Centaureinae
Genere Rhaponticoides
Specie R. alpina
Nomenclatura binomiale
Rhaponticoides alpina
(L.) M.V. Agab. & Greuter, 2003
Nomi comuni

Centaurea alpina


Etimologia


Il nome del genere di questo fiore è formato da due parole: dal nome del genere botanico Rhaponticum e dalla parola greca ”eidos” (= simile a, somigliante a), quindi è una pianta che più o meno è simile a quelle del genere Raphonticum; mentre L'epiteto specifico (alpina) fa riferimento all'areale tipico di questi fiori.
Il binomio scientifico attualmente accettato ( Rhaponticoides alpina ) è stato proposto prima da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi e poi perfezionato dal botanico Mariam V. Agababjan (1964 - ) e dal botanico svizzero Werner Rodolfo Greuter (1938 -) nella pubblicazione ”Willdenowia. Mitteilungen aus dem Botanischen Garten und Museum Berlin-Dahlem. Berlino-Dahlem – 33(1): 60” del 2003.[3]


Descrizione


Il portamentoLocalità: Giardino Botanico delle Alpi Orientali, Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m. – 13/08/2007
Il portamento
Località: "Giardino Botanico delle Alpi Orientali", Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m. – 13/08/2007

L'altezza di queste piante varia da 6 a 9 dm. La forma biologica è emicriptofita scaposa ("H scap"), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di (o con poche) foglie. Tutta la pianta è glabra.[4][5][6][7][8][9][10]


Radici


Le radici sono secondarie da rizoma.


Fusto


La parte aerea del fusto è eretta e glabra; un poco ramosa verso l'alto. La sezione si presenta debolmente angolosa.


Foglie


Le foglie inferiori sono formate da diversi segmenti (da 20 a 50) lanceolato-lineari (la lamina è divisa fino al rachide); il bordo dei segmenti può essere seghettato o dentellato, oppure tri-forcato o in generale pennatosetto. I dentelli hanno un apice cartilagineo uncinato. Le foglie superiori sono strettamente lanceolate. Lunghezza delle foglie inferiori: 12 – 30 cm. Dimensione dei segmenti: larghezza 7 – 9 mm; lunghezza 50 – 80 mm.


Infiorescenza


L’involucroLocalità: Giardino Botanico delle Alpi Orientali, Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m. – 13/08/2007
L’involucro
Località: "Giardino Botanico delle Alpi Orientali", Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m. – 13/08/2007

Le infiorescenze sono composte da capolini lungamente peduncolati. I capolini sono formati da un involucro composto da diverse squame disposte in modo embricato al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. La forma dell'involucro è campanulata (alla base è piriforme). Le squame hanno una consistenza erbacea con margini di 0,1 – 0,2 mm strettamente membranosi (le squame non sono provviste di appendice, di ciglia o di spine). Diametro dell'involucro: 20 – 25 mm. Diametro dell'infiorescenza: 30 – 50 mm.


Fiore


I fiori tubulosiLocalità: Giardino Botanico delle Alpi Orientali, Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m. – 13/08/2007
I fiori tubulosi
Località: "Giardino Botanico delle Alpi Orientali", Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m. – 13/08/2007

I fiori sono tutti del tipo tubuloso[11] (il tipo ligulato, i fiori del raggio, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono ermafroditi (in particolare quelli centrali), tetra-ciclici (sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi).

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[12]

Frutti


I frutti sono degli acheni con pappo. Il colore dell'achenio è scuro come pure il pappo. Lunghezza dell'achenio: 6 mm; lunghezza del pappo: 4 mm.


Biologia



Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta(Distribuzione regionale[15] – Distribuzione alpina[16])
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[15] – Distribuzione alpina[16])

Fitosociologia


Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]

Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche;
Classe: Festuco-Brometea
Ordine: Brometalia erecti
Alleanza: Seslerio-Xerobromion

Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1]

La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Centaureinae è una di queste).[21][22][23][24]

Il genere Rhaponticoides è rappresentato da 33 specie[8], tre delle quali fanno parte della flora spontanea italiana.


Filogenesi


La R. alpina appartiene al gruppo delle centauree dall'involucro con squame appuntite senza appendice (in base alla suddivisione proposta da Pignatti, quando questa specie apparteneva al genere Centaurea[25]). Gli altri gruppi hanno (1) le squame terminati in spine, (2) squame con appendice decorrente, (3) squame con appendice separata da una strozzatura. Questa suddivisione comunque è priva di valore tassonomico ma puramente di comodo dato il grande numero di specie spontanee di Centaurea e altri generi affini come Rhaponticoides presenti sul territorio italiano. In base a recenti ricerche il genere Rhaponticoides è stato inseito nel gruppo tassonomico informale denominato "Plectocephalus Group".[23]
Il numero cromosomico di R. alpina è: 2n = 30.[10][26]
Il basionimo per questa specie è: Centaurea alpina L., 1753.[3]


Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]

  • Centaurea alpina L., 1753
  • Centaurea baldensis'' Pers.

Specie simili


Il colore giallo della corolla dei fiori di questa pianta è in comune con specie di altri generi ma della stessa sottotribù (Centaureinae):

  • Centaurea collina L. - Fiordaliso dei colli: appartiene al gruppo delle centauree con squame con appendice decorrente ma senza spine.
  • Centaurea dichroantha Kerner - Fiordaliso giallo-roseo: appartiene al gruppo delle centauree con squame terminanti con brevi spine.
  • Centaurea rupestris L. - Fiordaliso giallo: appartiene al gruppo delle centauree con squame terminanti anche per questa specie con spine (ma brevi).
  • Centaurea solstitialis L. - Centaurea del solstizio: si distingue da tutte le altre specie per le lunghe e robuste spine dell'involucro.

Altre notizie


La centaurea alpina in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:


Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 1º marzo 2021.
  3. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 12 settembre 2012.
  4. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 178.
  5. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. Strasburger 2007, pag. 860.
  7. Judd 2007, pag.517.
  8. Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 140.
  9. Funk & Susanna 2009, pag. 303.
  10. Pignatti 2018, vol.3 pag.975.
  11. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 172.
  12. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  13. Motta 1960, Vol. 1 - pag. 314.
  14. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  15. Conti et al. 2005, pag. 152.
  16. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 596.
  17. EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 13 settembre 2012.
  18. Judd 2007, pag. 520.
  19. Strasburger 2007, pag. 858.
  20. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  21. Funk & Susanna 2009, pag. 296.
  22. Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 126.
  23. Barres et al. 2013.
  24. Herrando et al. 2019.
  25. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 174.
  26. Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 13 settembre 2012.

Bibliografia



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