La nappola italiana (nome scientifico Xanthium italicum Moretti, 1822) è una pianta erbacea appartenente alla grande famiglia delle Asteraceae, con caratteristici frutti spinosi. Secondo gli ultimi orientamenti della comunità scientifica botanica italiana[1] questa specie è declassificata a sottospecie: Xanthium orientale L. subsp. italicum (Moretti) Greuter.
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV. Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica.
Lappa italiana
(DE) Italienische Spitzklette
(FR) Lampourde d'Italie
Etimologia
Il nome generico (Xanthium) deriva dal greco e significa "giallo"[2] in riferimento al fatto che anticamente queste piante erano usate per tingere di giallo le stoffe[3]; mentre L'epiteto specifico (italicum) fa riferimento alle origini della pianta.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Xanthium italicum) è stato proposto dal botanico italiano Giuseppe Moretti(1782 – 1853) nella pubblicazione Giornale di Fisica, Chimica e Storia Naturale del 1822[4].
Descrizione
Il portamento
Sono piante non molto alte: 3 – 12 dm. La forma biologica della specie è terofita scaposa (T scap), sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme; sono inoltre munite di asse fiorale eretto, spesso con poche foglie. Tutta la pianta ha una pubescenza ruvida. È una specie monoica: i fiori maschili e femminili sono separati ma presenti sulla stessa pianta.
Radici
Le radici sono secondarie da fittone.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea è fittonante.
Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta e molto ramosa alla base (la ramosità forma un cespuglio emisferico).
Foglie
La foglia Località: Praloran, Limana (BL), 319 m s.l.m. - 19/9/2008
Le foglie sono picciolate, intere o approssimativamente lobate (o incise) a lamina triangolare e a consistenza ruvida. La disposizione lungo il caule è alterna. La superficie è palmato-trinervia, mentre i bordi sono dentati e crenati; la base è cuneata e brevemente troncata. L'apice delle foglie si presenta con due spine uncinate (ricurve). Lunghezza del picciolo: 5 – 15cm. Dimensione della lamina: larghezza 7 – 12cm; lunghezza 8 – 12cm.
Infiorescenza
Infiorescenza
Le infiorescenze sono composte da capolini agglomerati unisessuali, ossia capolini maschili e capolini femminili separati e diversificati morfologicamente. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro composto da più brattee disposte in più serie e che fanno da protezione al ricettacolo sul quali s'inseriscono alcuni fiori verdastri.
Capolini maschili: questi capolini sono posizioni nelle parti superiori della pianta è sono più numerosi rispetto a quelli femminili; il peduncolo è più breve. Diametro dei capolini: 6 – 8mm.
Capolini femminili: i capolini femminili sono posizionati nelle parti inferiori ed esterne della pianta all'ascella delle foglie e sono raggruppati in numero di 2 - 3; l'involucro è avvolto da brattee uncinate o spine alla cui base sono presenti delle setole patenti e peli ghiandolari; il ricettacolo ha delle pagliette sulle quali s'inseriscono generalmente due fiori[5]. Dimensioni dell'involucro (persistente): larghezza 7mm; lunghezza 15mm. Dimensione dell'involucro comprese le spine: larghezza 13mm; lunghezza 22mm.
Fiore
Il capolino Località: Praloran, Limana (BL), 319 m s.l.m. - 19/9/2008
I fiori sono simpetali, attinomorfi(quelli tubulosi); sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi).
Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame nei fiori maschili; in quelli femminili il calice è completamente aderente all'ovario.
Corolla: i fiori maschili hanno delle corolle tubulari a 5 denti (quelli femminili sono privi di corolla).
Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti saldati alla corolla, mentre le antere sono libere[3].
Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma bifido; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
Fioritura: da luglio a ottobre.
Frutti
I frutti
Il frutto, chiamato catoclesio, è ricoperto e avvolto dall'involucro indurito e uncinato (sono le brattee dell'involucro del capolino femminile) e contiene due soli semi; alla sua sommità sono presenti due rostri appuntiti ripiegati ad uncino. La lunghezza è doppia rispetto alla larghezza. Lunghezza: 18 – 25mm.
Biologia
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i frutti sono spinosi e uncinati per attaccarsi al pelo degli animali e lasciarsi così trasportare lontano (disseminazione zoocora).
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[1] – Distribuzione alpina[7])
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Sud Europeo, oppure anche Sub-cosmopolita. Secondo Pignatti[8] è una specie originatasi da piante probabilmente di origine americana.
Distribuzione: sul suolo italiano è più o meno presente ovunque (è considerata specie esotica naturalizzata[1]). Nelle Alpi è comune in tutte le province escluse quelle occidentali. Oltreconfine (sempre nelle Alpi) si trova in Svizzera (Cantone Ticino); mentre sugli altri rilievi europei si trova nei Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.
Habitat: è una specie nitrofila legata agli accumuli di sostanza organica ad esempio sulle spiagge; cresce lungo le rive, sui margini delle strade e lungo il litorali sabbiosi; ma in aree incolte, ruderali e scarpate sassose. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare oltre a quello planiziale – a livello del mare.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[7]:
Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
Classe: Bidentetea tripartitae
Sistematica
La famiglia di appartenenza della Xanthium italicum (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[9] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[10]). Il genere di appartenenza (Xanthium) è composto da poche specie, meno di una decina a seconda dei vari Autori.
La tassonomia di questa pianta non è ben definita tra le varie checklist botaniche. Oltre alla revisione, in questi ultimi anni, da parte dei botanici italiani (nuovo binomio scientifico: Xanthium orientale L. subsp. italicum (Moretti) Greuter[1]), nei paesi soprattutto anglosassoni (Inghilterra e Stati Uniti) questa specie è nominata diversamente: Xanthium strumarium L. subsp. italicum (Moretti) D.Löve [11], oppure Xanthium strumarium L. var. canadense (Mill.) Torr. & A. Gray[12].
Il numero cromosomico di X. italicum è: 2n = 36[4][13].
Variabilità
È una specie mediamente variabile. I caratteri più soggetti a variabilità sono quelli del frutto e delle foglie (possono essere più strette fino a diventare laciniate).
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Xanthium orientale L. subsp. italicum (Moretti) Greuter (2003) (l'orientamento delle ultime checklist della flora spontanea italiana[1] è verso questa denominazione)
Xanthium strumarium L. var. canadense (Mill.) Torr. & A. Gray (vedi paragrafo “Sistematica”)
Specie simili
Nell'ambito del genere le specie più simili sono la specie Xanthium strumarium L. (il frutto ha dimensioni più piccole e le 2 spine apicali sono dritte e glabre) e la specie Xanthium orientale L. (il frutto ha una forma più snella con le spine apicali attorcigliate).
Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009. URL consultato il 2 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN88-7287-344-4.
Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p.185, ISBN88-7621-458-5.
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