Il centocchio comune (nome scientifico Stellaria media, (L.) Dominique Villars, 1789) è una piccola pianta (alta fino a 40cm) bienne, di aspetto erbaceo e molto comune sul territorio italiano, appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae.
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Budellina
Stellaria comune
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Mordigallina
Galinella
Sistematica
Sia la famiglia (Caryophyllaceae) che il genere (Stellaria) sono abbastanza vasti: la prima comprende una settantina di generi, il secondo un centinaio e più di specie (alcune classificazioni ne elencano fino a 200).
Questa specie appartiene alla sottofamiglia delle Alsinoideae caratterizzata dall'avere il calice dialisepalo.
Variabilità
La Stellaria media insieme ad altre due specie (Stellaria neglecta e Stellaria pallida) formano un instabile complesso polimorfo per la presenza di individui diploidi e tetraploidi. La variabilità si manifesta attraverso diversi caratteri; qui ne elenchiamo alcuni:
la pelosità in generale,
la forma delle foglie,
la lunghezza delle varie parti delle piante,
la forma dei sepali,
lo sviluppo dei petali,
il numero degli stami.
Alcuni autori individuano fino a 50 forme intermedie per questa specie, questo perché i caratteri possono mescolarsi in ogni possibile combinazione.
Nell'elenco che segue, che per la sua corposità è una conferma della forte variabilità della specie, sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):
Stellaria media (L.) Vill. subsp. alsinoides Schleicher ex Gremli (1874) (sinonimo = Stellaria pallida (Dumort.) Piré)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. cupaniana (Jordan & Fourr.) Nyman (1878): il fusto si presenta con una pelosità diffusa. Si trova al sud.
(sinonimi:
= Stellaria cupaniana (Jord. & Fourr.) Bég.;
= S. media (L.) Vill. subsp. postii Holmboe;
= S. media (L.) Vill. subsp. media var. pubescens Post;
= Stellaria neglecta Weihe subsp. neglecta var. cupaniana auct.)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. glabra Raunk. (sinonimo = S. media (L.) Vill. subsp. media)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. eliezeri (Eig) Zohary (1966) (sinonimo = S. media)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. humilis Sarato ex Arcangeli (1882) (sinonimo = Stellaria pallida)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. major (W.D.J.Koch) Arcang (1882) (sinonimo = Stellaria neglecta Weihe)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. media (sinonimo = S. media (L.) Vill. subsp. glabra Raunk.): è la specie più comune con petali più brevi dei sepali (ma raramente sono nulli). È presente soprattutto al nord in habitat umidi.
Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. apetala Gaudin
Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. apetala auct., non Gaudin (sinonimo = Stellaria pallida (Dumort.) Piré)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. media
Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. neglecta (Weihe) K.Koch (sinonimo = Stellaria neglecta Weihe)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. pallida Dumort. (sinonimo = Stellaria pallida (Dumort.) Piré)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. pubescens Post (sinonimo = S. media (L.) Vill. subsp. cupaniana (Jord. & Fourr.) Nyman)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. postii Holmboe (1914) (sinonimo = S. media (L.) Vill. subsp. cupaniana (Jord. & Fourr.) Nyman)
Stellaria media (L.) Vill. subsp. romana Beg.: i sepali e i petali hanno la stessa lunghezza; il fusto ha una sola linea di peli; i sepali sono più acuti. Questa pianta è stata individuata per il momento solo nella zona di Roma.
Stellaria media (L.) Vill. subsp. vulgaris Raunk. (sinonimo = S. media (L.) Vill.)
Stellaria media (L.) Vill. var. apetala sensu (1936), non (Ucria) (sinonimo = Stellaria pallida)
Stellaria media (L.) Vill. var. brachypetala (Opiz) Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = S. media)
Stellaria media (L.) Vill. var. glabella Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = Stellaria pallida)
Stellaria media (L.) Vill. var. glaberrima G. Beck sensu Fern. (sinonimo = S. media subsp. pallida)
Stellaria media (L.) Vill. var. ellipticifolia Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = Stellaria neglecta)
Stellaria media (L.) Vill. var. neglecta (Weihe) Mert. & Koch (1831) (sinonimo = Stellaria neglecta)
Stellaria media (L.) Vill. var. minor Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = Stellaria pallida)
Stellaria media (L.) Vill. var. ovalifolia Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = Stellaria neglecta)
Stellaria media (L.) Vill. var. pallida (Dumort.) P. Fourn. (1936) (sinonimo = Stellaria pallida)
Stellaria media (L.) Vill. var. pedicellata Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = S. media)
Stellaria media (L.) Vill. var. procera Klatt & Richter (sinonimo = S. media subsp. media)
Sinonimi
La specie Stellaria media, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Alsine media L.
Stellaria alpicola Lamotte (1877)
Stellaria apetala Ucria (1796)
Stellaria brachypetala Opiz (1826)
Stellaria cucubaloides Pau (1887)
Stellaria dichotoma Georgi (1800)
Stellaria grandiflora Woods in Hooker (1838)
Stellaria monogyna D. Don (1825)
Stellaria pilosa Dulac (1867)
Stellaria xanthanthera Pobedimova (1929)
Stellularia media (L.) O. Kuntze (1891)
Specie simili
Le due specie seguenti, insieme alla Stellaria media, appartengono ad un gruppo di specie molto simili (vedi il paragrafo “Variabilità”):
Stellaria neglecta Weihe: i petali sono più grandi dei sepali; gli stami sono più numerosi (quasi sempre 10); la dimensione dei semi va da 1,1 a 1,7mm.
Stellaria pallida (Dumort.) Piré: i petali sono quasi nulli o assenti; i sepali sono piccoli (minori di 3mm); i semi sono minori di 0,8mm.
Etimologia
Il nome del genere (Stellaria) è di origine latina e fa riferimento alla forma stellata del fiore. I nomi comuni (specialmente quelli vernacolari) fanno facilmente riferimento agli animali pennuti (sia uccelli che animali da pollaio) che si cibano delle giovani piante e dei suoi semi.
In inglese questa pianta si chiama: Chickweed; mentre i francesi la chiamano: Mouron des oiseaux; i tedeschi la chiamano: Vogelmiere.
Morfologia
Normalmente questa pianta è strisciante e piccola, ma in certi casi può arrivare fino a 80cm di estensione. La forma biologica della pianta è emicriptofita bienne/terofita reptante (T rept/H bien): piante a ciclo biennale con fusti striscianti e con gemme poste a livello del terreno.
Radici
Le radici sono sottili è sono del tipo fittonante.
Fusto
Il fusto è strisciante o sdraiato di colore rossastro, mentre i rami sono ascendenti a sezione cilindrica con 1 o 2 file di peli alternate presenti soprattutto negli internodi. È una pianta molto ramosa; la ramosità si sviluppa per propaggine ai nodi che spesso producono radici se sono a contatto col terreno.
Foglie
La forma delle foglie è ovata o ellittica – cuoriforme con base arrotondata e apice acuto; il margine è intero; sono inoltre glabre. Le foglie basali sono picciolate, quelle superiori sono sessili. Il picciolo e pubescente o cigliato. La disposizione delle foglie lungo il fusto è opposta. Dimensioni delle foglie: 1 – 2cm.
Infiorescenza
L'infiorescenza a dicasio normalmente si trova all'apice della ramosità, ma a volte è disposta all'ascella di brattee verdi (in questo caso si tratta di un singolo fiore). I peduncoli di sostegno del fiore sono lievemente riflessi. Lunghezza dei peduncoli fiorali: 1 – 3cm.
Fiori
I fiori sono pentameri, ermafroditi, attinomorfi, dialipetali ed eteroclamidati.
Calice: i 5 sepali sono liberi fra di loro ed hanno la forma ovale-oblunga con apice ottuso, sono lunghi 3 – 5mm. I sepali sono inoltre cigliati.
Corolla: i 5 petali, anche questi liberi sono bilobati (cioè divisi in due parti fin quasi alla base) e completamente bianchi, sono uguali o lunghi 2/3 dei sepali (a volte sono mancanti). I petali durante la notte o in caso di cattivo tempo si chiudono.
Androceo: gli stami sono variabili (normalmente sono da 3 a 5, ma possono arrivare fino a 10 e a volte addirittura sono completamente assenti).
Gineceo: l'ovario e supero e sincarpico; gli stili sono 3.
Fioritura: normalmente da aprile a giugno; secondo le zone più o meno temperate cresce in preferenza nei mesi invernali quando il terreno è umido o ricco d'acqua e può fiorire da gennaio a dicembre; .
Il frutto consiste in una capsula ovale (o piriforme) deiscente (a maturità) per 6 denti lunghi un terzo della lunghezza della capsula mentre la capsula può essere lunga 1,5 – 2 volte il calice che è persistente. All'interno sono contenuti diversi semi reniformi appiattiti di colore brunastro provvisti sul dorso di 4 serie di protuberanze tondeggianti. La dimensione dei semi va da 0,8 a 1,3mm.
Distribuzione e habitat
Geoelemento: il geoelemento di questa specie è Cosmop. ossia “Cosmopolita”, è quindi una pianta relativa a tutte le zone del mondo, nessuna in particolare evidenza. Probabilmente si tratta di una pianta archeofita, inizialmente di origine mediterranea, e poi in seguito divenuta cosmopolita.
Diffusione: la specie è diffusa in tutto il mondo e in Italia è comunissima.
Habitat: questa pianta si trova un po' dappertutto nei campi coltivati, nelle zone frequentate dal bestiame, nei giardini ma anche in zone ruderali e sui margini di strade e sentieri. È facile trovarla anche nei centri urbani (è una pianta sinantropa). In effetti questa pianta è indifferente al tipo di suolo; comunque è nitrofila.
Diffusione altitudinale: dal piano fino a 1600 ms.l.m., raramente fino a 2500 ms.l.m..
Usi
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
Sostanze presenti: saponine, sali alcalini, tannino, vitamine del gruppo B e C.
Proprietà curative: diuretiche (facilita il rilascio dell'urina), vulnerarie (guarisce ferite) e astringenti (limita la secrezione dei liquidi), galattogoga (aumenta la secrezione lattea), carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali), espettorante (favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali), lassativa (ha proprietà purgative) e diaforetica (agevola la traspirazione cutanea).
Parti usate: foglie e semi, raccolti in estate; si usa sotto forma di infuso o tintura. Le parti prima vanno essiccate al sole. Vengono consigliati anche bagni al “Centocchio” per depurare la pelle (prurito, eczema, foruncoli) oppure impacchi sulle parti irritate.
Cucina
In alcune zone il “Centocchio” viene mangiato in insalata (solo le parti apicali) o cotto; ma si deve fare attenzione per la presenza di saponina.
PESTO AL CENTOCCHIO:
Mettere nel tritatutto una tazza di CENTOCCHIO, mezza tazza di pinoli, noci o mandorle, un pezzetto di parmigiano e sale e olio Q.b e tritare tutto. Si può utilizzare per condire la pasta o per crostini.
Giardinaggio
Il “Centocchio” se coltivato in giardino o in vaso non presenta particolari difficoltà. Deve essere sistemato in una zona semi– ombreggiante e va annaffiato molto spesso (il terreno deve risultare sempre umido). Si riproduce esclusivamente per seme, anche se i fusti possono emettere radici avventizie. In un anno una pianta può produrre oltre diecimila semi che (si dice) rimangono quiescenti, nel terreno, fino a 80 anni.
Altre informazioni
In più di qualche caso il “Canticchio comune” è considerata una pianta infestante per il suo rapidissimo sviluppo; inoltre, occupa spazio altrimenti disponibile per specie più utili, e assorbe molto azoto dal terreno impoverendolo velocemente.
Tra gli animali si è notato che le oche sono ghiotte di quest'erba. Sembra che stimoli la femmina all'imbecco della prole.
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