I borofagini (borophaginae, G. G. Simpson, 1945) sono una sottofamiglia di canidi estinti che vissero in Nordamerica dall'Oligocene fino al Pliocene.
Borofagini | |
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Cranio di aelurodonte (Aelurodon) | |
Intervallo geologico | |
Oligocene - Pliocene PreЄ
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Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Carnivora |
Famiglia | Canidae |
Sottofamiglia | †Borophaginae
G. G. Simpson, 1945[1] |
Spesso nominati "cani spacca-ossa", in riferimento alla dentizione grande e mascelle possenti di alcune specie, i loro fossili sono abbondanti e sparsi su un vasto areale. È molto probabile che fossero i predatori alfa dei loro ecosistemi.[2][3] L'abbondanza di reperti fossili ha persino permesso la ricostruzione della loro filogenia, che dimostra che i borofagini fossero altamente diversificati durante il loro apogeo.[2] Tutti i borofagini disponevano d'un quinto dito ridotto sulle zampe posteriori, contrariamente ai canidi odierni che dispongono di solo quattro.[4]
I borofagini derivano da Archaeocyon, un canide pesante meno di 2 kg, durante l'Oligocene medio o superiore, a circa 32 milioni di anni fa. Apparentemente disceso dall'esperocionino Hesperocyon, Archaeocyon differiva dal suo antenato principalmente per i suoi molari, che disponevano di più cuspidi, un tratto successivamente ereditato da tutti i borofagini.[4]
Durante la prima metà della loro storia, dall'Oligocene fino al Miocene inferiore, la sottofamiglia era ancora caratterizzata da generi di taglia piccola e media. Molti di essi, in particolare Cynarctoides e Phlaocyon, dimostravano adattamenti a una dieta onnivora, come i procioni odierni. È possibile che lo sviluppo di generi ipercarnivori fu impedito dalla presenza degli esperocionini, che erano i predatori dominanti dell'epoca.[4]
Il periodo tra il Miocene inferiore e medio vide certi borofagini evolversi gradualmente in predatori dedicati, sebbene di taglia media, sempre dovuta alla concorrenza con gli esperocionini. Con l'estinzione di quest'ultimi 15 milioni di anni fa, i borofagini poterono finalmente raggiungere dimensioni superiori ed abbattere prede più grandi. Tra i nuovi generi ci fu Aelurodon, un predatore pesante 20-40 kg simile all'odierno licaone che disponeva di mandibole e denti sufficientemente possenti da poter frantumare le ossa.[4]
La sottofamiglia raggiunse il suo apogeo durante il Miocene medio con l'apparizione della stirpe Protepicyon-Epicyon-Borophagus. I membri di questa stirpe erano gli indiscussi predatori alfa della loro era. Epicyon in particolare era il canide più grosso mai esistito, paragonabile all'orso bruno in grandezza e alle iene in potenza mandibolare. Da Epicyon emergerebbe il genere Borophagus, l'ultimo borofagino. Pesante 20-40 kg e disponendo d'una fronte elevata per distribuire meglio la pressione del morso nel cranio mentre si nutriva di ossa, Borophagus colonizzò gran parte del Nordamerica, incluso Florida e Messico prima di estinguersi poco prima del Pleistocene.[4]
Secondo un'analisi dei reperti fossili dei mammiferi carnivori nordamericani, il declino dei borofagini fu dovuto alla concorrenza con i felidi e i canini. I primi avevano invaso il Nordamerica attraverso il ponte di Bering a circa 20 milioni di anni fa, e si dimostrarono predatori d'imboscata più efficaci, siccome disponevano di artigli retrattili.[5] I cambiamenti climatici, che rimpiazzarono le foreste nordamericane con pianure erbose, avrebbero anch'esse svolto un ruolo nell'eventuale estinzione di questi canidi,[6] dato che essi erano meno adatti a cacciare le prede su terreno aperto come i loro cugini canini.[5] La scomparsa dei borofagini fu fondamentale per l'evoluzione dei canidi moderni, perché aprì una nicchia ecologica che favoriva lo sviluppo degli odierni canidi lupini, tra di essi il lupo, il licaone e il cuon.[7]
Tassonomia dei borofagini, secondo un'analisi dei reperti fossili svolta nel 2009:[2]
(Ma = Milioni di anni)
Questo albero filogenetico mostra le interrelazioni dei borofagini secondo lo stesso studio:[2]
Canidae |
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