Melittis L. 1753 è un genere di piante Spermatofite Dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, dall'aspetto di erbacee perenni con grandi fiori labiati.
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il genere Melittis si compone di una dozzina di specie, due delle quali vivono spontaneamente in Italia. La famiglia delle Lamiaceae è relativamente numerosa e comprende 258 generi con circa 6.970 specie[1]. Nelle classificazioni più vecchie questa famiglia viene chiamata Labiatae.
Qui di seguito è indicata la classificazione scientifica di questo genere[2]:
Famiglia: Lamiaceae, definita dal botanico inglese John Lindley (8 febbraio 1799 – 1º novembre 1865) nel 1836 nella pubblicazione “A Natural System of Botany”.
Tribù: Melittideae, definita da botanico, naturalista e politico belga Barthélemy Charles Joseph Dumortier (Tournai, 3 aprile 1797 – 9 giugno 1878) nel 1827.
Sottotribù: Melittidinae definita dal botanico, numismatico e orientalista tedesco Stephan Ladislaus Endlicher (Presburgo, 24 giugno 1804 – Vienna, 28 marzo 1849) nel 1838.
Genere: Melittis L. (1753).
Specie del genere
Le due specie spontanee del territorio italiano vengono descritte più diffusamente[3]..
Melittis albida Guss. (1828) - Erba limona bianca: è una pianta caratterizzata dall'avere peli ghiandolari (frammisti a lunghi peli semplici), foglie lunghe 6 – 15cm con diversi denti per lato (fino 30) e il colore della corolla bianco. L'altezza varia da 40 a 70cm; il tipo corologico è Orofita – Nord Est Mediterraneo; l'habitat tipico sono i boschi di latifoglie (castagneti, leccete e querceti); la diffusione sul territorio italiano è relativa al sud e isole; l'altitudine per questa pianta va fino a 1200 ms.l.m..
(sinonimo = M. melissophyllum L. subsp. albida (Guss.) P.W.Ball)
Melittis caroliniana (Walter) Spreng. (1825)
Melittis carpatica Klokov (sinonimo = M. melissophyllum L. subsp. carpatica (Klokov) P.W.Ball)
var. sarmatica (Klokov) Soó (1972)
var. subcordata (Klokov) Soó (1972)
Melittis graeca Klokov (1957) (sinonimo = M. melissophyllum L. subsp. albida (Guss.) P.W.Ball)
Melittis grandiflora Sm. (1799) (sinonimo = M. melissophyllum L. subsp. melissophyllum)
Melittis grandiflora sensu Klokov, non Sm. (sinonimo = M. melissophyllum L. subsp. carpatica (Klokov) P.W.Ball)
Melittis hispanica Klokov (1957) (sinonimo = M. melissophyllum L. subsp. melissophyllum)
Melittis japonica Thunb. (1794)
Melittis kerneriana Klokov (1957) (sinonimo = M. melissophyllum L. subsp. melissophyllum)
Melittis melissophyllum L. - Erba limona comune: è una pianta con peli setolosi patenti, foglie lunghe 5 – 7cm con al massimo 20 denti per lato e il colore della corolla variabile dal rosso al bianco. L'altezza varia da 30 a 50cm; il tipo corologico è Centro Europeo; l'habitat tipico sono i boschi di latifoglie (castagneti, faggete e querceti); la diffusione sul territorio italiano è soprattutto al nord e centro; l'altitudine per questa pianta va fino a 1400 ms.l.m..
subsp. melissophyllum (sinonimi = M. hispanica Klokov; = M. kernerana Klokov; = M. grandiflora Sm.)
subsp. albida (Guss.) P.W.Ball (1971) (sinonimi = M. graeca Klokov; = M. albida Guss.)
subsp. carpatica (Klokov) P.W.Ball (1971) (sinonimi = M. subcordata Klokov; = M. sarmatica Klokov; = M. carpatica Klokov; = M. grandiflora sensu Klokov, non Sm.)
subsp. sarmatica (Klok.) V.N.Gladkova (1978)
Melittis sarmatica Klokov (1957) (sinonimo = M. melissophyllum L. subsp. carpatica (Klokov) P.W.Ball)
Melittis speciosa Hort. (1895)
Melittis subcordata Klokov (1957) (sinonimo = M. melissophyllum L. subsp. carpatica (Klokov) P.W.Ball)
Etimologia
Il nome di questo genere (melittis) deriva da una radice greca (melitta oppure melissa) e significa “ape”, facendo riferimento alle proprietà mellifere di questa pianta[4].
Il nome scientifico attualmente accettato (Melittis) è stato proposto da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.
Morfologia
I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee.
L'altezza di queste piante varia da pochi decimetri fino a quasi un metro. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee, perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, con un asse fiorale più o meno eretto e con poche foglie.
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in brevi rizomi.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta e a sezione tetragona; è poco ramosa quasi semplice. Può essere più o meno pelosa anche con peli ghiandolari.
Foglie
Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo opposto a due a due e sono perlopiù sub-sessili. La lamina è pubescente, al centro è crenata, mentre i bordi sono dentati. La forma è generalmente ovale più o meno allungata; le foglie superiori sono progressivamente più piccole. La nervatura è pennatosetta.
Infiorescenza
L'infiorescenza è composta da grandi fiori peduncolati rosei o bianchi o gradazioni intermedie disposti in verticilli all'ascella delle foglie superiori. La disposizione dei fiori è unilaterale (tutti i fiori “guardano” da una stessa parte). I fiori sono inoltre disposti a copie e alla base di ogni copia sono presenti delle foglie fiorali o brattee.
Fiore
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da cinque elementi).
Calice: i cinque sepali del calice sono concresciuti (gamosepalo) a forma tubolare con due labbra. Le labbra possono essere intere come lobate.
Corolla: i cinque petali sono completamente fusi (gamopetalo) in un'unica corolla pubescente formata da due labbra molto sviluppate; quello superiore è formato da due petali a bordo generalmente intero; quello inferiore è formato da tre petali ed è trilobato. La corolla nella parte interna è provvista di abbondante nettare.
Androceo: gli stami sono quattro (didinami) tutti fertili, a due a due ravvicinati e aderenti al labbro superiore della corolla; i filamenti paralleli tra di loro sono provvisti di due denti apicali e le antere sono disposte a croce. Le antere inoltre sporgono dal tubo corollino.
Gineceo: l'ovario è supero composto da quattro parti, derivate da due carpelli, con logge a forma ovata; lo stilo è semplice ed è inserito alla base dell'ovario (stilo “ginobasico”); lo stimma è bifido.
Impollinazione: l'impollinazione è entomogama.
Frutti
Il frutto è formato da quattro acheni liberi di forma globulare e superficie pubescente. È contenuto nel calice persistente.
Note
Eduard Strasburger, Trattato di Botanica., Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Crescent Bloom, su crescentbloom.com. URL consultato il 31 luglio 2009.
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