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Il biancospino (Crataegus monogyna Jacq., 1775) è un arbusto o un piccolo albero molto ramificato, contorto e spinoso, appartenente alla famiglia delle Rosacee[1].

Come leggere il tassobox
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Biancospino
Crataegus monogyna
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Sottofamiglia Amygdaloideae
Tribù Maleae
Sottotribù Malinae
Genere Crataegus
Specie C. monogyna
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Sottofamiglia Maloideae
Genere Crataegus
Specie C. monogyna
Nomenclatura binomiale
Crataegus monogyna
Jacq., 1775
Sinonimi

Crataegus curvisepala
Lind.
Crataegus oxyacantha
(L.) Jacq.

Nomi comuni

Biancospino comune, Chegapoi (nome del frutto maturo in dialetto modenese), Azaruolo selvatico.


Descrizione



Portamento


Il biancospino è una caducifoglia e latifoglia, l'arbusto può raggiungere altezze comprese tra i 50 centimetri ed i 6 metri. Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta, di colore grigio. I rami giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi. Sono i rametti spinosi (brocche) che in primavera si rivestono di gemme e fiori. Questa specie è longeva e può diventare pluricentenaria, ma con crescita lenta. Un esemplare monumentale è il Biancospino di Vallonica che si trova nel Parco del Monte Subasio in Umbria.


Foglie


Le foglie sono lunghe 2-6 centimetri, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L'apice dei lobi è dentellato.


Fiori


I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e lunghi 5 o 6 millimetri.


Frutti


I frutti sono ovali, rossi a maturazione, delle dimensioni di circa 1 cm e con un nocciolo che contiene il seme. La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra settembre e ottobre. I frutti del biancospino sono edibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, perché piccoli e con un grosso nocciolo, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi. I frutti sono decorativi perché rimangono a lungo sull'arbusto, anche durante tutto l'inverno.


Distribuzione e habitat


Si trova in Europa, Nordafrica, Asia occidentale. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle aree di boscaglia e tra i cespugli, in terreni prevalentemente calcarei. Vegeta a quote comprese tra 0 e 1.500 metri.


Usi



Usi terapeutici


Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Testimonianze sull'uso medicinale del biancospino si trovano già in Teofrasto, Dioscoride e poi in età volgare nel Mattioli. L'uso principale è di antispasmodico e sedativo, particolarmente nei casi di disturbi cardiaci di origine nervosa.[2] Alcuni autori gli riconoscono anche utilizzo di ricostituente e antidiarroico.[3]

I principi attivi contenuti nella pianta sono:

Ha un'azione coronariodilatatrice, vasodilatatrice dei vasi sanguigni addominali e coronarici, azione inotropa positiva, risparmio del consumo di ossigeno da parte del muscolo cardiaco, modulazione della concentrazione intracellulare di calcio, sedativa sul sistema nervoso centrale, diminuzione della frequenza cardiaca.

È indicato nelle nevrosi cardiache: negli stati di ipereccitabilità e nell'ipertensione arteriosa[4].

È utilizzato anche come ansiolitico e nel trattamento dei casi di insonnia[5]. Il biancospino è un'erba medicinale e un'erba officinale.


Nella poesia e cultura


Sono i fiori e i rametti che hanno ispirato Giovanni Pascoli nella poesia Valentino del 1903 ("come le brocche del biancospino"). Usato anche da Guglielmo d'Aquitania in "come il ramo del biancospino".

Citato da Fabrizio De André nella canzone "Inverno": "L'amore ancora ci passerà vicino/ nella stagione del biancospino".


Restrizioni


In alcune regioni del nord Italia, è stata vietata la commercializzazione e messa a dimora di nuove piante di Biancospino, poiché è ritenuto un vettore di diffusione del batterio Erwinia amylovora, che è responsabile di una malattia che colpisce soprattutto i frutteti conosciuta col nome di "Colpo di fuoco batterico".


Note


  1. (EN) Crataegus monogyna, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 21/11/2022.
  2. Francesco Bianchini, Francesco Corbetta, Le piante della salute. Atlante delle piante medicinali, illustrazioni di Marilena Pistoia, Milano, Arnoldo Mondadori, 1975, p. 76, SBN IT\ICCU\SBL\0583994.
  3. Antonia Pessei
  4. Luca Fioretti, Sonni tranquilli grazie alle piante, in Sapere&Salute, vol. 3, n. 16, settembre 1998, p. 40.
  5. Roberto Michele Suozzi, Le piante medicinali, Roma, Newton&Compton, 1994, p. 71.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


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На других языках


[en] Crataegus monogyna

Crataegus monogyna, known as common hawthorn, one-seed hawthorn, or single-seeded hawthorn, is a species of flowering plant in the rose family Rosaceae. It is native to Europe, northwestern Africa, and West Asia, but has been introduced in many other parts of the world.

[es] Crataegus monogyna

El majuelo,[3] arto (en Aragón),[4] espino albar o espino blanco (binomio científico: Crataegus monogyna) es una planta fanerógama perteneciente a la familia de las rosáceas.

[fr] Crataegus monogyna

Aubépine monogyne
- [it] Crataegus monogyna

[ru] Боярышник однопестичный

Боя́рышник однопе́стичный (лат. Crataégus monógyna) — кустарник или небольшое дерево, вид рода Боярышник (Crataegus) семейства Розовые (Rosaceae).



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