La margherita alpina (nome scientifico Leucanthemopsis alpina (L.) Heyw., 1975) è una pianta erbacea della famiglia delle Asteracee simile alle comuni margherite.
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il nome generico (Leucanthemopsis) deriva dalle parole greche”leucanthos” (= bianco), ”anthemon” (= fiore) e "opsis" (= aspetto) e fa ovviamente riferimento al colore dei fiori.[1] L'epiteto specifico (alpina) è relativo alle zone nelle quali questa pianta vegeta.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Leucanthemopsis alpina) è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, perfezionato successivamente dal botanico e biologo inglese Vernon Hilton Heywood (nato il 24 dicembre 1927) nella pubblicazione “An. Inst. Bot. AJ Cavanilles 32 (2): 182” del 1975[2].
Descrizione
Il portamento
Sono piante dal portamento basso: 8 – 15cm massimo. La forma biologica della specie è emicriptofita scaposa (H scap); ossia è una pianta perennante con gemme poste al livello del suolo con fusto allungato e poco foglioso.
Radici
Le radici sono secondarie a partire dal rizoma.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma a portamento orizzontale.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente e nella parte alta afilla e più o meno arrossata. Alla base il fusto è strisciante e più o meno lignificato. I fusti sono monocefali (un solo capolino), ma sono presenti anche getti sterili.
Foglie
Le foglie basali
Le foglie sono in prevalenza tutte basali e a consistenza carnosa. Lungo lo scapo può essere presente una o poche foglie disposte in modo alterno e ridotte quasi di tipo squamiforme. La forma delle foglie basali è spatolata a lamina ovata, pennatifida o pennato-partita con 5-7 lacinie per lato. La forma delle lacinie può essere strettamente triangolare oppure sono oblunghe ad apice acuto. Le foglie cauline sono lineari ed intere. Lunghezza delle foglie: 2 – 3cm.
Infiorescenza
Il capolino
Le infiorescenze sono dei piccoli capolini piatti, terminali unici. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro emisferico a coppa composto da più squame (o brattee) in 3 – 4 serie disposte in modo embricato che fanno da protezione al ricettacolo convesso e nudo (senza pagliette) sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati di colore bianco, disposti in un unico rango e quelli interni tubulosi molto più numerosi di colore giallo. Le squame a forma triangolare sono glabre o raramente cigliate, mentre i bordi sono anneriti. Diametro dei capolini: 2,5 – 3,5cm. Diametro dell'involucro: 12mm.
Fiore
I fiori sono simpetali, zigomorfi (quelli ligulati) e attinomorfi (quelli tubulosi); sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (quelli tubulosi) sono bisessuali e privi di ali.
Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: i fiori periferici sono lanceolati a disposizione raggiante, ossia la corolla termina con una ligula a 5 denti. Quelli del disco centrale hanno delle corolle tubulari a 5 denti. Dimensione delle ligule: larghezza 4mm; lunghezza 12mm.
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le antere alla base sono ottuse.
Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma bifido giallo (sporgente dalla fioritura) con le estremità troncate e terminanti con un ciuffo di peli; le linee stigmatiche sono disposte marginalmente[4]; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
Fioritura: da luglio a ottobre.
Frutti
I frutti sono degli acheni senza pappo, all'apice è presente solo una piccola coroncina. La superficie è percorsa da 3-10 coste poco pronunciate. Dimensione degli acheni: 3mm.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[5] – Distribuzione alpina[6])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita – Sud Ovest Europeo
Distribuzione: nelle Alpi è una specie comune; mentre negli Appennini è considerata rara. Oltre confine sempre nelle Alpi è comune sia in Francia che in Svizzera che in Austria. Sugli altri rilievi europei si trova nei Pirenei, Alpi Dinariche e Carpazi.[6]
Habitat: l'habitat tipico di questa specie sono i pendii franosi, i ghiaioni e rupi; ma anche nelle vicinanze dei corsi d'acqua, nelle prateria rase alpine e vallette nivali d'alta quota. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2000 fino a 3600 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e in parte quello subalpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[6]>:
Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Juncetea trifidi
Ordine: Caricetalia curvulae
Sistematica
La famiglia di appartenenza della Leucanthemopsis alpina (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[7] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[8]). Il genere di appartenenza (Leucanthemopsis) è composto da poche specie, una sola delle quali (quella di questa voce) fa parte della flora spontanea italiana.
La posizione tassonomica di questa specie, in questi ultimi anni, è stata revisionata più volte.
Pignatti nella Flora d'Italia descrive due varietà:[9]
var. alpina - con foglie basali glabre; distribuita nelle Alpi occidentali e Appennini settentrionali;
var. pseudotomentosa (Fiori) Marchi - con foglie basali tomentose su entrambe le facce; distribuita solo nelle Alpi occidentali;
non più segnalate come varietà distinte nella recente pubblicazione sulla flora spontanea italiana ”An annotated checklist of the Italian Vascular Flora”.[5] Inoltre, sempre nella pubblicazione appena citata[10] le due varietà della specie Leucanthemopsis minima (Vil.) Marchi (indicate nella Flora d'Italia come appartenenti ad una specie autonoma):
Leucanthemopsis minima (Vil.) Marchi var. minima – le lacinie delle foglie basali sono più strette e tomentose su entrambe le facce; distribuita nelle Alpi occidentali;
Leucanthemopsis minima (Vil.) Marchi var. cuneifolia (Murr.) Marchi – le lacinie delle foglie basali sono più strette e glabre; distribuita nelle Alpi orientali;
sono state incluse in Leucanthemopsis alpina.
Anche la varietà Leucanthemopsis alpina var. minima (Vill.) Holub è ora inclusa Leucanthemopsis alpina.[10] Mentre la specie Leucanthemopsis tomentosa (Loisel.) Holub, anche questa descritta come specie autonoma da Pignatti, è un sinonimo della Leucanthemopsis alpina subsp. tomentosa (Loisel.) Heywood[11]
Il basionimo per questa specie è: Chrysanthemum alpinum L., (1753)
Il numero cromosomico di L. alpina è: 2n = 18[2].
Variabilità
La Leucanthemopsis alpina è una pianta polimorfa[12] (vedi paragrafo sopra) soprattutto nella dimensione e forma delle lacinie delle foglie basali, nella pubescenza delle foglie e nella colorazione delle ligule. Ma secondo le indicazioni delle attuali classificazioni di questa specie non sembra che questi caratteri variabili siano sufficienti a determinare varietà e sottospecie stabili da un punto di vista tassonomico. Al momento attuale sono riconosciute solo le seguenti varietà[11]:
subsp. alpina
subsp. cuneata (Pau) Heywood (1975)
subsp. tomentosa (Loisel.) Heywood (1975)
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Chamaemelum alpinum (L.) E.H.L.Krause: sinonimo della subsp. alpina
Chrysanthemum alpinum L.
Chrysanthemum alpinum L. var. cuneifolium (Murr.) Vierh.
Chrysanthemum alpinum L. var. minimum Pers.
Chrysanthemum alpinum L. var. pseudotomentosa Fiori
Chrysanthemu minimum
Chrysanthemum pulverulentum sensu P.Fourn., non (Lag.) Pers.: sinonimo della subsp. alpina
Chrysanthemum tomentosum Loisel.: sinonimo della subsp. tomentosa
Leucanthemopsis alpina subsp. minima
Leucanthemopsis alpina var. alpina
Leucanthemopsis alpina var. pseudotomentosa (Fiori) Marchi
Leucanthemopsis alpina var. tomentosa (DC.) Heyw.: sinonimo della subsp. tomentosa
Leucanthemopsis minima (Vil.) Marchi var. minima
Leucanthemopsis minima (Vil.) Marchi var. cuneifolia (Murr.) Marchi
Leucanthemopsis tomentosa (Loisel.) Holub: sinonimo della subsp. tomentosa
Leucanthemum alpinum (L.) Lam.: sinonimo della subsp. alpina
Leucanthemum pulverulentum sensu H.J.Coste, non (Lag.) Samp.: sinonimo della subsp. alpina
Leucanthemum tomentosum G. et G.: sinonimo della subsp. tomentosa
Pyrethrum alpinum (L.) Schrank : sinonimo della subsp. alpina
Pyrethrum cuneatum Pau : sinonimo della subsp. cuneata
Tanacetum alpinum Sch.-Bop. subsp.alpinum: sinonimo della subsp. alpina
Una specie molto simile alla Margherita alpina e la specie Bellis perennis L. (Pratolina). In montagna solo verso i 2000 ms.l.m. si possono trovare entrambe, e si distinguono soprattutto per le foglie: quella della Pratolina sono intere (o al massimo appena dentate) e a forma decisamente spatolata.
Altre notizie
La Margherita alpina in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:
(DE) Alpenmargerite
(FR) Leucanthémopsis des Alpes
Note
Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 5 maggio 2011.
Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 5 maggio 2011.
Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
Christoph Oberprieler, Sven Himmelreich, Mari Källersjö, Joan Vallès, Linda E. Watson and Robert Vog, Anthemideae Cap.38 (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp.p.631-666. URL consultato il 6 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2010).
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.120, ISBN88-7621-458-5.
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