Abramis brama Linnaeus, 1758, conosciuto comunemente come abramide,[2] abramide comune o breme, è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae, unico appartenente al genere Abramis[3].
Abramide | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Actinopterygii |
Ordine | Cypriniformes |
Famiglia | Cyprinidae |
Genere | Abramis |
Specie | A. brama |
Nomenclatura binomiale | |
Abramis brama Linnaeus, 1758 | |
Sinonimi | |
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Nomi comuni | |
Abramide comune, breme | |
Questa specie è originaria delle acque dolci europee comprese tra i Pirenei ed il Mar Caspio[4][5]. In Italia l'abramide è alloctono, è stato oggetto di introduzioni per la pesca nel XX secolo e la sua presenza è accertata nel bacino idrografico del Po, dell'Arno, del Tevere e del Brenta, nel Piave e nel Sile[6][7].
Il capo è di dimensioni ridotte rispetto al corpo, piuttosto compresso ai fianchi. Nella bocca, anch'essa di piccole dimensioni e con mascella superiore più sporgente, si rileva un'unica serie di denti faringei posta su entrambi i lati. La serie delle pinne ne comprende una dorsale, una caudale forcuta, un'anale molto allungata e le pinne pari. La livrea comprende una tonalità di colore uniforme che varia dal grigio metallico al bruno scuro, variabile per ogni individuo. Le pinne sono grigie, chiare o scure. È un pesce longevo, che può raggiungere i 17 anni di età[4][7].
Raggiunge una lunghezza maggiore di 80 cm ed un massimo di 8 kg di peso[4].
È abitualmente cacciato da siluri, lucci, anguille e percidi.
Il periodo riproduttivo va da maggio a luglio; gli esemplari raggiungono la maturità sessuale intorno ai tre anni di età. Le uova, giallo ambrate, sono emesse in copiosa quantità e deposte dalle femmine in acque basse (fino a tre metri) e ricche di vegetazione, a cui le uova aderiscono. Il periodo di schiusa è dipendente dalla temperatura delle acque di deposizione; in genere si protrae, al massimo, per due settimane[4][7].
Ha dieta onnivora, si nutre di insetti e larve (in particolare chironomidi), piccoli crostacei, gasteropodi, bivalvi, molluschi, anellidi, detriti e talvolta piccoli pesci.
Nelle altre acque europee l'abramide raggiunge dimensioni notevoli ed è anche molto apprezzato dai pescatori sportivi. In Italia ha un'importanza nulla dal punto di vista commerciale, viste le sue carni di scarso sapore ricchissime di lische, né la sua cattura riveste particolare interesse per il pescatore hobbista, che lo insidia con le stesse tecniche di pesca riservate alle carpe, tinche e carassi. La sua diffusione nei canali irrigui della Pianura Padana ha determinato una competizione alimentare con le sopracitate specie di ciprinidi, causandone la diminuzione di numero, localmente anche drastica[4][7][6].
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