Tomistoma calaritanus[1] era una specie di coccodrillo vissuta in Sardegna nel tardo Miocene (fra la fine del Messiniano e l'inizio del Tortoniano). I suoi resti fossili sono stati trovati all'interno della città di Cagliari (da cui l'aggettivo calaritanus) nella zona di Is Mirrionis nel 1868. I fossili furono studiati prima a Cagliari da Patrizio Gennari,[2] e poi a Bologna da Giovanni Capellini, che gli assegnò la classificazione corrente.[1] Tali resti erano costituiti da un cranio, alcune osteodermi, vertebre e costole, una parte dei quali è poi andata perduta durante i bombardamenti su Cagliari nella seconda guerra mondiale.[3] In particolare il cranio fu gravemente danneggiato, ma fortunatamente ne era già stato realizzato un calco a Bologna. A partire da tale calco fu poi realizzato un ulteriore calco, attualmente conservato nel Museo sardo di geologia e paleontologia D. Lovisato dell'Università di Cagliari.
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Stato di conservazione | |
Fossile | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Deuterostomia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Infraphylum | Gnathostomata |
Superclasse | Tetrapoda |
Classe | Reptilia |
Sottoclasse | Diapsida |
Infraclasse | Archosauromorpha |
Superordine | Crocodylomorpha |
Ordine | Crocodylia |
Famiglia | Crocodylidae |
Genere | Tomistoma Müller, 1846 |
Specie | T. calaritanus |
Nomenclatura binomiale | |
Tomistoma calaritanus (Capellini, 1890) | |
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Era molto probabilmente simile al moderno falso gaviale (Tomistoma schlegelii), anche se l'appartenenza al genere Tomistoma è stata messa in discussione.[4]
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