ForsythieaeH. Taylor ex L.A.S. Johnson, 1957 è una tribù di piante arbustive, spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Oleaceae.[1][2][3]
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Il nome della tribù deriva dal suo genere tipo Forsythia Vahl, 1804 la cui etimologia fa riferimento al botanico William Forsyth (1737-1804), sovrintendente dei Giardini Reali di Kensingtone e fondatore della Royal Horticultural Society.[4] Il nome scientifico della tribù è stato definito per la prima volta dai botanici H. Taylor e Lawrence Alexander Sidney Johnson (1925–1997) nel 1957.[3]
Il portamento delle specie di questo genere è arbustivo con altezze dai 2 ai 4 metri. La forma biologica prevalente è fanerofite cespugliose (P caesp); sono piante perenni e legnose, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo maggiore di 30cm con portamento cespuglioso. Caratteristica è l'anatomia interna degli internodi: in alcune specie sono cavi, in altre sono riempiti da un midollo discontinuo con tratti semivuoti; il fusto inoltre ha una sezione quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici.[3][5][6][7][8][9]
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto e sono picciolate e caduche. La lamina è semplice (a forma ovato-lanceolata con apice acuminato e bordi eventualmente seghettati) o trifogliata. Non sono presenti stipole. Dimensioni per la specie F. viridissima: lunghezza del picciolo 10 – 15mm; larghezza della lamina 2 – 3mm; lunghezza della lamina 6 – 8mm.
Le infiorescenze sono di tipo ascellare e sono racemose-decussate. L'infiorescenza compare quasi sempre prima delle foglie. In genere i fiori sono singoli o riuniti in fascetti di 3 - 6.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e tetrameri (ogni verticillo ha 4 elementi). I fiori hanno dei meccanismi genetici o di altro tipo (come l'eterostilia) che impediscono l'autofecondazione.[3]
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[7][8]
* K (4), [C (4), A 2], G (2), supero, samara/capsula.
Il calice termina con 4 lobi arrotondati. Il calice in genere è ridotto ed è persistente.
La corolla è gamopetala con i petali uniti alla base a forma di tubo campanulato. I lobi sono lunghi quanto la parte tubolare e in alcune specie sono embricati. I fiori sono vistosi gialli, rosa o bianchi.
L'androceo è formato da 2 stami inclusi e adnati alla base del tubo della corolla. Le antere sono formate da due teche con deiscenza longitudinale. Il polline è tricolpato.
Il gineceo è bicarpellato (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli) ed ha un ovario supero, biloculare con uno o più ovuli penduli per loculo. Gli ovuli sono provvisti di un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[10] La placentazione è assile. Lo stilo è unico e termina con due stigmi.
Il frutto è una samara (Abeliophyllum) o una capsula (Forsythia) deiscente per due valve contenente diversi semi alati. I frutti non contengono endosperma.
Fioritura: nei climi temperato-freddi europei, la Forsythia è uno dei primi arbusti a fiorire (in genere a fine inverno).
Riproduzione
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Le specie di questa tribù si trovano in prevalenza in Cina, Corea e Giappone. Una sola specie è distribuita nell'Europa del sud-est. L'habitat varia da quello temperato-caldo a quello subtropicale.[3]
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa tribù (Oleaceae) comprende 25 generi e circa 600 specie[3] (29 generi e 600 specie secondo altri Autori[7][11] oppure 24 generi con 615 specie[1]) con distribuzione cosmopolita dalle regioni tropicali fino a quelle temperate.
Il numero cromosomico delle specie di questo gruppo è: 2n = 28.[3]
Filogenesi
Da un punto di vista filogenetico la tribù Forsythieae risulta essere "gruppo fratello" della tribù Oleeae; a loro volta queste due tribù sono collegate alle tribù Fontanesieae e Jasmineae.[1] All'interno della tribù i due generi che la compongono sono monofiletici, mentre il genere Forsythia risulta composto da tre lignaggi principali. Le tre linee evolutive trovano riscontro, oltre che nelle analisi sul DNA, anche nei caratteri morfologici delle foglie (la forma e la pelosità) e dei fiori (il colore della corolla, la profondità delle incisioni del tubo e la struttura dei sepali). I due generi (Forsythia e Abelliophyllum) si sono separati dal resto della famiglia circa 13,2 milioni di anni fa, mentre le principali linee evolutive del genere Forsythia si sono diversificate durante la fine del Miocene e Pliocene inferiore.[12]
Generi della tribù
La tribù è formata da due generi e 10 - 12 specie:[2][3]
Abeliophyllum Nakai, 1919: di questo genere è conosciuta una sola specie (Abeliophyllum Nakai) endemica della Corea.
Forsythia Vahl, 1804: il numero delle specie secondo i vari Autori oscilla tra 9[3] e 12[13]; la distribuzione è asiatica orientale a parte una specie (Forsythia europaea Degen & Bald., 1804[14]) distribuita nella Penisola Balcanica.
Usi (Giardinaggio)
Le specie di questa tribù sono impiegate unicamente nel giardinaggio. La loro introduzione nei giardini europei è iniziata nel 1846 dalla Cina con la specie Forsythia viridissima proseguita poi nel 1883 con la specie Forsythia suspensa. Attualmente in Europa è presente un ibrido (Forsythia × intermedia Zabel) formato dalle due precedenti specie.[5]
Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p.301.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 21 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
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