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Il pesco (Prunus persica (L.) Batsch) è un albero da frutto della famiglia Rosacee[1] che produce un frutto commestibile chiamato pesca ([ˈpɛska]).

Come leggere il tassobox
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Pesco
Pèsca
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Sottofamiglia Amygdaloideae
Tribù Amygdaleae
Genere Prunus
Specie P. persica
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Genere Prunus
Specie P. persica
Nomenclatura binomiale
Prunus persica
(L.) Batsch

Storia


Il pesco è un albero originario della Cina, dove fu considerato simbolo d'immortalità, e i cui fiori sono stati celebrati da poeti, pittori, cantanti, scrittori e registi cinematografici. Dall'oriente il pesco giunse in Persia, donde giunse in Europa; da lì deriva infatti il nome della specie, ovvero "Prunus della Persia", significato ripreso ancor oggi in molti dialetti e lingue d'Italia.[2] In Egitto la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell'infanzia, tanto che ancora oggi le guance dei bambini vengono paragonate alle pesche, per la loro morbidezza e carnosità. Il frutto arrivò a Roma nel I secolo d.C., ma si era già diffuso in tutto il bacino del Mar Mediterraneo grazie ad Alessandro Magno. Pare infatti, secondo lo scrittore romano Rutilio Tauro Emiliano Palladio, che egli ne fosse rimasto affascinato quando lo vide per la prima volta nei giardini di re Dario III, durante la spedizione contro la Persia.


Descrizione


Il pesco è un albero che può raggiungere un'altezza di 4-8 metri, con corteccia leggermente scabra di colore marrone. I giovani getti sono di colore verde, spesso sfumato di rosso. Le foglie sono lanceolate appuntite, alterne, i fiori ermafroditi sono portati in zona apicale sui rami giovani, ma non sui polloni di sviluppo.

Molte parti della pianta, come corteccia, radici, foglie e semi, contengono piccole quantità di sostanze da cui derivano cianuri, tossici, anche se per il modesto contenuto tali sostanze sono state usate tradizionalmente (soprattutto le foglie) per aromatizzare i liquori, per il loro sapore gradevolmente amaro. La pianta ha la tendenza alla stabilizzazione apicale, cioè nella potatura deve essere rispettata la presenza di un apice dominante. Se l'apice è rimosso o spuntato la pianta tende a riaffermare tale dominanza di un apice, producendo masse di polloni intermedi non produttivi. I fiori sono di colore rosa, ma esiste una notevole differenza tra le varietà: i petali possono essere piccoli e stretti o ampi e larghi; se hanno all'interno dei petali un colore più scuro-aranciato, si avranno frutti a polpa gialla; se l'interno dei petali, pur sempre rosa, è sfumato in chiaro i frutti saranno a polpa bianca.


Frutto


Le pèsche (pronuncia al singolare /ˈpɛska/, da pèssica, variante del lat. classico persica(m)) sono drupe carnose, succose e zuccherine, hanno la buccia di colore giallo-rossastra ma anche bruna, che può essere sottile e vellutata o liscia (nettarine). La polpa è dolcissima e profumata e, secondo la varietà, può essere gialla o bianca con venature rosse più evidenti in prossimità del nocciolo. Sono state selezionate varietà a polpa bianca con il colore rosso esteso a tutta o quasi la polpa.

La polpa può essere aderente al nocciolo (pesche duràcine o "percoche"), o non aderente (pesche spiccàgnole o spiccaci o spicche). Le percoche per la difficoltà al consumo sono meno usate come frutta fresca (la polpa pur se più profumata è aderente al nocciolo e più soda, e quindi va rimossa con un coltello) ma sono utilizzate per la produzione di frutta sciroppata (reggono bene la cottura e rimangono ben sode) o per produzione di succhi da questo frutto.


Coltivazione


La coltivazione del pesco di solito viene avviata partendo da piante già innestate di un anno di età (astoni), acquistate presso i vivaisti. Tuttavia è possibile riprodurre questa pianta attraverso il seme anche se la qualità e le caratteristiche dei frutti saranno piuttosto imprevedibili. Si piantano in un composto da semina "standard" nella primavera successiva a quella in cui i semi stessi sono stati prodotti, dopo averli sottoposti a un adeguato processo di vernalizzazione, in natura o in frigorifero. Senza adeguato numero di ore al freddo, infatti, i semi non germinerebbero. Il pesco dovrebbe essere piantato in pieno sole in un'area moderatamente ventilata per attutire i rigori delle gelate invernali e delle arsure estive. La messa a dimora dovrebbe avvenire all'inizio dell'inverno per lasciare alle radici il tempo di prepararsi per il risveglio primaverile. I filari nelle coltivazioni dovrebbero essere ordinati sull'asse Nord - Sud.

Tra tutti i comuni fruttiferi italiani il pesco è tra quelli meno tolleranti ai suoli umidi (con ristagno di acqua), non drenati.


Irrigazione


Per una crescita ottimale il pesco richiede un'irrigazione regolare da aumentare durante la fioritura e l'allegagione, diminuendola solo in fase di distensione cellulare successiva alla citochinesi durante la quale si verifica la lignificazione del nòcciolo.


Concimazione


Lo sviluppo di una pesca (Prunus persica) da inizio inverno a metà estate in Victoria, Australia.
Lo sviluppo di una pesca (Prunus persica) da inizio inverno a metà estate in Victoria, Australia.

Il pesco ha una maggiore necessità di azoto rispetto ad altre piante da frutto. La concimazione azotata incide positivamente sulla resa quantitativa e sulla pezzatura dei frutti, specialmente nelle cultivar precoci. L'eventuale clorosi o una ridotta dimensione delle foglie può essere un indice della carenza azotata, perciò è consigliabile intervenire con la somministrazione di un concime organico a basso rapporto carbonio/azoto o, meglio, un concime minerale a pronto effetto (nitrati). La concimazione ordinaria, eseguita con concimi minerali ternari (NPK) o con concimi organici, si esegue a fine inverno, prima della ripresa vegetativa, ma risultati positivi si ottengono anche con la somministrazione, prima del riposo vegetativo, di concimi ternari contenenti azoto a lento rilascio. Durante l'attività vegetativa primaverile e la prima fase di accrescimento dei frutti può rivelarsi utile, se non necessaria, la somministrazione di quantità moderate di concimi azotati. Le concimazioni azotate tardive, eseguite nel corso della maturazione dei frutti o nel periodo tardo estivo, hanno invece effetti negativi: nel primo caso peggiorano le qualità organolettiche dei frutti (serbevolezza, sapidità, tenore in zuccheri), nel secondo caso ostacolano il processo di lignificazione dei germogli rendendo la pianta più vulnerabile alle gelate autunnali. Gli eccessi azotati sono da evitare perché incidono negativamente sulla qualità dei frutti e rendono la pianta più vulnerabile agli attacchi dei parassiti fungini. Più che la quantità assoluta di azoto è fondamentale il rapporto azoto-potassio nella formula di concimazione, in quanto il potassio ha un effetto compensativo nei confronti degli eccessi azotati.


Cura del frutto


Il pesco è una pianta autoimpollinante perciò ha una percentuale di allegagione elevata, che segue di norma a un'abbondante fioritura. Allo scopo di ottenere frutti di pezzatura adeguata è in genere necessario eseguire un diradamento in modo da avere un rapporto equilibrato fra numero dei frutti e vigore vegetativo della pianta. Un eccessivo numero di pesche porta alla formazione di frutti piccoli, poveri di zuccheri e poco saporiti. Nei momenti di siccità è molto importante un'irrigazione supplementare.


Avversità


Il pesco soffre facilmente le avversità di natura biologica. I parassiti animali più importanti sono senz'altro gli insetti: fra i più frequenti ricorrono alcune specie di afidi (l'afide bruno Brachycaudus prunicola, l'afide nero Brachycaudus persicae, l'afide verde Myzus persicae e l'afide farinoso Hyalopterus amygdali), di Cocciniglie (in particolare la cocciniglia bianca Diaspis pentagona), alcuni lepidotteri, come la tignola delle gemme e dei frutti (Anarsia lineatella), la tignola orientale (Cydia molesta) e il rodilegno rosso Cossus cossus e un dittero, la mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata).
Altre importanti avversità si annoverano fra le virosi (es. la Sharka) e le affezioni da funghi, le più frequenti delle quali sono la Bolla del pesco (Taphrina deformans) il Corineo delle drupacee, la Moniliosi, il Cancro delle drupacee, il mal bianco, il mal del piombo parassitario, il marciume del colletto da Phytophthora spp. e i marciumi radicali da Armillaria mellea e Rosellinia necatrix.


Varietà


Pèsca tagliata
Pèsca tagliata
Pescanoce o nocepesca (oppure nettarina)
Pescanoce o nocepesca (oppure nettarina)

La pelle liscia e il nocciolo libero (non aderente alla polpa), o meno (aderente alla polpa), distinguono la pesca propriamente detta dalle altre varietà prodotte dalla specie Prunus persica.


Altri tipi di pesco


Nonostante il pesco sia coltivato soprattutto per il frutto, alcune varietà da frutto (soprattutto i peschi con frutti a polpa bianca) sono notevoli per la bellezza della loro fioritura, con petali rosa di buona dimensione.

Per utilizzo come pianta decorativa sono stati inoltre selezionati peschi che sono notevoli solo per la loro fioritura (detti peschi da fiore), usati per decorare giardini. In tal caso la produzione di frutta è scadente o irrilevante. Per uso decorativo sono state selezionate varietà sia a fiore semplice sia a fiore doppio.


Produzione


I 15 maggiori produttori di pèsca nel 2018[4]
Paese Produzione (tonnellate)
 Cina15.195.291
 Italia1.090.678
 Grecia968.720
 Spagna903.809
 Turchia789.457
 Stati Uniti700.350
 Iran645.499
 Cile319.047
 India278.417
 Egitto246.742
 Argentina226.000
 Brasile219.603
 Corea del Sud206.889
 Algeria190.420
 Francia184.070
Mondo24.453.425

In Italia, la maturazione dei frutti avviene tra la prima e la seconda decade di maggio nelle zone meridionali, fino alla fine di settembre per le cultivar più tardive. In linea di massima le condizioni climatiche italiane e degli altri paesi mediterranei sono ideali per la coltivazione del pesco, che può sopportare limiti assai ampi, da minime invernali anche di -15, -18 °C fino ad ambienti subtropicali dove il riposo invernale è alquanto limitato.

Il consumo annuo è di circa a 6,8 kg per abitante.[senza fonte]

Ogni anno, gli accordi interprofessionali fissano una data associata alle norme dei calibri, tasso di succo e peso da rispettare per poter commercializzare questi frutti. Più del 60% della produzione e commercializzazione avviene tra i mesi di luglio e agosto. Il profumo della pesca è dovuto alla combinazione di più di 80 sostanze, più o meno volatili.

La coltivazione delle pesche ha avuto una grande espansione, a cui sono succeduti momenti di crisi[5].


Usi


Pesche al vino rosso.
Pesche al vino rosso.

La pesca viene consumata a morsi o sbucciata, da sola o in macedonie di frutta. Viene impiegata per fare succhi, marmellate e anche dolci (Pesca Melba). Può inoltre essere consumata, sempre come dessert, con vino, zucchero e qualche goccia di limone. Una ricetta tradizionale piemontese è quella delle pesche ripiene (in lingua piemontese: persi pièn[6]) con un composto a base di uova, zucchero, amaretti sbriciolati e cacao. Viene usata anche come tè.


Proprietà


Pesca cruda
(valore nutritivo per 100 g) [7]
acqua : 88,87 g ceneri totali: 0,43 g fibre alimentari : 1,5 g valore energetico : 39 kcal
glucidi: 9,54 g zuccheri semplici: 8,39 g proteine: 0,91 g lipidi: 0,25 g
oligoelementi
potassio : 190 mg fosforo : 20 mg magnesio : 9 mg calcio : 6 mg
ferro : 0,25 mg rame : 0,0068 mg zinco : 0,17 mg sodio : 0 mg
vitamine
vitamina C : 6,6 mg vitamina B1 : 0,024 mg vitamina B2 : 0,031 mg vitamina B3 : 0,806 mg
vitamina B5 : 0,153 mg vitamina B6 : 0,025 mg vitamina B9 : 0 mg vitamina B12 : 0 mg
vitamina A : 326 UI retinolo : 0 mg vitamina E : 0,73 mg vitamina K : 2,6 µg
acidi grassi
acidi grassi saturi : 19 mg Acidi grassi monoinsaturi : 67 mg acidi grassi polinsaturi : 86 mg colesterolo : 0 mg

Note


  1. (EN) Prunus persica, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 19/11/2022.
  2. Ad esempio, nel romanesco "persica" o nel genovese "persiga" o nel veneto "pèrsego" o ancora nel sardo "pessighe"/"pessike" e nel piemontese "persi", "perzic" in dialetto lombardo, famose nel varesotto i "perzic de munà" in quanto coltivati in alcune aziende agricole nei presso il lago di Monate, favorite dal clima mite dato dal lago.
  3. Tre colori gustosi di Merendelle, su Lamezia Live. URL consultato il 18 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2016).
  4. (EN) Food and Agriculture Organization of The United Nations, FAOSTAT, su fao.org. URL consultato il 7 agosto 2020.
  5. Antonio Saltini Campane a martello per la peschicoltura romagnola Spazio Rurale
  6. Persi Pièn, pagina web su www.invalmaira.it, consultato nel luglio 2014)
  7. (EN) Basic Report 09236, Peaches, yellow, raw, su USDA National Nutrient Database. URL consultato il 24 maggio 2016.

Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàThesaurus BNCF 14221 · LCCN (EN) sh85098962 · GND (DE) 4174043-9 · BNF (FR) cb11975897x (data) · J9U (EN, HE) 987007531455505171 · NDL (EN, JA) 00567820
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На других языках


[de] Pfirsich

Der Pfirsich[1] (Prunus persica) ist eine Pflanzenart aus der Gattung Prunus innerhalb der Familie der Rosengewächse (Rosaceae). Seine Früchte werden Pfirsiche genannt und zählen zum Steinobst.

[en] Peach

The peach (Prunus persica) is a deciduous tree first domesticated and cultivated in Zhejiang province of Eastern China.[3] It bears edible juicy fruits with various characteristics, most called peaches and others (the glossy-skinned, non-fuzzy varieties), nectarines.

[es] Prunus persica

Prunus persica, originalmente Amygdalus persica L. y comúnmente conocido como melocotonero (del latín malus cotonus, «manzana algodonosa» —en alusión a la piel del fruto—)[3], es una especie de árbol del género Prunus de la familia Rosaceae. También se suele denominar duraznero (del latín durus acinus, «que tiene la piel dura» —aludiendo a la piel del fruto—) en países hispanoamericanos y albérchigo (del árabe al-pérsico) en castellano antiguo. Su fruto es comúnmente conocido como melocotón o durazno.

[fr] Pêcher

Prunus persica
- [it] Prunus persica

[ru] Персик обыкновенный

Пе́рсик обыкновенный[3][4][5][6], или Персик[7] (лат. Prúnus pérsica) — растение из подрода Миндаль рода Слива семейства Розовые.



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