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Il bagolaro (Celtis australis L., 1753, chiamato anche romiglia[1], spaccasassi[1] o albero dei rosari[2]) è una pianta appartenente alla famiglia delle Cannabaceae[3]. La specie è nativa dell'Europa meridionale, Africa del Nord e Asia minore.[4]

Come leggere il tassobox
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Bagolaro
Celtis australis
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Rosales
Famiglia Cannabaceae
Genere Celtis
Specie C. australis
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Urticales
Famiglia Ulmaceae
Genere Celtis
Specie C. australis
Nomenclatura binomiale
Celtis australis
L., 1753
Areale

Descrizione


Illustrazione di foglie, fiori e frutti del C. australis. Da Otto Wilhelm Thomé, Flora von Deutschland, Österreich und der Schweiz, 1885.
Illustrazione di foglie, fiori e frutti del C. australis. Da Otto Wilhelm Thomé, Flora von Deutschland, Österreich und der Schweiz, 1885.

È una caducifoglia e latifoglia, un albero alto sino a 20–25 m (altezza media 10–12 m). Il tronco è abbastanza breve, robusto e caratterizzato in età adulta da possenti nervature, con rami primari di notevoli dimensioni, mentre quelli secondari tendono a essere penduli. La chioma è piuttosto densa, espansa, quasi perfettamente tondeggiante.

Ha un legno chiaro, duro, tenace, elastico e di grande durata[5]. Attecchisce facilmente, sviluppando un apparato radicale profondo, e talvolta la sua presenza comporta il deperimento delle specie arboree limitrofe. È un albero a crescita lenta, molto longevo, fino a diventare plurisecolare. Grazie al forte apparato radicale è in grado di sopravvivere anche in terreni carsici e sassosi, asciutti.


Foglie


Le foglie del bagolaro hanno un picciolo lungo (5–15 mm) e una lamina quasi ellittica o lanceolata (2–6 cm × 5–15 cm). Sono caratterizzate da un apice allungato e da base un po' asimmetrica. La pagina superiore è più scura e ruvida.


Fiori


I fiori sono ermafroditi e unisessuali (maschili), compaiono con le foglie e sono riuniti in piccoli grappoli; ogni fiore misura 2–3 mm. La fioritura avviene fra aprile e maggio[6].


Frutti


I frutti sono drupe subsferiche di 8–12 mm. Dapprima di colore giallo o grigio-verde chiaro, con la maturazione divengono scure. Sono eduli, di sapore dolciastro, ma la polpa è scarsa.


Distribuzione e habitat


È presente in Europa meridionale, Africa settentrionale, Asia minore e Medio Oriente[3].

Cresce in boschi di latifoglie, anche in luoghi sassosi e aridi, con terreno calcareo. Si associa facilmente a olmo, carpino, nocciolo, frassino, orniello, querce e aceri.


Specie simili


Si differenzia da Celtis occidentalis (L.), originario dell'America nord-orientale e coltivato nei viali,


Usi


Viene utilizzato con successo nelle alberature stradali e nei parchi cittadini per la resistenza all'inquinamento urbano e per la fitta ombra, nonostante i rischi per la pavimentazione stradale, dovuti al fatto che l'apparato radicale può svilupparsi anche in superficie. Essendo il legno particolarmente durevole, è utilizzato in falegnameria per mobili, manici, attrezzi agricoli e lavori al tornio; è inoltre un ottimo combustibile. La corteccia è usata in tintoria per estrarne un pigmento giallo.

In Romagna con due rami intrecciati lunghi e flessibili di bagolaro si realizzava una frusta (in dialetto romagnolo parpignen) con cui i contadini incitavano gli animali da lavoro. Questa frusta viene ancora usata in spettacoli folcloristici da personaggi chiamati s-ciucarèn (schioccatori): si fanno schioccare le fruste in sintonia realizzando particolari ritmi.

In Calabria con il legno si realizzano tradizionalmente il bastone con cui il casaro rompe la cagliata, nonché collari per ovini, caprini e bovini.

A Belcastro in Calabria è stato piantato durante il decennio francese come Albero della Libertà, come simbolo della rivoluzione francese, ha un diametro di 390 cm ed un'altezza di 16,5 m ed è classificato nell’elenco degli Alberi Monumentali della Regione[7].


In cucina


Si può ricavare una confettura dalle bacche: vanno messe in una pentola fonda e coperte con dell'acqua fredda (almeno tre dita al di sopra delle bacche); si aggiunge la metà del peso in zucchero ed il succo di un limone. Si porta a cottura con moderazione; quando l'acqua è dimezzata, si sminuzza con un frullatore ad immersione e si filtra.


In cesteria


La durezza dei noccioli di questa pianta era sfruttata in Friuli per la produzioni di rosari, mentre la flessibilità dei rami era utile per la creazione di manici di frusta e, nell'ambito della cesteria, per la lavorazione delle gerle. [8]


Metaboliti secondari


Le foglie del bagolaro sono ricche di glicosidi dei flavonoidi.[9][10] Nelle foglie giovani del bagolaro dell'Italia settentrionale è stata trovata la più alta concentrazione di fenoli per grammo di peso secco. Il quantitativo decresce rapidamente fino a metà maggio, dopo di che tende a stabilizzarsi. Questa stessa tendenza (alta concentrazione di fenoli all'inizio dello sviluppo fogliare seguito da una rapida diminuzione) si riscontra anche nei derivati dell'acido caffeico e nei flavonoidi.[11]


Note


  1. Gian Lupo Osti, La macchia mediterranea, Milano, Mursia, 1986, p. 31, SBN IT\ICCU\CFI\0015853.
  2. Da non confondere con un altro "albero dei rosari", Melia azedarach. Oleg Polunin, Guida agli alberi e arbusti d'Europa, traduzione di Piero Brunelli, illustrazioni di Barbara Everard, Bologna, Zanichelli, 1977, p. 63, SBN IT\ICCU\IEI\0069608. 1ª ed. originale: (EN) Trees and Bushes of Europe, London, Oxford University Press, 1976.
  3. (EN) Celtis australis, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 20/5/2022.
  4. Hillier Nurseries Ltd. (1977). Hilliers' Manual of Trees & Shrubs, 4th edition, p.70. David & Charles, Newton Abbott, UK. ISBN 0-7153-7460-5
  5. More, D. & White, J. (2003).Trees of Britain & Northern Europe, p. 417. Cassells, London. ISBN 0-304-36192-5.
  6. Bagolaro o Spaccasassi, su Bosco didattico della Provincia di Cremona. URL consultato il 22 novembre 2022.
  7. Aggiornamento dell’elenco degli Alberi Monumentali ai sensi della Legge n. 10 del 14/01/2013, su regione.calabria.it. URL consultato il 25 novembre 2021.
  8. Comune di Udine, Museo Friulano delle arti tradizioni popolari, Materiali di una ricerca per la mostra Intrecciatura tradizionale friulana (Chiesa di S. Francesco, Udine, gennaio-febbraio 1986), Udine, stampa Arti grafiche friulane, 1986, p. 18..
  9. Spitaler, R; Gurschler, S; Ellmerer, E; Schubert, B; Sgarbossa, M; Zidorn, C, Flavonoids from Celtis australis (Cannabaceae), in Biochemical Systematics and Ecology (Amsterdam, The Netherlands), vol. 37, 2009, pp. 120–121, DOI:10.1016/j.bse.2008.11.020, ISSN 0305-1978 (WC · ACNP).
  10. Kaltenhauser, M; Ellmerer, EP; Zidorn, C, Rhamnopyranosylvitexin derivatives from Celtis australis, in Journal of the Serbian Chemical Society (Belgrade, Serbia), vol. 75, 2010, pp. 733–738, DOI:10.2298/JSC090817049K, ISSN 1820-7421 (WC · ACNP).
  11. Sommavilla, V; Haidacher-Gasser, D; Sgarbossa, M; Zidorn, C, Seasonal variation in phenolics in leaves of Celtis australis (Cannabaceae), in Biochemical Systematics and Ecology (Amsterdam, The Netherlands), vol. 41, 2012, pp. 110–114, DOI:10.1016/j.bse.2011.12.028, ISSN 0305-1978 (WC · ACNP).

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[de] Europäischer Zürgelbaum

Der Europäische Zürgelbaum[1] oder Südliche Zürgelbaum[2] (Celtis australis) ist ein mittelgroßer Baum mit meist glatter Stammborke, derben Blättern und essbaren Steinfrüchten. Die Pflanzenart gehört zur Gattung der Zürgelbäume (Celtis), die früher der Familie der Ulmengewächse (Ulmaceae) zugerechnet wurde, nach neueren Erkenntnissen aber in die Familie der Hanfgewächse (Cannabaceae) eingeordnet wird. Er wird oft unpräzise einfach „Zürgelbaum“ genannt, obwohl der Gattung etwa 100 Arten angehören. Das natürliche Verbreitungsgebiet der Art erstreckt sich über den Süden Europas, Teile Afrikas und die Türkei. Der deutsche Name Zürgelbaum stammt aus Südtirol, wo die Früchte Zürgeln genannt und in Backwaren und für Süßspeisen verwendet werden. Das harte aber elastische Holz wurde zur Herstellung von Musikinstrumenten, Wagenrädern und Rudern verwendet.

[en] Celtis australis

Celtis australis, commonly known as the European nettle tree, Mediterranean hackberry, lote tree, lodogno or boboler (in Istria), or honeyberry,[2] is a deciduous tree native to Southern Europe, North Africa, and Asia Minor. The tree was introduced to England in 1796.[3]

[es] Celtis australis

Celtis australis, conocido como lodón,[1] almez,[2] aligonero, ledonero, lodoño, quicavero o latonero es una especie de árbol tradicionalmente incluida en la familia de las ulmáceas (Ulmaceae), aunque en la actualidad se incluye dentro de las cannabáceas, una familia próxima. Lodón proviene del cruce del latín lotus y unĕdo con -ōnis (mirra). Nombre que recibía el loto. Es por ello, que posiblemente se trate del árbol al que los clásicos (Heródoto, Dioscórides o Teofrasto) llamaron Loto.

[fr] Micocoulier de Provence

Celtis australis
- [it] Celtis australis

[ru] Каркас южный

Каркас южный (лат. Celtis australis) — дерево, вид цветковых растений рода Каркас (Celtis) семейства Коноплёвые (Cannabaceae).



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