Matricariinae Willk., 1870 è una sottotribù di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae).
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Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV.
Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica. |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi II |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Anthemideae |
Sottotribù | Matricariinae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Anthemideae |
Sottotribù | Matricariinae Willk., 1870 |
Generi | |
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Il nome di questa sottotribù deriva dal suo genere Matricara L. la cui etimologia deriva dalla parola latina "matrice, matrics" che significa "grembo, utero" e fa riferimento ad un antico uso medicinale nel trattamento delle infezioni uterine e dei disturbi femminili in generale.[1][2]
Il nome scientifico del gruppo è stato definito per la prima volta dal botanico e accademico germanico Heinrich Moritz Willkomm (1821-1895) nella pubblicazione "Prodromus Florae Hispanicae seu Sinossi Methodica omnium Plantarum in Hispania sponte Nascentium vel Frequentius Cultarum quae Innotuerunt Auctoribus. Stuttgartiae - 2: 92. 1870" del 1870.[3]
[4]
Le specie di questa sottotribù di tipo arbustivo oppure erbe annuali con indumento a peli basifissi e/o mediofissi.[3][5][6]
Le foglie sono o raccolte in rosette basali (Heliocauta), oppure disposte lungo il fusto in modo alterno. La lamina è 4-pennatosetta (raramente è intera).
Le infiorescenze sono formate da capolini solitari, oppure numerosi in formazioni corimbose dense o lasse. I capolini possono essere sia radiati che discoidi che disciformi. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro composto da diverse squame (o brattee) disposte su più serie (2 - 3) in modo embricato che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni raggianti ligulati disposti su un unico rango e quelli interni del disco tubulosi. In alcuni casi i capolini sono subsessili. L'involucro può essere da emisferico a cilindrico. Le squame dell'involucro hanno margini scariosi. Il ricettacolo è piatto (o piano-convesso), emisferico o conico ed è sprovvisto di pagliette a protezione della base dei fiori.
I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori periferici sono femminili e fertili o anche sterili, possono essere assenti, mentre quelli del disco (centrali) sono ermafroditi o funzionalmente maschili e raramente sono sterili. La forma è zigomorfa per quelli ligulati e actinomorfa per quelli tubulosi. In alcune specie (Anacyclus) la corolla tubulosa è lievemente zigomorfa in quanto due lobi sono più larghi degli altri.
Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: le corolle, specialmente quelle tubolari del disco centrale, terminano normalmente con 5 lobi (4 – 5 lobi in Matricaria). Il colore dei fiori è bianco, giallo o rosa.
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.[8]
Gineceo: lo stilo in genere è filiforme. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[8] Le linee stigmatiche sono marginali.[9]
I frutti sono degli acheni a forma ob-ovoide con 3 – 5 coste longitudinali; in alcuni casi sono dorsoventralmente piatti. L'apice è arrotondato con una stretta coroncina.
Le specie di questo gruppo sono distribuite soprattutto nell'emisfero boreale con habitat per lo più temperati. Nella tabella sottostante sono indicate in dettaglio le distribuzioni relative ai vari generi della sottotribù.
La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[10] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[11]). La sottofamiglia Asteroideae è una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae, mentre Anthemideae è una delle 21 tribù della sottofamiglia. La tribù Anthemideae a sua volta è suddivisa in 14 sottotribù (Matricariinae è una di queste).
Gli ultimi studi sulla tribù Anthemideae la descrivono in 4 parti o divisioni: (1) emisfero meridionale, (2) Africa e Asia meridionale, (3) Eurasia e (4) clade mediterraneo. La sottotribù Matricariinae è assegnata alla divisione "Eurasia" insieme alle sottotribù Anthemidinae e Leucanthemopsidinae.[3]
Questa sottotribù è stata formata, oltre che dal genere tipo Matricaria anche dai componenti della sottotribù Achilleinae (Achillea, Anacyclus, Leucocyclus e Otanthus), ora obsoleta e dal genere Heliocauta della sottotribù Tanacetinae, anche questa attualmente obsoleta.
Il gruppo comprende 4 generi e 134 specie.[3][12]
Genere | N. specie | Distribuzione |
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Achillea L., 1753(*) | 115 spp. | Eurasia, Nord America e Nord Africa |
Anacyclus L., 1753 | 12 spp. | Mediterraneo |
Heliocauta Humphries, 1977 | 1 sp. (H. atlantica (Litard. & Maire) Humphries | Marocco |
Matricaria L., 1753 | 6 spp. | Eurasia, Nord America e Nord Africa |
(*) include: Leucocyclus Boiss. (1 sp.) e Otanthus Hoffmanns. & Link (1 sp.)
Il numero cromosomico di base è: 2n=18.[3] Alcuni generi sono poliploidi (Achillea e Matricaria).[6]
L'inserimento in questo gruppo di Matricaria (con conseguente priorità di Matricariinae invece di Achilleinae nella nomenclatura) è supportato da alcune analisi di tipo cladistico, mentre altre analisi lo presentano parafiletico insieme al gruppo della Anthemidinae. Il cladogramma a lato (estratto dallo studio citato e semplificato) costruito sull'analisi molecolare di alcune specie della sottotribù propone una possibile configurazione filogenetica di questa sottotribù dalla quale si vede chiaramente la sua monofilia non ancora risolta. Questa configurazione filogenetica inoltre non comprende ulteriori studi che hanno dimostrato che il genere Achillea per essere monofiletico deve comprendere anche Leucocyclus e Otanthus.[5]
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