La tinca[2] (Tinca tinca (Linnaeus, 1758)) è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae, nonché unico esponente della sottofamiglia Tincinae Günther, 1868 e del genere Tinca Cuvier, 1816.
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Stato di conservazione | |
![]() Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Osteichthyes |
Classe | Actinopterygii |
Sottoclasse | Neopterygii |
Infraclasse | Teleostei |
Superordine | Ostariophysi |
Ordine | Cypriniformes |
Famiglia | Cyprinidae |
Sottofamiglia | Tincinae Günther, 1868 |
Genere | Tinca Cuvier, 1816 |
Specie | T. tinca |
Nomenclatura binomiale | |
Tinca tinca (Linnaeus, 1758) | |
Sinonimi | |
Cyprinus tinca, Cyprinus tincaauratus, Cyprinus tincaurea, Cyprinus zeelt, Tinca chrysitis, Tinca communis, Tinca italica, Tinca limosa, Tinca linnei, Tinca vulgaris, Tinca vulgaris cestellae | |
La tinca ha un corpo tozzo, coperto da piccole scaglie, con grosse pinne carnose. La livrea è verdastra sul dorso, più chiara e tendente al giallo nella zona ventrale. Le pinne sono verde-brune. Gli occhi sono rossi.
Solitamente raggiunge i 30–50 cm di lunghezza per 6 kg di peso, anche se sono registrate (non in Italia) tinche lunghe fino a 84 cm.
Pesce onnivoro, si nutre di organismi bentonici e vegetali, soprattutto in orari notturni.
Il periodo di fregola avviene tra la primavera e l'estate, quando le tinche si spostano verso acque basse riccamente coperte di vegetazione acquatica.
L'accoppiamento avviene in più momenti (fino a 2 mesi), poiché la femmina produce centinaia di migliaia di uova (fino a 600.000 per kg di peso) che il maschio feconda esternamente.
La schiusa avviene dopo 5-6 giorni e le piccole larve sono provviste di un organo adesivo grazie al quale rimangono attaccate alle foglie delle piante acquatiche fino a quando il sacco vitellino si sarà riassorbito.
La maturità sessuale avviene a quattro anni per i maschi e a due per le femmine.
È diffusa in tutte le acque dolci europee (arcipelago britannico compreso) a corso lento: laghi, fiumi, canali, stagni. La sua presenza è documentata anche nei fiumi della Siberia[3], così come nel lago Bajkal.
Predilige fondi melmosi o ricoperti di vegetazione. Sopravvive anche in ambienti poveri di ossigeno. In inverno non si nutre, muovendosi lo stretto indispensabile, seppellendosi parzialmente nella melma di fondali fangosi.
Negli ultimi anni si è notata in Italia una contrazione della specie, concomitante alla diffusione di specie alloctone, quali il carassio, il pesce gatto e il pesce siluro.
È un pesce dalle carni apprezzate, preda di pescatori sportivi e non, nonché oggetto di allevamento in acquacoltura. Il sapore è molto influenzato dall'ambiente in cui vive.
Per pescarla vengono impiegate canne bolognesi, fisse e da fondo, con montature medio-pesanti. Le esche sono simili a quelle in uso per la carpa, anche se sono maggiormente apprezzate quelle di origine animale quali il lombrico ed il bigattino.
La tinca è un pesce utilizzato per l'alimentazione umana. Tra le varietà più pregiate può essere segnalata la Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino.[4]
Altri progetti
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