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Isognathus australis Clark, 1917[1] è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, endemico del Brasile.

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Isognathus australis
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Ditrysia
Superfamiglia Bombycoidea
Famiglia Sphingidae
Sottofamiglia Macroglossinae
Tribù Dilophonotini
Sottotribù Dilophonotina
Genere Isognathus
Specie I. australis
Nomenclatura binomiale
Isognathus australis
Clark, 1917

Descrizione



Adulto


Le ali sono più strette rispetto sia a I. rimosa, sia a I. allamandae.[2][3]
La colorazione di fondo della pagina superiore dell'ala anteriore è brunastra, ombreggiata di bianco, con linee nere trasversali più marcate nel maschio; più in dettaglio, in quest'ultimo si osservano due fasce nere tra M3 e CuA1, e tra CuA1 e CuA2 (assenti nella femmina), entrambe meno marcate che in I. rimosa ed in I. allamandae, la prima di circa 3 mm e la seconda di circa 2 mm di lunghezza.[2][3]
La pagina inferiore è rosso-brunastra, tranne per una campitura giallastra nella parte basale posteriore, in prossimità del margine interno.[2][3]
L'ala posteriore è tinta di un giallo acceso che occupa i quattro quinti basali della pagina superiore, giungendo fino al termen all'altezza dell'angolo anale, mentre il resto della fascia marginale (qui più larga che in I. allamandae) appare alquanto scura e nettamente in contrasto rispetto al resto dell'ala. Le linee discali appaiono scure.[1][2][3]
La pagina inferiore riprende il motivo cromatico della superiore, con la fascia terminale più stretta e più scura in prossimità dell'angolo anale (4 mm di larghezza anziché uno solo, come nel caso di I. allamandae), e si osserva un'ampia banda grigio-brunastra sul margine costale, che giunge fino ad Rs.[1][2][3]
L'apice dell'ala anteriore non è falcato. Il termen è solo lievemente dentellato e convesso; sulla pagina ventrale risulta più scuro in corrispondenza del tornus.[1][3]
Le antenne sono sottili, non clavate e leggermente uncinate alle estremità, con una lunghezza pari a circa la metà della costa.[2]
Il torace è brunastro dorsalmente, ma più pallido sulla superficie ventrale.[2]
L'addome assume le stesse tonalità del torace.[2]
L'apertura alare del maschio è di 70 mm (lievemente maggiore di I. allamandae); la femmina è un po' più grande.[4]


Larva


Il bruco è cilindrico, con il capo piccolo e nerastro. Il cornetto caudale sull'ottavo urotergite è lungo e filiforme.[4]


Pupa


Le crisalidi sono adectiche ed obtecte; appaiono nerastre, lucide e striate di arancione, con un cremaster poco sviluppato; si rinvengono entro bozzoli dalle pareti sottili, posti negli strati superficiali della lettiera del sottobosco.[4]


Distribuzione e habitat


La specie è un endemismo del Brasile nordorientale[1]
La specie è un endemismo del Brasile nordorientale[1]

Questa specie rappresenta un endemismo del Brasile nordorientale (locus typicus: fiume Ururaí).[1][2][3][4][5]

L'habitat è rappresentato da foreste tropicali, dal livello del mare fino a modeste altitudini.[4]

Plumeria alba
Plumeria alba
Plumeria obtusa
Plumeria obtusa
Plumeria rubra
Plumeria rubra

Biologia


La specie, come le sue congeneri, ha abitudini principalmente crepuscolari. Durante l'accoppiamento, le femmine richiamano i maschi grazie ad un feromone rilasciato da una ghiandola posta all'estremità addominale.[4]


Periodo di volo


La specie è multivoltina, con adulti che sfarfallano in tutti i mesi dell'anno.[4]


Alimentazione


Le piante ospiti sono membri del genere Plumeria L. (Frangipani, fam. Apocynaceae), tra cui:[4]


Tassonomia



Sottospecie


Non sono state segnalate sottospecie.[2][3][4][5]


Sinonimi


Non sono stati riportati sinonimi.[2][3][4][5]


Note


  1. (EN) Benjamin Preston Clark, New Sphingidae, in Proceedings of the New England Zoölogical Club, vol. 6, Cambridge, Massachusetts, 15 dicembre 1917, pp. 57-72.
  2. Bernard D'Abrera, Sphingidae Mundi. Hawk Moths of the World. Based on a Checklist by Alan Hayes and the collection he curated in the British Museum (Natural History), 1ª ed., Faringdon, Oxon., SN7 7DR United Kingdom, E.W. Classey Ltd., 1986, pp. 96-97, ISBN 086096 022 6.
  3. CATE Creating a Taxonomic e-Science, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 29 giugno 2012 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2012).
  4. Silkmoths, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 29 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2012).
  5. Funet, su ftp.funet.fi. URL consultato il 29 giugno 2012.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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