Myristica fragrans Houtt è un albero della famiglia Myristicaceae originario delle isole Molucche (Indonesia)[2] e oggi coltivato nelle zone intertropicali.
Myristica fragrans | |
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Myristica fragrans | |
Stato di conservazione | |
Dati insufficienti[1] | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Magnoliidi |
Ordine | Magnoliales |
Famiglia | Myristicaceae |
Genere | Myristica |
Specie | M. fragrans |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Magnoliales |
Famiglia | Myristicaceae |
Genere | Myristica |
Specie | M. fragrans |
Nomenclatura binomiale | |
Myristica fragrans Houtt., 1774 | |
Se ne ricavano due spezie:
Il nome noce moscata significa "noce di Mascate" e fa riferimento alla capitale dell'Oman, luogo dal quale cominciò a essere commercializzata.
Myristica fragrans è un albero sempreverde, dioico, alto 5–10 m ma che può raggiungere occasionalmente l'altezza di 20 metri.
Le foglie sono a fillotassi alterna, di colore verde scuro, lunghe 5–15 cm e larghe 2–7 cm con piccioli lunghi circa 1 cm. La specie è dioica, cioè fiori "maschili" e fiori "femminili" sono portati su piante diverse. I fiori sono a forma di campana, giallo pallido e un po' cerosi e carnosi. I fiori maschili, portanti gli stami, sono disposti in gruppi da uno a dieci, ciascuno lungo 5–7 mm; i fiori femminili, che daranno il frutto, sono in gruppi più piccoli, da uno a tre, e un po' più lunghi, fino a 10 mm.
I frutti sono delle drupe.
Il seme della pianta, di forma ovale arrotondata, è una spezie usata in cucina.
La specie Myristica fragrans fu descritta dal botanico olandese Martinus Houttuyn nel 1774. L'epiteto specifico fragrans significa "fragrante".
Studi condotti su piante coltivate in India hanno individuato nel coleottero mirmecofilo Formicomus braminus (Anthicidae) l'insetto impollinatore di M. fragrans. Non è escluso che in natura altri insetti possano svolgere il medesimo ruolo.[3]
È una coltivazione assolutamente tropicale. Il primo raccolto si ottiene dopo 7-9 anni dall'impianto e la piena produzione dopo 20 anni. La pianta può essere riprodotta per seme, ma frequentemente è propagata per via vegetativa (talee), tale ultima pratica è preferita in quanto è possibile propagare in maniera controllata gli esemplari femminili alternati ai maschili, i femminili sono ovviamente quelli che producono frutti (la pianta è dioica, quindi i due sessi sono su piante diverse).
La noce moscata è usata in cucina come ingrediente in preparazioni sia dolci (es. budini e creme) sia salate (es. salsa besciamella, purè e verdure lesse).
Spesso, nella cucina italiana, viene aggiunta nei ripieni, tradizionalmente per tortellini, cappelletti, ravioli e cannelloni fatti a base di carne, formaggio o spinaci. Il suo aroma, in quantità moderate, è gradevole, caldo, piccante, esotico.
Il macis, di gusto più delicato, è di uso meno frequente nella cucina italiana. Il macis inoltre conferisce un colore giallo-arancione, simile allo zafferano.
Nella cucina indonesiana, la noce moscata è usata in vari piatti, principalmente in molte zuppe piccanti (come alcune varianti di soto, konro, zuppa di coda di bue, zuppa di costolette, bakso). Viene anche utilizzata nel sugo per piatti di carne, come lo spezzatino di manzo semur, le costolette al pomodoro e piatti di derivazione europea come bistik (bistecca di manzo), rolade (involtino di carne macinata) e bistik lidah (bistecca di lingua di manzo)[4].
Nella cucina indiana, la noce moscata è usata in molti piatti dolci e salati. Nella regione del Kerala, la noce moscata grattugiata viene utilizzata nelle preparazioni di carne e anche aggiunta con parsimonia ai dessert per il sapore. Può anche essere usato in piccole quantità nel garam masala. La noce moscata macinata in India viene anche affumicata[5].
Sebbene in ambito culinario sia ragionevole l'assunzione di noce moscata solo in piccoli quantitativi, in passato fu usata in alte dosi. In dosi elevate fu utilizzato come abortivo: inibisce infatti la produzione di prostaglandine, che possono influenzare lo sviluppo del feto.
Il blocco nella sintesi di prostaglandine con applicazioni topiche nel cuoio capelluto ha effetto anticalvizie.
Nei luoghi di coltivazione viene anche utilizzato il frutto. La parte carnosa gialla viene sia ridotta in marmellate, sia candita (come nel dolce chiamato manisan pala in Indonesia).
Nel XIX secolo si pensava che la noce moscata fosse un abortivo, il che portò a numerosi casi documentati di avvelenamento da noce moscata. Sebbene venga talvolta usata come trattamento per altri disturbi (es. migliora la digestione, incrementa i movimenti peristaltici intestinali, favorisce il flusso biliare[6]), la noce moscata non ha alcun valore medicinale provato[7].
La miristicina, principale componente dell'olio essenziale ricavato da Myristica fragrans, a elevati dosaggi ha un effetto simil-stupefacente, che provoca allucinazioni e convulsioni. Negli ultimi anni si è registrato un crescente abuso della miristicina o delle noci intere[8] come intossicante allucinogeno a buon mercato, causando frequentemente casi mortali di avvelenamento[9].
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