Homogyne Cass., 1816 è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, dall'aspetto di piccole erbacee perenni dalla tipica infiorescenza a capolino.
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Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV.
Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica. |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi II |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Senecioneae |
Sottotribù | Tussilagininae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Senecioneae |
Genere | Homogyne Cass., 1816 |
Specie | |
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Il nome del genere (Homogyne = simile a femmina) è stato attribuito dal botanico e naturalista francese Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781 – 1832) in una pubblicazione del 1816 e indica la grande somiglianza (soprattutto nello stilo), nei capolini di queste piante, tra i fiori femminili periferici e quelli ermafroditi centrali.[1].
L'aspetto di queste piante è decisamente erbaceo con altezze minime (mediamente 10 – 30 cm). La forma biologica del genere è emicriptofita rosulata (H ros); ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, con le foglie disposte a formare una rosetta basale.
Le radici sono secondarie da rizoma.
L'infiorescenza è formata da un unico capolino (raramente due) lungamente peduncolato. La struttura del capolino è quella tipica delle Asteraceae : il peduncolo sorregge un involucro cilindrico composto da diverse squame lineari, ma non uguali fra di loro e disposte su un unico rango, eventualmente rinforzate da altre minori, che fanno da protezione al ricettacolo nudo (senza pagliette) sul quale s'inseriscono due tipi di fiori : i fiori femminili, quelli esterni ligulati (assenti in questo genere; in realtà alla periferia sono presenti dei fiori femminili, ma sono sempre del tipo tubuloso ma più filiformi), e i fiori ermafroditi quelli centrali tubulosi.
I fiori sono tutti di tipo tubuloso, zigomorfi, tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Il colore dei fiori è biancastro tendente al roseo-violetto.
I frutti sono degli acheni lineari. La superficie è solcata da 5 – 10 costolature. All'apice questi frutti posseggono dei setolosi pappi bianchi a peli semplici ma disposti su più serie. Il pappo è caduco.
La diffusione di questo genere è prevalentemente montano-europea : le Alpi, gli Appennini del nord, e vari rilievi europei dai Pirenei fino ai Carpazi. Nelle pianure (non sotto i 200 m s.l.m.) sono presenti in Austria, nel Montenegro e in Transilvania. Mentre l'habitat tipico sono i pascoli alpini, ma anche le brughiere e i boschi (pinete e gineprai). Sui rilievi, queste piante, possono frequentare delle “stazioni” fino ad una altitudine di 3000 m s.l.m..
Tutte le specie di questo genere vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla diffusione delle specie alpine[3].
Specie | Comunità vegetali | Piani vegetazionali | Substrato | pH | Livello trofico | H2O | Ambiente | Zona alpina |
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H. alpina | 14 | subalpino alpino | Ca/Si | neutro | basso | medio | F5 G1 H2 I1 | tutto l'arco alpino |
H. discolor | 10 | subalpino alpino | Ca | basico | basso | medio | C3 C4 F3 F5 F6 G1 H1 | TN BZ BL UD |
H. sylvestris | 14 | montano subalpino | Ca | basico | basso | secco | G1 G4 H2 I1 I2 | UD |
Legenda e note alla tabella.
Per il “substrato” con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili); vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
La famiglia di appartenenza del genere “Tossilaggine” (Asteraceae) è la più numerosa nel mondo vegetale, organizzata in 1530 generi per un totale di circa 22.750 specie[4]. Nelle classificazioni più vecchie la famiglia delle Asteraceae viene chiamata anche Compositae.
Il genere di questa scheda comprende pochissime specie, diffuse unicamente nelle zone alpine europee e quasi tutte proprie della flora italiana.
All'interno della famiglia delle Asteraceae le “Tossilaggine” fanno parte della sottofamiglia delle "Tubiflore" (o "Asteroideae"); sottofamiglia caratterizzata dall'avere capolini con fiori tubulosi al centro ed eventualmente fiori ligulati alla periferia, squame dell'involucro ben sviluppate e frutti con pappo biancastro e morbido.
Qui di seguito viene proposta la classificazione scientifica di questo genere[5]:
Come il genere simile Petasites, anche il genere Homogyne presenta delle difficoltà tassonomiche per la bassa diversità morfologica tra le varie sue specie. Ad esempio più di qualche Autore (Adriano Fiori, botanico italiano (1865 – 1950)) considera la specie Homogyne discolor (Jacq.) Cass. una variante di un'altra specie : Homogyne alpina (L.) Cass. var. discolor[1].
Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l'elenco che segue utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche[6]:
Generi simili al Homogyne sono considerati Petasites e Tussilago (a dimostrazione di ciò basta ricordare che inizialmente Linneo aveva ampiamente confuso tra di loro le varie specie di questi tre generi[1]). Una certa somiglianza potrebbe essere riscontrabile con le specie del genere Petasites ; i capolini in effetti sono molto simili ma con una grande differenza : l'infiorescenza dei Petasites è dotata di molti capolini, mentre l'infiorescenza della piante del genere di questa scheda hanno un solo capolino. Le “Farfare” (uniche specie in Italia del genere Tussilago) sono invece molto diverse in quanto i capolini possiedono alla periferia i fiori ligulati (assenti nel genere Homogyne). Un altro elemento di differenziazione è la dimensione delle foglie che nelle specie di questo genere sono notevolmente più piccole.
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