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La cresta di gallo mediterranea (nome scientifico Rhinanthus mediterraneus Adamović, 1913) è una pianta erbacea dai delicati fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Cresta di gallo mediterranea
Rhinanthus mediterraneus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Orobanchaceae
Tribù Rhinantheae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Scrophulariales
Famiglia Scrophulariaceae
Genere Rhinanthus
Specie R. mediterraneus
Nomenclatura binomiale
Rhinanthus mediterraneus
Adamović, 1913

Etimologia


Il nome del genere (Rhinanthus) è stato assegnato dal biologo e scrittore svedese Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778) nel 1737, accostando due termini greci: rhin o rhinòs (= naso) e ànthos (= fiore) e fa riferimento alla particolare forma del fiore (fiore nasuto).[2] Il nome comune (cresta di gallo mediterranea) fa riferimento ad una certa somiglianza che il fiore presenta con la testa del gallo, in particolare le brattee seghettate ricordano la cresta del pennuto; mentre L'epiteto specifico mediterraneus (= del Mediterraneo) fa riferimento all'areale tipico di questa pianta.[3]

Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto dal botanico slavo Lujo Adamović (31 luglio 1864 in Rovinj; 19 giugno 1935 in Dubrovnik) nella pubblicazione "Rad Jugoslavenska Akademija Nauke i Umetnosti. cxcv. 63 (1913)" del 11913[4]


Descrizione


L'altezza media di queste piante varia da 20 a 50 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme, sono inoltre munite di asse fiorale eretto con poche foglie. Sono inoltre piante semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla) e sono provviste di uno o più austori connessi alle radici ospiti per ricavare sostanze nutritive.[5][6][7][8][9]


Radici


Le radici sono tipo fittone.


Fusto


La parte aerea del fusto è eretta e variamente ramosa. Alla base può essere ginocchiata e la superficie può essere percorsa da strie scure più o meno pubescenti.


Foglie


La forma delle foglie varia da lanceolata a ovata oppure sono quasi lineari con margini dentati (quasi seghettati); sono sessili e lungo il fusto sono disposte in modo opposto. Dimensioni medie delle foglie tipo lanceolato: larghezza 7 – 15 mm; lunghezza 20 – 40 mm. Dimensioni medie delle foglie tipo ovato: larghezza 15 mm; lunghezza 25 mm. Dimensioni medie delle foglie tipo lineare: larghezza 3 mm; lunghezza 24 mm.


Infiorescenza


L'infiorescenza si presenta come un racemo terminale “spiciforme” (con fiori sessili o con brevissimi peduncoli), foglioso con grandi brattee pubescenti (quasi tomentose) a forma ovale-triangolare. Il margine delle brattee è percorso da una serie di denti acuti (a volte aristati) tipo sega; le brattee sono inoltre più lunghe del calice del rispettivo fiore. I denti sono lunghi fino a 5 mm e quelli inferiori sono più lunghi di quelli superiori. I fiori all'antesi sono contigui, mentre alla fruttificazione quelli inferiori sono più spaziati. Lunghezza del peduncolo: 1 – 2 mm. Lunghezza delle brattee: 10 – 20 mm. Lunghezza dei denti inferiori: 5 – 8 mm.


Fiore


I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), con quattro verticilli (calice – corolla - androceo – gineceo) e pentameri (la corolla è a 5 parti). Lunghezza totale del fiore: 18 – 20 mm.

X, K (4), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[6]

Frutti


Il frutto è contenuto nel calice (persistente e accrescente) ed ha la struttura di una capsula mucronata a deiscenza variabile e con superficie glabra. La forma è arrotondata ma appiattita ai lati. Nel suo interno sono presenti delle logge che si aprono tramite due valve. Nelle logge sono contenuti i semi reniformi provvisti di endosperma, abbastanza grandi ma compressi quasi discoidali e circondati da un'ala traslucida. Diametro dei semi: 3 – 4 mm.


Riproduzione


In queste piante il semiparassitismo è tale per cui anche i semi per germogliare hanno bisogno della presenza delle radici della pianta ospite; altrimenti le giovani piantine sono destinate ad una precoce degenerazione.


Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta  (Distribuzione regionale[10] – Distribuzione alpina[11])
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[10] – Distribuzione alpina[11])

Fitosociologia


Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Molinio-Arrhenatheretea
Ordine: Arrhenatheretalia elatioris

Sistematica


La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[13][14]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Rhinanthus comprende circa 30-40 specie distribuite in Europa, Asia settentrionale e Nord America, con la maggiore diversità di specie (circa 30 specie) in Europa, di cui almeno 17 sono presenti nella flora spontanea italiana.

In alcune checklist[10][11] questa pianta è chiamata: Rhinanthus pumilus (Sterneck) Soldano, 1886.


Filogenesi


La classificazione tassonomica del Rhinanthus mediterraneus è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa il suo genere apparteneva alla famiglia delle Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Orobanchaceae[15]; anche i livelli superiori sono cambiati (vedi box tassonomico in alto a destra).


Variabilità


Polimorfismo stagionale
Polimorfismo stagionale

Rhinanthus viene considerato uno dei generi più polimorfi delle dicotiledoni. Spesso nella specie di questa voce si presenta il fenomeno del polimorfismo stagionale (vedi figura a lato e spiegazione seguente):

  • vernale (o fioritura precoce - primaverile): le piante si presentano slanciate con fusti elevati ma poco ramosi (brevi e sterili); tutte le foglie sono presenti alla fioritura; gli internodi sono più lunghi delle foglie corrispondenti; le foglie intercalari (appena sotto l'infiorescenza) sono assenti;
  • estivale (fioritura estiva): i fusti sono elevati e si ha un progressivo addensamento dei rami e delle foglie (2 - 4 paia di rami fioriferi); tutte le foglie sono presenti alla fioritura; gli internodi sono più lunghi delle foglie corrispondenti; le foglie intercalari (appena sotto l'infiorescenza) sono assenti (o 1 - 2 paia);
  • autunnale (fioritura tradiva): i fusti sono elevati con numerosi rami fioriferi a portamento arcuato-ascendente; le foglie inferiori sono scomparse alla fioritura; gli internodi sono più corti delle foglie corrispondenti; le foglie intercalari sono numerose;
  • "monomorfa" (forma tipicamente montana dove la stagione della fioritura - solo quella estiva - è più breve): con fusti bassi a portamento contratto con pochi rami; le foglie sono tutte presenti alla fioritura; gli internodi sono più corti delle foglie corrispondenti; le foglie intercalari (appena sotto l'infiorescenza) sono assenti (o 1 - 2 paia); la distribuzione è soprattutto nella fascia subalpina;
  • alpina (fioritura strettamente estiva): con fusti nani, molto contratti, pochi e brevi rami spesso sterili; tutte le foglie sono presenti alla fioritura; gli internodi sono più corti delle foglie corrispondenti; le foglie intercalari sono numerose; la distribuzione è soprattutto nella fascia alpina.

Questo fenomeno può essere almeno in parte spiegato con la falciatura dei prati fatta in primavera e/o in autunno favorendo così una selezione di ecotipi precoci o tardivi.[16]

Per questa specie sono descritte le seguenti forme stagionali:

  • Rhinanthus mediterraneus fo. mediterraneus (estivale).
  • Rhinanthus mediterraneus fo. arvernensis Chab. (autunnale).
  • Rhinanthus mediterraneus fo. behrendsenii Sterneck (monomorfa montana).
  • Rhinanthus mediterraneus fo. pumilus Sterneck (alpina).

Per questa specie sono descritte le seguenti sottospecie:[12]

  • Rhinanthus mediterraneus subsp. mediterraneus
  • Rhinanthus mediterraneus subsp. pumilus (Sterneck) P. Fourn.

Rhinanthus mediterraneus è a capo del Gruppo di Rhinanthus mediterraneus.[9] Si tratta di un gruppo di specie molto simili tra di loro le cui caratteristiche principali sono: la corolla ha un naso allungato; le brattee (pubescenti) possiedono denti profondi (fino a 8 mm) scarsamente aristati; il calice è pubescente (quasi tomentoso). Il gruppo si compone delle seguenti specie:

  • Rhinanthus mediterraneus: la pubescenza è formata da soli peli semplici.
  • Rhinanthus burnatii (Chabert) Soó: la pubescenza è formata da peli semplici e ghiandolari.

Un gruppo simile è Gruppo di Rhinanthus serotinus. Quest'ultimo si distingue per i denti delle foglie più brevi, quasi crenulati.


Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[12]


Altre notizie


La cresta di gallo mediterranea in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:


Note


  1. Rhinanthus mediterraneus, su The Plant List. URL consultato il 25 febbraio 2015.
  2. Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
  3. David Gledhill 2008, pag. 253.
  4. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 febbraio 2015.
  5. Jonathan R. Bennett & Sarah Mathews, Phylogeny of the parasitic plant family Orobanchaceae inferred from phytochrome A (PDF), in American Journal of Botany 93(7): 1039–1051. 2006.. URL consultato il 26 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  6. Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 18 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  7. Judd 2007, pag. 496.
  8. Strasburger 2007, pag. 852.
  9. Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 603.
  10. Conti et al. 2005, pag. 152.
  11. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 276.
  12. EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 26 febbraio 2015.
  13. Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, pag. 850, ISBN 88-7287-344-4.
  14. Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  15. Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 22 febbraio 2009.
  16. pag. 599 Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Bologna, Edagricole, 1982.

Bibliografia



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