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La Taraxacum sect. Obovata Soest, 1954 è una sezione di piante angiosperme dicotiledoni del genere Taraxacum della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Come leggere il tassobox
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Taraxacum sect. Obovata
Taraxacum obovatum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Crepidinae
Genere Taraxacum
Sottogenere T. sect. Obovata
Soest, 1954
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Genere Taraxacum
Sottogenere T. sect. Obovata

Etimologia


Il nome scientifico della sezione è stato definito per la prima volta dal botanico Johannes Leendert van Soest (1898-1983) nella pubblicazione " Collectanea Botanica (Barcelona)" ( Collect. Bot. (Barcelona) 4: 4. 1954) del 1954.[3][4]


Descrizione


Il portamentoTaraxcum obovatum
Il portamento
Taraxcum obovatum
Le foglieTaraxcum obovatum
Le foglie
Taraxcum obovatum
I fioriTaraxcum obovatum
I fiori
Taraxcum obovatum
Il pappoTaraxcum obovatum
Il pappo
Taraxcum obovatum

Habitus. Le specie di questo gruppo in genere sono piante perenni scapose non molto alte (sono piccole e delicate). La forma biologica prevalente è emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale. La riproduzione delle specie di questo genere può avvenire normalmente per via sessuale oppure anche in modo apomittico.[5][6][7][8][9][10][11][12][3][2][13]

Radici. Le radici sono dei fittoni perenni. Il fittone è perenne e quando aumenta in grossezza la sua lunghezza si espande e si contrae alternativamente. I fittoni sono avvolti da una tunica formata da fibre debolmente addensate. Nella radice è presente un lattice amaro.[5]

Fusto. La parte aerea vera e propria del fusto è assente: dalla parte apicale del rizoma, posto al livello del suolo, emerge direttamente la rosetta basale e uno o più peduncoli (fino a 10) cavi e afilli dell'infiorescenza; questi possono essere glabri o villosi (soprattutto nella parte distale). Le piante di questo gruppo sono alte da 5 a 10 cm.

Foglie. Le foglie sono solamente basali (rosette radicali) con disposizione alterna lungo il caule e sono quasi sempre appressate al suolo. Il picciolo è breve e spesso è alato (è colorato di verde chiaro). La lamina ha una forma obovata. I margini sono interi o debolmente dentati. Gli apici sono da arrotondati a ottusi. Le facce sono glabre, colorate di verde scuro lucido. La consistenza è più o meno coriacea; le foglie sono sottili.

Infiorescenza. Le infiorescenze sono composte da diversi singoli capolini peduncolati (i peduncoli sono lanosi). I capolini sono formati da un involucro a forma da campanulata a oblunga composto da brattee (o squame) disposte in due serie principali in modo embricato, all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le squame si dividono in interne ed esterne (queste ultime formano un calice basale all'involucro). Quelle interne sono disposte in modo scalato; sono strette, erette e tutte uguali a forma lanceolata e con superficie glabra. Le brattee esterne sono disposte su alcune subserie; hanno una forma da ovata a lanceolata; sono distinte e diseguali, in genere sono più brevi delle brattee interne; i margini sono membranosi e sottili; nella parte apicale sono caratterizzate da brevi "cornetti" poco evidenti; sono inoltre un po' pruinose. Il ricettacolo è piano e butterato (alla fine diventa convesso); è inoltre nudo, ossia privo di pagliette a protezione della base dei fiori.

Fiori. I fiori (in genere da 15 a 150), tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[14]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono piccoli e di colore grigio-brunastro; la forma del corpo, variabile da oblanceoloide a obovoide o fusiforme, è appiattita, angolosa (con 4 - 12 coste), con un breve becco e pappo finale; la superficie in genere è glabra, mentre nella parte superiore (in prossimità del becco) è ricoperta da numerosi tubercoli ed aculei. Il becco è fragile ed è lungo una volta e mezza l'achenio. Il pappo è persistente ed è formato da numerose (da 50 a 100) setole bianche (peli semplici) disposte su una serie.


Biologia



Distribuzione e habitat



Sistematica


La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][12][8]


Filogenesi


Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Crepidinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Crepidinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Chondrillinae e Hypochaeridinae.[12]

La sottotribù è divisa in due gruppi principali uno a predominanza asiatica e l'altro di origine mediterranea/euroasiatica.[12] Da un punto di vista filogenetico, all'interno della sottotribù, sono stati individuati 5 subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade denominato "Ixeris-Ixeridium-Taraxacum clade".[3] Nel clade Ixeris-Ixeridium-Taraxacum i primi due generi (Ixeris e Ixeridium) formano un "gruppo fratello", mentre il grande genere Taraxacum è in posizione "basale". In posizione intermedia, questo clade include anche il genere Askellia. [La precedente configurazione filogenetica è basata sull'analisi di alcune particolari regioni (nrITS) del DNA; analisi su altre regioni (DNA del plastidio) possono dare dei risultati lievemente diversi.][21]

I caratteri distintivi per il genere Taraxacum sono:[8]

  • le piante sono rizomatose;
  • le foglie sono riunite in rosette radicali;
  • le infiorescenze sono formate da capolini solitari e terminali;
  • le brattee sono disposte in due serie;
  • il tubo della corolla ha all'apice dei ciuffi di lunghi peli;
  • i capolini hanno un numero elevato di fiori (fino a 300);
  • i numeri cromosomici sono elevati;

Il genere Taraxacum è composto da numerosi "stirpi" o "aggregati" (o sezioni tassonomiche) le cui specie differiscono poco una dall'altra. La causa di questa elevata presenza di "specie collettive" è l'apogamia collegata a processi di poliploidizzazione (spesso sono presenti individui triploidi, tetraploidi, pentaploidi, esaploidi, e oltre). Un altro fattore importante per spiegare le variazioni, oltre alle mutazioni genetiche, è l'ibridazione.[6]
Il successo della diffusione di questo genere (e anche della sua variabilità) è dato inoltre dal fatto che facilmente le sue specie si adattano ad ogni tipo di habitat (per questo in più parti sono considerate piante invasive); oltre a questo il "soffione", l'organo di supporto per la riproduzione, può contenere oltre un centinaio di pappi con relativi semi.
Altre ricerche hanno collegato la maggiore frequenza della comparsa dell'apogamia in gruppi di specie situate in areali fortemente influenzati dall'antropizzazione; viceversa altri gruppi relegati in ambienti naturali più tranquilli si presentano con minore variabilità e una diploidia più bassa e costante.[7] Per i motivi sopra esposti questo genere viene più facilmente descritto attraverso il concetto di "aggregato" (o specie collettive o sezioni), piuttosto che attraverso singole specie di difficile definizione. Attualmente (2022) il genere Taraxacum è suddiviso in 50 - 60 sezioni (secondo i vari Autori[3][2]). In Europa sono presenti 35 sezioni[22], mentre in Italia sono presenti 16 sezioni (con circa 150 specie).[2][13]

I caratteri distintivi per le specie di questa sezione sono:[2][13]

  • l'ambiente in genere è ruderale o prativo;
  • le foglie sono intere (ovate) o debolmente dentate, glabre e più o meno coriacee;
  • le brattee esterne dell'involucro hanno dei cornetti poco evidenti;
  • gli acheni colorati di grigio-brunastro hanno una componente rossa evidente;
  • il becco è fragile ed è lungo una volta e mezza l'achenio.

Il numero cromosomico delle specie del gruppo è: 2n = 32.[2]


Elenco delle specie


La sezione di questa voce ha 5 specie (di cui una è italiana):[2][13][3][23]

Specie italiane

La specie T. obovatum vive anche sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione di questa specie[24].

SpecieComunità
vegetali
Piani
vegetazionali
SubstratopHLivello troficoH2OAmbienteZona alpina
Taraxacum obovatum4(montano)
collinare
Ca - SineutroaltoaridoB1 B2 F2IM (CN) (TO)
Legenda e note alla tabella.

Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili).
Zona alpina: vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali: 4 = comunità pioniere a terofite e succulente
Ambienti: B1 = campi, colture e incolti; B2 = ambienti ruderali, scarpate;F2 = praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare al subalpino.

Altre specie

Specie provvisorie (non ancora riconosciute da tutte le checklist[3]):


Sinonimi


Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[3]


Note


  1. (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. Pignatti 2018, vol.3 pag. 1079.
  3. Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  4. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 15 febbraio 2022.
  5. Motta 1960, Vol. 3 - pag. 812.
  6. eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 14 maggio 2013.
  7. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 254-260.
  8. Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 186.
  9. Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  10. Strasburger 2007, pag. 860.
  11. Judd 2007, pag.517.
  12. Funk & Susanna 2009, pag. 350.
  13. Pignatti 2018, Vol. 4 - pag. 195.
  14. Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  15. Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  16. Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  17. Judd 2007, pag. 523.
  18. Judd 2007, pag. 520.
  19. Strasburger 2007, pag. 858.
  20. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  21. Yin et al. 2021.
  22. EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 13 febbraio 2022.
  23. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 15 febbraio 2022.
  24. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 660.
  25. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 15 febbraio 2022.
  26. EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 15 febbraio 2022.
  27. World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 15 febbraio 2022.

Bibliografia



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