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Carposina sasakii Matsumura, 1900[1] è un lepidottero appartenente alla famiglia Carposinidae, diffuso in Asia e introdotto nell'America settentrionale.[2][3][4][5]

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Carposina sasakii
Carposina sasakii
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Ditrysia
Superfamiglia Carposinoidea
Famiglia Carposinidae
Genere Carposina
Specie C. sasakii
Nomenclatura binomiale
Carposina sasakii
Matsumura, 1900
Sinonimi

Carpocapsa persicana
Matsumura, 1897
Carposina persicana
(Matsumura, 1897)


Descrizione


Si tratta di una falena eteroneura, appartenente ai Ditrysia, con taglia piccola (apertura alare di 15-19 mm) e abitudini principalmente notturne.[6]


Adulto



Capo

Il capo presenta piccole scaglie grigio-brunastre sulla regione della fronte e ai lati del vertice.[1][7]

Nell'apparato boccale, la spirotromba è presente e priva di scaglie. I palpi labiali sono sviluppati e diritti, più allungati nella femmina.[1][3][4][5][7]

Le antenne sono marroncine e rivestite di setole più lunghe nei maschi, ma con lo scapo privo di un pecten; la lunghezza è pari a circa due terzi della costa dell'ala anteriore. Mancano i chaetosemata.[3][4]

Adulto a riposo
Adulto a riposo

Torace

Nelle zampe, l'epifisi è presente e la formula degli speroni tibiali è 0-2-4.[3][4][5]

Nell'ala anteriore, stretta e allungata, la colorazione di fondo è un grigio-brunastro chiaro, con pallidi riflessi metallici. La regione basale mostra tonalità più scure. Il margine costale è bordato di una striscia nerastra, che si inspessisce a valle della fascia discale, a formare una macchia scura grosso modo trapezoidale, talvolta scomposta in tre macchie più piccole, ma che in alcuni esemplari appare nettamente meno distinguibile. L'apice è acuto ma non falcato. Il termen è bordato di nero e provvisto di una frangiatura di scaglie piliformi giallo-brunastre. Il tornus è ottuso. Il margine interno mostra una lieve concavità ai due terzi della propria lunghezza.[1][7] Rs presenta quattro ramificazioni. M2 è più vicina a M3 che a M1. CuP è vestigiale, mentre 1A+2A presenta una breve biforcazione basale. Sono ben distinguibili i caratteristici "ciuffi" di scaglie sollevate. La spinarea è presente.[3][4][5][8][9]

Nell'ala posteriore, più corta e squadrata, la colorazione della superficie dorsale è grosso modo uniforme e leggermente più chiara di quella dell'ala anteriore. Il vertice è acuto e lievemente falcato. Il tornus è arrotondato e sfuggente. La frangiatura è costituita da scaglie piliformi più allungate rispetto a quelle dell'ala anteriore.[7] La venulazione appare visibilmente semplificata. Mancano M1 ed M2. M3 e CuA1 partono unite dalla cellula discale, per poi separarsi prima del termen. CuP è presente e ben definita. A ridosso della base di CuA, si osserva una sorta di "pettine", costituito da una frangia di scaglie piliformi. 1A+2A mostra una breve biforcazione basale, solo accennata, mentre 3A è presente.[3][4][5][8][9]


Addome

Nell'addome dei maschi si osserva una coppia di coremata, posti in prossimità del margine posteriore.[3]

Nell'apparato genitale maschile l'uncus è ben sviluppato, ma non bifido. I socii sono assenti. Il vinculum risulta privo di saccus. L'edeago presenta un coecum penis allungato.[3][5]

Nel genitale femminile, l'ovopositore è abbastanza allungato. Le apofisi posteriori sono più lunghe di quelle anteriori. Il ductus bursae è membranoso e il corpus bursae e provvisto di un signum.[4][8][9]


Uovo


L'uovo è ellittico e giallo-brunastro, con un chorion granuloso, di colore rossiccio. Si nota la presenza di un anello apicale di spinule, più o meno attorno al micropilo.[4][6][8]


Larva


Le larve possiedono di regola una cuticola densamente rivestita di spinule smussate, ma non si osserva la presenza di setole secondarie.[4][5] Appena dopo la schiusa appaiono di un colore rosso-arancio, che in seguito via via tende a sbiadire fino a un bianco-latte, per poi tornare nuovamente rossicce negli stadi finali; a maturazione completa non superano i 13 mm, e sono molto simili a quelle dei Copromorphidae e degli Alucitidae.[6][10]


Capo

Il capo è ipognato.[3][4][5][10] Il frontoclipeo appare più allungato che largo. Sono presenti sei stemmata per lato, di cui i primi cinque su un semicerchio e il sesto un po' più distante. Le setole anteriori A1, A2 ed A3 sono disposte a triangolo ottuso, con A2 più lontana dagli stemmata.[3][5][10]


Torace

Nel protorace, alquanto sviluppato, le setole laterali L sono due e si trovano sempre sullo stesso pinaculum. Gli spiracoli protoracici sono un po' più ingranditi.[3][5][10]

La setola subventrale SV è singola sul meso- e sul metatorace.[5]


Addome

Nei primi otto segmenti addominali, la setola laterale L2 è disposta anterodorsalmente rispetto a L1, ma non molto lontana da quest'ultima. La setola subdorsale SD1 è collocata dorsalmente rispetto agli spiracoli. La setola dorsale D1 è presente sul IX segmento. Il gruppo SV è a singola setola nei segmenti VIII e IX, a doppia setola nei segmenti I e VII, a tripla setola nel segmento II e a quadrupla setola nei segmenti dal III al VI.[5][10]

Le pseudozampe non sono molto robuste e sono presenti sui segmenti III-VI e X, con uncini disposti su un singolo ordine.[3][4][5][10]


Pupa


La pupa è rosso-brunastra e si rinviene all'interno di un bozzolo;[6] appare relativamente tozza e di tipo obtecto, con appendici fuse tra loro e col resto del corpo, ma possiede un tegumento fragile e traslucido, attraverso il quale si scorgono i profili del capo e del torace. Sul capo è presente una sutura epicraniale. Il labrum è ben sviluppato e fiancheggiato da lobi piliferi triangolari e più in generale dalle mandibole. I palpi mascellari sono ridotti, mentre quelli labiali sono esposti, così come i profemori. Il protorace è breve. I segmenti addominali V-VII (nel maschio) e V-VI (nella femmina) sono mobili. Non sono presenti spinule sulla superficie dei tergiti addominali. Il cremaster è rappresentato da gruppi di setole dall'estremità uncinata.[3][4][5][10]


Biologia



Ciclo biologico


La specie supera l'inverno come larva in ibernazione all'interno di una struttura di resistenza (analoga a un bozzolo), sita nel suolo a circa 5-10 cm di profondità, e a non più di due metri di distanza dalla pianta nutrice; in alcuni casi, sono state tuttavia trovate larve in ibernazione anche all'interno dei frutti conservati all'interno di silos di stoccaggio. A seguito della ripresa del normale metabolismo, in primavera, le larve si impupano all'interno di nuovi bozzoli, dai quali emergono gli adulti dopo circa dodici giorni. In alcuni casi è stata osservata una diapausa prolungata all'interno dei bozzoli, tra gli strati del suolo, che ha potuto raggiungere anche i due anni. Alla fine della primavera si ha l'emersione degli adulti, con un periodo di volo che di regola corrisponde all'estate. In Corea, Cina e Giappone, gli adulti volano tra fine maggio e metà giugno, e si può osservare una seconda generazione che vola tra agosto e settembre. La specie può essere univoltina o bivoltina (o una combinazione dei due fenomeni), a seconda delle caratteristiche ambientali: particolarmente importanti sembrerebbero essere i valori di umidità e temperatura del suolo. In Russia, dove le temperature possono essere particolarmente rigide, la specie è esclusivamente univoltina (tranne nell'estremo sud del territorio del Litorale), con un periodo di volo ristretto ai mesi centrali dell'estate.

Alcune piante nutrici
Aronia arbutifolia
Chaenomeles japonica
Malus micromalus
Malus pumila
Malus sieboldii
Pyrus bretschneideri

Su ogni frutto vengono deposte diverse uova, di solito in prossimità del calice; sono state osservate fino a tredici larve all'interno di una singola pera. Un'unica femmina può deporre fino a 350 uova mature, con una media di circa 100 uova per esemplare. La durata di vita della fase adulta diminuisce all'aumentare della terperatura ambientale: sono stati riscontrati 22 giorni di vita a 15 °C, per scendere via via fino a 4,5 giorni a 35 °C. Il numero di uova deposte raggiunge il suo massimo a circa 22 °C. Le giovani larve scavano mine all'interno del frutto in maturazione, di regola vicino al calice, utilizzandone la polpa ma mai l'esocarpo. Non si hanno prove del passaggio di una larva da un frutto all'altro.[6]


Alimentazione


Le larve di questa specie si alimentano su un gran numero di piante nutrici, alcune di rilevanza economica; tra queste, possiamo citare:[3][4][6][10][11]


Parassitoidismo


Sono noti fenomeni di parassitoidismo su larve di C. sasakii, effettuato da alcune specie di imenotteri appartenenti alla superfamiglia Ichneumonoidea; tra queste, possiamo citare:[6][12]


Rilevanza economica e metodi di lotta


Beauveria bassiana su una larva di verme
Bromometano
Fosfina

C. sasakii rappresenta una seria avversità per peschi e meli in Giappone, in Cina e più di recente anche negli Stati Uniti d'America.[4][6][9][10]

Nella lotta biologica sono stati impiegati, oltre ad alcuni dei già citati parassitoidi (vedi paragrafo), anche dei nematodi entomopatogeni quali Steinernema carpocapsae e Steinernema feltiae (Secernentea, Rhabditida), già utilizzati per il controllo di altre avversità delle piante da frutto e ornamentali.[6][13]

Sempre contro le larve di C. sasakii è stato inoltre impiegato l'ascomiceto Beauveria bassiana (Sordariomycetes, Hypocreales, Clavicipitaceae), già utilizzato per il controllo di altri lepidotteri, oltre che contro alcuni coleotteri, ditteri, ortotteri, isotteri, rincoti, tisanotteri, acari e altri invertebrati.[6][14]

Altri ascomiceti utilizzati con buoni risultati sono Isaria fumosorosea, Paecilomyces fumosoroseus e, dagli anni '80, anche Metarhizium anisopliae.[6]

Per quanto riguarda l'impiego di batteri, discreti risultati si sono ottenuti con Serratia marcescens (Gammaproteobacteria), mentre Bacillus thuringiensis non ha sortito risultati duraturi.[6]

La lotta chimica ha visto di regola l'impiego del bromometano (o bromuro di metile), somministrato per fumigazione. Nell'ultimo decennio, si sta studiando l'utilizzo della fosfina (fosfuro di idrogeno) a basse temperature.[6][15]


Distribuzione e habitat


Il Paleartico orientale
Il Paleartico orientale

Il taxon è originario del Paleartico orientale, benché negli ultimi anni del XX secolo sia stato introdotto negli Stati Uniti d'America (Texas, a seguito delle derrate alimentari importate dall'Asia, e si stia diffondendo.[2][3][4] Più in dettaglio, l'areale della specie si estende sui seguenti paesi:[6][16]

L'habitat è rappresentato da zone verdi, anche boschive, ma soprattutto zone antropizzate coltivate a frutteto.[6]


Tassonomia


Il Giappone, locus typicus della specie
Il Giappone, locus typicus della specie

Carposina sasakii Matsumura, 1900 - Ent. Nachr. Berl. 26: 198 - locus typicus: Giappone (Tokyo, Sendai, Akashi).[1][2]

La specie che provoca danni alle coltivazioni delle rosaceae da frutto in Estremo Oriente è stata conosciuta nella passata letteratura fitosanitaria col nome di Carposina niponensis; tuttavia, questo risulta essere il nome di un'altra specie asiatica che non rappresenta un'avversità per le piante da frutto. Tutti gli studi dedicati ai danni provocati da C. niponensis vanno pertanto correttamente riferiti a C. sasakii. Una terza specie, Carposina persicana, già considerata sinonimo di C. niponensis, è presente in Giappone e si alimenta sul pesco, sebbene non risulti di alcuna rilevanza economica.[6]

Secondo Nasu et al. (2010),[17] l'epiteto specifico persicana Matsumura, 1897 sarebbe il più antico utilizzabile per la specie, cosicché sasakii Matsumura, 1900 dovrebbe essere considerato più correttamente un sinonimo, secondo il principio di priorità; tuttavia, l'utilizzo del sinonimo quale nome ufficiale, sarebbe da mantenere al fine di evitare l'insorgenza di ulteriore confusione con la specie Carposina persicana Sasaki, 1905.[6]


Sottospecie


Non sono state individuate sottospecie.[2][6]

Si noti che la sottospecie ottawana Kearfott, 1907, diffusa in Nordamerica e precedentemente inclusa in C. sasakii, è al contrario da attribuirsi a Carposina niponensis.[6]


Sinonimi


Sono stati riportati i seguenti sinonimi:[2]


Conservazione


La specie non è stata inserita nella Lista rossa IUCN.[18]


Note


  1. (DE) Karsch, F., Neue japanische Microlepidopteren beschr. von Dr. Sbonen Matsumura (T. M.), z. Zt. Berlin (PDF), in Entomologische Nachrichten, vol. 26, n. 13, Berlino, R. Friedländer und Sohn, luglio 1900, p. 198, ISSN 0722-3773 (WC · ACNP), LCCN 85646332, OCLC 666721019. URL consultato il 25 giugno 2017.
  2. (EN) Giusti, A., Carposina, su The Global Lepidoptera Names Index, Londra, Natural History Museum, 13 luglio 2004, ISSN 2405-8858 (WC · ACNP), OCLC 223993023. URL consultato il 25 giugno 2017.
  3. (EN) Dugdale, J. S.; Kristensen, N. P.; Robinson, G. S. & Scoble, M. J., Cap. 13 - The Smaller Microlepidopteran-Grade Superfamilies, in Kristensen, N. P. (Ed.) - Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, Kükenthal, W. (Ed.), Fischer, M. (Scientific Ed.), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, ristampa 2013, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. 217 - 232, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917. URL consultato il 25 giugno 2017.
  4. (EN) Scoble, M. J., Cap. 11 - Lower Ditrysia, in The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. 225-289, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  5. (EN) Common, I. F. B., Moths of Australia, Slater, E. (fotografie), Carlton, Victoria, Melbourne University Press, 1990, pp. vi, 535, 32 con tavv. a colori, ISBN 9780522843262, LCCN 89048654, OCLC 220444217.
  6. (EN) Carposina sasakii (peach fruit moth), su CABI invasive species compendium: datasheets, maps, images, abstracts and full text on invasive species of the world, Wallingford, UK, CAB International, 20 gennaio 2015, OCLC 895693343. URL consultato il 25 giugno 2017.
  7. (EN) Carposina sasakii, su BOLD Systems - Barcode of Life Data Systems, Ontario, Canada, Biodiversity Institute of Ontario, OCLC 73870591. URL consultato il 25 giugno 2017.
  8. (EN) Davis, D. R., A revision of the American moths of the family Carposinidae (Lepidoptera: Carposinoidea) (PDF), in Bulletin of the United States National Museum, vol. 289, Washington, DC, Smithsonian institution Press, 1969, pp. 1-105, ISSN 0096-2961 (WC · ACNP), LCCN 16000686, OCLC 163366519. URL consultato il 25 giugno 2017.
  9. (EN) Diakonoff, A., Revision of the Palaearctic Carposinidae with descriptions of a new genus and new species (Lepidoptera: Pyraloidea) (PDF), in Zoologische Verhandelingen, vol. 251, n. 1, Leida, E.J. Brill, 1989, pp. 1-155, ISSN 0024-1652 (WC · ACNP), LCCN 52020931, OCLC 848525739. URL consultato il 25 giugno 2017.
  10. (EN) Heppner, J. B., Copromorphidae. Alucitidae. Carposinidae. Epermeniidae (Coprornorphoidea); Glyphipterigidae. Plutellidae (Yponomeutoidea), in Stehr, F. W. (Ed.). Immature Insects, vol. 1, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1987, pp. 399-405, ISBN 9780840337023, LCCN 85081922, OCLC 311572089.
  11. (EN) Robinson, G. S.; Ackery, P. R.; Kitching, I. J.; Beccaloni, G. W. & Hernández, L. M., Carposina sasakii, su HOSTS - A Database of the World's Lepidopteran Hostplants, Londra, NHM - Natural History Museum, 2010. URL consultato il 25 giugno 2017.
  12. (EN) Yu, D. S., Carposina sasakii, su Home of Ichneumonoidea, 28 aprile 2012. URL consultato il 25 giugno 2017.
  13. (EN) Wang, J., Control of the Peach Fruit Moth, Carposina niponensis, using Entomopathogenic Nematodes, in Bedding, R. A.; Akhurst, R. J.; Kaya, H. K. (Eds.). Nematodes and the Biological Control of Insect Pests, East Melbourne, Victoria, CSIRO, 1993, pp. vi, 178, ISBN 0-643-05479-0, LCCN 95122855, OCLC 769343205. URL consultato il 25 giugno 2017.
  14. (EN) Xiong, Q.; Xie, Y.; Zhu, Y.; Xue, J.; Li, J.; Fan, R., Morphological and ultrastructural characterization of Carposina sasakii larvae (Lepidoptera: Carposinidae) infected by Beauveria bassiana (Ascomycota: Hypocreales: Clavicipitaceae) (abstract), in Micron: the international research and review journal for microscopy, vol. 44, Oxford, Elsevier, gennaio 2013, pp. 303-311, DOI:10.1016/j.micron.2012.08.002, ISSN 0968-4328 (WC · ACNP), LCCN 94660585, OCLC 820368721, PMID 22940571. URL consultato il 25 giugno 2017.
  15. (EN) Bo, L.; Fanhua, Z.; Yuejin, W., Toxicity of phosphine to Carposina niponensis (Lepidoptera: Carposinadae) at low temperature (abstract), in Journal of Economic Entomology, vol. 103, n. 6, Lanham, Md., Entomological Society of America, 1º dicembre 2010, pp. 1988-1993, DOI:10.1603/EC09096, ISSN 0022-0493 (WC · ACNP), LCCN 11008063, OCLC 697423318, PMID 21309217. URL consultato il 25 giugno 2017.
  16. (EN) Carposina Sasakii, su BAMONA - Butterflies and Moths of North America. URL consultato il 25 giugno 2017.
  17. (EN, JA) Nasu, Y.; Tamashima, K.; Shibao, M.; Yoshimatsu, S.; Naito, T., Rediscovery of Carposina niponensis Walsingham and Carposinids Caught by Synthetic Sex Pheromone Trap for C. sasakii Matsumura in Japan (Lepidoptera: Carposinidae) (PDF), in Japanese Journal of Applied Entomology and Zoology = Nihon Ōyō Dōbutsu Konchū Gakkai shi, vol. 54, n. 3, Tōkyō, Dō Gakkai, 2010, pp. 115-126, DOI:10.1303/jjaez.2010.115, ISSN 0021-4914 (WC · ACNP), LCCN sn86009156, OCLC 4634908739. URL consultato il 25 giugno 2017.
  18. (EN) International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, IUCN Red List of Threatened Species. Version 2016-3, su IUCN 2016, Cambridge, IUCN Global Species Programme Red List Unit, ISSN 2307-8235 (WC · ACNP), OCLC 943528404. URL consultato il 25 giugno 2017.

Bibliografia



Pubblicazioni



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[en] Carposina sasakii

The peach fruit moth (Carposina sasakii) is a species of moth of the Carposinidae family. It is endemic to large parts of Asia, including Japan, Korea, China and Russia (Amur Oblast, Khabarovsk Krai, Primorsky Krai).
- [it] Carposina sasakii



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