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Il colchico portoghese (Colchicum lusitanum Brot) è una pianta geofita bulbosa appartenente alla famiglia delle Colchicaceae.[1]

Come leggere il tassobox
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Colchico portoghese
Colchicum lusitanum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Liliales
Famiglia Colchicaceae
Genere Colchicum
Specie C. lusitanum
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Liliidae
Ordine Liliales
Famiglia Colchicaceae
Genere Colchicum
Specie C. lusitanum
Nomenclatura binomiale
Colchicum lusitanum
Brot, 1753
Nomi comuni

Colchico portoghese


Etimologia


Il nome generico deriva dal greco "Kolchis" = Colchide antica regione sul Mar Nero situata pressappoco in corrispondenza dell’attuale Georgia, in cui secondo Dioscoride cresceva questa bulbosa e abitava la maga Medea, esperta in pozioni velenose[2]. L'epiteto specifico (lusitanum) deriva dal termine Lusitania, altro nome con cui viene indicato il Portogallo[3] . Il nome botanico venne attribuito da Félix de Avelar Brotero[4] (Loures, 25 novembre 1744 - Lisbona, 4 agosto 1828), botanico portoghese autore di libri sulla flora lusitana.


Descrizione


Colchicum autumnale è una pianta bulbosa e glabra la cui altezza varia da 10 a 20 cm (minimo 5 cm). La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne erbacea che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come i bulbi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori.


Radici


Le radici sono fibrose (di tipo fascicolato) ed escono lateralmente da un bulbo-tubero oblungo piriforme o ellissoide posto molto profondamente nel terreno (10 – 15 cm). In realtà è più precisamente un tubero che ha una consistenza solida avvolto in tuniche coriacee di colore marrone violetto (i resti dei tuberi degli anni precedenti). Questo tubero in tarda estate (o inizio dell'autunno) forma il germoglio fiorale dal quale poi si formerà il fiore vero e proprio, lasciando alla primavera successiva il compito di emettere le foglie con il frutto; nello stesso tempo si formerà un nuovo tubero da un internodo basale. Dimensione del tubero: diametro 3 cm; altezza 4 – 7 cm.


Fusto


Il fusto praticamente è assente: le foglie e i fiori crescono direttamente dal tubero radicale (il tubero può essere considerata la parte ipogea del fusto).


Foglie


Le foglie primaverili
Le foglie primaverili

Le foglie sono radicali, abbraccianti ed erette. L'inserimento della foglia nel tubero è spiralato ed embricato. La forma è oblungo-ellittica a portamento ondulato. Il colore è verde intenso su entrambe le facce e la consistenza è piuttosto carnosa. La foglia più esterna è larga 2 – 4,5 cm e lunga da 13 a 29 cm. La foglia del C. lusitanum si differenzia da quella del C. autumnale per essere mediamente più stretta[3].


Infiorescenza


L'infiorescenza è formata da un tubo corollino di 5–20 cm, priva di foglie e di colore bianco. Alla base del fiore è presente una spata ialina con margine membranoso stretto[3].


Fiore


I fioriLocalità: Colorno (PR), 26 m s.l.m. - 12/09/2016
I fiori
Località: Colorno (PR), 26 m s.l.m. - 12/09/2016

I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, penta-ciclici (ossia sono formati da cinque verticilli sovrapposti: perigonio con due verticilli di 3 tepali ciascuno, androceo con due verticilli di stami ciascuno e nella zona più centrale l'ultimo verticillo, il gineceo), trimeri (ogni verticillo è composto da tre elementi). Ogni bulbo può produrre da 1 a 6 fiori[3] in assenza di foglie, che saranno emesse la primavera successiva.

* P 3+3, A 3+3, G (3) supero[5]
Il frutto
Il frutto

Frutti


La fruttificazione avviene in maggio – giugno, ma è relativa alla fioritura dell'anno precedente. È una capsula setticida, ovato-oblunga e acuta all'apice che esce dalla terra insieme alle nuove foglie. I semi sono globosi e nerastri del diametro di 2–4 mm[3]. La disseminazione di questi semi è favorita da alcune sostanze appiccicose presenti al loro esterno: in questo modo i semi aderiscono alle zampe degli animali di passaggio. Dimensione della capsula: larghezza 15–30 mm; lunghezza 25 – 55 mm[3].


Distribuzione e habitat



Tassonomia


La famiglia delle Colchicaceae comprende circa 300 specie [7]. Al genere Colchicum appartengono circa 150 specie[8], di cui sei presenti spontaneamente sul territorio italiano.


Sinonimi


Colchicum lusitanum ha avuto diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:


Usi


Avvertenza
Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia



Note


  1. (EN) Colchicum lusitanum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 novembre 2021.
  2. Portale della flora del basso corso del Lamone, su dryades.units.it.
  3. sito Actaplantarum - nomenclatura e caratteristiche C. lusitanum, su actaplantarum.org.
  4. João Paulo Cabral, Gonçalo Sampaio. Vida e obra – pensamento e acção, Póvoa de Lanhoso, Câmara Municipal da Póvoa de Lanhos, 2009, p. 137.
  5. Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 27 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2009).
  6. eMonocot - An online resource for monocot plants, su e-monocot.org. URL consultato il 27 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2016).
  7. (EN) Colchicaceae, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 novembre 2021.
  8. (EN) Colchicum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 novembre 2021.
  9. Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 806, ISBN 88-7287-344-4.
  10. Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 675.
  11. Plants For A Future, su pfaf.org.
  12. "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.65

Bibliografia



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