Achariaceae Harms, 1897[1] è una famiglia di piante angiosperme dell'ordine Malpighiales[2][3], distribuite in tutte le aree tropicali[4].
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | COM |
Ordine | Malpighiales |
Famiglia | Achariaceae Harms, 1897 |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Dilleniidae |
Ordine | Violales |
Famiglia | Achariaceae |
Serie tipo | |
Acharia Thunb., 1794 | |
Generi | |
La caratteristica principale delle piante della famiglia Achariaceae è il fiore, in cui le parti non sono verticillate, bensì disposte a spirale, o, nel caso in cui siano verticillate, ci sono più petali che sepali. Inoltre, i petali presentano sulla superficie interna della base una scaglia[4].
Gli stami sono spesso numerosi. I semi sono caratteristici, poiché sulle loro superfici si vedono bene i fasci vascolari[4].
Dal punto di vista chimico, le Achariaceae si distinguono notevolmente dalle Salicaceae, per il fatto che molte piante delle Achariaceae producono composti cianogenici di tipologia molto caratteristica[4]. Al contrario, per il fatto che producono il glucoside ciclopentenoide cianogenico e la ginocardina, sono strettamente correlate alle Passifloraceae[5].
Le piante di questa famiglia sono presenti nelle aree tropicali di tutti i continenti[4].
La classificazione APG II ha notevolmente ampliato le dimensioni della famiglia, includendo molti generi, che in precedenza erano assegnati alla famiglia Flacourtiaceae. I dati molecolari supportano in maniera forte l'inclusione di questa famiglia all'ordine Malpighiales.
Lo sviluppo embrionale delle piante di questa famiglia mostra similarità con quelle degli ordini Cucurbitales e Brassicales. La famiglia Achariaceae include i seguenti generi:[3]
Dai semi di Hydnocarpus si estra l'olio di chaulmoogra, che un tempo era un importante medicamento per la cura della lebbra[4]. Si ritiene che il presunto principio attivo presente nell'olio, l'acido idnocarpico, possieda proprietà antibiotiche[4].
Anche dai semi di Caloncoba echinata, che cresce nell'Africa centro-occidentale, si estrae un olio, l'olio di gorli, pure utilizzato in passato nel trattamento della lebbra[4].
Oggi questi olî sono stati sostituiti nella terapia medica dai farmaci sulfonati e altri moderni antibiotici[4].
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