Oleeae (Hoffmanns. & Link ex R. Br.) Dumort., 1827 è una tribù di piante, spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Oleaceae.[1][2][3]
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il nome della tribù deriva dal suo genere tipo Olea L., 1753 che risale inizialmente al greco"élaia" e successivamente al nome latino per l'albero dell'olivo, conosciuto fin dall'antichità come simbolo di pace e di buona volontà.[4][5][6] Il nome scientifico della tribù è stato definito dai botanici Johann Centurius Hoffmannsegg (Dresda, 23 agosto 1766 – Dresda, 13 dicembre 1849) botanico, entomologo ed ornitologo tedesco, da Johann Heinrich Friedrich Link (Hildesheim, 2 febbraio 1767 – Berlino, 1º gennaio 1851) biologo, botanico e naturalista tedesco, da Robert Brown (Montrose, 21 dicembre 1773 – Londra, 10 giugno 1858) botanico britannico, e in via definitiva da Barthélemy Charles Joseph Dumortier (Tournai, 3 aprile 1797 – 9 giugno 1878) botanico, naturalista e politico belga nella pubblicazione "Florula belgica, opera majoris prodromus - Fl. Belg.: 52. 1827" del 1827.[7][8]
Descrizione
Il portamento delle specie di questa tribù è arbustivo o arboreo (piccoli alberi). Le forme biologiche prevalenti sono fanerofite cespugliose (P caesp), ossia piante perenni e legnose (alte diversi metri), con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo maggiore di 30cm con portamento cespuglioso (= molto ramoso) e fanerofite arboree (P scap), ossia piante legnose con portamento arboreo e gemme poste ad altezze dal suolo superiori ai due metri. Sono presenti sia specie spinescenti che inermi.[3][6][9][10][11]
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto, sono picciolate, sono sempreverdi o decidue. La lamina è semplice con forme da ellittiche o lanceolate a ovato-cuoriformi, oppure è trifogliata o anche pennata. I bordi sono interi, dentati o più raramente seghettati. Non sono presenti stipole.
Le infiorescenze sono del tipo agglomerato, cimoso-panicolato, fascicolato, racemoso o decussato con portamento terminale o ascellare. In alcune specie sono presenti delle brattee da lineari a lanceolate. I fiori possono essere sia pochi (3) che molti.
I fiori sono piccoli e odorosi, ermafroditi o unisessuali, attinomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e tetrameri (ogni verticillo ha 4 elementi). In alcune specie manca a volte il calice o la corolla (sono allora fiori "nudi"). Sono presenti anche fiori del tipo eterostilo.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[10][11]
* K (4), [C (4), A 2], G (2), supero, drupa/capsula/samara/bacca.
Il calice è gamosepalo a forma campanulata, piccolo con 4 lobi o denti. In alcuni casi può mancare.
La corolla è gamopetala, glabra e con forme più o meno da cilindriche a imbutiformi o urceolate. Termina con 4 lobi valvati o a forma di cappuccio, a volte embricati. In alcune specie i petali a coppie sono uniti alla base dei filamenti staminali. A volte la corolla è assente oppure può essere ruotata. Il tubo corollino in genere è corto; in alcune specie è del tipo ipocrateriforme: un lungo tubo terminante con lobi patenti. La consistenza può essere anche cartacea. Il colore della corolla è bianco, giallo, lillacino, ma anche rosso o viola.
L'androceo è formato da 2 stami (o 4 in alcuni casi) inclusi e adnati al tubo della corolla; possono essere sporgenti dalla corolla. Le antere sono formate da due teche con deiscenza longitudinale. Il polline è tricolpato.
Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli) ed ha un ovario supero, biloculare con 2 o 4 ovuli penduli per loculo. Gli ovuli sono provvisti di un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[12] La placentazione è assile. Lo stilo è unico e termina con uno stigma capitato con due lacinie.
Il frutto è una drupa (Oleinae) oppure una samara appiattita con un'unica ala terminale (Fraxininae), oppure una bacca (Ligustrinae) oppure una capsula loculicida legnosa (Schreberinae); in genere con mesocarpo carnoso, oleoso ed endocarpo duro con alcuni semi. La forma del frutto è ovoidale, globosa od oblunga.
Riproduzione
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) o il vento (impollinazione anemogama).[1][9]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Le specie di questa tribù sono cosmopolite e vivono in habitat temperati e subtropicali (ma anche tropicali). Poche specie sono presenti nell'area mediterranea.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa tribù (Oleaceae) comprende 25 generi e circa 600 specie[3] (29 generi e 600 specie secondo altri Autori[10][13] oppure 24 generi con 615 specie[1]) con distribuzione cosmopolita dalle regioni tropicali fino a quelle temperate.
Il numero cromosomico delle specie di questo gruppo è: 2n = 40, 46 (48).[3]
Filogenesi
Cladogramma della tribù
La sottotribù è descritta come una delle cinque tribù della famiglia. Da un punto di vista morfologico è caratterizzata dalla presenza di flavoni glicosidi, ovario con 2 ovuli penduli per loculo, vasi multipli e fibre libriformi nel legno. Da un punto di vista filogenetico la tribù è certamente monofiletica e risulta il "core" della famiglia (e quindi di più recente costituzione); mentre della varie sottotribù Ligustrinae è "gruppo fratello" del resto della tribù; le altre seguono nell'ordine: Schreberinae, Fraxininae e Oleinae (vedi cladogramma).[14]
In dettaglio:
Ligustrinae: questa sottoribù forma un clade monofiletico ben supportato; oltre che dai dati molecolari, la monofilia è comprovata anche dai dati morfologici: i frutti ad esempio pur essendo delle capsule in Syringa e delle drupe deiscenti in Ligustrum, sono abbastanza simili in fase di sviluppo e si differenziano solamente in seguito nel mesocarpo; inoltre il legno ha dei vasi con fasci cavi più o meno semplici (vessel-ray pits +/- simple):
Schreberinae: questa sottotribù pur avendo una distribuzione disgiunta (India, Africa e Sud America) è caratterizzata dal frutto a capsule bivalve legnose; anche alcuni studi anatomici del legno confermano la consistenza della sottotribù; infine analisi filogenetiche sul DNA di tipo cladistico dimostrano che i due generi della sottotribù formano un clade;
Fraxininae: la monofilia dell'unico genere della tribù è comprovata oltre che dai dati molecolari, anche dai dati morfologici come le grandi foglie pennate e dai frutti tipo samara (ad esempio nell'ambito della famiglia le fibre dell'ala terminale "corrono" longitudinalmente, mentre nelle altre specie sono perpendicolari-oblique);
Oleinae: la monofilia di questo gruppo non è ancora ben accertata e i rapporti tra i generi in base alle attuali conoscenze sono difficili da chiarire.[14]
Le Oleeae insieme alla tribù Jasmineae ("gruppo fratello") si sono separate dalla famiglia Oleaceae circa 50 - 40 milioni di anni fa.[1]
Composizione della tribù
La tribù si compone di 4 sottotribù, circa 17 generi e oltre 380 specie (fino a 415[1]):[2][3]
Fraxinus ornus L. - Frassino da manna. La distribuzione sul territorio italiano è completa fino ad una altitudine di 1400 ms.l.m..
Fraxinus excelsior L. - Frassino comune. La distribuzione sul territorio italiano è al Nord e al Centro fino ad una altitudine di 1500 ms.l.m..
Fraxinus angustifolia Vahl. - Frassino meridionale. La distribuzione sul territorio italiano è completa al Sud e discontinua al Nord fino ad una altitudine di 1000 ms.l.m..
Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p.302.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 27 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
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