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La pedicolare di Hacquet (nome scientifico Pedicularis hacquetii Graf, 1834) è una pianta parassita appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]

Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Pedicolare di Hacquet
Pedicularis hacquetii
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Orobanchaceae
Tribù Pedicularideae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Scrophulariales
Famiglia Orobanchaceae
Genere Pedicularis
Specie P. hacquetii
Nomenclatura binomiale
Pedicularis hacquetii
Graf, 1834

Etimologia


Il nome generico (Pedicularis) deriva da un termine latino che significa "pidocchio" e si riferisce alla convinzione che queste piante infestino di pidocchi il bestiame al pascolo; altri giustificano l'etimologia del nome del genere all'opposto, ossia in quanto si pensa che queste piante liberino la testa dai pidocchi.[2][3][4] L'epiteto specifico (hacquetii) è stato dato in ricordo del professore bretone di Lubiana Hacquet B. (1739 - 1815) autore di una flora della Carnia.[5]

Il nome scientifico della pianta è stato definito per la prima volta dal botanico Siegmund Graf (1801–1838) nella pubblicazione "Flora; oder, (allgemeine) botanische Zeitung. Regensburg, Jena - 17(1): 42" del 1834.[6]


Descrizione


Il portamento
Il portamento

Queste piante sono alte da 3 a 9 dm (massimo 120 cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono piante parassite: le radici mostrano organi specifici per nutrirsi della linfa di altre piante.[2][5][7][8]


Radici


Le radici, grosse e carnose (a fittone), si distribuiscono a raggiera cercando di raggiungere le radici di altre piante per succhiarne la linfa.


Fusto


La parte aerea del fusto è eretta con superficie glabra (o pubescente) e sezione scanalata. Il fusto è densamente foglioso anche nell'infiorescenza.


Foglie


Le foglie
Le foglie

Le foglie basali hanno il contorno tre-angolare e la forma tre-pennatosetta con la parte abassiale pubescente. Le foglie cauline sono progressivamente ridotte. La disposizione delle foglie è alterna. Dimensione delle foglie basali: larghezza 5 – 10 cm; lunghezza 15 – 30 cm.


Infiorescenza


Le infiorescenze sono delle dense spighe a forma piramidale formate da fiori peduncolati. Alla base di ogni fiore sono presenti delle brattee di aspetto fogliaceo; quelle superiori sono inciso-dentate e con superficie lanosa alla base.


Fiore


I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (del tipo bilabiato), tetrameri, ossia con quattro verticilli (calice – corolla - androceo – gineceo) e pentameri (la corolla e il calice sono a 5 parti). Lunghezza del fiore: 18 – 25 mm.

X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[7]

Frutti


Il frutto è una capsula loculicida bivalve a forma ovoide-obliqua con una breve punta (a maturità è appena più lunga del calice). I semi sono pochi a forma angolosa.


Riproduzione



Distribuzione e habitat


Distribuzione della pianta  (Distribuzione regionale[10] – Distribuzione alpina[11])
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[10] – Distribuzione alpina[11])

Fitosociologia


Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]

Formazione : delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe : Mulgedio-Aconitetea
Ordine : Calamagrostietalia villosae

Sistematica


La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[12][13]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Pedicularis comprende 400-500 specie (il genere più numeroso della famiglia con distribuzione quasi cosmopolita - manca in Africa e Australia) delle quali 23 sono presenti nella flora spontanea italiana.

Le tre sezioni del genere
Le tre sezioni del genere

La classificazione del genere è difficile in quanto la forma del fiore è molto simile tra specie e specie; inoltre il colore della corolla nel secco è indistinguibile. Pignatti nella "Flora d'Italia" divide le specie spontanee della flora italiana in tre gruppi in base alla forma del labbro superiore (vedi il disegno):[5]

  • Sez. Anodontae: l'apice del labbro superiore della corolla è arrotondato (né rostrato e né dentato).
  • Sez. Rhyncholophae: il labbro superiore della corolla è più o meno falcato e termina in un becco allungato.
  • Sez. Pedicularis: il labbro superiore della corolla è provvisto di due dentini sotto la parte falcata.

La specie P. hacquetii appartiene alla sez. Anodontae.

Il numero cromosomico di P. hacquetii è: 2n = 16.[14]


Filogenesi


Secondo una recente ricerca di tipo filogenetico la famiglia Orobanchaceae è composta da 6 cladi principali nidificati uno all'interno dell'altro. Il genere Pedicularis si trova nel quarto clade (relativo alla tribù Pedicularideae). All'interno della tribù il genere è in posizione "gruppo fratello" al resto dei generi della tribù.[15]


Sinonimi


Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:


Altre notizie


La pedicolare di Hacquet in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:


Note


  1. Pedicularis hacquetii, su The Plant List. URL consultato il 14 luglio 2015.
  2. Motta 1960, Vol. 3 - pag. 236.
  3. David Gledhill 2008, pag.294.
  4. Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 giugno 2015.
  5. Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 592.
  6. The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 14 luglio 2015.
  7. Judd, pag. 496.
  8. Strasburger, pag. 852.
  9. Motta 1960, Vol. 3 - pag. 237.
  10. Conti et al. 2005, pag. 140.
  11. Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 260.
  12. Strasburger, p. 850.
  13. Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  14. Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 14 luglio 2015.
  15. McNeal, Bennet, Wolfe, Mathews.

Bibliografia



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