Helianthus tuberosus (Linnaeus, 1753), noto con i nomi volgari di topinambur, carciofo di Gerusalemme, girasole del Canada, rapa tedesca o elianto tuberoso[1][2], è una pianta del genere Helianthus con infiorescenza a capolino.
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Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV.
Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica. |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi II |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta l |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Heliantheae |
Sottotribù | Helianthinae |
Genere | Helianthus |
Specie | H. tuberosus |
Nomenclatura binomiale | |
Helianthus tuberosus L., 1753 | |
Sinonimi | |
ciapinabò | |
Nomi comuni | |
Topinambour | |
Pianta erbacea perenne con bulbo sotterraneo originaria del continente americano. Il tubero è usato in gastronomia ed è noto con il nome di topinambùr, presumibilmente derivato dalla francesizzazione del nome della tribù sudamericana dei Tupinamba, alcuni membri della quale furono esposti a Parigi nel 1613. I venditori della pianta sfruttarono il grande scalpore suscitato da questo evento rinominando il prodotto, proveniente in realtà dal Canada, per aggiungere del fascino esotico[3].
Il nome generico (Helianthus) deriva da due parole greche: ”helios” (sole) e ”anthos” (fiore) in riferimento alla tendenza di alcune piante di questo genere a girare sempre il capolino verso il sole[4][5], nota come eliotropismo. L'epiteto specifico (tuberosus) indica una pianta perenne il cui organo di sopravvivenza è un tubero.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Helianthus tuberosus) fu proposto da Carl von Linné (1707 – 1778), biologo e scrittore svedese, padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753[6].
È un'erbacea perenne con il fusto che può superare 3 m di altezza. La forma biologica della specie è geofita bulbosa (G bulb)[7]. Si tratta di piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. Altri autori definiscono la forma biologica come geofita rizomatosa (G rhiz)[8].
Le radici sono fascicolate, di tipo secondario a partire dal rizoma[8].
Il tubero è commestibile, perciò è anche chiamato patata topinambur.
Le foglie sono a disposizione opposta nella parte bassa del fusto e a disposizione alterna nel resto della pianta oppure anche verticillate per tre (carattere non costante). Sono intere e ristrette alla base, picciolate con piccioli cigliati alla base (a volte i piccioli sono quasi alati). In quelle inferiori la forma è largamente ovata o cordiforme, mentre quelle superiori sono oblunghe o lanceolate, sempre con apice acuminato. I margini sono dentellati. La superficie è ruvida, percorsa da tre nervi; il colore è verde scuro. Dimensione delle foglie: larghezza 5 – 8 cm; lunghezza 8 – 15 cm. Lunghezza del picciolo: ¼ della lamina fogliare.
Le infiorescenze sono capolini terminali eretti e sub-corimbosi su peduncoli non ingrossati, da 3 a 15 per pianta. Non tutti raggiungono la fioritura. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro emisferico composto da più brattee (o squame) a disposizione embricata, poste in diverse serie che fanno da protezione al ricettacolo lievemente convesso e munito di pagliette avvolgenti i semi[5], sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati (da 10 a 20) di colore giallo, disposti in un unico rango; quelli interni tubulosi (oltre 60) di colore arancio o giallo scuro. Le brattee dell'involucro (da 22 a 35) sono verde scuro (si scuriscono ulteriormente durante la fase di essiccazione), lanceolate e setolose (cigliate) ai margini. Diametro del capolino 3 – 9 cm, lunghezza del peduncolo 1 – 15 cm. Dimensione dell'involucro: larghezza 8 – 12 mm, lunghezza 10 – 25 mm. Dimensione delle brattee: larghezza 2 – 4 mm, lunghezza 8,5 – 15 mm.
I fiori sono simpetali, zigomorfi (quelli ligulati) e attinomorfi (quelli tubulosi), tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi: i fiori del raggio (quelli ligulati) sono sterili; quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.
I frutti sono acheni sormontati da un pappo formato da due squame (o denti) lineari-acute e precocemente caduche[10].
«Entro i manipoli qua e là sparsi / dei topinambùr lungo gli argini / |
(da Andrea Zanzotto, Altri topinambùr, in Meteo) |
Dal punto di vista fitosociologico la specie appartiene alla seguente comunità vegetale:
La famiglia di appartenenza della H. tuberosus (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale: comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1535 generi[14] (22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15]). Il genere di appartenenza (Helianthus) è composto da circa 50 – 70 specie secondo i vari autori.
Le varie specie vengono distinte soprattutto in base al ciclo biologico: annuo o poliennale. H. tuberosus ovviamente appartiene al secondo gruppo.
Il numero cromosomico di H. tuberosus è: 2n = 102[6][13].
L'Helianthus tuberosus è variabile (dato anche l'alto numero cromosomico) e probabilmente è in parte derivato da ibridazioni poliploidi di altre specie come Helianthus pauciflorus e Helianthus resinosus[13].
Con la specie Helianthus pauciflorus la pianta di questa voce forma il seguente ibrido interspecifico[16]:
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Il topinambur ha un fiore molto caratteristico, difficilmente confondibile con altre specie. Di seguito brevemente le altre specie dello stesso genere presenti spontaneamente sul territorio italiano[11], tutte comunque considerate sub-spontanee o esotiche naturalizzate.
È possibile coltivare i topinambur anche nell'orto familiare, visto che si adattano bene anche a terreni marginali, purché soleggiati. La pianta, infatti, è molto rustica e può diventare addirittura invasiva. La coltivazione si riduce, praticamente, alla piantagione. In inverno, una volta seccata la parte aerea della pianta, sarà possibile raccogliere i tuberi scavando a mano, lasciando quelli più piccoli a continuare la coltivazione (che può avvenire per molti anni sullo stesso terreno senza problemi). Un altro metodo è quello di raccogliere tutti i tuberi e rimetterne una quota nel suolo, coltivandoli ordinati a file per facilitare la raccolta dell'anno successivo.
Può essere utile nella dieta di alcune forme di diabete.[17] Secondo la medicina popolare il topinambur (specialmente i tuberi) presenterebbe le seguenti proprietà medicamentose[18]:
I tuberi di topinambur si prendono in inverno, sono molto nutrienti e la loro cottura è simile a quella delle patate. Possono essere consumati anche crudi con sale e pepe[5]. Nella cucina piemontese sono tipici con la bagna càuda, con la fonduta o anche trifolati[19], mentre in quella siciliana trovano un uso sporadico nella farcitura di focacce[20].
Nella regione tedesca del Baden-Württemberg più del 90% della produzione di topinambur viene utilizzata per ottenere un liquore chiamato "Topi" o "Rossler".[21] I tuberi vengono lavati ed essiccati in forno e poi fatti fermentare. Infine si distilla il liquido alcolico. Il "Topi" è considerato un digestivo, utilizzato anche contro la diarrea o i dolori addominali. Ha un aroma piacevolmente fruttato tra il gusto di carciofo e la nocciola, con piacevole nota terrosa.
Grazie al contenuto di inulina è una pianta molto indicata nella dieta di persone diabetiche in quanto l'inulina funziona come riserva di carboidrati (in sostituzione all'amido) indipendentemente dall'insulina[18]. L'inulina è costituita da una catena di molecole di fruttosio terminanti con glucosio. A seconda della stagione della raccolta, varia la lunghezza delle molecole di inulina e quindi la loro solubilità. Il topinambur passa per lo stomaco e il primo tratto dell'intestino senza venire digerito; solamente nell'ultimo tratto dell'intestino sono presenti bifidobatteri e lattobacilli in grado di rompere le lunghe molecole dell'Helianthus tuberosus, il cui carattere fibroso ha un effetto molto positivo sulla flora batterica. Il tubero è ricco di sali minerali, in particolare potassio, magnesio, fosforo, ferro, selenio e zinco. È da sempre famoso per ridurre il colesterolo e per stabilizzare la concentrazione del glucosio e dell'acido urico.[senza fonte]
Una delle prime descrizioni della pianta sul territorio italiano fu data dal naturalista e botanico Fabio Colonna (1567 – 1640) nella pubblicazione ”Ekphrasis altera” (Roma, 1616), con un nome diverso da quello attuale: Flos solis farnesianus. Specificava soprattutto la parte ipogea della pianta: "dotata di tuberi a buccia rossa"[5].
In Piemonte, nella cui lingua si chiama ciapinabò, è utilizzato per la tipica bagna càuda ed è oggetto di sagre dedicate nel periodo autunnale.
È una pianta visitata dalle api.
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