Il genere Rana è distribuito in tutto il continente europeo.
In Italia sono presenti le specie Rana latastei, Rana temporaria, Rana arvalis, Rana dalmatina, Rana italica e Rana graeca, attribuite al gruppo senza valore sistematico delle rane rosse . Sono inoltre presenti alcune specie di origine alloctona (anche note come "specie aliene"), quali Rana kurtmuelleri (introdotta dall'Albania) e Rana catesbeiana (introdotta dal Nord America). Le specie Rana bergeri, Rana esculenta, Rana lessonae, Rana kurtmuelleri e Rana ridibunda del gruppo delle rane verdi oggi sono attribuite al genere Pelophylax, mentre Rana catesbeiana è sinonimo di Lithobates catesbeianus.
Minacce
Le popolazioni di rana sono minacciate dalle trasformazioni ambientali, in particolare dalla distruzione delle zone umide, e dall'uso di pesticidi,[2] nonché da diversi agenti patogeni, tra cui la chitridiomicosi e i ranavirus.
Le rane in cucina
Le rane in cucina venivano mangiate soprattutto nella Pianura Padana, specialmente nella zona risicola tra Novara, Vercelli e Pavia.[3] L'allevamento di rane verdi è vietato in Italia dalla Convenzione di Berna del 1979 entrata in vigore nel 1981, però è consentita la raccolta di 5 kg al giorno.[4] La carne di rana raggiunge in Italia il prezzo di 30 euro al chilo[5] e viene prodotta da fine aprile a fine agosto in Albania e Turchia, viene macellata in Italia e deve essere commercializzata già eviscerata.[6]
Nella letteratura
La rana è protagonista di favole di Esopo e di Fedro - La rana e il bue - e di un poemetto giocoso greco: la Batracomiomachia. Giacomo Leopardi scrisse il poemetto satirico Paralipomeni della Batracomiomachia.
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