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Il colchico d'autunno (Colchicum autumnale L., 1753) o falso zafferano, è una piccola pianta bulbosa erbacea autunnale, velenosa, dai vistosi fiori color rosa-violetto appartenente alla famiglia delle Colchicaceae.[1] Fiorisce in autunno, è mortale per l'uomo anche se ingerito a basse dosi[2] e non va confuso con il Crocus che invece fiorisce a marzo, sul finire dell'inverno.

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Colchico d'autunno
Colchicum autumnale
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Liliales
Famiglia Colchicaceae
Genere Colchicum
Specie C. autumnale
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Liliidae
Ordine Liliales
Famiglia Liliaceae
Genere Colchicum
Specie C. autumnale
Nomenclatura binomiale
Colchicum autumnale
L., 1753
Nomi comuni

Zafferano falso
Zafferano bastardo
Efemera
Giglio matto
Freddolina


Etimologia


Per merito della sua fioritura anomala (in autunno) e quindi facilmente individuabile, il colchico è una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi. In effetti il termine colchicum (in greco antico = kolchikòn) etimologicamente è posta in relazione all'antica Colchide (un regno affacciato sul Mar Nero nell'Asia Caucasica). Questo nome lo si trova già nei trattati di medicina di Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone e Galeno di Pergamo (129 – 216), medico greco antico ellenista.

Il nome venne ripreso per la prima volta in tempi moderni dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (5 giugno 1656 — 28 dicembre 1708) e consolidato definitivamente come genere nel 1737 da Linneo[3]. L'epiteto specifico (autumnale) fa ovviamente riferimento al periodo di fioritura anche se la stessa può avvenire anche in piena estate e può trarre in inganno chi crede di raccogliere lo zafferano (Crocus sativus) anche con esiti mortali[4].
Il binomio scientifico attualmente accettato (Colchicum autumnale) è stato proposto da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Herbstzeitlose; in francese si chiama colchique d'automne; in inglese si chiama meadow saffron oppure autumn crocus.


Descrizione


Descrizione delle parti della pianta
Descrizione delle parti della pianta
Il portamentoLocalità: Melere, Trichiana (BL), 843 m s.l.m. - 25/10/2008
Il portamento
Località: Melere, Trichiana (BL), 843 m s.l.m. - 25/10/2008

Il Colchicum autumnale è una pianta bulbosa e glabra la cui altezza varia da 10 a 40 cm (minimo 5 cm). La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne erbacea che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come i bulbi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori.


Radici


Il bulbo
Il bulbo

Le radici sono fibrose (di tipo fascicolato) ed escono lateralmente da un bulbo-tubero oblungo (piriforme o ellissoide) posto molto profondamente nel terreno (10 – 15 cm). In realtà è più precisamente un tubero che ha una consistenza solida avvolto in tuniche secche di colore brunastro (i resti dei tuberi degli anni precedenti). Inferiormente, in uno dei suoi lati è presente un caratteristico prolungamento. Questo tubero in tarda estate (o inizio dell'autunno) forma il germoglio fiorale dal quale poi si formerà il fiore vero e proprio, lasciando alla primavera successiva il compito di emettere le foglie con il frutto; nello stesso tempo si formerà un nuovo tubero da un internodo basale. Dimensione del tubero: diametro 3 cm; altezza 4 – 7 cm.


Fusto


Il fusto praticamente è assente: le foglie e i fiori crescono direttamente dal tubero radicale (il tubero può essere considerata la parte ipogea del fusto).


Foglie


Le foglie sono radicali, abbraccianti ed erette. L'inserimento della foglia nel tubero è spiralato ed embricato. La forma è lanceolato-acuta a portamento ondulato con numerosi nervi disposti longitudinalmente rispetto alla foglia e quindi paralleli. Il colore è verde intenso su entrambe le facce e la consistenza è piuttosto carnosa. Le foglie più grandi sono larghe 4 – 7 cm e lunghe da 15 a 26 cm (quindi 3 – 5 volte più lunghe che larghe).


Infiorescenza


L'infiorescenza è formata normalmente da un solo grande fiore con alla base una lunga porzione di tubo sottile che all'apice si espande in sei segmenti. Altri fiori (fino a 7 – normalmente da 1 a 3) possono germogliare da uno stesso bulbo ma in tempi successivi. Questa infiorescenza è priva di foglie, che spunteranno nella primavera successiva. Il tubo è sempre bianco (quasi incolore) indipendente dal colore del perigonio, mentre la forma del fiore è quella di uno stretto calice allungato che presto sfiorisce e si apre a ventaglio. Alla base del fiore è presente una spata ialina (di consistenza cartacea), mucronata, i cui margini sono allargati in ali membranose e avvolge il fiore per 1 – 3 cm. Lunghezza del tubo del perigonio: 10 – 20 cm.


Fiore


I fioriLocalità: Pranolz, Trichiana (BL), 733 m s.l.m. - 28/09/2008
I fiori
Località: Pranolz, Trichiana (BL), 733 m s.l.m. - 28/09/2008

I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, penta-ciclici (ossia sono formati da cinque verticilli sovrapposti: perigonio con due verticilli di 3 tepali ciascuno, androceo con due verticilli di stami ciascuno e nella zona più centrale l'ultimo verticillo, il gineceo), trimeri (ogni verticillo è composto da tre elementi). Larghezza del fiore 30 – 80 mm.

* P 3+3, A 3+3, G (3) supero[5]
Stami e stilo
Stami e stilo

Frutti


Il frutto
Il frutto

La fruttificazione avviene in maggio – giugno, ma è relativa alla fioritura dell'anno precedente. È una capsula setticida, ovato-oblunga e acuta all'apice che esce dalla terra insieme alle nuove foglie. I semi sono globosi e nerastri. La disseminazione di questi semi è favorita da alcune sostanze appiccicose presenti al loro esterno: in questo modo i semi aderiscono alle zampe degli animali di passaggio. Dimensione della capsula: larghezza 20 – 27 mm; lunghezza 34 – 55 mm.


Distribuzione e habitat



Fitosociologia


Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale[6]:

Formazione : delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe : Molinio-Arrhenatheretea

Tassonomia


Il genere Colchicum comprende oltre 150 specie soprattutto del Vecchio Mondo, mezza dozzina delle quali vivono spontaneamente in Italia. La famiglia delle Colchicaceae è poco numerosa e comprende 19 generi con circa 300 specie[7].


Variabilità


Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):


Sinonimi


La specie di questa scheda ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:


Specie simili


Tutte le specie del genere Colchicum sono molto simili tra di loro. Qui ne elenchiamo alcune:

Va inoltre ricordata una certa somiglianza con le specie del genere Crocus, che però appartengono ad un'altra famiglia (Iridaceae), fioriscono in prevalenza in primavera e l'androceo è formato da tre stami, mentre nel Colchicum sono sei.


Usi


Avvertenza
Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia



Giardinaggio


È facile trovare questa pianta nei giardini rustici o alpini sia per la delicata bellezza dei suoi fiori che per il periodo di fioritura, l'autunno, quando la maggioranza degli altri fiori ha già fatto il loro ciclo.
Nelle versioni orticole (o cultivar) i fiori possono avere colorazioni diverse dalla specie spontanea, oppure possono essere screziati o anche a fiori doppi. Queste piante vanno messe in terreni abbastanza ricchi, soleggiati e non troppo asciutti. I bulbi dormienti resistono abbastanza bene anche a temperature di circa -20 °C e vanno messi a circa 7 – 10 cm in profondità nei mesi estivi (luglio). Si propagano attraverso il seme e richiedono mediamente 4 – 5 anni per raggiungere la maturità.[8].


Altri usi


Gli Zafferani falsi sono spesso impiegati in studi sperimentali di genetica agraria in quanto i processi che precedono la divisione della cellula (processi “cariocinetici”), in queste piante, sono abnormi determinando spesso fenomeni di poliploidismo[3].


Medicina


È la specie più nota. Si utilizzano di questa pianta il bulbo, i semi, ed i fiori; queste parti contengono amido, zucchero, gomma, resina e due alcaloidi velenosissimi, la colchicina e la colchiceina: solo la prima ha trovato impiego in dosi basse (0,5–1 mg). Danno testimonianza di tali aspetti velenosi i due scritti di Dioscoride di Anazarbe e Nicandro di Colofone, rispettivamente nelle loro opere De De materia medica e Georgiche.


Storia


Le proprietà e le qualità della pianta erano già note nell'antichità e nella antica medicina greca veniva indicata per curare l'artrite. Dagli inizi del Seicento, la pianta è iscritta alla farmacopea inglese.[9]


Galleria d'immagini



Note


  1. (EN) Colchicum autumnale, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 novembre 2021.
  2. https://www.ilsussidiario.net/autori/davide-giancristofaro-alberti, Morto dopo aver ingerito zafferano bastardo/ Pensava di aver raccolto aglio selvatico, su IlSussidiario.net, 7 aprile 2021. URL consultato il 17 aprile 2021.
  3. Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 675.
  4. Avvelenati dal falso zafferano (2017), su mattinopadova.gelocal.it.
  5. Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 10 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2009).
  6. AA.VV., Flora Alpina.Vol.2, Bologna, Zanichelli, 2004, pag.1030.
  7. Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 806, ISBN 88-7287-344-4.
  8. Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 10 settembre 2009.
  9. Roberto Michele Suozzi, Le piante medicinali, Newton&Compton, Roma, 1994, pag. 65.
  10. Roberto Chej, Piante medicinali, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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На других языках


[en] Colchicum autumnale

Colchicum autumnale, commonly known as autumn crocus, meadow saffron,[3] or naked ladies,[4] is a toxic autumn-blooming flowering plant that resembles the true crocuses, but is a member of the plant family Colchicaceae, unlike the true crocuses, which belong to the family Iridaceae. The name "naked ladies" is because the flowers emerge from the ground long before the leaves appear.[5] Despite the vernacular name of "meadow saffron", this plant is not the source of saffron, which is obtained from the saffron crocus, Crocus sativus – and that plant, too, is sometimes called "autumn crocus".

[es] Colchicum autumnale

Colchicum autumnale (cólquico, mataperros, crocus de otoño, narciso de otoño, quitameriendas, azafrán bastardo o azafrán silvestre) es una especie de planta con flor, bulbosa, perteneciente a la familia de las colchicáceas.

[fr] Colchique d'automne

Colchicum autumnale
- [it] Colchicum autumnale

[ru] Безвременник осенний

Безвре́менник осе́нний (лат. Cólchicum autumnále) — вид травянистых луковичных ядовитых растений из рода Безвременник семейства Безвременниковые (Colchicaceae).



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