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L'elefante asiatico (Elephas maximus Linnaeus, 1758) è un mammifero della famiglia degli elefantidi[2], l'unica sopravvissuta dell'ordine dei proboscidati.

Come leggere il tassobox
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Elefante asiatico
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Afrotheria
Ordine Proboscidea
Famiglia Elephantidae
Sottofamiglia Elephantinae
Genere Elephas
Linnaeus, 1758
Specie E. maximus
Nomenclatura binomiale
Elephas maximus
Linnaeus, 1758
Sottospecie
Areale

E. maximus viene anche denominato comunemente elefante indiano, anche se questa denominazione è più propriamente attribuita alla sola sottospecie Elephas maximus indicus.


Descrizione


L'elefante asiatico ha una struttura complessiva simile a quella dell'elefante africano, ma con alcune differenze piuttosto marcate. Oltre alle minori dimensioni dei maschi (le femmine delle due specie hanno invece una taglia simile, a causa del più marcato dimorfismo nella specie africana), sono evidenti le differenze nella forma del cranio, che in questa specie ha due prominenze e un'insellatura interna.

Le orecchie inoltre sono più piccole in proporzione alla testa. Il profilo del dorso di questa specie è convesso e discendente dal garrese alla groppa, a differenza di quello dell'elefante africano, insellato e con la groppa più alta del garrese. Inoltre, ha zanne più piccole, che spesso nelle femmine sono assenti o appena accennate.

Questo animale, inoltre, presenta solitamente quattro zoccoletti nel piede posteriore, contro i tre della specie africana. L'elefante indiano ha una proboscide dalla pelle relativamente liscia e fornita all'estremità di una sola appendice digitiforme sul bordo superiore, quella dell'elefante africano termina invece con due appendici, meno sviluppate di quella unica dell'asiatico, e presenta inoltre una pelle molto più rugosa.

La mandibola dell'elefante asiatico presenta inoltre all'estremità una sorta di labbro pendulo e appuntito, che manca nelle due specie africane. È il secondo animale di terraferma più grande. I maschi sono lunghi mediamente 5,5-6,4 metri, hanno un'altezza alla spalla di 2,7-3 metri, e pesano 3900 – 4700 kg. Le femmine sono leggermente più piccole.


Biologia


Le sue abitudini sono molto simili a quelle dell'elefante africano. Vive in branchi di 8-20 individui, guidati da una femmina anziana. Si nutre prevalentemente di erbe e germogli, non disdegnando comunque frutti e cortecce.

L'elefante asiatico trascorre gran parte della giornata in cerca del cibo necessario alla sopravvivenza: circa 150 kg di frutta e foglie ogni giorno. I maschi adulti in libertà sono solitari, mentre le femmine e i maschi più giovani si spostano in gruppi composti da un numero di esemplari che varia da 5 a 120. I maschi di elefante indiano pesano fino a 3500 kg.

Questo animale ha una gestazione molto lunga, di 20-22 mesi, al termine dei quali nasce un solo piccolo. Grande amante dell'acqua, l'elefante ama spruzzarsela addosso con la proboscide e fare bagni rinfrescanti. Il suo habitat naturale è vario, ma generalmente lo si trova nelle giungle e nelle praterie, ma si spinge anche fino in montagna. Vive in tutta la zona del sud-est asiatico, dall'India alla parte settentrionale dell'Indonesia.

Elefanti asiatici in uno zoo
Elefanti asiatici in uno zoo

L'elefante indiano, a parte l'uomo, non ha nemici naturali, anche se le tigri possono rappresentare un serio pericolo per i cuccioli se non sono difesi dalle madri. Anche questo elefante è molto longevo, avendo un'età media di 65-70 anni.

Rispetto al parente africano è di indole più pacifica e tranquilla. Per questo lo si è potuto addomesticare fin dai tempi antichi e in diverse zone dell'India e dell'Indocina è utilizzato come animale da lavoro, specie per il trasporto dei tronchi. È l'elefante più comune nei circhi.

Non si hanno dati precisi sulla popolazione degli elefanti indiani, che è comunque superiore alle 100.000 unità.


Sistematica


Elephas maximus è l'unica specie nota del genere Elephas. Altre specie estinte, in passato attribuite a questo genere, sono oggi inquadrate nel genere Palaeoloxodon[3].

Sono note quattro sottospecie viventi[2][4], mentre altre due sono estinte[senza fonte]:

Due elefanti asiatici di Sumatra.
Due elefanti asiatici di Sumatra.

Addestramento


L'addestramento di questa specie è complesso ma fattibile al contrario della specie africana non domabile. Appena catturato, viene affidato a un cornak, che si incaricherà di ammansirlo, allenarlo, curarlo e seguirlo per tutta la vita. Per due giorni interi, l'elefante resta solidamente legato, senza mangiare né bere né riposare. Poi un po' alla volta si allentano le corde, gli si dà da mangiare, e si scacciano gli insetti che lo tormentano con le loro punture. Occorrono almeno due anni prima che l'elefante sia in grado di eseguire i lavori richiesti. Il cornak adempie a queste operazioni con estrema delicatezza e sempre cantando una stessa monotona melodia per tranquillizzare l'animale e abituarlo alla presenza della sua voce.

Il rapporto tra elefanti selvatici e uomini non è però sempre così pacifico: infatti ogni anno, in media, gli elefanti asiatici e quelli africani insieme uccidono circa 500 persone[5].


Note


  1. (EN) Choudhury, A., Lahiri Choudhury, D.K., Desai, A., Duckworth, J.W., Easa, P.S., Johnsingh, A.J.T., Fernando, P., Hedges, S., Gunawardena, M., Kurt, F., Karanth, U., Lister, A., Menon, V., Riddle, H., Rübel, A. & Wikramanayake, E. (IUCN SSC Asian Elephant Specialist Group) 2008, Elephas maximus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Elephas maximus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. (EN) Shoshani J., Ferretti M.P., Lister A.M., Agenbroad L.D., Saegusa H., Mol D., Takahashi K., Relationships within the Elephantinae using hyoid characters, in Quaternary International, vol. 169-170, 2007, p. 174, DOI:10.1016/j.quaint.2007.02.003.
  4. (EN) Fernando P., Vidya T.N.C., Payne J., Stuewe M., Davison G. Alfred, R.J., Andau, P. Bosi, E. Kilbourn, A. Melnick, D.J., DNA Analysis Indicates That Asian Elephants Are Native to Borneo and Are Therefore a High Priority for Conservation, in PLoS Biol, vol. 1, n. 1, 2003, pp. e6.
  5. https://www.cnet.com/pictures/the-24-deadliest-animals-on-earth-ranked/&ved=2ahUKEwiGnbm2td_uAhVExIUKHSH8CjUQFjAPegQIOBAB&usg=AOvVaw2kfcWzAh7aLJCgHnVKs843&cshid=1612963722534

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[es] Elephas maximus

El elefante asiático (Elephas maximus) es una especie de mamífero proboscídeo de la familia Elephantidae. Es el mayor mamífero del continente asiático. Su distribución original se extendía desde el sur de China e Indonesia occidental hasta las costas del golfo Pérsico y el sur de Mesopotamia, donde desapareció ya en el Neolítico. En la actualidad se circunscribe a Sri Lanka, sur y noreste de la India, Bangladés, Indochina, Malaca, Sumatra y noreste de Borneo. Se encuentra tanto en estado salvaje como doméstico y es muy frecuente en zoos y circos. Está considerado como una especie en peligro de extinción.

[fr] Éléphant d'Asie

Elephas maximus
- [it] Elephas maximus

[ru] Азиатский слон

Азиа́тский слон[1], или индийский слон[2] (лат. Elephas maximus), — млекопитающее отряда хоботных, единственный современный вид рода азиатских слонов (Elephas) и один из трёх современных видов семейства слоновых. Азиатский слон — второе по величине современное наземное животное после саванного слона.



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