CopromorphaMeyrick, 1886[1] è un genere di lepidotteri appartenente alla famiglia Copromorphidae, presente in Asia, Oceania e Africa con 26 specie.[2][3][4]
Il nome del genere deriva dai termini greciκόπρος (cópros=sterco), e μορϕή (morphé=forma, figura), con riferimento alle sembianze di queste falene, che allo stadio adulto attuano una forma di criptismo per difendersi dai predatori.[1][5]
Descrizione
I rappresentanti di questo genere sono falene eteroneure appartenenti ai Ditrysia, con taglia relativamente piccola (apertura alare compresa tra 12 e 36mm) e abitudini principalmente notturne.[3][4][6]
Adulto
Capo
Il capo presenta piccole scaglie frontali, non molto sollevate e tutte rivolte verso il basso, nonché ciuffi di scaglie più o meno sollevate ai lati del vertice.[3][4]
Nell'apparato boccale,la spirotromba è presente e priva di scaglie, mentre i palpi labiali sono sviluppati e rivolti verso l'alto.[3][4][6][7]
Le antenne sono di forma variabile e non molto lunghe, con lo scapo privo di un pecten; i chaetosemata sono assenti.[3][4]
Torace
Nelle zampe, l'epifisi è presente e la formula degli speroni tibiali è 0-2-4.[3][4][6]
L'ala anteriore è di forma quasi rettangolare, con macchie e geometrie di varia natura, su uno sfondo che è di regola grigiastro o marroncino. La spinarea è sempre presente. Nella femmina, il frenulum è costituito di regola da due o tre setole. Sc è libera e molto robusta nel tratto basale; si osserva confluenza tra Rs2 ed Rs3, mentre Rs1 ed Rs4 corrono separatamente dalla cellula discale fino al termen; M2 parte dalla cellula discale più vicino a M3 che a M1; CuA1 e CuA2 sono entrambe presenti (la prima molto ravvicinata a M3), mentre CuP è solo vestigiale e appena accennata; 1A+2A presenta una breve biforcazione basale, mentre 3A è assente. Sono ben distinguibili i caratteristici "ciuffi" di scaglie sollevate.[3][4][6]
Nell'ala posteriore, più triangolare e solitamente di un unico colore alquanto uniforme, Sc+R è discretamente inspessita nella regione basale; Rs non presenta ramificazioni, ed M2 parte dalla cellula discale più vicino a M3 che a M1; i due rami di CuA sono entrambi presenti, così come CuP, che qui appare ben definita e pressoché rettilinea; a ridosso della base di CuA, si osserva in molti casi, e soprattutto nelle femmine, una sorta di "pettine" costituito da una frangia di scaglie piliformi; 1A+2A non mostra biforcazione basale, mentre 3A è presente.[3][4][6]
Addome
Nell'addome dei maschi si osserva una coppia di coremata, posti in prossimità del margine posteriore.[3] Il secondo sternite non presenta scaglie nella parte anteriore.[6]
Nell'apparato genitale maschile l'uncus è ben sviluppato. I socii sono assenti. Il vinculum risulta privo di saccus. L'edeago presenta un coecum penis, sebbene non così lungo quanto quello dei Carposinidae, e uno o più cornuti.[3][6]
Nel genitale femminile, l'ovopositore non appare allungato. Le apofisi posteriori sono più lunghe di quelle anteriori. Il ductus bursae è membranoso e il corpus bursae è provvisto di un signum.[4]
Le larve possiedono di regola una cuticola densamente rivestita di spinule smussate, ma non si osserva la presenza di setole secondarie. A maturazione completa non superano solitamente i 10mm di lunghezza.[4][6][8]
Capo
Il capo è ipognato.[3][4][6][8] Il frontoclipeo appare più allungato che largo. Sono presenti sei stemmata, di cui i primi cinque su un semicerchio e il sesto un po' più distante. Le setole anteriori A1, A2 ed A3 sono disposte a triangolo ottuso, con A2 più lontana dagli stemmata.[3][6][8]
Torace
Nel protorace, alquanto sviluppato, le setole laterali L sono due, rette da pinacula diversi. Gli spiracoli protoracici sono un po' più ingranditi.[3][6][8]
La setola subventrale SV è singola sul meso- e metatorace.[6]
Addome
Nell'addome, nei primi otto segmenti, la setola laterale L2 è disposta anterodorsalmente rispetto a L1, ma non molto lontana da quest'ultima. La setola subdorsale SD1 è collocata anterodorsalmente rispetto agli spiracoli. La setola dorsale D1 è assente sul IX segmento.[6][8]
Il gruppo SV è a singola setola sui segmenti I, II, VIII e IX, a doppia setola sul VII e a tripla nei segmenti da III a VI.[6]
L'VIII segmento può avere spiracoli più sviluppati, e talvolta posizionati su un tubercolo.[4][6][8]
Le pseudozampe non sono molto robuste, ma appaiono più allungate di quelle dei Carposinidae; sono presenti sui segmenti III-VI e X.[3][4][6][8]
Pupa
La pupa è relativamente tozza e di tipo obtecto, con appendici fuse tra loro e col resto del corpo, ma possiede un tegumento fragile e traslucido, da cui si scorgono i profili del capo e del torace. Sul capo è presente una sutura epicraniale. Il labrum è ben sviluppato e fiancheggiato da lobi piliferi triangolari o più in generale dalle mandibole. I palpi mascellari sono ridotti, mentre quelli labiali sono esposti, così come i profemori. Il protorace è breve. I segmenti addominali V-VII (nel maschio) e V-VI (nella femmina) sono mobili. Non sono presenti spinule sulla superficie dei tergiti addominali. Il cremaster è rappresentato da gruppi di setole dall'estremità uncinata.[3][4][6][8]
Biologia
Ciclo biologico
La biologia di parecchie specie è poco conosciuta, tuttavia, in linea generale, gli adulti hanno abitudini notturne e durante il giorno restano in posizione di riposo, sulla corteccia delle piante o sulle pietre.[3][6]
Le larve sono per la maggior parte minatrici fogliari o comunque si alimentano in zone nascoste, al riparo dai potenziali predatori, in mezzo a foglie unite tra loro, oppure sopra o dentro a un frutto.[3][4][6][8]
L'impupamento può avvenire all'interno della galleria scavata dalla larva, oppure lontano dalla pianta nutrice, in un bozzolo di solito ricoperto con frammenti del detrito, sul terreno oppure all'interno di una fessura. Non si ha fuoriuscita della pupa dal bozzolo o dal riparo, prima dell'emersione dell'adulto.[3][4][6][8]
Alimentazione
Si dispone di poche informazioni riguardo alle piante nutrici per le specie di questo taxon; tra queste si annoverano alcune essenze appartenenti al genere Ficus (Moraceae), come ad esempio Ficus benghalensis L., 1753 (baniano).[6][8][9]
Parassitoidismo
Non sono noti fenomeni di parassitoidismo ai danni di larve di Copromorpha.[10]
L'ecozona indomalese (a sinistra) e quella australasiana registrano la maggior ricchezza in specie di Copromorpha
Distribuzione e habitat
L'areale del taxon si estende su tre diverse ecozone: indomalese, australasiana e afrotropicale, con un maggior numero di specie nelle prime due; la presenza nel continente africano è limitata al solo Sudafrica e a poche isole nell'Oceano Indiano.[3][4][6]
L'habitat è rappresentato da zone verdi, boschi e foreste.[4]
TrychnostolaTurner, 1916 - Trans. roy. Soc. S. Aust.40: 502 - specie tipo: Trychnostola lichenitisTurner, 1916 - ibidem[20]
Filogenesi
Qui sotto è mostrato un albero filogenetico, ricavato da quello proposto da Heikkila et al. (2015), in cui si possono osservare i rapporti che intercorrono tra Copromorpha e altri gruppi all'interno dei Carposinoidea.[29]
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