Il nome generico (Linaria) deriva da un nome latino per il lino (linone) e si riferisce alla somiglianza delle foglie di alcune specie di questo genere a quelle della specie Linum usitatissimum.[2][3] L'epiteto specifico (simplex) significa "semplice, indiviso, non ramificato".[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito inizialmente dal botanico tedesco Carl Ludwig Willdenow (Berlino, 22 agosto 1765 – Berlino, 10 luglio 1812), con la denominazione basionomica Antirrhinum simplex, perfezionato successivamente nella denominazione attuale dal botanico francese René Louiche Desfontaines (Tremblay, 14 febbraio 1750 – Parigi, 16 novembre 1831) nella pubblicazione "Tableau de l'École de Botanique du Muséum d'Histoire Naturelle. Paris - 65" del 1804.[5]
Descrizione
I fiori
Queste piante arrivano ad una altezza di 8 – 30cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[6][7][8][9][10][11]
Radici
Le radici sono fittonanti.
Fusto
La parte aerea del fusto è eretta o ginocchiata alla base. Generalmente è semplice e glabra (nell'infiorescenza può essere pubescente).
Foglie
Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno (quasi verticillato). La lamina è strettamente lineare e glauca. I getti sterili possiedono delle foglie un po' più allargate ma meno lunghe (8 – 15mm). Dimensione delle foglie: larghezza 1 - 1,5mm; lunghezza 16 – 25mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono dei racemi densi con asse ispido per peli ghiandolari. I fiori sono peduncolati. Lunghezza del peduncolo: 1 – 3mm.
Fiore
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e tetrameri (i verticilli del perianzio hanno 4 elementi). Dimensione del fiore: 6 – 9mm.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[7]
Il calice, tuboloso-campanulato, più o meno attinomorfo e gamosepalo, è formato da cinque profonde lacinie (o lobi strettamente lanceolati) subuguali. La superficie è pubescente. Dimensione del calice: 4mm.
La corolla, gamopetala e tubolare è del tipo bilabiato, ed è completamente chiusa da un rigonfiamento del labbro superiore (corolla personata). Inoltre uno sperone (o un sacco) diritto è presente all'altezza delle fauci della gola della corolla in posizione abassiale. In particolare il labbro posteriore (superiore) è eretto ed è formato da due petali con apici acuti, l'anteriore (inferiore) da tre petali riflessi. All'altezza della gola può essere presente una pubescenza bianco-giallastra. Il colore della corolla è giallo. Dimensione della corolla: 6 – 8mm. Lunghezza dello sperone: 4mm.
L'androceo è formato da 4 stami didinami tutti fertili. I filamenti sono adnati alla base della corolla e sono inclusi o poco sporgenti. Le antere sono formate da due teche distinte e divaricate e formano una struttura simile ad un anello. La deiscenza è longitudinale attraverso due fessure. I granuli pollinici sono tricolpoporati. Il nettare si trova nello sperone e può essere raggiunto solamente dagli insetti che riescono a entrare nelle fauci chiuse dal rigonfiamento del labbro superiore.
Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario è supero con placentazione assile e forma da ovoidi a subglobose. Gli ovuli per loculo sono numerosi, hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[12] Lo stilo ha uno stigma capitato intero.
Fioritura: da aprile a giugno (settembre).
Frutti
Il frutto è una capsula subsferica lunga come il calice. I semi hanno delle forme discoidi-alate e sono generalmente tubercolati. Al momento della maturazione i semi fuoriescono da due fori (opercoli) che si aprono nella parte superiore del frutto (capsula porocida). Dimensione della capsula: 4 – 5mm.
Riproduzione
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) quali imenotteri, lepidotteri o ditteri o il vento (impollinazione anemogama).[13]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[14] – Distribuzione alpina[11])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Euri-Mediterraneo o anche Sud Europeo.
Distribuzione: in Italia è una specie comune e si trova ovunque. Nelle Alpi è presente più frequentemente nella parte occidentale. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (più o meno tutti i dipartimenti alpini). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei e Monti Balcani.[11] Nell'areale del Mediterraneo si trova in Anatolia, Asia mediterranea, Egitto e Magreb.[15]
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono gli incolti aridi e i pascoli; ma anche le colture e pietraie. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, senza rifuggire il substrato calcareo, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[11]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1.000 ms.l.m. (sulle Madonie fino a 1.950 ms.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte quello montano (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]
Formazione: delle comunità pioniere a terofite e succulente
Classe: Thero-Brachypodietea
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa specie (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[7] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[8], o anche 117 generi e 1904 specie[16] o 90 generi e 1900 specie[17]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. Il genere della specie di questa voce appartiene alla sottofamiglia Antirrhinoideae (tribù Antirrhineae) e si compone di oltre 150 specie distribuite dal Nord America, Europa e Asia.[6]
La specie Linaria simplex fino a poco tempo fa era circoscritta nella famiglia Veronicaceae o Scrophulariaceae a seconda dei vari Autori.[6] L'attuale posizione tassonomica è stata realizzata con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG).[17]
Il basionimo per questa specie è: Antirrhinum simplex Willd., 1800.[11]
Il numero cromosomico di L. simplex è: 2n = 12.[18]
Filogenesi
Classificazioni recenti[19][20] assegnano la specie di questa voce, all'interno del genere, alla sect. Supinae. Attualmente in base alle ultime ricerche di tipo filogenetico le specie del genere Linaria sono distribuite in 6 cladi. La specie L. simplex si trova nel sesto clade che insieme al quinto clade formano un "gruppo fratello" e rappresentano il "core" del genere. Inoltre L. simplex insieme al gruppo delle specie Linaria micrantha (Cav.) Hoffmanns. & Link e Linaria arvensis (L.) Desf., 1798 formano un "gruppo fratello".[21]
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
Antirrhinum parviflorum Jacq.
Antirrhinum simplex Willd.
Linaria parviflora (Jacq.) Halácsy
Altre notizie
La linaria semplice in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p.496, ISBN978-88-299-1824-9.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol.92, n.2, 2005, pp.297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
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