bio.wikisort.org - Plantae

Search / Calendar

Lo zafferano vero (Crocus sativus L.) è una pianta della famiglia delle Iridacee[1], coltivata in Asia minore e in molti paesi del bacino del Mediterraneo. In Italia le colture più estese si trovano nelle Marche, in Abruzzo, in Sicilia e in Sardegna; altre zone di coltivazione degne di nota si trovano in Umbria, Toscana, Basilicata e Calabria[2]. Dallo stimma trifido si ricava la spezia denominata "zafferano", utilizzata in cucina e in alcuni preparati medicinali.

Disambiguazione – "Zafferano" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Zafferano (disambigua).
Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Zafferano vero
C. sativus e C. vernus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
Ordine Asparagales
Famiglia Iridaceae
Sottofamiglia Crocoideae
Genere Crocus
Specie C. sativus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Ordine Asparagales
Famiglia Iridaceae
Genere Crocus
Specie C. sativus
Nomenclatura binomiale
Crocus sativus
L.

La parola zafferano deriva dalla parola araba zafarān.[3]


Descrizione


La pianta adulta è costituita da un bulbo-tubero di un diametro di circa 5 cm. Il bulbo contiene circa 20 gemme indifferenziate dalle quali si originano tutti gli organi della pianta, in genere però sono solo 3 le gemme principali che daranno origine ai fiori e alle foglie, mentre le altre, più piccole, produrranno solo bulbi secondari. Durante lo sviluppo vegetativo dalle gemme principali del bulbo si sviluppano i getti, uno per ogni gemma; per cui da ogni bulbo ne spunteranno circa 2 o 3. I getti spuntano dal terreno avvolti da una bianca e dura cuticola protettiva, che permette alla pianta di perforare la crosta del terreno.

Il getto contiene le foglie ed i fiori quasi completamente sviluppati, una volta fuoriuscito dal terreno, si apre e consente alle foglie di allungarsi e al fiore di aprirsi completamente.

Il fiore dello zafferano è un perigonio formato da 6 petali di colore violetto intenso. La parte maschile è costituita da 3 antere gialle su cui è appoggiato il polline. La parte femminile è formata dall'ovario, stilo e stimmi. Dall'ovario, collocato alla base del bulbo, si origina un lungo stilo di colore giallo che dopo aver percorso tutto il getto raggiunge la base del fiore, qui si divide in 3 lunghi stimmi di colore rosso intenso.

Le foglie di Crocus sativus sono molto strette e allungate. In genere raggiungono la lunghezza di 30–35 cm, mentre non superano mai la larghezza di 5 mm.


Biologia


Crocus sativus è una pianta sterile triploide, è il risultato di una intensiva selezione artificiale di una specie originaria dell'isola di Creta, il Crocus cartwrightianus. Una selezione messa in atto dai coltivatori che cercavano di migliorare la produzione degli stimmi. La sua struttura genetica lo rende incapace di generare semi fertili, per questo motivo la sua riproduzione è possibile solo per clonazione del bulbo madre e la sua diffusione è strettamente legata all'assistenza umana.

La pianta entra in stasi vegetativa nel periodo estivo compreso tra giugno e settembre. Nei primi giorni di ottobre dal bulbo si originano 2 o 3 spate di colore bianco, rivestite da un rigido strato di tuniche, dalle spate fuoriuscite dal terreno escono dei mazzetti di circa 10 foglie. Alla fine del mese, tra le foglie, spuntano i primi fiori. L'attività vegetativa rallenta durante l'inverno, per poi riprendere alla fine di marzo quando la pianta genera i nuovi bulbi. Da maggio le foglie cominciano gradatamente a essiccarsi, mentre a giugno i nuovi bulbi, accumulato il materiale di riserva, entrano in stasi vegetativa.


Coltivazione


Coltivazione dello zafferano nel mondo
A map showing the primary saffron-producing nations.
A map showing the primary saffron-producing nations.

La mappa mostra le più importanti nazioni per produzione di zafferano

     Zone con le superfici di coltivazione più estese

     Zone di maggiore produzione

     Zone con superfici di coltivazioni minori

     Zone di minore produzione

     Zone di maggiore commercializzazione (odierne)

     Zone di maggiore commercializzazione (storiche)

La pianta dello zafferano si adatta molto bene ai climi caratterizzati da piovosità media non molto alta (300-400 mm annui), tipica della Spagna e della Grecia. Tollera anche climi più piovosi, come in Kashmir, dove l'indice di piovosità è molto intenso (1500–2000 mm annui). Ciò che i coltivatori devono assolutamente evitare sono i ristagni d'acqua, molto dannosi per lo sviluppo della pianta; per questo motivo una coltivazione su terreno leggermente scosceso è preferibile ad una su terreno pianeggiante. Devono essere evitati i terreni poco permeabili e pesanti; è opportuno affrontare una coltivazione solo su terreni sabbiosi, con una buona drenatura e molto permeabili.

Sopporta rigide temperature invernali, anche inferiori allo 0 termico, i bulbi cominciano a soffrire solo quando il termometro scende sotto i −12 °C. Il Crocus sativus tollera la neve e anche brevi periodi di gelo. Nel periodo estivo, quando la pianta si trova in fase di quiescenza, le alte temperature non creano alcun tipo di problemi al bulbo.

Le tecniche di coltivazione usate vengono distinte in:

Fiore di Zafferano
Fiore di Zafferano
Gli stimmi rossi sono gli unici ad essere commercializzati e consumati
Gli stimmi rossi sono gli unici ad essere commercializzati e consumati

Tecnica di coltura annuale


Consiste nel prelevare dal terreno i bulbi-tuberi al termine di ogni ciclo vegetativo, quindi in estate, per poi rimetterli a dimora in un appezzamento di terreno differente da quello precedente. Questa tecnica è la più laboriosa ed impegnativa dal punto di vista del lavoro umano ma consente di ottenere una migliore qualità della spezie e dà la possibilità al coltivatore di controllare ogni anno lo stato di salute dei propri bulbi. La richiesta di manodopera ha un impatto notevole su questo tipo di coltivazione perché le procedure di lavorazione non sono facilmente meccanizzabili. Soltanto la lavorazione del terreno può essere svolta grazie all'utilizzo di macchine motocoltivatrici; tutto il resto, dal prelievo alla messa in dimora dei bulbi, è messo in atto grazie al lavoro manuale.

In luglio o in agosto i bulbi sono raccolti dal terreno, operazione nella quale si utilizzano di solito picconi o piccole zappe; in questo modo è possibile estrarre i bulbi senza danneggiarli. Nella stessa giornata si procede anche alla mondatura dei bulbi, un processo che consiste nell'eliminazione della tunica del bulbo vecchio e nell'eliminazione dei bulbi troppo piccoli per essere utilizzati nella nuova coltivazione. I bulbi così preparati saranno reimpiantati pochi giorni dopo.

È adottata nelle colture italiane dell'Abruzzo, della Toscana, delle Marche e dell'Umbria. All'estero non viene praticamente utilizzata.

Vantaggi della coltura annuale:

Svantaggi della coltura annuale


Tecnica di coltura poliennale


Il metodo più utilizzato dai paesi produttori di zafferano prevede che i bulbi vengano prelevati dal terreno ogni determinato periodo di anni. La pianta quindi rimane nella stessa piantagione per più anni di seguito. In Sardegna il periodo è di 4 anni, mentre in Grecia i bulbi vengono prelevati ogni 7 anni.

In queste coltivazioni le tecniche di preparazione del terreno sono le stesse che nella coltivazione annuale. L'unica differenza è nel posizionamento dei bulbi all'interno del solco, questi infatti devono essere posti ad una distanza di circa 12 cm, per lasciare lo spazio ai nuovi bulbi che si formeranno nel corso degli anni.

vantaggi della coltura poliennale

svantaggi della coltura poliennale


Chimica


Sintesi della Crocina
α–crocin formation mechanism
α–crocin formation mechanism

Reazione di esterificazione tra la crocetina e il gentiobiosio.
   β-D-gentiobiosio.
   Crocetina.

La spezie prodotta dal Crocus sativus contiene circa 150 sostanze aromatiche volatili. Inoltre lo zafferano è uno degli alimenti più ricchi di carotenoidi, contiene infatti sostanze come: la Zeaxantina, il Licopene e molti alfa-beta caroteni. Tuttavia è possibile identificare tre composti chiave, ciascuno dei quali è associato ad una caratteristica sensoriale: le crocine (colore), il safranale (aroma) e la picrocrocina (gusto).

Il colore giallo-oro, che la spezie conferisce alle pietanze, è dovuto alla presenza dell'α-crocina. Questo composto è il risultato della reazione di esterificazione tra il β-D-gentiobiosio e il carotenoide crocetina. La presenza del glucosio conferisce alla crocina la proprietà di essere un composto idrosolubile. Allo stesso tempo la presenza della crocetina, un poliene contenente un gruppo carbossilico, rende la crocina un composto idrofobico, quindi solubile nei grassi.

Il safranale è un'aldeide terpenica volatile derivata dalla degradazione della picrocrocina, a sua volta prodotto di degradazione della zeaxantina. È il componente chiave dell'aroma dello zafferano ed esibisce proprietà antiossidanti.

La picrocrocina è un glucoside monoterpenico derivato dalla degradazione della Zeaxantina. Durante l'essiccamento dello zafferano dalla picrocrocina si libera l'aglicone, che per perdita di una molecola d'acqua origina il safranale. È il principale responsabile del sapore amaro dello zafferano.

Lo zafferano inoltre contiene le vitamine A, B1 e B2.


Parassiti


Il bulbo dello zafferano è molto sensibile all'azione dei funghi parassiti. Un bulbo infestato dal Fusarium oxysporum non riesce a generare fiori e appassisce in breve tempo. Per evitare che l'intera coltivazione si infesti è necessario eliminare immediatamente i bulbi malati, oppure ricorrere alla cura dei bulbi con prodotti fungicidi.

Un altro pericolo per le coltivazioni di zafferano è rappresentato dagli animali selvatici che si nutrono del bulbo come il topo, il ratto, l'istrice e il cinghiale. Il topo non è in grado di scavare il terreno, ma è molto dannoso nel momento in cui i bulbi vengono prelevati dal terreno e conservati in attesa della nuova coltivazione. L'istrice ed il cinghiale sono capaci di scavare il terreno, la presenza di questi animali rende quindi necessaria la costruzione di una valida recinzione a protezione della coltura.


Utilizzi


Un tempo allo zafferano, di cui si utilizzano gli stimmi, venivano attribuite proprietà antispastiche, antidolorifiche e sedative. Oggigiorno, tuttavia, sono stati trovati composti abortivi e l'uso di 20 grammi al giorno di zafferano può anche risultare mortale.

L'uso dello zafferano può provocare anche effetti collaterali quali vertigini, torpore e manifestazioni emorragiche da riduzione del numero delle piastrine (trombocitopenia) e da ipoprotrombinemia (diminuzione della protrombina).

Lo zafferano, attualmente, viene utilizzato solamente dall'industria alimentare e in gastronomia come spezia o come colorante, anche se è ricco di carotenoidi che riducono i danni cellulari provocati dai radicali liberi.[4] Uno dei suoi utilizzi più tipici nella cucina italiana è nel risotto alla milanese o "risotto giallo", così noto appunto per la colorazione che lo zafferano dà alla ricetta.

Lo zafferano viene utilizzato in fitoterapia per rallentare processi neurodegenerativi quali la degenerazione maculare secca correlata all'età (DMLE secca) e la malattia di Stargardt. Gli esperimenti sono ora in corso su modelli preclinici di Retinite Pigmentosa e sono molto promettenti.[5]



Proprietà e utilizzi dei residui floreali e delle foglie


Pianta di zafferano
Pianta di zafferano

Nella produzione dello zafferano il 90% dei fiori raccolti va a costituire, nella maggior parte dei casi, materiale di scarto. Infatti, solo gli stigmi del fiore, opportunamente essiccati e polverizzati, sono apprezzati a livello mondiale e usati per colorare e aromatizzare i cibi sfruttandone il gradevole odore. I tepali dei fiori del Crocus sativus, sebbene presentino un profilo chimico simile a quello degli stigmi e rappresentino la maggior parte del fiore di questa pianta, sono ancora oggi considerati materiale di scarto. Si calcola, infatti, che per produrre 1 kg di zafferano sono necessari più di 160.000 fiori, pari a circa 68 kg, di cui 63 costituiscono la biomassa dei residui floreali (tepali, stami e stili). I tepali del Crocus sativus sono lunghi da 20 a 47 mm e larghi da 11 a 23 mm. I tepali di zafferano contengono anche dei flavonoli, appartenenti sempre alla famiglia dei flavonoidi, in particolare kempferolo, quercetina e miricetina.

La spezia viene usata per le sue proprietà benefiche alla salute dell'uomo e in particolare per la sua funzione antiossidante. Nella medicina ayurvedica, lo zafferano viene anche considerato come un agente anti-stress, afrodisiaco ed è usato nel trattamento delle palpitazioni cardiache. Dopo la rimozione e il recupero degli stigmi, i residui floreali possono anche essere aggiunti in una concimaia per essere usati come fertilizzante. Non meno importante è la possibilità di utilizzare i tepali come elemento ornamentale di piatti e bevande. Gli chef si dilettano ad abbellire i loro piatti proponendo i tepali o l’intero fiore del Crocus sativus come decorazioni e guarniture. Non è da trascurare infine l’uso dei tepali essiccati per scopi ornamentali domestici: infatti sono ideali per creare composizioni, pot-pourri oltre che per la realizzazione di candele e saponi naturali.


Adulterazione


La principale contraffazione dello zafferano in polvere è fatta con il cartamo, chiamato "zafferano del Marocco", o con la curcuma.


Note


  1. (EN) Crocus sativus, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 7 settembre 2021.
  2. Lo zafferano di Calabria, su calabriamagnifica.it. URL consultato il 23 Gennaio 2021.
  3. Zafferano - in Vocabolario Treccani, su treccani.it.
  4. "Spezie", di Chiara Verlato, pubbl. su "Sapere & Salute", anno 10, dic.2005, num.56, pag.X-XI
  5. https://www.hortusnovus.it/it/ricerca-scientifica/

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàThesaurus BNCF 48377 · LCCN (EN) sh85116464 · BNF (FR) cb12322598s (data)
Portale Agricoltura
Portale Botanica
Portale Cucina

На других языках


[en] Crocus sativus

Crocus sativus, commonly known as saffron crocus, or autumn crocus,[2] is a species of flowering plant of the Crocus genus in the iris family Iridaceae. It is best known for producing the spice saffron from the filaments that grow inside the flower. The term "autumn crocus" is also used for species in the Colchicum genus, which strongly resemble crocuses. However, crocuses have three stamens and three styles, while colchicums have six stamens and one style, and belong to a different family, Colchicaceae. Colchicums are also toxic.[3]

[es] Crocus sativus

El azafrán es una especia derivada de los tres estigmas secos del pistilo de la flor de Crocus sativus, una especie del género Crocus dentro la familia Iridaceae.

[fr] Crocus sativus

Crocus sativus, le crocus cultivé, crocus à safran, safran, safran cultivé, est une espèce de plantes monocotylédones de la famille des Iridaceae, originaire du bassin méditerranéen et d'Asie occidentale. Cette plante cultivée est un cultigène inconnu à l'état sauvage. C'est une plante herbacée, géophyte, dont on extrait le safran (épice). Crocus sativus appartient à un groupe d'une dizaine d'espèces de crocus méditerranéens à partir desquels on produisait le safran dans l'Antiquité[2]. Cette espèce résulte d'un accident génétique du Crocus cartwrightianus et a été sélectionnée pour sa productivité supérieure en épice[2].
- [it] Crocus sativus

[ru] Шафран посевной

Шафра́н посевно́й (лат. Crócus satívus) — клубнелуковичное травянистое многолетнее растение, вид рода Шафран (Crocus) семейства Ирисовые, или Касатиковые (Iridaceae).



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2024
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии