Il nome generico (Plantago) deriva dalla parola latina "planta" che significa "pianta del piede" e fa riferimento alle piatte foglie basali di questa pianta simili a "piante di un piede".[2][3] L'epiteto specifico (lagopus) deriva da due parole greche: "lago" (= lepre) e "pous" (= piede) e insieme significano "piè di lepre", nome di un trifoglio già usato anticamente da Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone.[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 1: 114"[5] del 1753.[6]
Descrizione
Il portamentoLe foglieInfiorescenza
Le piante di questa voce hanno una altezza variabile da 3 a 40cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono piante proterogine (gli ovuli maturano prima del polline per evitare l'autofecondazione in quanto sono piante soprattutto anemogame). In genere la pubescenza è formata da peli semplici.[7][8][9][10][11][12]
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
La parte aerea del fusto è ascendente e consiste in uno o più assi fiorali (= scapi) allungati e privi di foglie. Il portamento è arcuato; la sezione è angolosa o striata; la superficie è ispida.
Foglie
Le foglie sono tutte in rosetta basale con disposizione spiralata e sono persistenti per tutto l'anno. Le foglie sono piane con forma della lamina oblanceolato-spatolata con bordi interi e apice acuto. La superficie è percorsa da 3 - 7 nervature; la consistenza è da membranosa a cartacea. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 30mm; lunghezza 25 – 120mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono delle spighe alla fine di uno scapo. Le infiorescenze, colorate di rossastro, sono composte da fiori riuniti in gran numero; i fiori sono sessili, piccoli e ridotti in ogni elemento. Le spighe hanno inizialmente delle forme da subsferiche a ovoidi e lanose, alla fine sono allungate. Sono presenti delle brattee irsuto-pelose e carenate; quelle inferiori sono da lanceolate a ovato-lanceolate e sono lunghe 3 – 4mm. Dimensione delle spighe: larghezza 0,8mm; lunghezza 3cm.
Fiore
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla - androceo – gineceo) e tetrameri (4-meri: la corolla e il calice sono più o meno a 4 parti).
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X oppure *, K (4-5), [C (2+3) oppure (4), A 2+2 oppure 2] G (2), (supero), capsula.[8]
Calice: il calice formato da 4 sepali è attinomorfo. I sepali anteriori del calice sono saldati fra di loro. Il calice è inoltre persistente.
Corolla: la corolla formata da 4 petali è gamopetala e attinomorfa (in realtà i petali da 5 sono diventati 4 per fusione dei due petali superiori). La corolla termina in un tubo allungato con 4 lobi patenti. I lobi hanno delle forme lanceolate. Dimensione dei lobi: larghezza 1,5mm; lunghezza 2,2mm.
Androceo: gli stami sono 4 didinami e epipetali (adnati all'interno della corolla) con disposizione alternata rispetto ai petali. Le antere cuoriformi sono grosse a due logge con base debolmente sagittata (le sacche polliniche sono divergenti) e deiscenza longitudinale. Il colore delle antere è bruno-giallastro. I grani pollinici sono tricolporati. Dimensione delle antere: larghezza 1,6mm; lunghezza 2,2mm.
Gineceo: l'ovario è supero formato da due carpelli saldati (ovario biloculare; ma possono essere presenti da 1 fino a 4 loculi). In ogni loculo si trova uno o più ovuli a placentazione assile (se il loculo è uno solo, allora la placentazione può essere libera, centrale o basale). Gli ovuli hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[13] Lo stilo è unico, filiforme con uno stigma cilindrico o usualmente bilobo (a volte lo stigma è piumoso). Il disco nettario è assente (l'impollinazione è soprattutto anemogama).
Fioritura: da aprile a giugno.
Frutti
I frutti sono delle capsule rugose con forme da ovoidi a ellissoidi con deiscenza trasversale (opercolata, ossia con coperchio) in parte nascoste dai sepali persistenti. I semi hanno la faccia interna concava e sono pochi. I cotiledoni sono paralleli al lato ventrale. Lunghezza delle capsule: da 2,25 a 2,5mm.
Riproduzione
Impollinazione: l'impollinazione avviene in parte tramite insetti (impollinazione entomogama), ma soprattutto tramite il vento (impollinazione anemogama).[7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria), ma anche da uccelli.[8]
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[15])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Steno-Mediterraneo.
Distribuzione: in Italia questa pianta si trova comunemente soprattutto al Centro e al Sud (isole comprese). Al Nord è rara e spesso è avventizia. Nelle Alpi si trova in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence e Alpes-Maritimes), mentre sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Pirenei e nei Monti Balcani.[15] Nel resto dell'Europa, compreso l'areale del Mediterraneo, la "piantaggine piede di lepre" si trova nella Penisola Iberica, Penisola Balcanica, Anatolia, Asia mediterranea e Africa settentrionale.[16] Fuori dall'Europa si trova dal Mediterraneo all'Afghanistan fino al Pakistan.[12]
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i pascoli aridi e le aree incolte e ruderali. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[15]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 800 ms.l.m.; frequentano quindi il seguente piano vegetazionale: collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Areale alpino
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
Formazione: delle comunità terofitiche pioniere nitrofile.
Classe: Stellarietea mediae
Ordine: Sisymbrietalia
Alleanza: Hordeion murini
(L'alleanza Hordeion murini da altre pubblicazioni è considerata un sinonimo di Hordeion leporini - vedere sotto)
Areale italiano
Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale a megaforbieti.
Classe: Stellarietea mediae
Subclasse: Chenopodio-stellarienea
Ordine: Sisymbrietalia officinalis
Alleanza: Hordeion leporini
Descrizione: l'alleanza Hordeion leporini raggruppa comunità nitrofile primaverili di tipo ruderale (bordi delle strade, viottoli di campagna e discariche di materiali). La distribuzione di questo gruppo è prevalentemente nella fascia costiera e collinare nei territori a clima mediterraneo arido. Fuori dall'Italia si trova in Spagna, Dalmazia, Grecia e grandi isole centro-mediterranee. Questa alleanza è molto ricca da un punto di vista floristico.[18]
La famiglia di appartenenza della specie (Plantaginaceae) comprende 113 generi e 1800 specie[8] (114 generi e 2100 specie[10] o anche 90 generi e 1900 specie[20] secondo altre fonti) ha una distribuzione più o meno cosmopolita ma con molti taxa distribuiti soprattutto nelle zone temperate e nell'areale mediterraneo. Il genere Plantago si compone di oltre 250 specie una trentina delle quali sono presenti nella flora spontanea italiana. All'interno della famiglia Plantaginaceae il genere è descritto nella tribù Plantagineae.[21]
Il genere Plantago è suddiviso in 4 sottogeneri (subg. Plantago; subg. Coronopus (Lam. & DC.) Rahn; subg. Psyllium (Juss.) Harms; subg. Bougueria (Decne) Rahn & Reiche). La specie di questa voce è descritta all'interno del sottogenere Plantago sect. Psyllium insieme ad altre specie come Plantago afra L. e Plantago lanceolata L..[22]
Il numero cromosomico di P. lagopus è: 2n = 12 e 24.[23]
Sottospecie
Per questa specie è riconosciuta la seguente sottospecie:[16]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
Plantago aliena Schrad. ex Roem. & Schult.
Plantago arvensis C.Presl
Plantago dasyurus Raf.
Plantago eriostachya Ten.
Plantago fornicata K.Koch
Plantago fruticosa Roem. & Schult.
Plantago glauca C.A.Mey.
Plantago lagopoda St.-Lag
Plantago lagopoides Viv.
Plantago lusitanica L.
Plantago madritensis Lag. ex Rapin
Plantago vaginata Vent.
Specie simili
Le specie del genere Plantago sono difficili da distinguere una dall'altra. La seguente tabella evidenzia i caratteri più significativi delle tre specie più simili a quella di questa voce:[7]
Plantago lanceolata L. - Piantaggine lanciuola: pianta perenne; la radice principale è divisa in radici secondarie sottili e più o meno capillari e contorte; le foglie hanno forme lineari-lanceolate.
Plantago altissima L. - Piantaggine palustre: pianta perenne; la radice principale è un rizoma orizzontale; le radici secondarie sono grosse, diritte e più o meno parallele; lo scapo fiorifero è solcato; le foglie sono glabre con forme allungatissime; le brattee dell'infiorescenza sono lunghe 6 – 7mm.
Plantago argentea Chaix - Piantaggine argentata: pianta perenne; la radice principale è un rizoma verticale o obliquo; le radici secondarie sono grosse, diritte e più o meno parallele; lo scapo fiorifero è poco solcato e solamente nella parte apicale; le foglie sono argenteo-sericee con forme molto allungate; le brattee dell'infiorescenza sono lunghe 3,5 – 5mm.
Plantago lagopus L. - Piantaggine piede di lepre: pianta annua con foglie oblancelato-spatolate e scapo fiorifero angoloso.
Le tre specie sopra descritte hanno in comune le foglie tutte basali a disposizione spiralata (gli scapi fioriferi sono privi di foglie), i sepali anteriori del calice sono saldati fra di loro e la faccia interna dei semi è concava.
Altre notizie
La piantaggine piede di lepre in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:[15]
(DE) Hasemfuss-Wegerich
(FR) Plantain pied de lièvre
(EN) Round-headed Plantain'
Note
(EN) Plantago lagopus, in The Plant List. URL consultato il 29 gennaio 2016.
Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 dicembre 2015.
Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p.39B.3.2 ALL. HORDEION LEPORINI BR.-BL. IN BR.-BL., GAJEWSKI, WRABER & WALAS 1936 CORR. O. BOLÒS 1962. URL consultato il 29 gennaio 2016.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 30 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p.852, ISBN88-7287-344-4.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.144, ISBN 88-7621-458-5.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p.493, ISBN 978-88-299-1824-9.
Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
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