La Canapicchia norvegese (nome scientifico Gnaphalium norvegicumGunn., 1772) è una pianta erbacea perenne dalle infiorescenze cotonose appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il termine generico (gnaphalium) deriva dalla parola greca“gnaphalon” e significa “ciuffo di lana” in riferimento all'aspetto lanoso di queste piante. Il termine specifico (norvegicum) si riferisce alle zone dei primi ritrovamenti della specie.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Gnaphalium norvegicum) è stato proposto dal vescovo e botanico norvegese Johan Gunnerus Ernst (1718 – 1773) nella pubblicazione ”Flora Norvegica” del 1772[1].
Descrizione
Descrizione delle parti della piantaIl portamento
Sono piante alte da 10 a 30cm e possiedono una lanosità cotonosa sparsa su tutta la superficie (fusto, foglie e infiorescenza) che dona loro un colore bianchiccio-grigiastro. La forma biologica è emicriptofta scaposa (H scap), sono piante erbacee perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso con poche foglie. Queste piante sono considerate monoiche in quanto i capolini contengono fiori femminili esternamente e fiori ermafroditi (e quindi anche maschili) centralmente[2].
Radici
Le radici sono secondarie da fittone.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea è fittonante.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente e semplice.
Foglie
Le foglie
Le foglie sono disposte in modo alterno lungo il caule, sono intere (con margini crenati) e sessili. Quelle medie sono più lunghe dell'infiorescenza stessa. La forma è lineare-spatolata con apice acuto. Sopra sono sparsamente tomentose, mentre sono bianche di sotto. La superficie è trinervia. Dimensione delle foglie medie: larghezza 20mm; lunghezza 40 – 60mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da numerosi capolini conici e fascicolati disposti lungo l'infiorescenza e mai riuniti o aggregati ma isolati in racemo o pannocchia. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: esternamente si ha un involucro composto da diverse squame scariose che fanno da protezione al ricettacolo nudo (senza pagliette) sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: i fiori esterni ligulati (assenti in questo caso), e i fiori centrali tubulosi. In particolare quelli periferici sono la maggioranza femminili, filiformi (non crescono all'ascella di una squama dell'involucro come in altri generi simili); quelli interni, tubulosi, sono pochi (3 - 4) e sono ermafroditi. Le squame (chiamate anche brattee) sono disposte su 3 – 4 serie e sono chiazzate di nero. Dimensione dei capolini: larghezza 2mm; lunghezza 5 – 6mm.
Fiore
I fiori sono attinomorfi. Sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi)[3].
Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame quasi inesistenti.
Corolla: i petali della corolla sono 5; i fiori di tipo tubuloso sono saldati a tubo e terminano in cinque denti, quelli periferici sono saldati a tubo nella parte basale e si prolungano in un filamento lineare. I fiori sono colorati di giallastro.
Androceo: gli stami (5) hanno delle antere acute e caudate alla base; sono saldate e formano una specie di manicotto avvolgente lo stilo[5]. I granuli pollinici possiedono uno strato basale spesso e regolarmente perforato[6].
Gineceo: i carpelli sono due e formano un ovario bicarpellare infero uniloculare. Lo stilo è unico con linee stigmatiche marginali[6], appiattito (senza appendici) e terminante in uno stigma bifido.
Fioritura: da giugno a settembre.
Frutti
I frutti sono degli acheni con un pappo formato da setole biancastre capillari (e non clavate come in altri generi affini). Dimensione degli acheni: 1,5mm. Lunghezza del pappo: 3mm.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[7] – Distribuzione alpina[8])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Artico-Alpino (Europeo) o anche secondo altri testi Eurosiberiano / Nord Americano.
Distribuzione: in Italia questa specie è presente soprattutto nelle Alpi, ma è considerata rara. È ugualmente presente nel resto delle Alpi (oltreconfine). Sugli altri rilievi europei si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio Centrale, Pirenei, Alpi Dinariche, Monti Balcani e Carpazi.
Habitat: l'habitat tipico di questa pianta sono i sentieri boschivi e le schiarite forestali; ma anche nelle praterie rase subalpine e alpine, i megaforbieti, ontaneti e i saliceti subalpini. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1200 fino a 2300 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e alpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[8]:
Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Mulgedio-Aconitetea
Ordine: Calamagrostietalia villosae
Sistematica
La famiglia di appartenenza di Gnaphalium norvegicum (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[9] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[10]).
Il genere di questa specie, nel corso del tempo, è stato decurtato più volte delle specie inizialmente attribuiteli in base ai primi studi morfologici. Leontopodium, Helichrysum, Filago sono alcuni generi le cui specie (non tutte) una volta appartenevano al genere Gnaphalium[11]. Questi problemi tassonomici non sono stati ancora risolti del tutto; ad esempio la specie di questa voce in alcune checklist è indicata con un diverso binomio: Omalotheca norvegica (Gunnerus) Sch.Bip. & F.W.Schultz [12]. Attualmente il genere Gnaphalium comprende 30 - 40 specie delle quali circa una decina sono proprie della flora italiana.
Il numero cromosomico di G. norvegicum è: 2n = 56[1].
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Alcune specie dello stesso genere possono essere confuse con Gnaphalium norvegicum:
Gnaphalium sylvaticum L.: è una specie abbastanza simile a quella di questa voce, si distingue soprattutto per le foglie medie più ridotte rispetto a quelle basali; le squame dell'involucro sono meno scure; inoltre nella flora italiana è una specie più frequente.
Gnaphalium uliginosum L.: l'infiorescenza è più fogliosa (le foglie superiori sono raggianti attorno ai capolini) e i capolini sono più raccolti all'apice dei fusti.
Note
Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 22 gennaio 2011.
Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009. URL consultato il 24 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
Michael O. Dillon: Classification and Phylogeny of the South American Gnaphalieae (Asteraceae), in Arnaldoa, 10(1), 2003, S. 45-60: Gnaphalieae und Neues zu Luciliocline - Online.
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.102, ISBN88-7621-458-5.
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