L'epiteto specifico deriva dal genere di appartenenza delle piante nutrici su cui si accrescono le larve, Berberis (fam. Berberidaceae).[1]
Descrizione
Si tratta di una piccola falena con un'apertura alare massima di 15-16mm e abitudini prevalentemente notturne.[3][4]
Adulto
Capo
Il capo presenta piccole scaglie frontali, non molto sollevate e quasi tutte rivolte verso il basso, nonché ciuffi di scaglie più o meno sollevate ai lati del vertice. La colorazione d'insieme è un marroncino chiaro.[3][4][5][6][7][8]
Nell'apparato boccale, la spirotromba è funzionale e priva di scaglie. I palpi labiali sono sviluppati e diritti, più allungati nella femmina. In entrambi i sessi il secondo segmento è rivestito di grosse scaglie.[3][4][5][6]
Le antenne sono filiformi, più lunghe nel maschio, ma con lo scapo privo di un pecten.[3][4] I chaetosemata sono assenti.[3][4][5][6]
Torace
Nelle zampe, l'epifisi è presente e la formula degli speroni tibiali è 0-2-4. La colorazione di tibie e femori è marroncina, mentre nel tarso, ogni tarsomero appare nerastro nella parte prossimale e chiaro in quella distale.[2][3][4][5]
L'ala anteriore ha una forma lanceolata, con un rapporto tra lunghezza e larghezza di circa 2,5. La pagina superiore ha una colorazione di fondo giallo-brunastra, su cui risaltano diverse macchie più scure, di forma e colore variabile. Sulla costa sono ben visibili cinque o sei macchie nerastre; la regione basale rivela una vistosa fascia più scura, che dal margine anteriore quasi raggiunge quello anale; a partire dall'apice fino al tornus si osserva una frangiatura di scaglie piliformi non molto lunghe, di colore giallo-brunastro; due bande irregolari, più scure dello sfondo, sono visibili: una più sottile nella regione subterminale e la seconda, più ampia, in quella discale, che si allarga al centro a formare una vistosa macchia nerastra, in alcuni casi alquanto stinta; al termine del terzo basale dell'ala, si notano invece due piccole macchie marroni, che in alcuni esemplari sono poco visibili, oppure si stemperano in un'ulteriore fascia zigzagante. L'apice non è falcato e il tornus è ottuso. La spinarea è presente e sono ben distinguibili i caratteristici "ciuffi" di scaglie sollevate.[1][3][7][8][9]
Per quanto riguarda le nervature, dei quattro rami di Rs, Rs1 ed Rs4 partono separatamente dalla cellula discale, mentre Rs2 ed Rs3 partono unite e si separano a circa un sesto della propria lunghezza; R descrive un percorso sinusoidale che la porta ad essere per un breve tratto molto ravvicinata rispetto a Sc; M2 è molto più vicina ad M3 che a M1; CuA1 e CuA2 sono ben definite, ma manca CuP; 1A+2A presenta una breve biforcazione basale; non si osserva 3A.[3][4][5][6][10]
L'ala posteriore risulta più corta e squadrata dell'anteriore, con una colorazione di fondo grigiastra più o meno uniforme, rispetto alla quale risaltano le venature, che appaiono lievemente più scure. Qui le scaglie piliformi che costituiscono la frangiatura appaiono disposte su un doppio ordine, e sono alquanto allungate, soprattutto nella regione anale. L'apice è acuto, il tornus e arrotondato e il margine costale mostra una marcata concavità.[1][3][7][8][9]
Le nervature sono nettamente differenti da quelle dell'ala anteriore, rivelando una notevole semplificazione. Sc è unita con R1; mancano i primi due rami di M, mentre M3 parte separatamente dall'apice caudale della cellula discale; sono presenti sia CuA1, sia CuA2, così come CuP; 1A+2A non presenta una biforcazione basale, ma è affiancata da 3A.[3][4][5][6][10]
Addome
L'addome appare grigio-brunastro, con l'estremità caudale più chiara.[7][9] Il processo anterolaterale sul II sternite è allungato e ricurvo.[11]
Nei maschi si osserva una coppia di coremata, situati in prossimità del margine posteriore.[3]
Nell'apparato genitale maschile l'uncus è ben sviluppato, ma non bifido. I socii sono assenti. Il vinculum risulta privo di saccus. L'edeago presenta un coecum penis decisamente allungato.[3][5]
Nel genitale femminile, l'ovopositore è abbastanza lungo. Le apofisi posteriori sono più lunghe di quelle anteriori. Il ductus bursae è membranoso e il corpus bursae e provvisto di un signum.[4][6][10]
Uovo
L'uovo di C. berberidella non è mai stato descritto.[4][10]
Larva
Le larve possiedono una cuticola densamente rivestita di spinule smussate, ma non si osserva la presenza di setole secondarie. A maturazione completa sono molto simili a quelle dei Copromorphidae e degli Alucitidae.[4][5][12]
Capo
Il capo è ipognato, particolare che sta a indicare abitudini endofitiche.[3][4][5][12] Il frontoclipeo appare più allungato che largo. Sono presenti sei stemmata per lato, di cui i primi cinque su un semicerchio e il sesto un po' più distante. Le setole anteriori A1, A2 e A3 sono disposte a triangolo ottuso, con A2 più lontana dagli stemmata.[3][5][12]
Torace
Nel protorace, alquanto sviluppato, le setole laterali L sono due e si trovano sempre sullo stesso pinaculum. Gli spiracoli protoracici sono un po' più ingranditi. La setola subventrale SV è singola sul meso- e sul metatorace.[3][5][12]
Addome
Nei primi otto segmenti addominali, la setola laterale L2 è disposta anterodorsalmente rispetto a L1, ma non molto lontana da quest'ultima. La setola subdorsale SD1 è posizionata dorsalmente rispetto agli spiracoli. La setola dorsale D1 è presente sul IX segmento. Il gruppo SV è a singola setola nei segmenti VIII e IX, a doppia setola nei segmenti I e VII, a tripla setola nel segmento II e a quadrupla setola nei segmenti da III a VI. L'VIII segmento ha spiracoli più sviluppati.[5][12]
Le pseudozampe non sono molto robuste e appaiono un po' più corte di quelle dei Copromorphidae, ma comunque più lunghe rispetto a quelle degli Alucitidae; sono presenti sui segmenti III-VI e X, con uncini disposti su un singolo ordine.[3][4][5][12]
Pupa
La pupa è relativamente tozza e di tipo obtecto, con appendici fuse tra loro e col resto del corpo, ma possiede un tegumento fragile e traslucido, attraverso il quale si scorgono i profili del capo e del torace. Sul capo è presente una sutura epicraniale. Il labrum è ben sviluppato e fiancheggiato da lobi piliferi triangolari o più in generale dalle mandibole. I palpi mascellari sono ridotti, mentre quelli labiali sono esposti, così come i profemori. Il protorace è breve. I segmenti addominali V-VII (nel maschio) e V-VI (nella femmina) sono mobili. Non sono presenti spinule sulla superficie dei tergiti addominali. Il cremaster è rappresentato da gruppi di setole dall'estremità uncinata.[3][4][5][12]
La biologia è poco conosciuta, tuttavia, in generale gli adulti hanno abitudini notturne e durante il giorno restano in posizione di riposo, sulla corteccia delle piante o sulle pietre del sottobosco.[3][5]
Le larve si alimentano in agosto e settembre all'interno del frutto in maturazione di una pianta del genere Berberis.[8]
Periodo di volo
La specie è univoltina, con un periodo di volo compreso nel periodo giugno-luglio.[8]
Alimentazione
Questi bruchi si alimentano esclusivamente su piante nutrici appartenenti al genere Berberis L., 1753 (Berberidaceae), tra cui Berberis vulgaris L., 1753 (crespino).[13]
Il Paleartico occidentale
Distribuzione e habitat
L'areale della specie rientra all'interno del Paleartico occidentale, e più in particolare si estende nell'Europa centrale, meridionale e orientale, oltre che nel Medio Oriente; più in dettaglio, i paesi in cui è stata segnalata la presenza di C. berberidella, sono:[2][8][14][15][16][17][18]
Spagna continentale, Germania, Svizzera, Austria, Italia continentale (solo Settentrione), Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia, Romania, Macedonia del Nord, Turchia, Cipro Russia europea e Siria.
L'habitat è rappresentato da zone verdi, boschi e foreste.[4]
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