bio.wikisort.org - Animalia

Search / Calendar

La tigre (Panthera tigris Linnaeus, 1758)[3][4] è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi. È il più grande dei cosiddetti "grandi felini" che costituiscono il genere Panthera (tigre, leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi).

Disambiguazione – "Tigre" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Tigre (disambigua).
Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Tigre
Esemplare di una tigre di Sumatra
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Laurasiatheria
Ordine Carnivora
Sottordine Feliformia
Famiglia Felidae
Sottofamiglia Pantherinae
Genere Panthera
Specie P. tigris
Nomenclatura binomiale
Panthera tigris
Linnaeus, 1758
Areale

Areale storico e attuale della tigre

     Diffusione storica

     Diffusione dall'anno 2006

[2]

È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo. Oltre che dalle dimensioni notevoli, è caratterizzata dalla particolare colorazione del mantello striato che serve a spezzare otticamente la figura dell'animale; il disegno del mantello varia leggermente da sottospecie a sottospecie.[1] Vi sono tuttavia delle varianti al colore del mantello, principalmente nella sottospecie nominale Panthera tigris tigris (tigre indiana "del Bengala"), la più comune tra queste è quella con strisce nere su sfondo bianco.


Etimologia, denominazione e semantica


Il quarzo occhio di tigre richiama il colore dell'iride della tigre.
Il quarzo occhio di tigre richiama il colore dell'iride della tigre.

La parola tigre deriva dal latino tigris, dal greco antico τίγρις tígris, a sua volta d'origine iranica (zendo tiγris, "saetta"[5] avestico tigrā "dardo"[6]).

Il legame col nome del Tigri, proposto già in epoca classica sulla base della velocità del corso del fiume[5], è, secondo Ernout e Meillet, paretimologico[7].

Col nome Felis tigris, è stata una delle molte specie descritte per la prima volta nel XVIII secolo da Linneo nella sua opera Systema Naturae[8].

In zoologia, il termine «tigre» è stato utilizzato per estensione per definire molte specie di grandi felini maculati o a strisce: ad esempio, i termini «tigre d'America», «tigre della Guyana» e «tigre nera» in passato sono stati utilizzati per indicare il giaguaro (Panthera onca)[9], chiamato ancora in molti paesi del Sudamerica e dell'America Centrale «El tigre»[10]. «Gatto tigre» è anche un nome alternativo del gatto giaguaro, noto inoltre con il nome scientifico di Leopardus tigrinus[11].

Molti altri animali hanno un nome composto dalla parola «tigre», dovuta alla caratteristica striatura che li contraddistingue, come lo squalo tigre, la tigre della Tasmania, la zanzara tigre e il serpente tigre.

Anche nel campo dei minerali si riscontra l'utilizzo del nome, come per l'occhio di tigre, una pietra semipreziosa della famiglia dei quarzi.

Il nome viene anche utilizzato in alcune espressioni per indicare una persona aggressiva: ad esempio, si dice che un uomo feroce e spietato sia come una tigre o possa essere «geloso come una tigre»[9][12]. Al contrario, si parla di «tigre di carta» per descrivere qualcosa di spaventoso in apparenza, ma innocuo nella realtà.


Morfologia e anatomia


Lo scheletro della tigre si distingue da quello del leone per la lunghezza degli arti e da quello del leopardo per le dimensioni maggiori.
Lo scheletro della tigre si distingue da quello del leone per la lunghezza degli arti e da quello del leopardo per le dimensioni maggiori.
Cranio, illustrato da N. N. Kondakov.
Cranio, illustrato da N. N. Kondakov.

La tigre è il felino più grande che esista in natura ed è anche uno dei più grandi predatori terrestri, con solo l'orso bruno, l'orso polare e l'orso nero americano capaci di superarne la stazza. Le dimensioni della tigre variano notevolmente da una sottospecie all'altra; infatti, una tigre di Sumatra di sesso maschile non pesa più di 140 kg per 2,3 metri di lunghezza, mentre una tigre siberiana può superare i 300 kg per 3,3 metri di lunghezza o più. Anche l'altezza al garrese della tigre è molto variabile a seconda della sottospecie, da 85 cm a 1,2 m, così come anche la sua lunghezza totale, con la coda, da 2 a 3,7 metri, e il peso, che può variare dai 65 agli oltre 300 kg.

Una tigre vista frontalmente.
Una tigre vista frontalmente.

Le orecchie della tigre, arrotondate, hanno la superficie esterna di colore nero con una macchia bianca al centro. Le pupille sono rotonde; il colore dell'iride varia dall'oro al verde, ma a volte può essere anche azzurro. Il naso è di colore rosa, caratterizzato a volte dalla presenza di macchie nere. Le vibrisse (i cosiddetti «baffi») sono molto folte e poste su un muso corto. La fronte è arrotondata. Il collo è coperto da un pelo fitto e una pelle più spessa, soprattutto nei maschi. I canini della tigre sono i più lunghi tra tutti i felini e possono raggiungere una lunghezza di circa dieci centimetri[13]. Come in tutti i membri del genere Panthera, l'osso ioide è parzialmente ossificato e permette all'animale di ruggire[14].

La tigre siberiana è la sottospecie più grande. Un maschio selvatico ucciso nei pressi del fiume Songhu in Cina nel 1943 misurava 3,50 m e pesava più di 300 kg.[15] Il naturalista russo Vyacheslav Sysoyev descrisse il caso di una tigre siberiana maschio del peso di 384 chilogrammi, che fu uccisa sui monti Sichotė-Alin', territorio della Federazione Russa, nel 1950. Nikolai Baikov, membro onorario della Società per lo Studio del Territorio della Manciuria e dell'Accademia delle Scienze Russa, riportò esemplari della Manciuria che pesavano 390–400 kg.[16]. Lunghezze fino a sedici piedi (4,87 m) e pesi fino a novecento libbre (408 kg) sono stati citati in pubblicazioni rispettabili. Il record della tigre più lunga è detenuto da un maschio siberiano lungo 4,17 m, ucciso nell'Unione Sovietica [15][17] C'è motivo di credere che individui così grandi siano ormai un ricordo del passato a causa della caccia eccessiva delle tigri più grandi e della riduzione delle prede nel tempo. La seconda sottospecie più grande è la tigre del Bengala, il cui record appartiene ad un esemplare ucciso nel 1967 che pesava ben 389 kg[18]. Al giorno d'oggi, la popolazione di tigre siberiana in natura è assai inferiore rispetto a quella del Bengala e si ritiene che abbia sofferto maggiormente il rimpicciolimento genetico della sottospecie (più una specie è perseguitata dai cacciatori e più si rimpicciolisce in quanto gli esemplari più grandi sono uccisi). Infatti, le tigri siberiane odierne sono più piccole del passato e di dimensioni comparabili a quelle del Bengala.

Come accade per altri animali, anche la tigre in cattività, a causa della mancanza di esercizio e di un'alimentazione sregolata, può andare incontro ad episodi di obesità che la portano a raggiungere dimensioni abnormi: è il caso ad esempio di Brutus, tigre siberiana ospite di un santuario che ha toccato il peso record di 1100 libbre (quasi 500 kg).[19] Si tratta di dimensioni, ritenuti da tutti gli esperti, impossibili da raggiungere per una tigre selvatica anche perché andrebbero a scapito dell'animale che faticherebbe a cacciare.


Organi sensoriali


La tigre può fare affidamento su due sensi sviluppatissimi, l'udito e la vista. Gli occhi, che le consentono di osservare anche il più piccolo movimento della preda prescelta, sono strutturati secondo le esigenze di un predatore notturno; grazie alla particolare conformazione dell'occhio, è in condizione di sfruttare i più tenui raggi di luce e di muoversi con disinvoltura nelle tenebre notturne.


Origini ed evoluzione


I più antichi resti di un felino simile alla tigre sono quelli della Panthera palaeosinensis, trovati in Cina e a Giava. Questa specie era presente nel primo Pleistocene (circa 2 milioni di anni fa), ed era di dimensioni più piccole rispetto alla tigre moderna.[20]

I più antichi resti fossili di vere e proprie tigri sono datati fra 1,6 e 1,8 milioni di anni fa, trovati a Giava e appartenenti ad una sottospecie, oggi estinta, chiamata tigre di Trinil (P. tigris trinilensis) e visse per circa 1,2 milioni di anni, sempre nel territorio di Giava.[21]

Non è noto con certezza quale sia la regione d'origine della tigre; certamente essa si diffuse durante il Pleistocene in gran parte dell'Asia, incluse la Beringia (da cui però non transitò nelle Americhe), l'India, Sumatra, Giava e Bali. Fino all'Olocene le tigri erano diffuse anche nel Borneo. Sono state trovate tracce di fossili anche in Giappone e sulle isole del Borneo.[20]

Per molto tempo si è creduto che lo smilodonte fosse l'antenato della tigre e, quindi, lo si nominò "tigre dai denti a sciabola", errore che i non esperti continuano a commettere. In realtà, lo smilodonte, così come gli altri felini del genere ribattezzato più propriamente "felini con i denti a sciabola", non erano gli antenati diretti di alcun felino moderno. Di questi, solo il macairodo assomigliava probabilmente alla tigre, avendo, secondo gli esperti, una lunga coda ed un corpo striato. L'antenato più antico della tigre è la tigre di Longdan, originaria della Cina e della taglia di un giaguaro. In seguito, tale specie si diffuse nel resto dell'Asia, dove generò diverse sottospecie tutte antenate delle tigri attuali. Di queste le più impressionanti erano la tigre di Wanhsien e la tigre di Ngandong, che potevano raggiungere rispettivamente i 350 e i 490 kg di peso. Quest'ultima rappresenta, quindi, il felino più grande mai esistito dopo lo Smilodon populator.


Albero filogenetico


L'albero filogenetico comprendente Panthera tigris appartenente al genere Panthera[22][23]

   Panthera   

 Panthera leo - Leone

 Panthera pardus - Pantera o leopardo

 Panthera onca - Giaguaro

 Panthera tigris - Tigre 

 Panthera uncia - Leopardo delle nevi


Sottospecie


Sulla base dell'analisi morfologica e filogenetica (mediante analisi molecolare) sono state distinte nove differenti sottospecie di tigre.[24]

La tabella comparativa riportata più sotto, evidenzia le differenze di taglia e peso tra esemplari adulti divisi per sesso delle diverse sottospecie. Per alcune di queste, come la Panthera tigris altaica, questi valori sono stati ridimensionati successivamente (Mazák, 1983; Miquelle (in Thapar, 2004); Matthiessen & Hornocker, 2001; Prynn, 2002).

Sottospecie Peso (kg) Lunghezza totale (m)
[esclusa la coda]
Lunghezza cranica (mm)
(esistenti)
(maschi) | (femmine)
(maschi) | (femmine)
(maschi ) | (femmine)
Panthera tigris altaica
250-400 | 200-300
2,7-3,3 | 2,4-2,75
341-383 | 279-318
Panthera tigris amoyensis
130-175 | 100-115
2,3-2,65 | 2,2-2,4
318-343 | 273-301
Panthera tigris corbetti
150-195 | 100-130
2,55-2,85 | 2,3-2,55
319-365 | 279-302
Panthera tigris jacksoni
100-120 | 80-100
-2,2-2,4 | 2,1-2,2 -
200-237 | 180-200
Panthera tigris sumatrae
100-140 | 75-110
2,2-2,55 | 2,15-2,3
295-335 | 263-294
Panthera tigris tigris
200-300 | 150-250
2,7-3,1 | 2,4-2,65
329-378 | 275-311
(estinte)
(maschi) | (femmine)
(maschi) | (femmine)
(maschi ) | (femmine)
Panthera tigris balica
90-100 | 65-80
2,2-2,3 | 1,9-2,1
295-298 | 263-269
Panthera tigris sondaica
100-141 | 75-115
2,48 |
306-349 | 270-292
Panthera tigris virgata
170-240 | 85-135
2,7-2,95 | 2,4-2,6
316-369 | 268-305
FONTE: Vratislav Mazák, 1981
(in K. Nowell, P. Jackson, Wild Cats. Status Survey and Conservation Action Plan (PDF)., IUCN/SSC Cat Specialist Group, Gland 1996, p. 56)

Nel 2017 uno studio sulla tassonomia dei felidi ha analizzato una serie di articoli scientifici sulle sottospecie di P. tigris, concludendo che la specie comprende due sole sottospecie:

Un anno dopo, un'ampia analisi genetica, condotta sequenziando il genoma di 32 individui, ha riconfermato la presenza di sei sottospecie viventi e tre estinte, in accordo con precedenti studi. Lo studio evidenzia come il flusso genico tra le varie popolazioni è globalmente basso, corroborando la distinzione tra le varie sottospecie.[26]


Estinte

Tre di queste si sono estinte nel XX secolo, la tigre del Caspio, la tigre di Giava e la tigre di Bali, e purtroppo un'altra sottospecie rischia di entrare in questa lista, la tigre della Cina meridionale. Le maggiori cause sono da imputarsi al fatto che la tigre è sempre stata vista come una minaccia per l'uomo, considerandola un animale nocivo da perseguitare. Un caso molto simile è sicuramente quello del lupo, con il quale ha in comune la fama di animale cattivo e feroce.[27]

P. tigris virgata (estinta)
P. tigris virgata (estinta)
P. tigris sondaica (estinta)
P. tigris sondaica (estinta)
P. tigris balica (estinta)
P. tigris balica (estinta)

Viventi

Tra le sottospecie ancora viventi, si distinguono per essere le più grandi per dimensione, la tigre del Bengala (P. tigris tigris) e la tigre siberiana (P. tigris altaica), i cui esemplari maschi possono raggiungere i 3,5 m di lunghezza totale comprensiva della coda e arrivare a pesare fino a 280 kg (per quanto mediamente il loro peso si assesti su valori inferiori)[38].

Una tigre siberiana nello zoo di Münster
Una tigre siberiana nello zoo di Münster
Una Tigre del Bengala bianca al Parco faunistico Le Cornelle
Una Tigre del Bengala bianca al Parco faunistico Le Cornelle

Variazione del colore del mantello


Tigri bianche del Bengala (zoo di Singapore)
Tigri bianche del Bengala (zoo di Singapore)
Tigri bianche

Le tigri bianche sono conosciute da molto tempo, infatti il primo di questi felini bianchi fu scoperto verso il 1820.[57]

Queste tigri non sono considerate delle vere albine e sono caratterizzate da strisce nere o marroni e occhi azzurri/blu con il naso color rosa.[58] Infatti, questi esemplari, sono affetti da leucismo. La variazione di colore è considerata una mutazione causata da un gene recessivo chiamato chinchilla o cincillà[59], che inibisce la pigmentazione gialla del mantello della tigre alterando anche il colore delle strisce e si accompagna, come documentato per la sottospecie del Bengala, ad alcuni disordini come lo strabismo e il sistema immunitario indebolito.[60] È presente anche in altri mammiferi come i gatti domestici e i conigli.[59]

In natura, la possibilità che una tigre del Bengala nasca bianca è molto rara, in quanto perché ciò accada entrambi gli esemplari che si accoppiano, dovrebbero possedere il raro gene che inibisce la pigmentazione. L'ultimo esemplare, registrato, di tigre bianca nato in libertà risale al 1951: gli fu dato il nome di "Mohan" ed è da lui che discendono gran parte degli esemplari di tigre bianche ora in cattività.[61]

Per perpetuare il gene bianco, occorre che entrambi i genitori siano portatori del gene che causa il mutamento dei geni. Dal momento che in natura c'è solo una possibilità su 10.000 che accada,[61] per ottenere tigri bianche in cattività il sistema è uno solo: ricorrere all'incesto. Mohan, l'ultima tigre bianca selvatica di cui si ha notizia, fu infatti fatta accoppiare con le sue figlie e da allora, qualsiasi tigre bianca è stata periodicamente sottoposta ad allevamento selettivo e riproduzione incestuosa per assicurarsi di far nascere cuccioli bianchi. Si tratta di una pratica pericolosa, i figli nati in questo modo presentano molti difetti genetici (tra cui strabismo e suscettibilità a diverse malattie) che a volte si manifestano palesemente come nel caso di Kenny, una tigre dal muso deforme che si è creduto per molto tempo avere la sindrome di down e che invece soffriva solo le conseguenze di anni di incroci sconsiderati.[62][63] Per questa ragione, le associazioni animaliste cercano di scoraggiare l'allevamento di tigri bianche in cattività che, però, continua ad avvenire perché gli esemplari attirano il pubblico (inoltre, a causa dei loro handicap fisici, le tigri bianche sono più facili da domare e quindi preferite dai circhi). È stato confermato, da diverse analisi genetiche condotte da esperti, che questo gene è unico della tigre del Bengala e che gli esemplari di tigri siberiane bianche sono in realtà incroci di tigri siberiane e del Bengala.[64]

Tigri bianche senza strisce
Tigre bianca senza strisce (Las Vegas The Mirage)
Tigre bianca senza strisce (Las Vegas The Mirage)

Denominate anche (Stripeless / senza strisce) (snow white tigers / tigri neve bianca) derivano da un'ulteriore modifica genetica che ha "rimosso" la maggior parte delle strisce che normalmente caratterizzano la tigre bianca, rendendo l'animale di un colore somigliante al bianco puro, ciò però non le rende delle vere albine.[65]

Il primo esemplare con tali caratteristiche fu esibito allo zoo di Exeter in Inghilterra nel 1820[66][67].

Tali esemplari non sono mai stati avvistati in natura e sono a loro volta frutto di ulteriore incesto e incroci effettuati in cattività allo scopo di ottenere questa variante.

Tigri arancioni
Tigre golden tabby/strawberry (zoo di Buffalo)
Tigre golden tabby/strawberry (zoo di Buffalo)

Le tigri Golden (Panthera tigris tigris)[68] (chiamata anche Tiger Golden Tabby o strawberry tiger) sono una variazione di colore estremamente rara della tigre del Bengala, causata da un gene recessivo. Attualmente tali tigri si trovano solo in stato di cattività all'interno di Zoo o Riserve Naturali. Come per la tigre bianca, la sua differente colorazione non genera una nuova specie. La colorazione è dovuta al gene "wide band", mentre per la tigre bianca è dovuto al colore inibitore (gene albinismo cincillà).

Le tigri Golden tabby hanno pelliccia color oro molto chiaro, gambe di un bianco pallido e strisce di color arancio debole. La loro pelliccia tende ad essere molto più spessa del normale rispetto ad altre tigri.[69]

Come le loro "cugine" tigri bianche, tutte le tigri dorate hanno una parentela principalmente con quelle del Bengala, ma sono geneticamente incrociate con i geni della tigre dell'Amur o di altre sottospecie.

Attualmente le tigri Golden, vengono "utilizzate" anche per la riproduzione e perpetrazione della tigre bianca, infatti incrociando una tigre gold con una tigre bianca, i cuccioli saranno di tigre bianca.[70] Nel 1970 una coppia di tigri arancioni eterozigoti, di nome Sashi e Ravi, hanno avuto 13 cuccioli (Alipore Zoological Gardens), di cui 3 erano bianchi a strisce nere.[71]

Rappresentazione artistica di una presunta tigre blu
Rappresentazione artistica di una presunta tigre blu
Tigri blu

La tigre maltese, o tigre blu, è una forma di colorazione non provata della tigre, segnalata in gran parte dalla provincia cinese di Fujian. Si dice che abbiano una pelliccia blu scuro a righe grigie.[72]

Intorno al 1910, Harry Caldwell, un missionario americano e cacciatore, si imbatté, presumibilmente, in una tigre blu al di fuori di Fuzhou. La sua ricerca è raccontata nel suo libro Blue Tiger (1924)[73], e dal suo compagno di caccia Roy Chapman Andrews nel suo Camps & Trails in Cina (1925, capitolo VII).[74]

Diversi autori ne parlano nei loro trattati, ma non è stata ancora provata la trasmissione di questo carattere, cioè non è geneticamente codificato e come tale si ritiene che le tigri di colore blu o nero descritte dagli autori H. R. Caldwell, 1924; J. C. Caldwell, 1954; Pocock, 1929, 1939; Stonor, 1964; in diverse opere, possano essere degli esemplari cromaticamente aberranti.
Nel 1924 l'inglese B. Caldwell descrisse una tigre azzurra, uccisa presso Foukien, in Cina. Questo animale melanico aveva un pelame grigio-azzurro, molto scuro.

Tigri nere

Come per la Tigre blu non esistono reali prove dell'esistenza di questo tipo di colorazione, anche se è stata parecchie volte segnalata l'esistenza di tigri nere, somiglianti a pantere nere, nella giungla di Travancore.[75][76]

Vari avvistamenti di tigri nere sono stati dettagliati in "The Wildlife of India" da parte di PE Gee, uno di questi risale al settembre del 1895, quando pare sia stata avvistata una tigre di color nero, fatta dal colonnello S. Capper, la tigre scomparve nella giungla. La presenza del leopardo nero nel settore e la difficoltà di giudicare accuratamente le sue dimensioni rende questo un rapporto discutibile.

Nel marzo del 2009 in Sri Lanka è stato trovato un felino morto, in una trappola di un bracconiere, somigliante alle descrizioni degli avvistamenti della tigre nera [77], restano dubbi sul fatto che essa sia realmente una tigre nera o semplicemente che possa trattarsi di un leopardo dello Sri Lanka (Panthera pardus kotiya).

Un saggio sulle tigri nere è stato presentato da parte dello zoologo Britannico Dr. Karl Shuker nel suo libro "Mystery Cats of the World".[78]


Ibridi


Lo stesso argomento in dettaglio: Ligre e Tigone.

In cattività si sono verificati alcuni casi di incrocio fra leoni e tigri, l'accoppiamento tra un esemplare di leone maschio e uno di tigre femmina dà origine ad un ibrido detto ligre[79][80], mentre l'incrocio tra una leonessa e un esemplare di tigre maschio dà origine al tigone.[80][81]


Distribuzione e habitat


Riduzione dell'areale delle tigri dal 1900 al 1990[82]
Riduzione dell'areale delle tigri dal 1900 al 1990[82]

Distribuzione sul territorio


Un tempo i territori occupati dalla tigre ricoprivano l'intera Asia, dalla Turchia fino alla costa orientale della Russia. Nel XX secolo le tigri sono mano a mano scomparse dalle zone a sud-ovest e in tutta la zona centrale dell'Asia, nonché dalle due isole indonesiane di Giava e Bali (causando la relativa estinzione di due sottospecie) e da vaste aree del Sud-Est e Asia orientale. Ormai le tigri hanno perso il 93% del loro areale.[83][84] Secondo il WWF, nel 2016, rimangono presenti nel mondo solo circa 3890 esemplari di tigre allo stato selvatico[85], il minimo storico (nel 1900 erano circa 100.000, nel 1980 ancora 21.500 circa).

Attualmente gli stati in cui è presente in natura sono tredici: Bangladesh, Bhutan, Birmania, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Nepal, Russia, Thailandia e Vietnam, probabilmente vi sono presenti degli esemplari anche in Corea del Nord, ma non vi sono prove recenti a conferma.[83][86][87] Ad oggi, conseguentemente all'intervento umano, popolazioni di tigri allo stato brado sono presenti anche in Sudafrica.

Sanderson et al. nel 2006 ha lavorato alla stesura di una mappa mondiale che ben definisse l'attuale areale della tigre e le eventuali zone in cui l'animale potrebbe vivere e svilupparsi. Queste aree, denominate Tiger Conservation Landscapes o più semplicemente con la sigla TCL, sono definibili come delle aree in cui vi è un habitat tale da consentire la vita e la conservazione di almeno cinque esemplari di tigre[83][88][89]

Sono state delineate 76 aree TCL[90], per una superficie totale di 1.184.911 km², di varie dimensioni, dalla più grande in Russia, con i suoi 269.983 km²al alla più piccola da 278 km² in India. Va considerato però che la reale superficie media delle aree è al di sotto dei 10.000 km² (circa 61 TCL). Gli studiosi Rabinowitz, Karanth e Nichols hanno individuato, come aree "migliori", quelle situate nelle zone centrali, in quanto ricche di prede.[83][89]

Tuttavia, il reale territorio adatto alla sopravvivenza della tigre è inferiore alla superficie totale indicata dai TCL, in quanto la maggior parte di essi contengono zone in cui la tigre non può più vivere, in quanto si trovano al di fuori dei territori delle aree protette e delle riserve naturali.[83]

Bisogna anche segnalare che non è impossibile che l'esistenza delle tigri possa avvenire al di fuori dei TCL, anzi si sono documentati più di 500 casi, però, sempre secondo gli studi effettuati, si tratta di aree considerate troppo piccole per sostenere una popolazione a lungo termine.[83]


Habitat


Foresta pluviale tropicale in Malaysia
Foresta pluviale tropicale in Malaysia
Foresta pluviale tropicale in Thailandia
Foresta pluviale tropicale in Thailandia

La tigre occupa più di duecento diversi tipi di habitat[91], che possono variare dalle foreste pluviali tropicali ai boschi di conifere e betulle nell'oriente russo, attraverso le mangrovie della foresta di Sundarbans.

Questo dimostra un'elevata adattabilità, caratterizzata dalla capacità di affrontare una svariata gamma di condizioni climatiche, che comprende zone completamente opposte tra loro, come quelle umide e calde ad aree estremamente rigide e nevose dove le temperature possono essere le più basse -40 gradi Celsius.[92]

Fino al 2008 si credeva che la tigre potesse vivere fino ad un'altezza pari a 3000 metri[91], ma nel Bhutan, sono stare trovate e fotografate tracce di impronte di tigri che hanno dimostrato che questo predatore possa raggiungere territori che si trovano tra i 3700 e i 4300 metri. Nel 2010 alcuni reporter della BBC hanno scoperto, attraverso delle telecamere nascoste, che la tigre del Bengala si può spostare e permanere fino ai 4000 metri di altezza.[93] Le cause di questo "spostamento", ad elevate altitudini, possono essere imputate al riscaldamento globale e alla pressione esercitata da parte dell'uomo, anche se esiste la possibilità che la tigre già naturalmente avesse vissuto a tali altezze ma semplicemente non fosse mai stata osservata finora.[94]

Tigre mimetizzata nella vegetazione del Parco nazionale di Kanha
Tigre mimetizzata nella vegetazione del Parco nazionale di Kanha

Gli ambienti sopra descritti adatti alla tigre, presentano tre caratteristiche di valore primario:[91][92]

Tutti i tipi di foresta costituiscono un buon habitat per la tigre del Bengala. Oltre a quelle di mangrovie, già menzionate, sul delta del Gange, essa popola le giungle dell'India, dell'Indocina e del Nepal, le foreste umide di alberi sempreverdi dell'Assam e quelle spinose dei Ghati occidentali. Il predatore si sente a proprio agio anche nel folto delle distese di bambù, nelle paludi e nelle boscaglie.

In Birmania la tigre predilige le fitte foreste subequatoriali, mentre quelle malesi e indonesiane mostrano un ottimo adattamento alla foresta pluviale. Gli esemplari della sottospecie siberiana si spostano, invece, lungo il bacino dell'Amur preferendo le foreste montane non abitate dall'uomo. Per proteggersi nei periodi più freddi, sviluppano uno strato isolante di grasso sul ventre e sui fianchi.


Biologia



Riproduzione


Due tigri che si accoppiano
Due tigri che si accoppiano

L'accoppiamento fra tigri può verificarsi in un qualsiasi periodo dell'anno, ma generalmente è più comune che avvenga tra il mese di novembre e il mese di aprile.[95] Per questo gli accoppiamenti sono molto frequenti e caratterizzati dall'essere molto rumorosi. Va però considerato che il periodo di ciclo estrale della femmina dura pochi giorni[96], nei quali l'accoppiamento si intensifica in modo da aumentare le possibilità di fecondazione[95] ed è caratterizzato dal fatto di essere breve ma ripetuto più e più volte al giorno.[97]

L'accoppiamento non è caratterizzato da un iniziale corteggiamento da parte del maschio, anzi è proprio la femmina che segnala la sua presenza con ripetuti gemiti e ruggiti accompagnato dall'emanazione di odori tipici che fanno recepire al maschio il suo stato di fertilità. Successivamente ha inizio il corteggiamento, mediante contatti, come il mordersi il muso vicendevolmente e con sfregamenti continui. Quando la femmina è pronta, assume la posizione tipica dei felini durante l'accoppiamento: si siede con le zampe anteriori distese e quelle posteriori piegate, il maschio si posiziona dietro di lei montandola e penetrandola, durante l'eiaculazione tende ad afferrare con le fauci la femmina per il collo. Una volta terminato l'accoppiamento, seguito generalmente da un breve periodo di riposo,[98] la tigre femmina si libera da sotto il maschio, girandosi anche con scatti violenti contro il suo compagno. Come tutti i felini, il pene è ricoperto da aculei che servono ad indurre l'ovulazione della femmina durante la penetrazione. Questi aculei potrebbero provocare dolori alla femmina, il che spiegherebbe il suo comportamento violento alla fine del rapporto.[99] Come tutti i felini, le tigri si accoppiano più volte in una sola giornata.

Al pari degli altri felini, la tigre femmina partorisce da sola dopo essersi ritirata in una grotta o in un altro spazio chiuso. Se il maschio dovesse restarle vicino la femmina lo allontanerebbe. Solamente in cattività, le femmine sembrano disposte ad accettare la presenza dei compagni durante il travaglio.

Il periodo di gestazione è di circa 93-114 giorni (3-4 mesi) e nella cucciolata normalmente, vengono alla luce circa 2-4 cuccioli (si è registrato un massimo di sette)[96] con un intervallo delle nascite di circa 10-20 minuti, caratterizzato dal fatto che ad ogni parto, la madre mangia il cordone ombelicale, l'amnios e la placenta[98] Il peso si aggira intorno al 1 kg ciascuno (750-1600 grammi). Una caratteristica dei cuccioli appena nati è la totale cecità e la completa impotenza nel compiere grandi movimenti, di conseguenza non sono in grado di difendersi da soli. Sono infatti le femmine ad occuparsi di loro nei primi giorni di vita, nascondendo la prole al riparo in tane, solitamente create in fitti cespugli e in fessure rocciose. L'allevamento dei cuccioli è in gran parte sostenuto dalla madre e si è sempre ritenuto che i maschi si disinteressassero della loro prole. Si tratta, in realtà, di una credenza errata. Già nel 1960 George Schaller documentò gruppi famigliari di tigri del Bengala completi di entrambi i genitori[100]. Nel 2012, in India è stato filmato un maschio di tigre che faceva visita alla sua compagna e ai suoi cuccioli sub-adulti e sebbene si sia trattata della prima volta che i ranger della riserva li vedessero insieme, il fatto che i cuccioli lo abbiano riconosciuto subito era segno che il loro padre era venuto più volte a fargli visita fin da quando erano piccoli.[101] Casi di tigri maschio che si prendono cura dei propri figli sono stati filmati più volte, sempre in India.[102] È stato anche osservato come in caso di morte della madre, sia il padre ad assumersi la piena responsabilità dei piccoli.[103][104][105][106][107][108]. Nel 2015, è stato documentato lo stesso caso anche per una famiglia di tigri siberiane.[109] A differenza del leone maschio, in caso si ritrovino a consumare un pasto insieme i maschi di tigre permettono alle femmine e ai cuccioli di mangiare prima di loro.

La femmina di tigre, in condizioni normali, torna in uno stato fertile dopo venti mesi dal precedente parto[98], fino ad un'età di 14 anni, oltre la quale le tigri non possono più riprodursi.[110]


Primi anni di vita

Una tigre con i suoi cuccioli nel Parco nazionale di Kanha, India
Una tigre con i suoi cuccioli nel Parco nazionale di Kanha, India
Due cuccioli di tigre che giocano
Due cuccioli di tigre che giocano

Generalmente all'interno della cucciolata si crea la presenza di un esemplare dominante sui fratelli, che tende solitamente ad essere maschio, ma può essere anche di sesso femminile.[111] Questo cucciolo generalmente domina i suoi fratelli durante la vita passata insieme, come nel gioco e nel momento della nutrizione e tende anche ad essere più attivo, lasciando le cure e la protezione offerte dalla madre prima rispetto agli altri.[111]

I cuccioli vengono allattati dalla madre per il primo mese e oltre di vita, infatti non lascerà toccar loro la carne cacciata per sé stessa fino a che non abbiano compiuto i 40 giorni di vita, con uno svezzamento definitivo intorno ai due mesi.[98]

Le prime attività svolte dai cuccioli, che consistono nel "gioco" tra di loro e la madre, avvengono dopo il primo mese di vita[112].

A 8 settimane dalla nascita, i cuccioli sono pronti a seguire la madre al di fuori della tana che li proteggeva e dalla quale non erano mai usciti. Nonostante questo non si avventurano a "viaggiare" con la madre all'interno del proprio territorio, restando nei pressi della tana pronti a rientrare in caso di pericolo.[95]

I cuccioli raggiungono una vera e propria indipendenza circa dopo i 18 mesi di età, ma nonostante questo non abbandoneranno la madre prima dei 2-2 ½ anni. Le femmine raggiungono la maturità sessuale intorno ai 3-4 anni, mentre i maschi all'incirca verso i 4-5 anni.[95]

Crescita tipo di una tigre del bengala maschio[113].
Crescita tipo di una tigre del bengala maschio[113].

Comportamento


Tigre che si abbevera

Non molto si sa sulle abitudini della tigre allo stato selvatico. I rari studi fin qui effettuati si riferiscono soprattutto alla sottospecie più comune, quella del Bengala. È comunque noto che questo felino, a differenza del leone, raramente si trova in spazi aperti. Le sue maggiori garanzie di successo nella caccia risiedono, infatti, nella possibilità di inseguire furtivamente la preda per poi tenderle l'agguato nel momento più opportuno. In un territorio privo di alberi il suo sgargiante mantello si staglierebbe in modo troppo evidente, mettendo sull'avviso gli altri animali; esso si confonde invece molto bene con l'ambiente nel folto della giungla o nel sottobosco in prossimità di pozze d'acqua.

Le tigri, animali solitari, sono di norma poco disponibili a dividere il proprio territorio con altri simili. Sono stati osservati, tuttavia, occasionali incontri che non si sono conclusi con una lotta e anche casi di spartizione di una preda. È stato pure osservato che i maschi hanno un più spiccato senso di territorialità: essi tollerano le intrusioni delle femmine assai più di quelle compiute da rappresentanti dello stesso sesso, mentre le femmine sono più predisposte alla condivisione con esponenti di entrambi i sessi.

Esemplare di Panthera tigris immersa nell'acqua
Esemplare di Panthera tigris immersa nell'acqua

Le tigri marcano il territorio graffiando gli alberi, spruzzando le piste battute con urina e secrezioni prodotte da ghiandole anali e anche depositando le proprie feci in luoghi ben evidenziati. Questi segnali forniscono informazioni sul detentore del territorio e inoltre mettono sull'avviso i maschi al riguardo di femmine in calore.

Come tutti i predatori, la tigre cerca di risparmiare al massimo le proprie energie per impiegarle nella caccia. Perciò trascorre anche l'80% del tempo riposando o dormendo. Si muove all'alba o, preferibilmente, con le luci del crepuscolo per poi cacciare, se necessario, l'intera notte. Complice l'oscurità, può percorrere grandi distanze camminando lungo i letti dei ruscelli, i sentieri e anche le strade battute dall'uomo. Quando avvista la preda, striscia in avanti tenendo il corpo quasi a livello del suolo per evitare di essere scorta. Le strisce del mantello si rivelano in quei momenti molto utili per confondere la sua immagine con le ombre proiettate dall'erba alta.

Il possesso di un'area è particolarmente importante per la femmina, che soltanto se ha la certezza di muoversi in un ambiente ben conosciuto e ricco di prede, può crescere i suoi piccoli con relativa tranquillità. Il problema si pone soprattutto quando essi non possono ancora seguirla nella caccia: in questa situazione, infatti, la madre deve trovare cibo a poca distanza dalla tana, così da poter tornare e allattare la prole a intervalli regolari. La progressiva crescita dei figli le consentirà poi spostamenti sempre più lunghi, ma comunque l'impegno di alimentare a sufficienza se stessa e i cuccioli resta sempre molto gravoso per la madre. Il territorio di un maschio è abitualmente tre o quattro volte più grande rispetto a quello di una femmina, e ciò si spiega col fatto che la sua pulsione riproduttiva lo stimola all'incontro con più femmine in estro.

Le tigri compiono, all'interno dei loro territori, percorsi anche molto lunghi; questi itinerari sono disseminati di tane e nascondigli in cui riposare.

Diversamente dal leone e dal leopardo, la tigre non ha l'abitudine di salire sugli alberi.

Diversamente da altri felini, la tigre è molto attratta dall'acqua, ed è facile, quando il clima è caldo, vederla immersa in fiumi o ruscelli. Nuotatrice capace di percorrere lunghe distanze, insegue le prede anche nelle grandi pozze d'acqua, da cui riemerge tenendo in bocca l'animale appena ucciso. La forza dimostrata nell'effettuare questi trasporti è sorprendente. Può trascinare in un luogo sicuro, dove cibarsi con tranquillità, un maschio di bufalo indiano del peso di circa 900 kg.


Comportamento sociale


Solitamente, le tigri non vivono in gruppi al di fuori di quello familiare. Come detto, i gruppi famigliari sono costituiti dai genitori e i figli. Una volta cresciuti, i cuccioli prendono strade diverse dalla madre e dai fratelli e ognuno si cerca un territorio proprio ma può capitare che i cuccioli di tigre facciano visita alle madri anche una volta divenuti adulti, soprattutto le femmine. Il territorio di ciascun maschio include quello di diverse femmine che diventeranno le sue compagne durante la stagione degli amori e che gli daranno dei figli. I maschi adulti quindi accettano la presenza di femmine nei loro territori, poiché per loro costituiscono potenziali compagne, mentre respingono l'intrusione di altri maschi adulti, che rappresentano dei rivali nonché un pericolo per i loro cuccioli.

Le caratteristiche dell'ambiente in cui vive la tigre sono senza dubbio all'origine delle sue abitudini solitarie. In realtà la tigre è dotata di moltissime possibilità di comunicazione, di una grande capacità di osservazione e di una buona conoscenza dei suoi simili. Queste caratteristiche, che contraddistinguono un animale sociale, lasciano ritenere gli scienziati che tali qualità avrebbero consentito alla tigre di sviluppare abitudini spiccatamente gregarie se il suo habitat fosse stato favorevole a ciò. Questo spiegherebbe i (seppur rari) casi riportati in cui tigri selvatiche hanno fatto squadra efficacemente.


Predazione e dieta


Formula dentaria
Arcata superiore
1 3 1 3 3 1 3 1
1 2 1 3 3 1 2 1
Arcata inferiore
Totale: 30
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Tecniche di caccia

La tigre è considerata un predatore notturno, che agisce solitamente dal tramonto all'alba[114]. Tuttavia può anche cacciare durante il giorno[91] nelle zone in cui gli esseri umani sono assenti, sono state infatti osservate tramite delle telecamere azioni di caccia durante le ore diurne[115].

Per individuare la sua preda utilizza soprattutto la vista e l'udito, mentre il senso dell'olfatto è considerato secondario durante la caccia[116]. Gli obbiettivi preferiti sono solitamente esemplari giovani o vecchi, considerati più deboli rispetto ad esemplari adulti e più facili da uccidere.

Esemplare mostra la sua dentatura in India
Esemplare mostra la sua dentatura in India

Una volta individuata la preda, come altri felini, utilizza la tattica dell'agguato prediligendo un avvicinamento furtivo alle spalle per poi attaccare con uno scatto o un balzo. Nonostante la sua grande stazza le tigri possono raggiungere una velocità tra i 49 e i 65 chilometri orari (quest ultima velocità solo per le sottospecie più piccole, le più grandi massimo a 60 km/h), che possono però essere mantenuti solo per brevi distanze. Se ne deduce che devono essere relativamente vicine alla loro preda prima di sferrare l'attacco, questo rende ancora più fondamentale la tecnica di mimetizzazione e avvicinamento silenzioso alla preda. Altra tecnica utilizzabile nel momento di attacco è la sua capacità di saltare in orizzontale per una lunghezza massima pari a 10 metri. Tuttavia, solo un attacco su venti finisce con la cattura e l'uccisione della preda[114].

Le prede variano a seconda delle zone in cui vivono ma preferiscono cacciare ungulati che pesino almeno 90 kg. La tigre del Bengala caccia cervi, cinghiali, gaur, bufali d'acqua, nilgau e antilopi mentre la tigre siberiana si nutre di cervi, cinghiali, saighe, alci e salmoni (specialmente nel periodo della riproduzione in cui sono carichi di uova e quindi molto nutrienti). Le tigri di Sumatra cacciano cervi, cinghiali, muntiacus, tapiri e oranghi. Più raramente cacciano animali più piccoli come scimmie, conigli, lepri, pavoni e pesci.

La tigre attacca gli altri carnivori prevalentemente per difesa o per sbarazzarsi della competizione, ma se questi soccombono durante la lotta la tigre non esita a cibarsene. In certi casi le tigri possono specializzarsi nel dare la caccia ad altri predatori, è il caso di Machali, una tigre femmina indiana divenuta famosa per l'abitudine di uccidere e mangiare coccodrilli. Generalmente gli orsi non sono visti come prede dalle tigri e vengono affrontati solo in dispute per il possesso di una preda o per la difesa del territorio (sebbene specie di orso più piccole come l'orso del sole o il panda siano più facilmente vulnerabili e quindi visti come prede dalle tigri). La tigre siberiana sembrerebbe l'unica sottospecie che caccia propriamente gli orsi che vivono nel suo areale (ovvero l'orso nero asiatico della Manciura e l'orso bruno dell Amur) arrivando a imitare il richiamo amoroso degli orsi per attrarli a sé. Benché l'orso bruno dell Amur sia più grosso e pericoloso, la tigre preferisce cacciare proprio questi perché l'orso nero asiatico è un ottimo arrampicatore e sale spesso sugli alberi per sfuggire ai predatori. Gli orsi costituiscono fino al 40,7% della dieta delle tigri siberiane a seconda del loro numero nelle zone in cui vivono.[117]

Se la sua preda è di piccola taglia solitamente morde alla nuca, provocando la rottura delle vertebre cervicali e del midollo spinale, perforando la trachea e arrivando anche a recidere la vena giugulare o l'arteria carotidea[118], mentre se è di maggior stazza preferisce mordere alla gola e soffocarla[91][119], in quanto il morso alla gola impedisce alla preda di difendersi con corna e/o zoccoli, impedendo loro di alzarsi[120]. Anche se raramente osservato, alcune tigri sono state viste uccidere con delle zampate. Le zampe anteriori sono abbastanza potenti da rompere i crani di un bufalo d'acqua o di un gaur (uno dei più grandi bovini del mondo),[121] e la schiena di un orso labiato[122]. Un esperimento condotto da scienziati ha dimostrato che anche una tigre femmina può esercitare una potenza superiore a 10.000 libbre d'impatto con una zampata.[123]

Il morso della tigre è estremamente potente: esercita una pressione pari a circa 1.050 libbre, quasi il doppio di quello di un leone.[124]

Dopo aver afferrato la preda alla gola, la tigre la blocca con le zampe e la spinge a terra mostrando un incredibile forza fisica. Gaur e bufali d'acqua pesanti oltre una tonnellata sono stati abbattuti con questo metodo da tigri pesanti un sesto di loro.[125]

Le tigri del Bengala sono state osservate imitare il richiamo amoroso dei cervi per attrarli a sé mentre le tigri siberiane fanno lo stesso per gli orsi.

Dopo aver catturato e ucciso, a differenza del leone, tende a spostare la carcassa della sua preda al riparo tra cespugli o nella fitta boscaglia ed eventualmente nasconderla ricoprendola di foglie o altro per tornare successivamente a consumarla[126]. Questo richiede molta forza fisica. In un'occasione, venne osservata una tigre che dopo aver ucciso un gaur adulto, aveva trascinato l'imponente carcassa per circa 12 m. Quando 13 uomini tentarono simultaneamente di trascinare la stessa carcassa in seguito, non riuscivano a spostarlo.[127]

Una tigre necessita di circa 4–5 kg di carne al giorno ma può andare avanti per due settimane senza mangiare per poi mangiare fino a 50 kg in un solo pasto e rimanere sazio a lungo. Benché siano carnivore, le tigri a volte inghiottono erba o frutti di varie piante per facilitare la digestione.[128]

Tigre che caccia un cinghiale.
Tigre che caccia un cinghiale.

Le tigri sono delle predatrici solitarie, esiste però una testimonianza di caccia di gruppo[91]: all'interno del Parco nazionale di Ranthambore in India, vi erano due maschi e tre femmine volte alla preda di un membro del gruppo. Questo tipo di comportamento non però è da considerarsi comune[126]. Tuttavia, un caso analogo si è verificato il 21 ottobre 2014 nel Parco Nazionale del Kaziranga: un gruppo di quattro tigri ha dato la caccia e divorato insieme un elefante ammalato.[129] Jim Corbett assistette anche all'uccisione di un elefante da parte di una coppia di tigri.[130] Più recentemente, nel marzo 2017 è stato documentata un'altra caccia di gruppo: una coppia di tigri e i loro due figli adolescenti hanno abbattuto insieme un rinoceronte maschio adulto.[131]

La percentuale di successo durante una battuta di caccia varia fra gli individui e gli habitat, ma è da considerarsi comunque bassa, per esempio: nel Parco Nazionale di Ranthambore, solo il 10% delle cacce hanno esito positivo, mentre nei fitti boschi del Parco nazionale di Kanha, la media scende addirittura al 5%[132].

Tigre del Bengala attacca un sambar, Parco nazionale di Ranthambore
Tigre del Bengala attacca un sambar, Parco nazionale di Ranthambore

Durante il 1980, all'interno del Parco nazionale di Ranthambore, una tigre di nome "Genghis" è stata osservata frequentemente cacciare le proprie prede nelle acque di un lago profondo[111], un modello di comportamento che non era stato precedentemente testimoniato in più di 200 anni di osservazioni. Queste battute di caccia all'interno di un ambiente come l'acqua, inusuale per la tigre, hanno fatto riscontrare risultati straordinari con ben il 20% delle battute di caccia che terminava con la cattura e l'uccisione della preda.

Durante la caccia, la tigre non caccia animali di stazza superiori ad un gaur per evitare rischi di ferimento. Generalmente la tigre evita gli elefanti asiatici adulti per le loro dimensioni, la loro forza e poiché vivono in gruppi numerosi, limitandosi ad attaccare esemplari giovani che riesce a separare dal resto del branco. Tuttavia, nemmeno gli elefanti adulti possono dirsi completamente al sicuro dalle tigri: nel 14 marzo del 2012, presso il Parco Nazionale di Jim Corbett, si è registrato l'abbattimento di un elefante maschio adulto che è stato poi progressivamente divorato dalla tigre.[133] Analogamente, il 23 settembre 2006, nella riserva di Similipal in India, una tigre maschio ha ucciso sia un cucciolo di elefante che la madre che ha tentato di difenderlo.[134] Il Colonnello Kesri Singh nel suo libro La Tigre di Rajasthan riporta di aver assistito allo scontro tra una tigre e un grosso elefante maschio, dopo che la prima aveva assalito e ucciso un cucciolo di elefante. Lo scontro si protrasse per tre-quattro ore ma, alla fine, la tigre riuscì ad abbattere anche l'adulto. L'evento fu descritto, nel romanzo, come Morte da Mille Artigli[135] Ancora: sempre nel Parco Nazionale di Jim Corbett, un elefante morì per le ferite inflitte da una femmina di tigre, stavolta intenzionata a proteggere i suoi cuccioli.[136] Quando una tigre attacca un elefante, essa sfrutta la sua superiore velocità e agilità per posizionarsi dietro il pachiderma, al riparo della proboscide e delle zanne che potrebbero ucciderla. Con un grande balzo, la tigre si aggrappa alla zona posteriore dell'elefante e, se l'elefante non riesce a scalciarla in tempo, si arrampica fino alla schiena dove infligge profonde ferite all'animale con i suoi morsi e i suoi artigli. Il processo può essere ripetuto più volte, finché l'elefante non cede per la perdita di sangue.

Il rinoceronte indiano, ancorché di stazza inferiore all'elefante, vista la sua pelle molto spessa e dura ed il suo temperamento molto aggressivo, è difficilmente predabile dalla tigre ma può capitare anche il contrario: nel Parco Nazionale del Kaziranga, che ospita la più alta popolazione di rinoceronti indiani, le tigri predano soprattutto i cuccioli ma possono abbattere anche gli adulti occasionalmente. In totale sono stati registrati 20 casi di uccisioni di rinoceronti da parte di tigri.[137] Nella riserva di Dudhwa, sempre in India, si sono verificati invece tre casi di uccisione di rinoceronti adulti da parte di tigri.[138]

È stato documentato un caso di uccisione anche di un coccodrillo marino di considerevoli dimensioni[139], abbattuto però sulla terraferma.


Dieta

Una tigre (Panthera tigris amoyensis) che si ciba di un gaur
Una tigre (Panthera tigris amoyensis) che si ciba di un gaur

La tigre ha un fabbisogno alimentare di 3-4 tonnellate di carne all'anno. Abitualmente caccia da sola. In casi eccezionali, però - come è già stato rilevato - si sono visti due esemplari cooperare all'abbattimento di una preda molto grande.

Cacciatrice dalla enorme forza, la tigre è in grado di uccidere anche animali grandi quattro o cinque volte la sua taglia, lacerando loro i tendini all'altezza delle ginocchia con le sue zampe anteriori, per renderli impotenti. Successivamente si abbatte sul loro dorso uccidendoli nel modo già descritto. Altrimenti usando la sua forza li getta a terra e li uccide. Sono stati documentati molti casi di tigri che hanno gettato al terreno bufali e gaur sei volte il loro peso.

Dopo averla uccisa, la tigre trascina la carcassa della preda in un luogo isolato, lontano da animali spazzini come avvoltoi e sciacalli, e di preferenza in prossimità dell'acqua. Essa è solita cominciare il pasto dai quarti posteriori squarciando la pelle con gli artigli e i denti affilati e passandovi poi sopra la lingua rasposa. Un adulto di tigre del Bengala può divorare anche 30 kg di carne in una volta sola. In seguito sentirà il bisogno di dissetarsi. Se la preda non è ancora totalmente consumata, il predatore seppellisce i resti sotto un cumulo di foglie e ritorna sul luogo diverse notti di seguito per completare il pasto. Durante questo periodo, non si allontana mai troppo dalla carcassa per difenderla dagli altri animali affamati. La voracissima tigre si nutre di qualsiasi parte della preda, compresi polmoni, reni e altri organi interni; a differenza di altri felini, continua a ripulire la carcassa anche quando la carne, con il passare dei giorni, incomincia a imputridire.

La femmina di tigre, impegnata a portare cibo ai piccoli, li sorveglia durante il pasto e mangia soltanto quando essi sono sazi. Si è calcolato che una madre deve uccidere una volta ogni cinque-sei giorni, raggiungendo una quota annua di 60-70 prede, mentre una femmina priva di cuccioli soltanto una volta ogni otto giorni, non superando il numero annuo di 40-50 uccisioni. I cuccioli imparano a cacciare osservando la madre. La loro iniziazione comincia fin dalle prime settimane, attraverso i modelli di comportamento suggeriti dal gioco.


Attacchi contro l'uomo


La tigre è il felino con la più alta reputazione di "mangiatore di uomini", particolarmente nel territorio indiano. L'uomo non è parte naturale della loro dieta, tuttavia può accadere che si verifichino degli attacchi da parte di alcuni esemplari nei confronti di persone, non necessariamente legati alla vera e propria caccia in cerca di cibo, ma più semplicemente perché si sentono minacciate o per difendere il loro territorio. Quindi, è da considerare come prima causa degli attacchi, l'invasione dell'areale da parte dell'uomo che nel corso degli anni ha sensibilmente ridotto l'habitat naturale della tigre, che unito ai cambiamenti climatici ha sempre più portato la tigre a contatto con l'uomo generando automaticamente, vista l'incompatibilità naturale tra di essi, scontri mortali[140] Dall'inizio del XX secolo, le vittime umane si sono di molto abbassate, nonostante tutto nel 1950, si sono rilevati all'incirca 5.000 decessi l'anno causati da attacchi di tigre[141].

Quindi vengono identificati come "mangiatori di uomini", solo quegli esemplari che considerano l'uomo come preda e lo attaccano per nutrirsi e che sono in grado di trasmettere e far accettare il sapore della carne umana, che normalmente non rientra nella loro "dieta", ai piccoli e perpetuare una linea di mangiatori di uomini[141].

Uno dei casi più celebri di "tigre mangiatrice di uomini" è sicuramente la "Tigre di Champawat", così denominata in quanto occupava il territorio nel distretto della città di Champawat dopo essere stata cacciata dal Nepal. Questo esemplare, secondo le testimonianze tra le quali quella di Jim Corbett che la uccise nel 1907, aveva ucciso non meno di 438 persone[141] in otto anni[142].

Si è riscontrato che la perdita o rottura dei canini, denti essenziali alla tigre per uccidere le sue prede, è un fattore che può spingere la tigre, che solitamente è in grado di attaccare anche animali molto più grossi di lei, verso prede più piccole e deboli, come anche gli esseri umani.[143] Questo fatto, fu notato da Jim Corbett dopo l'uccisione della Tigre di Champawat e confermata successivamente dalla testimonianza di Pierre Pfeffer, che riportò di una tigre ferita alla mascella da un colpo di fucile, che iniziò a nutrirsi di carne umana[141].

Al Sundarbans, grande foresta di mangrovie che si trova nel delta del fiume Gange e si estende su regioni appartenenti al Bangladesh e allo Stato del Bengala Occidentale in India, appartengono le ultime "mangiatrici di uomini" che tra il 1948-1986, hanno ucciso più di 800 persone[91]. Attualmente ci sono attacchi che causano all'incirca cinquanta vittime ogni anno[142].

Ciò nonostante, la tigre non attacca gli uomini per natura. Parlando dell'India, considerando l'alta presenza umana nel subcontinente e che una tigre uccide almeno una preda a settimana, se le tigri vedessero veramente gli umani come prede allora ucciderebbero circa 85.000 persone all'anno.[144]

Sono stati adottati diversi metodi per evitare di subire attacchi e proteggere le persone che abitano e lavorano vicino o addirittura all'interno del territorio (areale) delle tigri, uno dei quali è l'indossare una maschera sul retro della testa, metodo che par essere efficace in quanto le tigri hanno l'abitudine di sferrare i loro attacchi alle spalle e questa maschera ingannerebbe la tigre sulla reale posizione della persona[142].


Rischio d'estinzione e minacce


Nonostante le misure a tutela della conservazione della specie, attualmente tutte le sottospecie di tigre sono da considerarsi in pericolo d'estinzione. Si tratta di un processo in accelerazione a partire dagli ultimi due secoli. Fino alla metà del Settecento, gli esemplari di questa specie erano numerosi e si spostavano agevolmente in ogni parte dell'Asia, costituendo i propri territori ovunque vi fosse abbondanza di prede. La loro popolazione complessiva superava le 100.000 unità, di cui 40.000 erano nelle giungle indiane.[145]

A partire dalla seconda metà del XVIII secolo, la situazione incominciò a cambiare radicalmente. Le armi da fuoco, divenute più efficienti, misero gli esponenti delle classi agiate nella condizione di fare della caccia alla tigre un'attività elitaria. Contemporaneamente, l'infittirsi dei rapporti commerciali con l'Europa provocò la forte richiesta sul mercato di legname di pregio, come per esempio il mogano, che cresce nelle foreste indiane.

La caccia indiscriminata alla tigre da parte dell'uomo, dovuta in particolar modo al bracconaggio per il commercio delle pelli, alle credenze della medicina tradizionale cinese e alla paura che l'animale incute per la fama di "mangiatrice di uomini", il tutto aggravato dalla costante riduzione del suo habitat naturale[146], hanno portato ad una diminuzione drastica del numero di esemplari in natura.[147] Nel 2006 una stima mondiale ha portato in evidenza che gli esemplari in natura si aggirerebbero tra i 3.402 e i 5.140,[148] mentre gli ultimi rilevamenti pongono il numero intorno ai 3.200 esemplari.[149]


Caccia alla tigre


Due tigri in fuga durante una battuta di caccia reale di Giorgio V con gli elefanti, India 1912
Due tigri in fuga durante una battuta di caccia reale di Giorgio V con gli elefanti, India 1912
(FR)

«nous affirmons qu'il faut beaucoup de poudre et beaucoup de plomb pour chasser le tigre. [...] Je propose donc la carabine double, calibre de dix-huit millimètres, avec balle cylindro-conique, légèrement forée à l'arrière.»

(IT)

«Possiamo affermare che ci vuole un sacco di polvere e piombo per la caccia alla tigre. [...] Propongo quindi di utilizzare un fucile a doppia canna, calibro diciotto millimetri, con una pallottola cilindrico-conica, leggermente forata nella parte posteriore.»

(A. Thomas-Anquetil, 1866[150].)
Caccia alle tigri con elefanti. Thomas Williamson, 1808
Caccia alle tigri con elefanti. Thomas Williamson, 1808

La tigre è stata considerata il trofeo di caccia per eccellenza nel corso del XIX secolo e del XX secolo, causando una forte diminuzione del numero degli esemplari in natura: da una stima risulta che, nel corso degli anni 1950-1960, più di 3.000 tigri sono state uccise per il solo scopo di farne un trofeo.[151] La caccia alla tigre era diventata una vera e propria attività popolare tra i colonizzatori britannici dell'Asia, i Maharaja e gli aristocratici statunitensi. Questa caccia indiscriminata era "supportata" dal fatto che la tigre era considerata, causa credenze popolari, un animale estremamente pericoloso, delle volte un vero e proprio mostro mangiatore di uomini e di conseguenza un predatore da uccidere, portando al suo cacciatore gloria e onori.[152] Nel tardo XIX secolo, alcuni cacciatori iniziarono a preoccuparsi del numero di esemplari di tigre; un esempio fu quando il capitano delle guardie del Bengala riferì, nel 1882, che in due settimane di caccia alle tigri riuscirono a trovare e uccidere solo due o tre esemplari rispetto alle decine che si trovavano in precedenza nello stesso lasso di tempo.[151]

Le tecniche di caccia erano numerose, da quella a piedi con l'utilizzo di esche, quella con branchi di cani, quella a cavallo o con cammelli, oppure utilizzando tecniche come appiccando piccoli incendi per dirigere le tigri in determinate zone o quella di provocare la cecità all'animale attraverso apposite miscele diluite nell'acqua ove erano solite abbeverarsi, anche se la metodologia più diffusa era quella della caccia con gli elefanti.[153]

Dipinto di Charles R. Knight raffigurante una scena di caccia alla tigre
Dipinto di Charles R. Knight raffigurante una scena di caccia alla tigre

In tempi più recenti la caccia alla tigre è dovuta al continuo avanzamento della presenza dell'uomo all'interno dell'habitat naturale, con coltivazioni, villaggi e allevamenti, invadendo sempre più il territorio di caccia della tigre e non esitando ad ucciderne esemplari che avessero cacciato e ucciso bestiame e cani o si fossero semplicemente avvicinati a quelli che ormai erano diventati territori abitati.[154]


Bracconaggio

Verso la fine del XX secolo, visto l'avvento dei divieti per la caccia alla tigre grazie ai primi progetti di salvaguardia della specie (ultimo tra questi il divieto cinese del 1996)[155], iniziò a formarsi un commercio illegale sulla tigre che diede vita ad un vero e proprio bracconaggio da parte di cacciatori di frodo. Nei primi anni del 1990 il bracconaggio era sostenuto soprattutto per il commercio delle ossa in favore della Medicina tradizionale cinese (Nowell, 2000) e nonostante le azioni per contrastarlo, anche a livello internazionale, tale commercio illegale persiste (Nowell, 2007). Vi sono altri fattori che alimentano la caccia di frodo e sono principalmente il commercio illegale di pelli, denti e artigli (Pastore e Magnus, 2004; Ng e Nemora 2007)


Distruzione dell'habitat


Essendo la tigre una specie di animale che necessita di grandi spazi per poter vivere e riprodursi[156], è molto sensibile anche al minimo cambiamento dell'habitat in cui vive e la sua continua diminuzione è una delle principali cause che hanno portato la tigre al rischio d'estinzione.[157][158][159] Tutto questo è principalmente causato dall'Uomo e dalla sua costante crescita demografica, considerata in Asia una vera e propria esplosione demografica, che ha interessato aree che in precedenza offrivano alla tigre ampi spazi ove vivere. La conseguenza è stata una costante distruzione delle foreste, anche mediante grossi incendi. La deforestazione oltre all'aver limitato lo spazio fisico a disposizione della tigre, ha comportato uno squilibrio nella biodiversità delle aree, dando il via ad una drastica diminuzione delle prede e ad un elevato rischio di contatto con l'uomo, che trasformando quello che era foresta in campi agricoli e il relativo avanzamento delle aree urbanizzate era definitivamente entrato nella nicchia ecologica della tigre e di altre specie di animali.[156][157][158][159]


Medicina tradizionale asiatica


In Asia, i miti e credenze popolari, che spesso vogliono che parti di animali possano essere utilizzate come cura per malattie, hanno portato la medicina tradizionale a produrre farmaci con ossa di tigre, anche se la loro reale efficacia non sia mai stata provata.[160] Nonostante ciò, resta molto diffusa questa credenza, soprattutto in Cina, dove molte persone hanno la convinzione che la tigre, oltre a queste pseudo-proprietà medicinali e antidolorifiche, abbia anche poteri afrodisiaci.[161] Tutto questo ha contribuito ad accelerare il rischio di scomparsa della specie.[162]
Negli ultimi anni, anche grazie a controlli, il traffico di ossa di tigre è diminuito sia in India sia in Russia.[163] In Cina è stato vietato, a partire dal 1993, nella Farmacopea di utilizzare ossa di tigre. A Taiwan, il 59% delle farmacie sul territorio vendeva e preparava "farmaci" contenenti ossa di tigre, dai primi anni novanta il numero è iniziato a calare fino ad arrivare al di sotto dell'1% nel 2009. Mentre in Birmania, Cambogia, Indonesia, Laos e Vietnam, la lotta contro il bracconaggio è molto debole e di conseguenza il mercato continua.[163]
Alcuni proprietari di aziende in Cina, vorrebbero poter vendere le ossa e le pelli di tigri morte in cattività.[163] Però il WWF ritiene, che questa pratica di sfruttamento degli animali di allevamento, non aiuterebbe a far diminuire il bracconaggio degli animali selvatici, anzi comporterebbe un aumento dei allevamento indiscriminato di tigri con il solo scopo di poterle sfruttare una volta morte, per questo l'organizzazione mondiale per la conservazione della natura promuove campagne per impedire l'allevamento in cattività di tigri a scopo mercantilistico (commercio di pelli e ossa).[163]


Nemici in natura


Tigre braccata da cani selvatici
Tigre braccata da cani selvatici

Essendo un predatore alfa, non ha predatori in natura che possano direttamente minacciarla e di conseguenza la tigre ha pochi nemici naturali.
Tuttavia a volte si è riscontrato che degli orsi maschi hanno ucciso degli esemplari di cuccioli di tigre.[164]
Altri rari casi di attacco verso una tigre si sono riscontrati da parte di branchi di cani rossi selvatici indiani (Cuon alpinus), che, attaccando in gruppo, grazie ad una particolare tecnica di caccia a volte riescono ad avere la meglio su animali di taglia molto superiore della loro.[165] Anche i coccodrilli palustri e specialmente i coccodrilli marini adulti possono rappresentare una minaccia per le tigri, i primi sono molto pericolosi soprattutto per i cuccioli, mentre i secondi possono essere una seria minaccia persino per le tigri adulte, in particolare se queste ultime si trovano in acqua. Le tigri, a volte, uccidono i leopardi e rubano le loro prede se non riescono a portarle sugli alberi; dal loro canto, i leopardi uccidono tutti i tigrotti che trovano isolati dalla madre. Gli scontri tra i lupi e le tigri sono ben documentate nel Sikhote-Alin, dove le tigri tengono le popolazioni dei lupi locali a numeri così bassi da renderli componenti insignificanti nell'ecosistema. Da parte loro, i lupi rappresentano una grave minaccia per i cuccioli di tigre. I lupi evitano gli scontri con le tigri solo quando la persecuzione degli uomini ne riduce il numero.[166]


Conservazione della specie


Insegna d'ingresso alla riserva delle tigri nel Parco nazionale di Periyar
Insegna d'ingresso alla riserva delle tigri nel Parco nazionale di Periyar
Un esemplare di tigre all'interno del Parco nazionale di Jim Corbett
Un esemplare di tigre all'interno del Parco nazionale di Jim Corbett

La continua riduzione del numero di esemplari in natura ha inserito la tigre all'interno delle specie a rischio d'estinzione. Per contrastare ed evitare l'estinzione si sono venuti a creare nel tempo vari progetti, Governativi e non (ONG), a salvaguardia e conservazione della specie Panthera tigris. Attualmente, con il supporto di IUCN[167] e della Banca Mondiale[168], molte delle iniziative collaborano attraverso un programma denominato Global Tiger Initiative (GTI)[169][170].

Per consentire una migliore salvaguardia della specie si sono costituite delle riserve naturali, distribuite nei territori caratterizzati da un habitat tale, da consentire alla tigre una buona sopravvivenza in natura. Attualmente si contano ventitré riserve sul territorio Indiano[171], tre parchi nazionali in Nepal, diciannove in Thailandia, quattordici aree protette in Vietnam, cinque riserve nell'isola Sumatra, tre riserve in Russia e una in Cina.[112]

Elenco aree naturali protette per le Tigri[145]

 India
  • Parco nazionale di Jim Corbett
  • Parco nazionale di Kaziranga
  • Parco nazionale di Dudhwa
  • Parco nazionale di Valmiki
  • Parco nazionale di Buxa
  • Parco nazionale di Manas
  • Parco nazionale di Namdapha
  • Riserva naturale per tigri di Dampa
  • Parco nazionale di Sariska
  • Parco nazionale di Ranthambore
  • Parco nazionale di Panna
  • Parco nazionale di Bandhavgarh
  • Parco nazionale di Kanha
  • Parco nazionale di Pench
  • Parco nazionale di Melghat
  • Parco nazionale di Tadoba
  • Parco nazionale d'Indravati
  • Parco nazionale di Palamau
  • Parco nazionale di Simlipal
  • Parco nazionale di Nagarjunasagar
  • Parco nazionale di Bandipur
  • Parco nazionale di Periyar
  • Riserva naturale per tigri di Kalakkad Mandanthurai
  • Parco nazionale dei Sundarbans (con lo stato del Bangladesh)
 Bhutan
  • Parco nazionale di Manas
 Cina
  • Riserva naturale Changbai Shan
 Indonesia
  • Parco nazionale di Gunung Leuser
  • Parco nazionale di Way Kambas
  • Parco nazionale di Kerinci Seblat
 Nepal
  • Riserva naturale di Suklaphanta
  • Parco nazionale reale di Bardia
  • Parco nazionale reale di Chitwan
 Russia
 Vietnam
  • Parco nazionale di Bach Ma
  • Parco nazionale di Cat Tien

Qui di seguito vengono descritti alcuni progetti in corso che combattono l'estinzione della tigre:[172]


Progetto Tigre (India)


tigre del Bengala reintrodotta in natura (luglio 2008), all'interno della riserva Sariska nel sud dell'India[173]
tigre del Bengala reintrodotta in natura (luglio 2008), all'interno della riserva "Sariska" nel sud dell'India[173]

Nel 1972, il governo indiano ha preso una decisione che si è rivelata forse determinante per la salvaguardia della specie: quella di condurre un'indagine sulla situazione degli esemplari superstiti. Ne è emerso un numero estremamente basso, pari a solo 1800 tigri. La stessa indagine, condotta sull'intero areale asiatico della specie, ha consentito di apprendere che le sottospecie di Bali e del Caspio si erano ormai estinte e la medesima sorte era probabilmente toccata alla sottospecie di Giava. Migliore la situazione nell'isola di Sumatra, in cui si era registrata la presenza di 600 esemplari, e in Indocina, dove la popolazione era stata valutata nel numero di circa 2000 esemplari. Assai limitato, ma relativamente stabile, appariva il numero degli appartenenti alla sottospecie siberiana, abitatrice di un ambiente meno sottoposto allo sfruttamento da parte dell'uomo.[174]

Dopo questi rilevamenti, si è imposto il ricorso a misure drastiche per tutelare gli esemplari superstiti. Il governo indiano ha preso per primo l'iniziativa, e il 1º aprile del 1973 ha dato il via al Progetto Tigre (“Project Tiger”) vietando la caccia alla tigre e l'esportazione delle sue pelli e accogliendo successivamente l'invito, proveniente dalle grandi organizzazioni protezionistiche, di istituire riserve che costituissero zone di rifugio e di ripopolamento della specie.[175] Il progetto governativo prese sempre più corpo, finanziato grazie anche a una raccolta di fondi a livello internazionale promossa dal WWF.[176]

Indira Gandhi, in quell'epoca primo ministro, si interessò personalmente alla costituzione di un comitato per il coordinamento fra tutti gli Stati dell'India.[177] L'esempio fu seguito da altri Paesi, che realizzarono riserve naturali entro i confini del Bangladesh, del Nepal e del Bhutan.

Dal 4 settembre del 2006 il progetto fa parte della National Tiger Conservation Authority (NTCA)[178] (Un organismo di diritto del Ministero dell'Ambiente e delle Foreste, Governo dell'India)


Salvare la Tigre Cinese (Cina)


Logo Save China's Tiger
Logo Save China's Tiger

Il Save China's Tigers (SCT)[179][180] nasce dalla necessità di evitare l'estinzione della tigre della Cina meridionale (Panthera tigris amoyensis).
Nel 1998, quando ormai rimanevano non più di 30 esemplari allo stato selvatico e 60 in cattività, iniziano a formarsi i primi gruppi e progetti a salvaguardia della tigre, culminato con l'istituzione ufficiale a Pechino il 26 novembre del 2002, che in collaborazione con il Centre of the State Forestry Administration of China e il Chinese Tigers South Africa Trust, porterà all'attuale progetto di salvaguardia e reintroduzione in natura della tigre della Cina meridionale. Il progetto ha permesso la costruzione di una riserva naturale in Cina e una in Sudafrica, ove gli animali possano riprodursi in sicurezza e successivamente reintrodotti in natura nel loro habitat naturale nel territorio cinese.[181]

La speranza e obbiettivo del progetto è che dall'anno 2010 (anno cinese della tigre), i primi esemplari di tigre nati e cresciuti all'interno della riserva sudafricana, possano essere rimessi in libertà.[182]


Progetti WWF


Il WWF (World Wildlife Fund), la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura, fin dagli anni settanta è attivo per la salvaguardia della tigre,[183] attraverso proprie iniziative o a supporto di altre già esistenti.[184]

Nel 2002 ha steso un piano di conservazione della durata di otto anni[185]

Dal 2010 (anno cinese della tigre) ha varato il progetto Tx2: Double or nothing[186][187][188], che mira a raddoppiare il numero di animali presenti in natura entro il 2022 (data in cui ricorrerà il prossimo anno cinese della tigre), puntando soprattutto nel contrastare il bracconaggio, la distruzione dell'habitat, il commercio illegale di pelli e alla protezione e implementazione dei fondi di sostegno nonché alla collaborazione con i governi degli stati interessati.[189]

Sono stati anche identificati i dieci problemi più gravi alla base della minaccia d'estinzione della tigre[190], suddivisi per tipologia e aree geografiche di interesse[191], che comprendono, oltre alle varie nazioni asiatiche dove la tigre vive, anche Europa e Stati Uniti. Infatti, il vecchio continente, risulta essere uno tra i più grandi consumatori di Olio di palma, che per essere prodotto necessità di convertire alla coltivazione di palme aree ecologicamente importanti come zone di foresta pluviale habitat primario della tigre.[192][193][194] Mentre gli Stati Uniti sarebbero colpevoli di avere presenti sul proprio territorio numerosi esemplari in cattività non più reinseribili in natura.[195]


La tigre nella cultura di massa



Storia della tigre e dell'uomo


Lo stesso argomento in dettaglio: Tigri nella cultura coreana.

Essendo stata per molto tempo diffusa in quasi tutta l'Asia, la tigre ha trovato immediatamente posto nel folklore e nella cultura dei vari popoli del continente più vasto. In passato, i conflitti tra uomini e tigri non erano diffusi come lo sono diventati in seguito all'espansione demografica dell'uomo moderno per cui la tigre non è sempre stata vista come un animale nocivo o aggressivo. Per molto tempo, è stata vista dagli autoctoni come un animale sacro da ammirare e venerare.

La Corea, in particolare la Corea del Sud, venerava la tigre come un dio, il signore delle montagne, e si riteneva che fosse uno spirito benigno che proteggesse gli uomini dai demoni. Secondo i loro racconti, la tigre diventava bianca una volta sconfitti i mali e i peccati del mondo. Pur essendo di natura generosa, la tigre andava in collera quando i potenti e i nobili agivano per malvagità e scatenava la sua ira su di loro. Perciò si diceva che i potenti diventassero umili e i ricchi generosi quando appariva una tigre bianca. Un famoso mito coreano concernente la tigre è la storia di Dangun, leggendario fondatore del primo regno: la leggenda narra che una tigre e un'orsa desiderassero diventare umani. L'orsa ci riuscì nutrendosi solo di vegetazione per 100 giorni ma la tigre non poteva sfamarsi di erba e fallì. L'orsa, divenuta una donna, avrebbe partorito lo stesso Dangun, mentre la tigre giurò di difendere il bambino e i suoi discendenti per le generazioni a venire.[196] Per i coreani, la tigre rappresenta il primo mese del calendario lunare. Infine, è anche un guardiano dei morti e la sua immagine viene dipinta sulle tombe dei defunti.

Quest'ultima caratteristica è stata ereditata dalla Cina che ha immaginato anch'essa la tigre come il dio dell'oltretomba e il custode dei morti, per cui è d'usanza deporre statuette raffiguranti tigri nei mausolei dei nobili poiché si ritiene che la tigre vegli sul loro eterno riposo. In tutta la storia cinese, la tigre ha stimolato la sensazione di stupore e di ammirazione: la sua forza, la sua ferocia, la sua bellezza e l'armonia degli opposti. La tigre è piena di vita e incarna lo spirito per raggiungere e fare progressi. È il re degli animali e le strisce sulla sua fronte hanno ispirato la forma del kanji 王 che significa re e viene usato per indicare gli imperatori e gli dei (l'animale viene infatti anche definito Imperatore degli animali). Nella mitologia cinese, Byakko, la tigre bianca, è uno dei quattro animali cardinali che proteggono il mondo, precisamente il Guardiano dell'Ovest che rappresenta l'autunno ed è sia il più giovane che il più forte dei quattro guardiani. Quando un imperatore regna con assoluta giustizia, allora appare una tigre bianca come segno di benedizione divina. In Cina, la parola tigre è usata frequentemente come complimento: un abile generale è chiamato "generale tigre" e un valoroso guerriero "soldato tigre". Caishen, il dio della ricchezza, è detto avere per destriero una tigre nera dalle strisce d'oro. La tigre dà anche il nome a uno dei principali stili di lotta kung fu (del quale esiste una variante detta "stile della tigre nera") ed è uno dei nove dei venerati nel Festival dell'Anno Nuovo. È d'usanza dipingere gli abiti o le scarpe di un colore giallo striato che ricordi la tigre per proteggersi dagli spiriti maligni e dalla sventura. Nella religione daoista, la tigre è il destriero di Zhang Daoling, il re degli dei, e una leggenda parla di due fratelli che salvarono gli uomini dai demoni dandoli in pasto alle tigri.

Una leggenda cinese narra di una giovane tigre che uccise e mangiò un ragazzo recatosi nei boschi. Poiché la madre del ragazzo non aveva nessun altro al mondo essa implorò il mandarino perché l'assassino di suo figlio fosse giudicato. Dapprima il mandarino ritenette una pazzia processare un animale ma, impietosito dalle suppliche della donna, si lasciò convincere. La tigre, una volta trovata, e una volta udita l'accusa, non oppose alcuna resistenza anzi si lasciò catturare. Il giudice offrì alla tigre di riparare al suo torto prendendo il posto del figlio deceduto e assistendo la donna anziana in ogni modo. La tigre cominciò a portarle cibo, denaro, tutto quello di cui aveva bisogno. E la donna cominciò ad amare la tigre come un nuovo figlio. Alla morte della donna, la tigre fu ricompensata per i suoi servigi e il suo amore venendo accolta nel paradiso dell'ovest.[197]

Per la cultura Nāga, tigri e uomini sono fratelli: al principio dei tempi, vi erano tre fratelli: l'uomo, la tigre e lo spirito. Lo spirito aveva poteri divini, la tigre forza e agilità e l'uomo l'intelligenza. Dopo la morte della loro madre, i tre fratelli cominciarono a discutere su come spartirsi il possesso del mondo. Lo spirito, essendo il più grande, si comportò come un saggio fratello maggiore e si ritirò dalla competizione lasciando che fossero i suoi fratelli a spartirsi la Terra. La tigre e l'uomo decisero di risolvere la questione con una gara di corsa: chi avesse raggiunto per primo una canna di bamboo all'estremità del percorso avrebbe ottenuto il dominio della terra mentre il perdente sarebbe andato a vivere nella foresta. L'uomo non poteva competere con la velocità della tigre ma era astuto: colpì il palo con una freccia e lo spezzò. Così quando la tigre arrivò per prima e vide il palo spezzato credette di essere stata preceduta e, accettando la sconfitta, andò a vivere nella foresta. Ma lo spirito era furioso con l'uomo per aver barato e perciò strappò all'uomo i suoi occhi originali e li rimpiazzò con occhi da capra per impedire all'uomo di vedere ancora lo spirito. L'uomo ottenne quello che voleva ma, pentitosi del suo gesto, sentiva terribilmente la mancanza dei suoi fratelli con i quali non poteva più vivere. Allora inventò rituali e cerimonie per riappacificarsi con la tigre e lo spirito e riavvicinarsi a loro: così nacque la cultura Naga.[198]

I tibetani credevano, similmente, che la tigre fosse uno spirito benigno e che gli eroi e i guerrieri più forti fossero guidati dallo spirito della tigre perciò vestivano in modo simile (con abiti striati) nel tentativo di invocarne la forza e l'abilità. Come per i cinesi e gli indiani, anche loro immaginavano le divinità a cavallo di tigri ed il suo spirito era invocato dai guaritori per curare i feriti e gli ammalati.[199]. In Sudan ha origine il popolo dei Tigrè che prende il nome dal felino così come l'omonima lingua.

In molte zone dell'Asia, è diffusa la leggenda, meno benevola, della tigre mannara, di uomini e stregoni malvagi che ricorrono ai loro poteri per trasformarsi in tigri e seminare il terrore. In Indonesia, tuttavia, si parla della Harimau jadian, un particolare tipo di tigre mannara che non è maligna anzi è benevola e protegge le piantagioni e i villaggi. La tigre di Giava, secondo gli autoctoni, era il guardiano dell'Albero della Vita.

In Vietnam, si crede che le tigri portino con sé gli spiriti degli antenati per cui se una tigre uccide un uomo significa che lo spirito che trasporta era in collera con tale persona per qualcosa che gli ha fatto nella vita passata. Il capitano Henry Bandesson, che ha viaggiato in Annam (oggi Vietnam) a cavallo del 20 ° secolo, ha raccontato un caso in cui una donna è stata uccisa da una tigre che gli abitanti del villaggio hanno ritenuto portare lo spirito di suo marito poiché questi era stato tradito e ucciso dalla donna. Per tale ragione, per moltissimo tempo, il folklore locale proibiva l'uccisione delle tigri, anche quelle mangiatrici di uomini.[200]

La mitologia indiana è piena di tigri: la tigre combatte i draghi, porta la pioggia nel tempo della siccità, porta i bambini alle madri senza figli e poi tiene questi bambini al sicuro dagli incubi e ha la capacità di guarire. L'adorazione della tigre continua ancora oggi: Vaghadeva, il dio tigre, è onorato come guardiano della foresta, propiziato con offerte di fiori e incenso collocato su semplici santuari di roccia. Nell'India Centrale, i Baigas, o il Clan della Tigre, considerano se stessi i discendenti del grande felino. A nord di Mumbai, la tribù di Warli eroga statue di tigre in legno per l'uso nei riti di fertilità: alla data del raccolto, li decorano con immagini di serpenti intrecciati, alberi, luna, stelle e sole e donano parte del raccolto dell'anno alla tigre come simbolo della vita e della rigenerazione.

In Giappone, la tigre, pur rappresentando un animale non indigeno, è entrata rapidamente nella tradizione e nell'immaginario locale. La sua figura è quasi onnipresente nell'arte del Sol Levante sebbene la tigre giapponese, al pari del leone cinese, sia famosa per non assomigliare molto all'animale reale. Gli artisti, infatti, non avendo mai visto una tigre vera ma basandosi inizialmente solo sui racconti dei cinesi e dei coreani loro vicini la dipingevano immaginandola come un enorme gatto quindi non attribuendole quei tratti e quei caratteri unici della specie. Un'evidenza di tale errore è negli occhi: in tali dipinti, alle tigri sono attribuiti occhi come quelli dei gatti.[201]

Gli antichi greci conoscevano la tigre dalle storie raccontate dai persiani ma, non avendone mai vista una, la dipingevano come un animale mitico che chiamavano manticora e che descrivevano dal corpo di leone e dalla coda di scorpione. In seguito, comunque, esploratori o commercianti greci che viaggiarono in Persia (dove all'epoca era molto diffusa la tigre del Caspio) ebbero modo di vedere l'animale vero e rendersi conto delle differenze. Pausania il Periegeta fu il primo a descrivere nel suo libro "Descrizione della Grecia" la tigre concludendo che la bestia che i greci chiamavano manticora non fosse altri che la tigre.[202] I greci non tardarono a integrare il felino nella loro cultura e il dio Dioniso vide presto rimpiazzarsi il suo destriero, fino a quel momento un leopardo, con una tigre. Durante il medioevo, tuttavia, la tigre tornò ad essere un animale sconosciuto in Europa. A differenza del leone o dell'elefante, non si hanno notizie di tigri importate in Europa nei serragli dei nobili per cui il grande felino tornò a sprofondare nel mito. Lo dimostrano i disegni dei bestiari medievali che ritraggono la tigre con un manto maculato e mettono in risalto la sua grande velocità, cosa che fa pensare che gli autori si confondessero con i ghepardi che abitavano le stesse regioni in Persia. I bestiari, rifacendosi a Plinio il vecchio, raccontano la storia del cacciatore che per rapire i cuccioli di tigre getta un piccolo specchio per distrarre la mamma tigre che credeva di vedere il proprio cucciolo. Si tratta di un racconto di pura fantasia, non solo non si hanno notizie che un metodo simile sia mai stato usato per catturare le tigri ma probabilmente non funzionerebbe nemmeno dato che diversi test scientifici hanno dimostrato che le tigri, come altri animali, sono abbastanza intelligenti da riconoscere il proprio riflesso nello specchio (inoltre, come tutti i felini, le tigri si identificano soprattutto tramite l'odore e uno specchio non avrebbe l'odore di un cucciolo).[203]

La dea Dourgâ che cavalca una tigre
La dea Dourgâ che cavalca una tigre

Mitologia, leggenda e religione


La tigre occupa una posizione importante nella mitologia e nelle credenze in Asia. In particolare, nella religione induista, Siva, il dio della distruzione, è raffigurato con una pelle di una tigre. Mentre Durgā, dea dalle diciotto braccia, monta una tigre in combattimento.[141]

In India, la tigre è il simbolo della regalità e del potere divino, mentre in tutta la penisola indocinese e nell'isola di Sumatra rappresenta il castigo divino.[204]

Secondo l'antico calendario lunare cinese, la "Tigre (虎 Hu)" è uno dei 12 segni dell'astrologia cinese che rappresentano gli anni del calendario. È anche tradizionalmente una delle quattro grandi creature delle costellazioni cinesi, chiamata la Tigre Bianca dell'Ovest (西方白虎, Xī Fāng Bái Hǔ), ed è associata all'ovest e all'autunno.[205]

L'importanza di questo animale per il popolo cinese, la si nota anche nel fatto che esso viene considerato il "Re degli animali", mentre nella cultura occidentale è solitamente il leone ad avere quel "titolo".[206]

Vi sono anche molte leggende con protagonista la tigre, come quella del principe Sa Chui che sacrificò la sua vita per sfamare una tigre e i suoi cuccioli, facendosi divorare da essi.[206] Oppure l'usanza di apporre immagini di tigri bianche all'interno delle abitazioni per tener lontani e proteggerle dai topi e dai serpenti.[206]


Arti marziali


Nelle arti marziali, principalmente in quelle asiatiche (Arti marziali cinesi e Arti marziali giapponesi), la tigre è presente sotto forma di simbolo, ideologia e stili tecnici.

Nel 武术 Wushu (le arti marziali cinesi), la tigre simboleggia particolari tecniche e stili di combattimento, in particolare nello Xiangxingquan o stile imitativo, categoria di stili di arti marziali che riproduce i movimenti degli animali. Nella fattispecie troviamo: l'Huquan (虎拳, Pugilato della Tigre), Il Tanglonghushi (螳螂虎式, Tanglang Hu Shi, Stile della mantide religiosa e della tigre) e L'Heihuquan (黑虎拳, Pugilato della Tigre Nera).

Nel karate, la tigre è il simbolo di forza e coraggio, lasciato in eredità dal Maestro Gichin Funakoshi fondatore dello Stile Shotokan al gruppo Shotokai.[207][208]


Araldica ed emblemi


Dipinto di una tigre di Utagawa Kuniyoshi
Dipinto di una tigre di Utagawa Kuniyoshi

La raffigurazione della tigre appare negli emblemi nazionali del Bangladesh[209], dell'India[210] e della Malaysia[211]. Nel Bangladesh, oltre ad esserne l'emblema, viene rappresentato il muso della tigre del Bengala, su quasi tutte le banconote (Taka bengalese) e sulla moneta da 25 centesimi (poisha).[212] Mentre in malesia viene incisa sulle braccia di tutte le armature dell'esercito.[211]

La tigre di Tippu è un esempio dell'importanza che la tigre ha per il popolo indiano, trattasi di un particolare carillon, che raffigura una tigre che uccide un soldato inglese, chiaro simbolo della vittoria dei popoli indiani contro l'impero coloniale britannico.[141]

Nel mondo moderno viene utilizzata a scopo pubblicitario e a rappresentazione dei marchi di molte multinazionali e non, come la tigre della Esso, nei cereali Frosties della Kellogg's, nel simbolo della casa automobilistica Malese Proton oppure in molti prodotti che ne usano il nome come il balsamo di tigre, il sistema operativo Mac OS X Tiger e ancora in moltissimi veicoli militari (elicotteri, aerei, carri armati[213]).

Viene anche utilizzata come soprannome per indicare la forza o la ferocia di un personaggio o gruppo di persone, come Georges Clemenceau detto "il Tigre" o le Tigri Tamil (LTTE) gruppo militante nazionalista Tamil che ha condotto una violenta campagna secessionista contro il governo dello Sri Lanka dal 1970 o ancora per indicare un periodo particolarmente prosperoso come il boom economico, tra il 2001 e il 2003, in Irlanda, detto tigre celtica.


Arte


Mosaico del V secolo
Mosaico del V secolo

Come il leone, anche la tigre è sempre stata un soggetto molto diffuso in tutte le forme di arte figurativa, nella pittura, nella scultura, in architettura, in letteratura, nella musica e nei Film.[206]

Le prime rappresentazioni di tigre, giunte ai giorni nostri, sono i mosaici degli antichi romani ove il felino rappresentava un punto di riferimento durante le festività (Ludi Romani) nelle lotte dei circhi romani.[214]

Un classico esempio di utilizzo come soggetto della tigre è il monumentale dipinto di Rubens la Caccia alla tigre, che ha ispirato successivamente molti altri pittori[215] e le opere di Rousseau.[214] L'animale è stato inoltre inserito nei dipinti di molti altri artisti come Delacroix, Charles Lapicque, Salvador Dalí[216] e Géricault[217]. Grazie alla presenza sul territorio la tigre è anche fortemente rappresentata nell'arte cinese, giapponese e indiana.


Sport


La tigre viene spesso utilizzata come simbolo e mascotte in ambito sportivo:


Letteratura e cinema


La tigre Shere Khan è l'antagonista principale del romanzo Il libro della giungla di Rudyard Kipling e dei film tratti da esso, ed è inoltre protagonista in molteplici film, tra i quali Due Fratelli e Vita di Pi.


Fumetto e animazione


La tigre assume un forte valore simbolico nel celebre manga e anime L'Uomo Tigre: il protagonista, l'orfano Naoto Date, desideroso di diventare forte e di risollevarsi da una vita di miserie, sceglie come emblema il possente felino e combattendo sui ring con una maschera di tigre e il nome d'arte di Uomo Tigre (Tiger Mask in originale). Tana Delle Tigri è anche il nome della terribile organizzazione criminale che addestra i combattenti di wrestling rendendoli feroci assassini, e i suoi tre dirigenti e il suo leader, ex lottatori ora in pensione indossano, come Naoto, delle maschere di tigre e si servono di nomi d'arte in tema (Re Tigre, Tigre Nera, Grossa Tigre e Grande Tigre).


Note


  1. (EN) Chundawat, R.S., Habib, B., Karanth, U., Kawanishi, K., Ahmad Khan, J., Lynam, T., Miquelle, D., Nyhus, P., Sunarto, S., Tilson, R. & Sonam Wang 2010, Panthera tigris, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. Wild Tiger Conservation, su savethetigerfund.org, Save The Tiger Fund. URL consultato il 7 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2011).
  3. Taxon: Panthera tigris (C. Linnaeus, 1758) - tiger, su taxonomicon.taxonomy.nl, 2 settembre 2013.
  4. Linneo, p. 1-4 e 1-824.
  5. Carlo Battisti, Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950–57.
  6. Dizionario Etimologico Online - Tigre, su etimo.it. URL consultato il 2 luglio 2010.
  7. Alfred Ernout, Antoine Meillet, Dictionnaire étimologique de la langue latine – Histoire de mots, Parigi, Klincksieck, 1979.
  8. (EN) Linneo (Carolus Linnaeus), Systema naturae per regna tria naturae:secundum classes, ordines, genera, species, cum characteribus, differentiis, synonymis, locis., in Holmiae (Laurentii Salvii), 1758, p. 41.
  9. (FR) Tigre [collegamento interrotto], su francois.gannaz.free.fr, 1863. URL consultato il 30 giugno 2010.
  10. Jackson, p. 207.
  11. Leopardus tigrinus, su iucnredlist.org. URL consultato il 30 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2011).
  12. (FR) tigre, tigresse, su cnrtl.fr, Centre national des ressources textuelles et lexicales. URL consultato il 1º luglio 2010.
  13. (EN) Animal Face-Off: Lion vs. Tiger : Video : Animal Planet, in Animal.discovery.com, 29 aprile 2008. URL consultato il 10 giugno 2010.
  14. (EN) Vratislav Mazak, Panthera tigris. (PDF), in Mammalian species, 8 maggio 1981, p. 1-8 nr.152. URL consultato il 2 febbraio 2010.
  15. Mazák, V., Der Tiger, Nachdruck der 3. Auflage, 2004, Hohenwarsleben, Westarp Wissenschaften, 1983, ISBN 978-3-89432-759-0.
  16. https://www.guinnessworldrecords.com/world-records/largest-feline-carnivore?fb_comment_id=746595795394973_1084926174895265
  17. V. G. Heptner, Mammals of the Soviet Union, Volume 2 Part 2 Carnivora (Hyenas and Cats), 1989, ISBN 9004088768.
  18. Copia archiviata, su defence.pk. URL consultato il 25 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2017).
  19. http://animalsversesanimals.yuku.com/topic/4303/Largest-tiger-in-History-confirmed-weighed-Plus-more#.WXeNONTygdU
  20. Seidensticker, p. 383.
  21. Van den Hoek Ostende. 1999. Javas Tiger - Ruthlessly hunted down. 300 Pearls - Museum highlights of natural diversity. URL consultato l'11 agosto 2006 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2009).
  22. (FR) Stephen O'Brien et Warren Johnson, L'évolution des chats, in Pour La Science, aprile 2009, p. 366, ISSN 0153-4092 (WC · ACNP). basato su (EN) W. Johnson et al., The late Miocene radiation of modern felidae : a genetic assessment, in Science, 2006, p. 311. e (EN) C. Driscoll et al., The near eastern origin of cat domestication, in Science, 2008, p. 317.
  23. (EN) Panthera uncia IUCN Red List.
  24. (EN) Chundawat, R.S., Habib, B., Karanth, U., Kawanishi, K., Ahmad Khan, J., Lynam, T., Miquelle, D., Nyhus, P., Sunarto, Tilson, R. & Sonam Wang, Panthera tigris, Red LIST IUCN 2008, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 22 febbraio 2010.
  25. Kitchener A. C., Breitenmoser-Würsten Ch., Eizirik E., Gentry A., Werdelin L., Wilting A., Yamaguchi N., Abramov A. V., Christiansen P., Driscoll C., Duckworth J. W., Johnson W., Luo S.-J., Meijaard E., O’Donoghue P., Sanderson J., Seymour K., Bruford M., Groves C., Hoffmann M., Nowell K., Timmons Z. & Tobe S., A revised taxonomy of the Felidae. The final report of the Cat Classification Task Force of the IUCN/ SSC Cat Specialist Group, in Cat News, Special issue 11, 2017, pp. 66-68.
  26. Yue-Chen Liu, Xin Sun, Carlos Driscoll, Dale G. Miquelle, Xiao Xu, Paolo Martelli, Olga Uphyrkina, James L.D. Smith, Stephen J. O’Brien, Shu-Jin Luo, Genome-Wide Evolutionary Analysis of Natural History and Adaptation in the World’s Tigers, in Current Biology, vol. 28, n. 23, 2018-12, pp. 3840–3849.e6, DOI:10.1016/j.cub.2018.09.019. URL consultato l'11 ottobre 2021.
  27. (EN) Extinct Tiger Subspecies, su savethetigerfund.org, Save The Tiger Fund. URL consultato il 27 maggio 2010.
  28. (EN) Jackson, P. & Nowell, K., Panthera tigris ssp. virgata IUCN 2009, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  29. (EN) The Caspian tiger: a Lesson from History, su savethetigerfund.org, Save The Tiger Fund. URL consultato il 27 maggio 2010.
  30. (EN) Jackson P. & Nowell K., Panthera tigris ssp. virgata IUCN 2009, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  31. (EN) Jackson, P. & Nowell, K., Panthera tigris ssp. sondaica IUCN 2009, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  32. (EN) The Javan Tiger A. Hoogerwerf 1970. Javan Tiger (Panthera tigris sondaica), su savethetigerfund.org, Save The Tiger Fund. URL consultato il 24 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2010).
  33. J. Seidensticker, Ir. Suyono, T. Thomas, The Javan Tiger and the Meru Betiri Reserve, a plan for Management, WWF/IUCN Project, 1980. (Citato in Gratwicke, 2007).
  34. (EN) Jackson, P. & Nowell, K., Panthera tigris ssp. balica IUCN 2009, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  35. (EN) Death of the Bali Tiger, su savethetigerfund.org, Save The Tiger Fund. URL consultato il 24 maggio 2010.
  36. The Balinese Tiger, su lairweb.org.nz, Loadstars's Lair. URL consultato il 27 ottobre 2007..
  37. The Balinese Tiger, su petermaas.nl, Peter Maas, 2005. URL consultato il 27 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2011)..
  38. Mazák (1983); Prynn (2002); Thapar (2004)
  39. (EN) Chundawat, R.S., Habib, B., Karanth, U., Kawanishi, K., Ahmad Khan, J., Lynam, T., Miquelle, D., Nyhus, P., Sunarto, Tilson, R. & Sonam Wang, Panthera tigris ssp. tigris IUCN 2009, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  40. (EN) Bengal Tiger, su savethetigerfund.org, Save The Tiger Fund. URL consultato il 17 maggio 2010.
  41. (EN) Miquelle, D., Darman, Y. & Seryodkin, I., Panthera tigris ssp. altaica IUCN 2009, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  42. (EN) Amur (Siberian) Tiger, su savethetigerfund.org, Save The Tiger Fund. URL consultato l'8 aprile 2010.
  43. (EN) Amur (Siberian) Tiger - Biology, su savethetigerfund.org, Save The Tiger Fund. URL consultato il 27 maggio 2010.
  44. (EN) Nyhus, P., Panthera tigris ssp. amoyensis IUCN 2009, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  45. (EN) tigerhomes.org, South China Tiger - Panthera tigris amoyensis - Stem Tiger, su tigerhomes.org. URL consultato il 19 giugno 2010.
  46. South China Tiger Believed Still Exists in Wild - china.org.cn.
  47. (EN) South China Tiger, su savethetigerfund.org, Save The Tiger Fund. URL consultato il 25 maggio 2010.
  48. (EN) Rare tiger reappears after gap of 20 years, in CHINAdayli, 13 ottobre 2007. URL consultato il 25 maggio 2010.
  49. (EN) Lynam, A.J., Nowell, K.: (EN) Panthera tigris ssp. corbetti, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  50. (EN) Luo SJ et al.: Phylogeography and Genetic Ancestry of Tigers (Panthera tigris).. PLoS Biol 2004; 2(12): e442
  51. (EN) Le, Yu e Hornby, Lucy, Man jailed for eating rare tiger in China, su reuters.com, 22 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  52. (EN) Kawanishi, K. & Lynam, T., Panthera tigris ssp. jacksoni IUCN 2009, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  53. Luo SJ et al. Phylogeography and Genetic Ancestry of Tigers (Panthera tigris).. PLoS Biol 2004; 2(12): e442
  54. (EN) IUCN Tiger Specialist Peter Jackson Earns His Stripes, in IUCN - Species News, 7 giugno 2005. URL consultato il 26 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2010).
  55. (EN) Linkie, M., Wibisono, H.T., Martyr, D.J. & Sunarto, S., Panthera tigris ssp. sumatrae IUCN 2009, su iucnredlist.org, IUCN Red List of Threatened Species.. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  56. Cracraft J., Feinstein J., Vaughn J., Helm-Bychowski K., Sorting out tigers (Panthera tigris) Mitochondrial sequences, nuclear inserts, systematics, and conservation genetics, in Animal Conservation, vol. 1, 1998, pp. 139–150.
  57. Storia della Tigra Bianca, su lairweb.org.nz. URL consultato il 2 febbraio 2010.
  58. (EN) White tiger lore, su sandiegozoo.org.
  59. Per alcuni casi di tigre siberiana bianca: Siberian tiger cubs born at Como Zoo, New York Times, 23 luglio 1958 p. 40:2 ; 2 tiger cubs, rare Siberian, born at fair, The Baltimore Sun, 28 giugno 1976 p. C.1. Per l'albinismo cincillà e i disordini correlati nella tigre: Roy Robinson, The white tigers of Rewa and gene homology in the felidae (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2012)., Genetica (1969) 40: 198-200. Lynn Culver, White Tigers; History, Breeding, and Genetics (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2011)., NOAH Feline Conservation Center, 2004 in exoticcatz.com.; Norman F. Cheville, Ultrastructural pathology: an introduction to interpretation., Wiley-Blackwell 1994, p. 315 ISBN 978-0-8138-2398-0
  60. White Bengal Tiger, su animalcorner.co.uk.
  61. http://velvetpets.it/2015/12/06/la-vera-storia-di-kenny-la-tigre-bianca-che-non-aveva-la-sindrome-di-down/
  62. https://www.thedodo.com/truth-about-white-tiger-breeding-1492535969.html
  63. https://bigcatrescue.org/abuse-issues/issues/white-tigers/
  64. (EN) The white tiger, su lairweb.org.nz.
  65. Cuvier, Georges (1832). The Animal Kingdom they can grow to as tall as. G & C & H Carvill.
  66. Lydekker, Richard (1893). The Royal Natural History. Frederick Warne.
  67. (EN) Mutant Big Cats, Golden Tigers, su messybeast.com. URL consultato il 22 febbraio 2010.
  68. (EN) Lairweb, Scheda Golden Tabby, su lairweb.org.nz. URL consultato il 18 gennaio 2010.
  69. LE CORNELLE: Sezione Animali / Tigre Gold (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2009).
  70. Sankhala, K.S., Tiger ! The Story Of The Indian Tiger, Simon & Schuster New York 1977
  71. (EN) Leggenda della Tigre Maltese (blu), su lairweb.org.nz. URL consultato il 2 febbraio 2010.
  72. Harry R. Caldwell, Blue Tiger, Abingdon Press, 1924.
  73. Roy Chapman Andrews, Camps & Trails in China: A Narrative of Exploration, Adventure, and Sport in Little-Known China, Appleton, 1925. HTML fulltext. at Project Gutenberg
  74. (EN) Leggenda della Tigre Nera, su lairweb.org.nz. URL consultato il 2 febbraio 2010.
  75. (EN) Rare Indian tigers spotted at Simlipal, su hindu.com. URL consultato il 3 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2007).
  76. (EN) Black tigress found in Sri Lanka, su dailymirror.lk, DailyMirror, 6 marzo 2009. URL consultato il 10 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2009).
  77. (EN) Karl P N Shuker, Mystery Cats of the World, Robert Hale, 1989, ISBN 0-7090-3706-6.
  78. (EN) Ligers, su messybeast.com.
  79. (EN) Where do Ligers Come From?, su bigcatrescue.org.
  80. Tigon, Tion, Tigron & Tiglon, su messybeast.com.
  81. (EN) Mappa WWF sulla diminuzione dell'areale della tigre (JPG), su worldwildlife.org. URL consultato il 7 giugno 2010.
  82. (EN) Geographic Range, su iucnredlist.org. URL consultato il 2 marzo 2010.
  83. (EN) Mappa con indicante la presenza delle tigri nei vari territori, su maps.iucnredlist.org. URL consultato il 7 settembre 2016.
  84. (EN) Overview Tiger, su worldwildlife.org. URL consultato il 7 settembre 2016.
  85. Marion, p. 182.
  86. (EN) The Tiger:Distribution, su sundarbanstigerproject.info. URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2009).
  87. (EN) Save the Tiger Fund, su savethetigerfund.org (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2008).
  88. (EN) Tiger conservation priorities at a glance, su savethetigerfund.org. URL consultato il 3 marzo 2010.
  89. Tiger Range Map, su globaltigerinitiative.org. URL consultato il 10 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2011).
  90. Marion, p. 68.
  91. Panthera tigris - Habitat, su animaldiversity.ummz.umich.edu, Dacres, K. and B. Lundrigan. 2007. "Panthera tigris" (On-line), Animal Diversity Web.. URL consultato il 28 maggio 2010.
  92. Tigre del Bengala sopravvive a 4000 metri di altezza, su gaianews.it. URL consultato il 21 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2010).
  93. (FR) Guillaume Talbot, Au Bhoutan des tigres du Bengale ont été localisés à des altitudes inégalées jusque là, in Bulletin électronique, giugno 2008. URL consultato il 7 aprile 2010.
  94. Nowak, Ronald M. (1999). Walker's Mammals of the World. Baltimore: Johns Hopkins University Press. ISBN 0-8018-5789-9
  95. Jackson, p. 105.
  96. Jackson, p. 15.
  97. Sankhala, pp. 34-49.
  98. (EN) Maxine Annabell, Tiger territory - Mating, Parts 3&4 : Copulation, su lairweb.org.nz. URL consultato il 16 giugno 2010.
  99. Cuccioli di tigre siberiana fotografati a sorpresa con mamma e papà.
  100. The Tiger Father - YouTube.
  101. Male Tigers with Cubs.
  102. Daddy tiger brings up cubs - YouTube.
  103. #327 Orphaned tiger cubs mothered by their dad - This Gives Me Hope.
  104. Tiger Dad Watches Over Cubs | The Tiniest Tiger Cat Community, su conservationcubclub.com. URL consultato il 1º aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  105. White Wolf : Wonderful story of a father tiger caring for his two cubs after their mother died.
  106. Male Tiger Plays Mom to a Litter of Orphaned Cubs : TreeHugger.
  107. India male tiger plays doting dad to orphaned cubs - BBC News.
  108. Rare tiger family caught on camera in Siberia - CBS News.
  109. (EN) Cat Specialist Group, Tiger Panthera tigris - Biology, su catsg.org. URL consultato il 15 giugno 2010.
  110. (EN) Valmik Thapar, The Tiger's Destiny (Paperback), Fateh Singh Rathore, Mahipal Singh, londra, Trafalgar Square, ottobre 1994, p. 176, ISBN 1-85626-142-5.
  111. Seidensticker, p. 103.
  112. Sankhala, p. 72.
  113. (EN) K. Dacres, B. Lundrigan, "Panthera tigris" (On-line), su animaldiversity.ummz.umich.edu, Animal Diversity Web. URL consultato il 6 giugno 2011.
  114. Tiger: Spy In The Jungle. John Downer Productions. BBC (2008)
  115. Jackson, p. 98.
  116. Seryodkin I. V.; Goodrich J. M.; Kostyrya A. V.; Schleyer B. O.; Smirnov E. N.; Kerley L. L.; Miquelle D. G. (2005). "19". Relationship among tigers, brown bears, and Himalayan black bears. Tigers of Sikhote-Alin Zapovednik: Ecology and Conservation.
  117. Sankhala, pp. 23.
  118. Schaller. G, The Deer and the Tiger: A Study of Wildlife in India, su panthera.org, University Of Chicago Press. URL consultato il 6 giugno 2011.
  119. (EN) Cat Specialist Group, Tiger Panthera tigris - Description and Behavior - Part Three, su catsg.org. URL consultato l'8 giugno 2011.
  120. Valmik, pp. 88.
  121. Sankhala2, pp. 17.
  122. https://www.youtube.com/watch?v=gzviN135ZYQ
  123. https://listverse.com/2012/11/05/top-10-animal-bites-that-will-completely-destroy-you/
  124. Sankhala, Kailash (1997). Indian Tiger. Roli Books Pvt Limited, India. ISBN 978-81-7437-088-4.
  125. Jackson, p. 100.
  126. Novak, RM (1999). Mammiferi del mondo di Walker (6 ° ed.). Baltimora: Johns Hopkins University Press. pp. 825-28. ISBN 0-8018-5789-9.
  127. Perry, Richard (1965). The World of the Tiger. p. 260.
  128. Copia archiviata, su carnivoraforum.com. URL consultato il 19 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2016).
  129. https://lh5.googleusercontent.com/-GQcL32HiRfc/Tiejd2kusdI/AAAAAAAABOM/ujyn42AHq0I/42a.jpg https://lh4.googleusercontent.com/-CIR0PGRwX9s/Tiejf98x3CI/AAAAAAAABOQ/DY-dB6q4oAk/42b.jpg https://lh4.googleusercontent.com/-04VDlLK5puw/TiejhMhoVsI/AAAAAAAABOU/kF0gtLSJm0U/43.jpg
  130. http://www.tribuneindia.com/news/nation/tigers-kill-rhino-in-dudhwa-tiger-reserve/372612.html
  131. Ward, p. 32.
  132. https://dehradunweekly.blogspot.it/2012/03/tiger-kills-tusker-in-corbett.html
  133. http://s6.zetaboards.com/Leo_Tigris_Elite/topic/1089569/1/ http://wild-cats.net/topic/7659292/1/ Archiviato il 16 settembre 2016 in Internet Archive.
  134. Copia archiviata, su tigerskillingelephants.blogspot.it. URL consultato il 19 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2016).
  135. http://tieba.baidu.com/p/3036883626?fr=good
  136. Copia archiviata, su telegraphindia.com. URL consultato il 19 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2014).
  137. http://www.thehindu.com/news/national/other-states/tiger-kills-adult-rhino-in-dudhwa-tiger-reserve/article4357638.ece
  138. (EN) Climate change linked to Indian tiger attacks, su enn.com. URL consultato il 24 giugno 2010.
  139. (FR) National Geographic Magazine, À travers le livre de la jungle, « Lieux et personnages », hors-série nº2, janvier 2003
  140. Seidensticker, p. 100.
  141. Man-eaters. The tiger and lion, attacks on humans, su lairweb.org.nz. URL consultato il 24 giugno 2010.
  142. https://www.bbc.com/news/world-asia-india-25755104
  143. Seidensticker, pp. 103-104.
  144. (EN) Climate Change, su savethetigerfund.org. URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2010).
  145. (EN) TIGERS, su bigcatrescue.org.
  146. (EN) Stima popolazione iucnredlist (PDF), su iucnredlist.org. URL consultato il 12 ottobre 2011.
  147. (EN) Tigers - the real kings of more than jungles, But with as few as 3,200 surviving in the wild, su panda.org.
  148. (FR) A. Thomas-Anquetil, VII, in Une chasse au tigre en Birmanie, E. Dentu, 1866., p. 94
  149. Sankhala, pp. 15-79.
  150. (EN) Katheryn Malcolm Norris, Born to Be Wild : Tiger persecution and advocacy (PDF), su scholar.lib.vt.edu. URL consultato il 16 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2006).
  151. vide Royal Tiger (nom-de-plume) in The Manpoora Tiger - about a Tiger Hunt in Rajpootanah. (1836) Bengal Sporting Magazine, Vol IV. reproduced in The Treasures of Indian Wildlife
  152. (EN) Alex Rodriguez Alex, Poachers thinning ranks of hardy Siberian tigers, su seattletimes.nwsource.com, Teh Seattle Times.
  153. Population of artificially-bred tigers exceeds 4000 in China (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2009)., China View, 2 marzo 2006.
  154. (EN) Biodiversity, su savethetigerfund.org. URL consultato il 6 aprile 2010.
  155. (EN) Major Threat(s), su iucnredlist.org. URL consultato il 6 aprile 2010.
  156. (EN) Climate Change, su savethetigerfund.org. URL consultato il 6 aprile 2010.
  157. (EN) Conserving tiger landscapes, su panda.org. URL consultato il 6 aprile 2010.
  158. (FR) Médecine traditionnelle chinoise, su wwf.ch, WWF Svizzera. URL consultato l'11 marzo 2010.
  159. Andrew Harding, Programmes | From Our Own Correspondent | Beijing's penis emporium, in BBC News, 23 settembre 2006. URL consultato il 16 marzo 2010.
  160. (FR) Malini Shankar, La faune sauvage menacée par la médecine traditionnelle chinoise, su ipsnouvelles.be, Inter Press Service, 14 ottobre 2008. URL consultato l'11 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
  161. (FR) WWF-France, WWF, Tigres: entre les griffes des hommes, in Panda magazine, n. 119, p. 21, issn = 0248-8124.
  162. Seidensticker, p. 102.
  163. Journal of the Asiatic Society of Bengal By Asiatic Society (Calcutta, India), Asiatic Society of Bengal Published by Printed by G.H. Rouse, Baptist Mission Press, 1868
  164. (EN) Miquelle, D.G., Stephens, P.A., Smirnov, E.N., Goodrich, J.M., Zaumyslova, O.Yu. & Myslenkov, A.I. (2005). "Tigers and Wolves in the Russian Far East: Competitive Exclusion, Functional Redundancy and Conservation Implications".. In Large Carnivores and the Conservation of Biodiversity. Ray, J.C., Berger, J., Redford, K.H. & Steneck, R. (eds.) New York: Island Press. pp. 179–207 ISBN 1-55963-080-9.
  165. (EN) Panthera tigris - Conservation Actions, su iucnredlist.org.
  166. Global Tiger Initiative Builds Capacity on Wildlife Conservation and Biodiversity, su wbi.worldbank.org. URL consultato il 10 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2011).
  167. Global Tiger Recovery Program 2011 - (Lista Partner) (PDF), su globaltigerinitiative.org. URL consultato il 10 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
  168. Global Tiger Recovery Program 2010–2022 (PDF), su globaltigerinitiative.org. URL consultato il 7 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2016).
  169. (EN) Tiger Reserves of India, su tigernet.nic.in. URL consultato il 6 aprile 2010.
  170. Country Action Plans (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2010). savethetigerfund.org
  171. Tigress joins lone tiger in Sariska, su timesofindia.indiatimes.com (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2009).
  172. (EN) The Govt. of India had launched “Project Tiger”, su tigernet.nic.in, National Tiger Conservation Authority (NTCA). URL consultato il 26 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2010).
  173. (EN) The Govt. of India had launched “Project Tiger”, su tigernet.nic.in, National Tiger Conservation Authority (NTCA). URL consultato il 26 febbraio 2010.
  174. Progetto Tigre WWF, su wwf.it, WWF. URL consultato il 26 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2010).
  175. Indira Gandhi: Un radicale per i diritti dei animal´s, su articleset.com. URL consultato il 24 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2008).
  176. Project Tiger on NTCA, su projecttiger.nic.in. URL consultato il 1º ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2018).
  177. (EN) Who We Are, su savethetigerfund.org. URL consultato il 6 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2010).
  178. (EN) Final Reports to STF, su savethetigerfund.org. URL consultato il 3 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2010).
  179. Save China's tigers main progress to data, su english.savechinastigers.org. URL consultato il 5 marzo 2010.
  180. (EN) Clock ticks for South China tigers in symbolic year, in reuters.com, 5 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2010).
  181. Progetto Tigre WWF, su wwf.it. URL consultato il 28 maggio 2010 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2010).
  182. Cosa fa il WWF per la tigre, su wwf.it. URL consultato il 28 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2010).
  183. (EN) WWF Framework and Strategy for Action 2002–2010 [collegamento interrotto], su savethetigerfund.org. URL consultato il 3 marzo 2010.
  184. (EN) Double or Nothing, su worldwildlife.org. URL consultato il 7 aprile 2010.
  185. Progetto Tx2 WWFita, su wwf.it. URL consultato il 7 settembre 2016.
  186. Tx2: Raddoppia il numero di tigri, su wwf.it. URL consultato il 7 settembre 2016.
  187. (EN) Tx2: Double or nothing, su panda.org. URL consultato il 6 aprile 2010.
  188. (EN) Big Cats in Big Trouble, su worldwildlife.org. URL consultato il 7 aprile 2010.
  189. (EN) Top 10 Tiger Troublespots in 2010, su worldwildlife.org. URL consultato il 7 aprile 2010.
  190. Articoli e aggiornamenti sul portale Salva le Foreste, su salvaleforeste.it. URL consultato il 22 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2009).
  191. Greenpeace, Come ti friggo il Clima (PDF), su greenpeace.org. URL consultato il 22 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2008).
  192. Friends of the Earth, Greenwashing Malesia, su salvaleforeste.it. URL consultato il 22 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2011).
  193. (EN) Top 10 Tiger Trouble Spots (PDF), su worldwildlife.org. URL consultato il 7 aprile 2010.
  194. Copia archiviata, su tigerandbearkorea.wordpress.com. URL consultato il 25 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2014).
  195. http://www.worldoftales.com/Asian_folktales/Chinese_Folktale_8.html
  196. http://www.biodiversityofindia.org/index.php?title=Man,Spirit_and_the_Tiger:_A_Naga_story
  197. http://www.tibetarchaeology.com/august-2012/
  198. http://voices.nationalgeographic.org/2014/04/09/why-have-tigers-been-feared-and-revered-throughout-history/
  199. CATS IN JAPANESE ART - PRINTED, PAINTED, and SCULPTED FELINES, su tofugu.com. URL consultato il 25 agosto 2021.
  200. 10 Beasts That Used To Be Mythical, su listverse.com. URL consultato il 25 agosto 2021.
  201. Reality x Fiction: The Image of the Tiger in the Bestiaries of Medieval England, su medievalists.net. URL consultato il 25 agosto 2021.
  202. Ward, p. 125.
  203. (EN) JC Cooper, Symbolic and Mythological Animals, Londra, Aquarian Press, 1992, p. 213, ISBN 1-85538-118-4.
  204. (EN) Tiger Culture, su english.savechinastigers.org, Save China's Tiger. URL consultato il 2 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2009).
  205. La tigre e lo Shotokan, su artimarzialisalerno.it, Arti MArziali Salrno, M. Guerrasio. URL consultato il 3 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).
  206. La scuola Shotokan, su shotokaionline.com. URL consultato il 3 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2009).
  207. (EN) Virtual Bangladesh: National Icons, su virtualbangladesh.com, Virtual Bangladesh. URL consultato il 5 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2010).
  208. (EN) National Animal, su india.gov.in, Governo dell'India. URL consultato il 5 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2011).
  209. (EN) National Symbols of Malaysia, su 123independenceday.com, 123 Independence day. URL consultato il 5 luglio 2010.
  210. (EN) Currency in Circulation, su bangladesh-bank.org, Banca del Bangladesh. URL consultato il 5 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2011).
  211. alcuni esempi: il Panzer VI Tiger I, l'Eurocopter Tiger, il Grumman F11F Tiger, il Northrop F-5 e il Panzer VI Tiger II
  212. Picq, p. 37.
  213. (FR) Rubens, Pierre Paul, la Caccia alla tigre, su larousse.fr. URL consultato il 9 agosto 2010.
  214. (FR) D'autres tigres plus ou moins célèbres, su le-tigre.net, Le Tigre, lunedì 17 settembre 2007. URL consultato il 9 agosto 2010.
  215. (FR) Apparitions incongrues de tigres, su le-tigre.net, Le Tigre, 13 ottobre 2007.
  216. Hodori - mascot of the 1988 Olympic Summer Games, su en.beijing2008.com. URL consultato l'8 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2007).

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàThesaurus BNCF 33687 · LCCN (EN) sh85135318 · GND (DE) 4185512-7 · BNF (FR) cb11933675r (data) · J9U (EN, HE) 987007536391005171 · NDL (EN, JA) 00573285
Portale Asia
Portale Biologia
Portale Mammiferi

На других языках


[es] Panthera tigris

El tigre (Panthera tigris) es una de las especies[3] de la subfamilia de los panterinos (familia Felidae) pertenecientes al género Panthera. Se encuentra solamente en el continente asiático; es un predador carnívoro y es la especie de félido más grande del mundo junto con el león pudiendo alcanzar ambos un tamaño comparable al de los fósiles de félidos de mayor tamaño.

[fr] Tigre

Le Tigre (Panthera tigris) est une espèce de mammifère carnivore de la famille des félidés (Felidae) du genre Panthera. Aisément reconnaissable à sa fourrure rousse rayée de noir, il est le plus grand félin sauvage et l'un des plus grands carnivores terrestres. L'espèce est divisée en neuf sous-espèces présentant des différences mineures de taille ou de comportement. Superprédateur, il chasse principalement les cerfs et les sangliers, bien qu'il puisse s'attaquer à des proies de taille plus importante comme les buffles. Jusqu'au XIXe siècle, le tigre était réputé mangeur d'hommes. La structure sociale des tigres en fait un animal solitaire ; le mâle possède un territoire qui englobe les domaines de plusieurs femelles et ne participe pas à l'éducation des petits.
- [it] Panthera tigris

[ru] Тигр

Тигр[1] (лат. Panthera tigris) — вид хищных млекопитающих семейства кошачьих, один из пяти представителей рода пантера (лат. Panthera), который относится к подсемейству больших кошек. Слово «тигр» происходит от др.-греч. τίγρις, которое в свою очередь восходит к др.-перс. *tigri от корня «*taig» со значением «острый; быстрый»[2][3][4].



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2024
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии